Siamo tutti rimpiazzabili, nessuno è davvero indispensabile al prossimo.Senza voler essere troppo melodrammatici, pensiamo a quando siamo stati lasciati o abbiamo troncato una relazione: all'inizio ci siamo rimasti male, abbiamo anche sofferto, ma poi tutto si è aggiustato. Diverso è il caso in cui, per ragioni per me inspiegabili , non pensando che arrivi proprio per noi l'ora X , ci incuriosisce sapere che tipo di reazione avranno gli altri quando non ci saremo più. Gli esperti, quelli che anagraficamente sono più vicini ai 100 che ai 30 anni, e che sono ancora lucidi
mi hanno detto che non hanno nessuno di quei pensieri. Forse perchè, ormai, hanno dei figli che li hanno "mollati", che vivono per andare in giro e incontrare i "sopravvissuti" . Secondo altri, più giovani, il problema c'è per chi ha dei progetti, delle idee che vorrebbe vedere realizzate, e pensa che gli altri, i vivi, non le proseguiranno. La verità è che non sappiamo niente di niente, se c'è o non c'è un dopo e di che genere dovrebbe essere, ma credo che sia la solitudine con cui questo atto dovremo compiere che è terrorizzante. Che poi uno si caghi addosso perchè è stato educato dai preti o dalle suore, poco importa ai fini della situazione che si va ad affrontare. E' un po' la rabbia che mi viene quando sto male e si va a pensare alle cause: intanto datemi una mano a levare il dolore, ad attenuarlo. Mettetemi in condizione di passare bene la notte o di poter andare a lavoro domani mattina. Invece ,come nel caso in cui ci si interroga sulla morte, ecco che sono pronti,come dei gufi, a dirti che è colpa dei preti se te la fai sotto, sono loro che ti hanno messo in testa le pipe del paradiso e dell'aldilà. E a tutti gli altri, che so , ai musulmani , chi gli ha messo in testa le storie delle vergini e dell'aldilà? I preti ? La cosa che so è che nessuno ha risposte convincenti. Ma c'è un altro aspetto della storia, che fa parte delle prime considerazioni: ed è che qualcuno prenderà,inevitabilmente, il nostro posto. E questo vale sia nella nostra famiglia che nel lavoro. Verremo sostituiti o del tutto eliminati: un po' come in certi settori dove dovrebbe esserci un ricambio ma per ragioni alla Fornero o simili, nessuno viene rimpiazzato. E' il caso della persona che lascia tutto così come era quando c'era il partner. Sarà anche un caso psichiatrico, ma ci sono individui che non si risposano, fanno vita ritirata, socializzano quanto basta per dire che parlano con qualcuno e che qualcuno gli parla. Ma risposarsi, avere vita sessuale, svaghi e altro, tutto finito. Poi ovviamente ci sono i casi inversi, vedovi e vedove allegre: la musica cambia, la loro vita , pure. Ma ci sono anche i casi diversi, quasi mai contemplati o considerati,anche nei blog: i singoli e il caso di cui sopra, ovvero il vedovo che rimane vedovo o la vedova che rimane vedova. Mi va di considerare il patrimonio umano, la ricchezza culturale, le esperienze ,le considerazione, l'aiuto che costoro potrebbero dare e lasciare in eredità e che invece va in fumo. In ogni caso ritengo che sapere di valere poco può anche aiutarci a riflettere proprio su di noi, sulla nostra esistenza: forse ci sopravalutiamo, dalla mancanza di autostima all'esaltazione.Sopravalutarsi è facile. Tutte queste considerazioni e valutazioni sono il frutto,oltre che di una mente bacata, la mia, anche del fatto che non si rimane più a parlare con il prossimo, anzi fare salotto è un crimine, una cosa da evitare.A meno che non si parli di affari, di calcio o di donne e motori, il resto è tempo perso: anche la politica ha fatto il suo tempo, del resto ci sono i tecnocrati. In merito guardate,se non lo avete ancora visto, il video di Giorgio Gaber "la presa del potere": potete vederlo su youtube . In conclusione, anche nel lavoro, chi millanta la necessità di avere operai è un giuda, oppure un illuminato che per dare lavoro abolisce le ruspe e chiama le pale, e poi per essere davvero magnanimo, uomini armati di cucchiai e cucchiaini. Così sono buoni tutti.Si sa che le fabbriche vanno verso la completa automatizzazione: le volte delle fabbriche sono basse e non ci sono praticamente uomini all'interno. Questa è la verità: allora,come nella vita di tutti i giorni, o si trovano persone con cui parlare, dialogare e scambiarsi idee, altrimenti il destino è di autoemarginarsi perchè la coscienza di sapersi messi da parte non è facile da digerire e la si affronta inventandosi cose nuove ,ma frutto di fantasie, di desideri. Tutto per essere presenti nella vita altrui.
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