mercoledì 18 luglio 2012

Betta contro Aleanna Resources

Dopo l’Emilia toccherà al Veneto!
Le trivelle texane hanno già le autorizzazioni in mano per le propezioni. Le popolazioni sono all’oscuro di tutto. Il pericolo incombe ed i politici si guardano bene dall’affrontare l’argomento, come sempre. (Ndr)
IO  VOGLIO CHE NESSUNO BUCHI LA MIA TERRA
Elisabetta Sala,
Fabbrico, Reggio Emilia
Luglio 2012
Quello che segue e’ uno scambio di email fra Elisabetta Sala, una Cittadina coraggiosa e combattiva di Fabbrico, in provincia di Reggio Emilia, nella zona del terremoto di Maggio 2012 e Stefania Bruni, una rappresentante della Aleanna Resources che cercava di tranquillizzare tutti con la solita sciorina del “sono solo esplorazioni” e noi portiamo lavoro, soldi, felicita’ a tutti.
La pubblico perche’ e’ bella e perche’ la Aleanna e compari devono sapere che qui non prendono in giro nessuno, e che nessuno ce li vuole qui, ad insistere con il trivellare una zona sismica, e gia’ bucata a piu’ non posso.
Della Aleanna Resources abbiamo parlato tante volte su questo blog. Ad esempio qui, qui, e qui.
Fantozza: 102.4 chilometri quadrati -  Bugia: 104.7 chilometri quadrati
L’indirizzo email – pubblico – della dottoressa Stefania Bruni e’ sbruni@aleannaresources.com. Notare che i petrolieri hanno bisogno di una “specialista” nella comunicazione e nei contatti con la stampa, ovviamente per ripulirsi la coscienza.
Quanti soldi sprecati!
Ecco una cosa carina, sommergere questa Bruni di email di contrarieta’,  e non perche’ ce l’abbiamo con lei, che e’ solo una semplice impiegata, ma se non altro per dare il messaggio ai capi di Roma, Dallas o dovunque essi siano che VERAMENTE NON CE LI VOGLIAMO QUI:
Ecco allora cosa dice Betta alla Aleanna Resources:
——–
Buongiorno dottoressa Bruni
vi ringraziamo per la solidarieta’ dimostrata pubblicamente per noi popolazioni colpite dal recente terremoto.
Ma terremoto a parte, che ci volete fare con i permessi esplorativi proprio su casa mia ? O di fianco a casa mia perche’ non e’ che Novellara, Reggiolo o Rolo sian lontani…. E comunque non e’ nemmeno piu’ questo il principio.
IL PRINCIPIO E’ CHE L’ITALIA E’ UN TERRITORIO FRAGILE, STANCO, IN MOVIMENTO, INQUINATO, DANNEGGIATO, E AL COLLASSO.
Percio’ basta con qualsiasi attivita’ che possa mettere in pericolo l’ambiente in quasiasi modo.Lasciarvi la possibilita’ di RICERCAREidrocarburi nel nostro sottosuolo equivale ad accettare il fatto che nell’eventualita’ essi venissero trovati, li’ nascerebbe un pozzo estrattivo, si andrebbe in profondita’, fino a 3000 metri, ed un pozzo di gas non sbuca da solo come un fungo…. Occorre TRIVELLARE.Percio’ io non accetto. IO NON VOGLIO CHE NESSUNO BUCHI LA MIA TERRA.A che serve un permesso eplorativo se non ad esplorare il terreno alla ricerca di Gas o greggio?Come si esplora? Con la torcia ? Il microscopio? La lente di ingrandimento?Sappiamo come operate. E’ sufficente chiedere a chi ha gia’ autorizzato le perforazioni anche nella bassa mantovana anni fa.
E’ sufficente informarsi un pochino.
Lo sapete che adiacente a noi c’e’ gia’ operativa la concessione Mirandola da oltre 30 anni – vero?
Alcuni di noi, come la sottoscritta, hanno anche amici, parenti o conoscenti che lavorano presso i pozzi esistenti.
Percio’ noi emiliani siamo informati sulle tecniche esplorative e su come funzionano le estrazioni di idrocarburi nel sottosuolo.
Voi avete eliminato il video delle perforazioni, ma i vostri colleghi di Po Valley hanno interessanti Brochure…
La ricerca di idrocarburi viene effettuata con tecniche conosciute benissimo dal pubblico, ormai anche da quello di bassa o media cultura.
Percio’ bando alle chiacchiere signori.
Come abitante del comune di Fabbrico RE, come cittadina emiliana, sono contraria a qualsiasi attività esplorativa nel sottosuolo che possa danneggiare fauna e flora locale.
Abbiamo oasi faunistiche. Zone di riserva.
Siamo in tanti ad essere contrari ai vostri interventi, a quelli di Po Valley, Terracon, Edison.
Siamo in tanti sopra e sotto Reggio Emilia. Chi ignora verrà informato.
Gazzetta di Reggio Emilia
Io mi metto di traverso.
Nella mia zona non bucherete un cm.
Deferenti ossequi.
Elisabetta Sala abitante di Fabbrico RE

Saturday, July 14, 2012

Sacramento boccia i pozzi di stoccaggio del gas



Do I think it’s likely there would be a problem? 
No. But as we’ve seen in many recent events, things do happen that we don’t expect. 
In this instance, I think it’s simply a risk too big to take, 
given the marginal need for this facility.



