domenica 31 dicembre 2017

Incapacità di vedere, di capire e di agire

O se si preferisce , non si vede , non si capisce e non si agisce. Dove e come ? Sia nelle faccende e vicende nazionali e locali, sia internazionali. Non so se questa incapacità sia dovuta a mancanza di preparazione, a un indirizzo culturale che è troppo selettivo e riduttivo: sta di fatto che trovare nella nostra patria "gente" preparata, attiva e reattiva, mi pare difficile e/o impossibile. Mi rifaccio a un commento lasciato da poco in un sito, dove definivo "Monti e il suo governo, persone incapaci": mi è stato fatto osservare ,invece, che al contrario erano capaci, di remare contro, di fare danni. Tuttavia, ritengo che abbiamo,nel nostro paese, persone capaci di fare ,appunto, i propri affari ma disposte a tradire pur di conseguire quel tipo di obbiettivo o anche compiti su commissione. In sostanza ti metto lì perché tu faccia ciò che ti dirò di fare. Ora non so se sia una questione di studi, visto che si conoscono nei tg solo la Sorbona, Yale, Oxford , il Mit eccetera, ma delle Università italiane se ne parla solo in occasioni, come quella di farci sapere da dove è venuto fuori "Mr una sola pubblicazione", ovvero Monti, e cioè dalla "Bocconi di Milano", o quando c'è qualche contestazione: ma se notate è ancora più difficile che si trovi qualche luogo che possa essere sia serbatoio di idee che di formazione, di crescita e di confronto. Certo che non posso ritenere Cernobbio o la Leopolda o Rimini, posti in cui si discute e ci si confronta: certo si parla ,ma di cose già stabilite e definite, mentre per me è più importante che ci siano traguardi, che si individuino i problemi, che ci si convinca che abbiamo una missione e un compito, e non che siamo qui per caso e,per giunta, senza una preparazione, senza arte né parte, e pronti a essere comprati o a venderci. Ecco che individui capaci e con voglia di fare il bene del paese, non ne ho visto in giro: una persona che dica "voglio che il mio paese diventi grande, importante, autonomo" non l'ho né visto né sentito e né ho letto di lui. Sì, è vero, c'è stato Paolo Barnard, e gliene do atto, scrisse qualcosa dal titolo "eravamo piigs, torneremo Italia": un buon invito e buon inizio, di ripresa, sopratutto di coscienza della situazione, e cioè che siamo stati fottuti, e alla grande,e che sarebbe ora di fare qualcosa, sapendo però che cosa. Ed è qui che non si trovano i candidati, i papabili, per questo genere di compito, dato che ritengo che se esistessero davvero, dovrebbero essere i primi loro ad accorgersi delle cose che non vanno e delle cose da fare. Ecco il perché siamo incapaci, così come scritto nel titolo del post. E questo è valido in politica sia interna che estera, dato che ,ad esempio, accodarsi alle sanzioni contro la Russia, è un'emerita cazzata e che ha fatto e fa danni, al pari di essersi castrati con la vicenda Libia e con il caso Regeni. Si potrebbe continuare ,per restare all'estero, con il caso dei due marò , mentre se si vuole stare entro i confini italiani , come non parlare dei migranti ? Vi lascio augurando buon anno.

venerdì 29 dicembre 2017

Ci stiamo adeguando alle altre città oppure ...