Credo che ci possano essere problemi? 
No. Pero’ come abbiamo visto accadere in molti eventi recenti, a volte succedono cose inaspettate.
In questo caso, credo che sia un rischio troppo grande che non possiamo prenderci, e data l’utilita’ marginale di questo progetto.
E cosi mentre in Italia si copiano solo le cose sciocche degli americani, le cose buone passano in sordina.
Il nome “Florin gas field” forse non dice molto in Italia, ma per circa cinque anni e’ stato un piccolo di campo di battaglia fra cittadini e petrolieri.
Questo campo di gas – Florin – e’ in realta’ esausto dal 1987, avendo finito il suo ciclo produttivo.
Venti anni dopo, nel 2007, una ditta dal nome Sacramento Natural Gas Storage ha avuto la brillante idea di usare i pozzi dismessi per farci un centro di stocccaggio.
Pompo dentro d’estate, estraggo d’inverno, e poi conto i soldi.
Esattamente come si vuol fare a Rivara, a San Martino sulla Marrucina, a San Benedetto del Tronto, a Porto Sant’Elpidio.
Il giorno 12 Luglio 2012, dopo 5 anni di battaglie, il progetto e’ stato definitivamente bocciato dalla PUC dello stato della California, per 3 a 2. La PUC e’ la Public Utilities Commission  che decide sul’utilita’ delle opere pubbliche e di atto impatto e il cui direttivo e’ costituito da 5 membri votanti.
Anche qui la stampa ha parlato di Davide contro Golia, considerato che c’erano in ballo 70 milioni di dollari di progetto per stoccare  7.5 miliardi di metri di cubi di gas a ridosso della zona residenziale di Avondale/Glen Elder a Sacramento.
Il film l’abbiamo gia’ visto – le promesse da parte della ditta committente di lavoro, soldi, gas da stoccare, il “bisogno” di sicurezza energetica,  e udite udite, il promuovere il gas come “energia verde”:
Queste infatti le parole del capo della Sacramento Natural Gas Storage, Don Russell:Now that we’re scared of natural gas, what does that do to the state for the next 20 years? It’s the bridge to renewable energy. If you back off that, it’s tough on the economy and the whole green energy movement.


Ora, se abbiamo paura del gas naturale, cosa fara’ lo stato per i prossimi 20 anni. E’ il ponte verso l’energia rinnovabile. Se ti fermi qui, e’ dura per l’economia e per tutto il movimento di energia verde  Ma non gli hanno creduto, ne residenti, ne la maggioranza dei membri della commisione, appunto perche’ i rischi non valgono i benefici.Nel 2010 infatti a San Bruno, vicino a San Fransisco e’ scoppiata una tubatura di gas, causando la morte di otto persone.Mark Ferron, anche lui membro votante della PUC:While the project no doubt would provide added flexibility and reliability for natural gas, it is clearly not essential.


Anche se il progetto avrebbe portato flessibilita’ e certezze per il gas naturale, e’ chiaramente non essenziale.Interessante l’opinione di Catherine Sandoval, ultimo membro che ha votato no al progetto. Lei e’ originaria di Montebello, CA dove c’era un vecchio campo di gas trasformato – nel 1956 – in un sito di stoccaggio del gas. La Sandoval ricorda che il sito ha avuto numerose perdite nel corso degli anni, che l’area scelta a Sacramento e’ intensamente popolata e anche qui, che per questo il gioco non vale la candela. Il rapporto finale della PUC e’ che
…not building the project is the “environmentally superior” alternative. The project poses “significant and unavoidable” impacts including the potential for gas leaks and groundwater contamination.
…non costruire il progetto e’ l’altermativa “superiore dal punto di vista ambientale”. Il progetto pone degli impatti “significativi e inevetabili” fra cui il potenziale di perdite di gas e di contaminazione delle falde acquifere.
E poi si aggiunge
The proposed project is not considered environmentally preferable due to the potential consequences of release of natural gas within an area containing a substantial population. 


Il progetto proposto non e’ considerato preferibile dal punto di vista ambientale a causa del poteniale rilascio di gas naturale in un area che continene popolazione elevata. 


Gas migration could result in groundwater impacts, health effects and potentially flash fires or explosions. 


Le migrazioni di gas potrebbero risultare in impatti alle falde acquifere, danni alla salute e potenziali esplosioni di incendi. 
Fine del progetto dunque con buona pace della Sacramento Natural Gas Storage. I cittadini che si sono attivati per questi scorsi 5 anni non stavano nella pelle per la gioia, una specie di scene come quelle viste a Bomba.
E in Italia?
Dobbiamo aspettare anche noi una nuova catastrofe a San Martino sulla Marrucina, a Porto Sant’Elpidio, a San Benedetto del Tronto a Rivara, dove vogliono stoccare gas in zone densamente abitate, prone a terremoti e subisdenza per decidere che e’ forse non e’ utile a nessuno continuare a insultare madre natura per speculazioni di dubbia utilita’?

articolo originale dal sito http://dorsogna.blogspot.it
visto su stampalibera.com e copiato e postato su questo blog 

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