CRONACA » CAGLIARI

Cagliari, l'annuncio su Internet: casa in affitto ma non a extracomunitari

Ieri alle 19:14

L'annuncio
"No extrac. oppure solo documento italiano": l'annuncio choc è stato pubblicato nel sito specializzato Subito.it e riguarda l'offerta di un appartamento in affitto nella zona del mercato di San Benedetto (anche se nell'annuncio si parla di piazza Garibaldi).
Irrintracciabili i proprietari, a parlare è l'agente immobiliare che ha pubblicato l'annuncio. "Almeno sino a questo momento", afferma Salvatore Meloni di Broker Real Estate, "i proprietari non hanno mai mostrato di essere razzisti".
Perché allora un'indicazione tanto odiosa? "Per problemi legati alla registrazione del contratto di affitto all'Agenzia delle entrate. E perché la precedente esperienza è stata negativa". Che, probabilmente, si è conclusa con uno sfratto tutt'altro che amichevole. Non l'unico caso: anche in un altro annuncio della stessa agenzia è pubblicato lo stesso avvertimento.
L'annuncio completo
L'annuncio completo

Si compiono anche azioni simili

CRONACA » OLBIA

Uno sparo sul muso del cagnolino: a Olbia un nuovo caso di maltrattamenti

Oggi alle 10:36

Gegè
Lo hanno chiamato Gegè e la sera di Natale è stato trovato a Olbia in condizioni gravissime: il muso del cagnolino è completamente devastato da un colpo di arma da fuoco sparato da distanza ravvicinata.
Una rosa di pallini gli ha provocato lesioni alla cavità nasale.
Sottoposto a terapie antidolorifiche e antibiotiche, di lui si occupa la clinica Vet Service, insieme alla sezione cittadina della L.i.d.a.
"La bellezza di Gegè non si può spiegare - dicono i volontari -, è tutta nei suoi occhi, nello sguardo di un cane che, nonostante tutto, con infinita dolcezza si fida ancora dell'uomo".
(Unioneonline/s.s.)
fonte http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2017/12/29/uno_sparo_sul_muso_del_cagnolino_a_olbia_un_nuovo_caso_di_maltrat-68-681184.html

Dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, il livello di integrazione con gli altri esseri viventi, ma anche ,se si trattasse di uno sgarbo o di una vendetta, che cosa si è capaci di fare.


mercoledì 27 dicembre 2017

Conflitti interiori

L'educazione ricevuta e la preparazione culturale, ovvero ciò che si è appreso e ciò che si continua ad apprendere, sono la base della nostra esistenza. Intendo dire che , ad esempio, il voler conoscere meglio i meccanismi di come funziona la burocrazia, è un motivo per poterla migliorare: e una persona si interessa a questi temi se ha ricevuto un determinato tipo di educazione e formazione che la spingono a porsi domande. E' logico che se ne potrebbe interessare nel momento in cui si accorge che non gode di alcuni servizi fruibili ,però , altrove: ma il punto è la spinta che si ha ,quasi come se fosse una cosa innata, nel voler capire. La sfera di interesse che ognuno di noi ha , è ampia. Nel mio caso, oltre a essere uno che non ha mai sopportato le ingiustizie e il nonnismo in senso lato, c'è stato e c'è interesse per temi che, di norma, vengono ignorati: o meglio, sono trattati partendo da punti fermi che però sono stati stabiliti in maniera discutibile. Venendo al sodo una cosa che mi ha sempre affascinato è la nascita dell'uomo, del perché è qui ed è fatto così, perché non comunica o meglio comunica male con le altre creature del pianeta: insomma argomenti da affrontare "sotto l'ombrellone", così da giustificare eventuali baggianate o deliri. Invece gli argomenti sono basilari, ma senza voler giungere a paradossi alla De Mello, che mi direbbe, credo anzi presumo "caro amico, tu sei come quello che si rifiuta di guidare la macchina perché non ha ancora finito di leggere il libretto di istruzioni": ed è qui, mio caro Antonio, che ti volevo. E' vero , mi piacerebbe avere quel libretto, ma purtroppo ci sono stati consegnati, nel corso dei secoli o dei millenni , testi ritenuti sacri ma che forse hanno ben poco di sacro, dato che sono pieni di inesattezze e di principi che oggi non sono,almeno dal sottoscritto, condivisibili. Non ci sto. Dall'occhio per occhio, laddove io vedo, semmai , giustizia ma non certo vendetta, al massimo posso accettare la prevenzione e un minimo di controllo sociale ma escludendo la programmazione e gli obblighi. In parole povere non si sa perché siamo qui, o almeno io non lo so, come non si sa cosa succede dopo la morte. Per non parlare della chimica nei rapporti umani, scoprendo che se lei o lui ti piacciono, non è per scelta tua: e poco importa se vanno a quel paese canzoni o poesie d'amore, ma per chi è sempre stato convinto che c'è il libero arbitrio, per estensione anche quello va a farsi benedire. Come vedete piano piano si arriva ai punti caldi, forse più interessanti ma sempre più cupi: pensare che alla fine, in concreto, io non conto niente, che tutto ciò che provo non è qualcosa di mio, mi fa stare male e in ogni caso mi impensierisce. Ne consegue che le famose arti, quali la musica, che sarebbero qualcosa che dovrebbe elevarci verso creatori o creatore del mondo, ultimamente mi sta portando tristezza e non riesco ad ascoltare un brano musicale fino alla fine: di più spengo. Ma come sappiamo il cervello, (chissà chi lo ha programmato così?) continua a lavorare, mi sveglia di notte, mi perseguita, difficilmente riesco a tenerlo a freno: so bene che con qualche compressa o sciroppo o iniezione tutto ciò ,quasi certamente, cesserebbe, magari gradualmente ma finirebbe il tormento,la tortura. Però le mie domande, resterebbero. Brutto fingere e far finta di niente: non ci riuscivo da ragazzo e neanche adesso. I miei educatori, che purtroppo non ci sono più, mi hanno detto che è giusto e doveroso interrogarsi, chiedere, voler capire, dubitare. Ahimè , non solo loro non ci sono più, ma non c'è nessuno che abbia piacere di colloquiare su questi temi. Peccato.

martedì 26 dicembre 2017

Cosa si fa e non si dovrebbe fare e, viceversa, cosa non si fa e si dovrebbe fare

Prendo spunto dal blog del Prof. Mela, senzanubi.wordpress.com , per sottolineare che alcune sue affermazioni, in primis sul comportamento della diplomatica violentata e uccisa in Libano, sono condivisibili: se vai all'estero o anche in una città o regione, dove gli usi e costumi non sono i tuoi, devi aspettarti reazioni e repressioni se, ovviamente, te ne infischi delle regole locali. Ed è questo che, invece, avrebbe fatto Mrs Rebecca Dykes , uscendo indossando una gonna corta: come diplomatica mi dà da pensare perché non avesse la scorta, ma all'atto pratico ciò che conta è che non puoi adottare tu occidentale i tuoi usi e costumi in paesi orientali e per giunta musulmani : in parte potresti se fossi un cristiano bacchettone, ma per il solo fatto di essere,non tanto cristiano (non so se Rebecca lo fosse, forse era anglicana) ma solo occidentale, ecco che sei guardato a vista. Ricordo di un'amica che circa quattro anni fa è andata ,per ragioni di lavoro, in Bangladesh e, nel suo viaggio aereo ha fatto sosta a Istambul: lì è stata perquisita da una donna, che le ha palpato il seno, che per inciso era ed è abbondante ma non straripante. La mia amica sapeva, come tutti dovrebbero, che non poteva andarsene in giro, almeno fuori dall'aeroporto, in minigonna o senza reggiseno o comunque con abiti provocanti: non sei in spiaggia (italiana). Il bello comunque fu quando arrivò a Dacca: lì aveva addosso dei pantaloni chiari e in ogni caso veniva scambiata per un'americana, Il che non so se, col senno di poi, possa essere stato un bene o un male. La cosa che incuriosiva le donne locali erano i capelli, assai diversi dai loro e che, chiedevano di accarezzare e toccare, mentre seppure fosse scortata da una guardia del corpo italiana e due del posto, era sempre seguita da almeno quattro o cinque uomini, che se fosse stata sola, io credo avrebbero provato a farle la festa. Capelli chiari, occhi verdi, carnagione chiara: un motivo di interesse per la gente del posto, al punto che aveva ricevuto diversi inviti a recarsi in città diverse perché volevano "mostrarla" come una curiosità. Forse avevano visto solo in tv o sul web persone come lei, e ora l'avevano in carne e ossa. In un articolo sempre su blog senzanubi, si fa riferimento a ciò che la Cina sta facendo in mezzo mondo, ossia nel mondo non occidentale o non legato, mani e piedi, agli Usa e all'Ue: costruisce infrastrutture, ferrovie e strade, fabbriche. E questo mentre noi europei ci tagliamo fuori da questo modo di agire in politica economica, perché come ha fatto Macron in Burkina Faso e la Merkel in Arabia, abbiamo la puzza sotto il naso o cerchiamo di dettare legge in casa altrui: il primo sfotte il presidente del Burkina, l'altra dice che si possono realizzare delle collaborazioni ma sono vincolate riforme che l'Arabia non vuole attuare: un po' come le richiesta di Obama mi pare al governo del Kenya. Noi italiani siamo fuori da un pezzo, perché non abbiamo, almeno chi ci governa, a cuore il bene delle nostre aziende: il sospetto è che ci siano traditori in casa, gente che per un Rolex fa perdere la trattativa alla propria azienda. Se non è un Rolex sarà un versamento in un c/c estero.
In sintesi la diplomatica ha fatto ciò che non si dovrebbe fare: i nostri partner europei non fanno ciò che si dovrebbe. Noi italiani non facciamo niente e subiamo.

lunedì 25 dicembre 2017

Buon Natale !

Buon Natale! Nel formulare questo augurio, riporto questo post "indagine sulla Natività" che potete leggere qui e approfondire direttamente alla fonte "anticorpi.info", dove troverete altri link interessanti.
Introduzione.
In quest'epoca martoriata da poteri che disprezzano qualsiasi tradizione, non è piacevole pubblicare un articolo come quello che segue. L'intento del nostro sito tuttavia è quello di ricercare chiavi di lettura più coerenti della realtà che ci circonda, da cui ognuno possa distillare - ove possibile - qualche goccia di verità. Ecco perché nel nostro piccolo non contribuiremo a perpetuare gli equivoci scaturiti dall'antica strategia politica di sovrapporre le ricorrenze cristiane ai riti pagani osservati 2000 anni fa.

L'articolo proposto di seguito rielabora i resoconti dei Vangeli per estrapolarne elementi di verità storica e realizzare una ricostruzione della Natività cronologicamente più attendibile rispetto alle forzature con cui la si volle far coincidere alle celebrazioni del solstizio d'inverno.

Pur rispettando le conclusioni intransigenti alle quali giunge l'autore, da parte nostra continuiamo a reputare la tradizione natalizia un inestimabile patrimonio da difendere, soprattutto se vissuta per ciò che fu e che dovrebbe tornare ad essere: la commemorazione della nascita di Gesù Cristo, e l'unica vera Festa della Famiglia, simbolo primordiale di indipendenza e di società naturale.

Non è un caso se la ricorrenza religiosa più sabotata dai poteri di cui sopra sia proprio il Natale, progressivamente svuotato del suo significato essenziale per far posto ad un immaginario che ricalca quello delle antiche celebrazioni di cui prese il posto. Giochi di potere che 2000 anni fa coinvolsero l'intera umanità, e che oggi si ripetono con la medesima illegittimità, a ruoli invertiti.

Come ogni anno, anche quest'anno ci sarà chi vivrà questa notte con spiritualità, e chi festeggerà più o meno consapevolmente i Saturnalia romani.

Buon Natale a tutti.

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di John Ross Schroeder
Traduzione di Anticorpi.info

Molti di noi sono cresciuti con la tradizionale narrazione natalizia - sapete, quella su Gesù che nasce in una grotta di Betlemme al freddo e al gelo, con i pastori ed i tre magi, così come da raffigurazione riscontrabile nelle ricostruzioni presepiali.

Ma accadde realmente in quel modo? Uno sguardo attento alle parole della Bibbia rivela una serie di sorprendenti incongruenze rispetto alla storia divulgata. Le parole evangeliche di Matteo e Luca descrivono piuttosto dettagliatamente l'evento della nascita di Gesù, tuttavia - come si vedrà - la loro versione non coincide con quella nota ai più.

L'Esperienza di Luca.
Consideriamo in primo luogo Luca, lo scrittore evangelico più dotato di un approccio meticoloso, equiparabile a quello di un medico o di uno storiografo. Quando scrisse della Natività Luca lo fece con l'intento di riferire tutti i dati 'pertinenti.'

Notate la sua prefazione:
"Poiché molti si sono impegnati a scrivere un resoconto ordinato degli eventi che sono stati adempiuti in mezzo a noi, proprio come ci sono stati consegnati da coloro che fin dall'inizio furono testimoni oculari e servitori della parola, anch'io ho deciso dopo aver investigato attentamente tutto dal primo momento, di scrivere un resoconto per Te, il più eccellente Teofilo, in modo che tu possa conoscere la verità riguardo alle cose sulle quali sei stato istruito."
Luca 1: 1-4
In altre parole Luca interrogò coloro i quali avevano assistito o erano stati informati degli eventi della vita di Cristo, e fu proprio da quelle interviste che ricavò gli elementi del proprio Vangelo. Dopo questa importante introduzione, Luca inizia a raccontare la storia che condusse alla nascita di Gesù, scegliendo come prologo un resoconto circa i rapporti esistenti tra Dio e Zaccaria, padre di Giovanni il Battista:
"C'era nei giorni di Erode, re di Giudea, un certo sacerdote di nome Zaccaria, della divisione di Abia. Sua moglie era delle figlie di Aaronne ed il suo nome era Elisabetta."
Luca 1: 5
Più tardi durante il racconto Luca ci rivela che Elisabetta fosse una cugina di Maria (Luca 1:36, Versione di Re Giacomo).
"Ed erano entrambe giuste dinanzi a Dio, irreprensibili in tutti i comandamenti e le ordinanze del Signore. Tuttavia non avevano figli, perché Elisabetta era sterile, ed erano entrambe molto avanti con gli anni"
Luca 1: 6-7
L'incarico sacerdotale - o 'divisione' - di Zaccaria ci aiuta ad identificare il quadro temporale generale in cui ebbe luogo la nascita di Cristo. Il suo incarico apparteneva al corso di Abijah.

Circa mille anni prima, il re David aveva organizzato il sacerdozio levitico in 24 'corsi' o 'divisioni'.' Come spiegato in 1 Cronache 24 e più specificamente in 1 Cronache 24: 3 ; 1 Cronache 24:10 e 1 Cronache 24:19, in quell'epoca vi era una sovrabbondanza di sacerdoti da dover assegnare alle varie funzioni del tempio.

Non volendo tagliar fuori nessuno dal servizio, David decise di suddividere i sacerdoti in 24 corsi, in modo tale che ogni sacerdote avesse potuto prestare servizio presso il tempio per una settimana due volte all'anno, oltre alle tre festività stagionali di Dio (Deuteronomio 16:16), occasioni in cui tutti i sacerdoti avrebbero prestato servizio contemporaneamente.

La domanda è: sappiamo in quali periodi dell'anno il corso di Abijah serviva presso il tempio? Certo che lo sappiamo. Il dato può essere desunto combinando le informazioni presenti in 1 Cronache 24 con uno studio delle tradizioni dell'Ebraismo.

Le prove indicano che la settimana di servizio di Zaccaria descritta da Luca fosse collocata intorno alla Pentecoste, la quale generalmente sul nostro calendario cade tra la fine di maggio e la metà di giugno. Sebbene cadano in momenti specifici nel calendario sacro di Dio, le date delle Sue Giornate e festività annuali variano fino a diverse settimane nel calendario romano attualmente in uso.

Dagli studi di cui sopra possiamo perfino desumere i giorni precisi in cui Zaccaria serviva nel tempio. Una risorsa, The Companion Bible, calcola il periodo nella settimana che va dal 13 al 19 di giugno (1974, Appendice 179, 200).

Un'Inattesa Visita Angelica.
Luca continua il resoconto:
"Fu così, che mentre serviva come sacerdote di fronte a Dio nell'ordine della propria divisione, secondo l'usanza del sacerdozio, Zaccaria stava bruciando incenso mentre faceva ingresso nel tempio del Signore."
Luca 1: 8-9
Ciò che accade subito dopo, terrificherebbe chiunque.
"Allora un angelo del Signore gli apparve. E quando Zaccaria lo vide, fu turbato e la paura cadde su di lui. Ma l'angelo gli disse: 'Non temere, Zaccaria, perché la tua preghiera è stata ascoltata; e tua moglie Elisabetta ti partorirà un figlio che tu chiamerai con il nome di Giovanni.'"
Luca 1: 11-13
Quindi l'angelo rivela a Zaccaria la missione del futuro figlio: Giovanni il Battista:
"Sarà anche ricolmo di Spirito Santo dal ventre di sua madre (...) Egli andrà anche prima di Lui [Gesù Cristo, il prossimo Messia] nello spirito e nel potere di Elia (...) per preparare il popolo all'arrivo del Signore."
Luca 1: 15-17
Sebbene fosse un uomo giusto, in quell'occasione Zaccaria si mostrò fin troppo umano, e tradì un'assenza di fede nel messaggio dell'angelo Gabriele. A causa della sua incredulità, fu reso muto fino al giorno in cui non fosse nato suo figlio Giovanni (Luca 1: 18-20).

Cronologia delle Concezioni di Elisabetta e Maria.
"Compiuti i giorni del proprio servizio, [Zaccaria] tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi."
Luca 1: 23-24
Dal momento che il corso del tempio di Zaccaria aveva luogo a metà giugno, supponendo che Elisabetta restò incinta entro un paio di settimane dall'apparizione dell'angelo, se si calcola un salto in avanti di cinque mesi si giunge pressappoco a metà, fine novembre.

La narrazione quindi inizia ad occuparsi della nascita del Messia:
"Nel sesto mese l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea di nome Nazareth, presso una vergine promessa sposa di un uomo il cui nome era Giuseppe (...) L'angelo le disse: 'Rallegrati, molto favorita, il Signore è con te; sei stata benedetta tra le donne.'"
Luca 1: 26-28
La narrazione ci mostra chiaramente Maria come una straordinaria giovane donna di fede. Gabriele le dice:
"Ed ecco, concepirai nel tuo seno e genererai un Figlio, e chiamerai il suo nome Gesù. Sarà grande e sarà chiamato il Figlio dell'Altissimo (...) E regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe [Israele]"
Luca 1: 31-33
Maria, essendo vergine, formula l'ovvia domanda. La risposta è: "Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà." (Luca 1:35).

Gabriele sottolinea poi il potere dei miracoli di Dio:
"Ora, in effetti, anche Elisabetta, la tua parente [cugina, secondo la Versione biblica di Re Giacomo] ha concepito un figlio nella sua vecchiaia; e questo è ora il sesto mese per lei che era chiamata sterile. Perché per Dio nulla è impossibile."
Luca 1: 36-37
Maria ed Elisabetta.
Dunque è trascorso un po' di tempo. Ora è il sesto mese della gravidanza di Elisabetta, forse fine dicembre o poco oltre.
"Ora Maria si alzò in quei giorni [dopo il santo concepimento, nel suo primo mese di gravidanza] ed andò in fretta nella regione montuosa, in una città di Giuda, ed entrò nella casa di Zaccaria e salutò Elisabetta. E accadde, quando Elisabetta udì il saluto di Maria, che il suo bambino saltò nel suo grembo."
Luca 1: 39-41
Elisabetta in quel momento si trova al sesto mese di gestazione di Giovanni il Battista. Elisabetta parla di Maria come sapendo che anche lei sia incinta:
"Ma perché mi è concesso questo, che la madre del mio Signore venga da me? Infatti, non appena la voce del tuo saluto risuonò nelle mie orecchie, il bambino balzò nel mio ventre dalla gioia."
Luca 1: 43-44
"E Maria restò con lei per circa tre mesi, e tornò a casa sua." Dunque Maria torna indietro verso la fine di marzo. Rimane con Elisabetta fino alla nascita di Giovanni il Battista.
"Ora è giunto il tempo pieno di Elisabetta per la sua liberazione, e ha generato un figlio."
Luca 1:57
Vediamo, quindi, che Maria era incinta di tre mesi al momento della nascita di Giovanni. Giovanni era nato verso la fine di marzo o l'inizio di aprile. Dunque quando nacque Gesù Cristo? Se si calcolano sei mesi in avanti da quella data, la nascita dovrebbe essere collocata tra la fine di settembre e gli inizi di ottobre. Nell'autunno di quello stesso anno e non in inverno, come molti oggi ritengono erroneamente.

Il Corollario del Censimento Romano.
Sono riscontrabili altre prove bibliche che Gesù sia nato in autunno piuttosto che in inverno? Certo.

Riprendiamo la narrazione di Luca:
"E avvenne in quei giorni che un decreto di Cesare Augusto ingiunse che tutto il mondo doveva essere registrato."
Luca 2: 1
L'espressione 'tutto il mondo' in questo contesto indica tutte le aree sotto il dominio romano.
"Questo censimento ebbe luogo mentre Quirino stava governando la Siria. Quindi tutti furono registrati."
Luca 2: 2-3
Che tipo di persone erano i romani quando si trattava di ordine ed efficienza? Costruirono ponti, strade ed edifici che in taluni casi sono tuttora in uso, 2000 anni dopo. Le loro strade erano meraviglie dell'ingegneria. Costruirono grandi acquedotti e sistemi fognari. Anche oggi la scienza urbanistica deve molto ai romani, così come molti aspetti del diritto e dell'organizzazione militare odierni, anch'essi improntati sulle controparti in uso nell'antica Roma. I romani erano maestri di organizzazione e struttura.

Ciò detto, secondo voi avrebbero mai realizzato un censimento in inverno? Nei mesi invernali le temperature crollavano al di sotto dello zero nell'area di Gerusalemme, e tutte le strade diventavano fangose o ghiacciate per via delle piogge fredde e delle occasionali nevicate. Per chiunque sarebbe stato il momento meno propizio per viaggiare; figuriamoci per una donna in procinto di partorire. Un autore afferma che questo censimento:
"... è impossibile che sia stato realizzato in quella stagione [inverno], dal momento che un periodo simile non sarebbe stato sicuramente calendarizzato dalle autorità per un pubblico arruolamento ed una serie di viaggi in ogni direzione, viste le tempeste e le piogge che in inverno rendevano qualsiasi viaggio precario e sgradevole, eccetto che negli anni particolarmente favorevoli. La neve non è affatto rara a Gerusalemme nei mesi invernali."
Cunningham Geikie, Natale a Betlemme, ed. Edward Deems, Holy-Days and Holidays, 1968, p 405
Nessun funzionario romano razionale avrebbe programmato un censimento in inverno. Per una società agraria come quella della Giudea del I secolo, un censimento in autunno, al momento della mietitura, avrebbe avuto molto più senso.

Perché non c'era Spazio a Betlemme?
Tornando al resoconto di Luca, riscontriamo ulteriori prove bibliche circa la reale collocazione temporale della nascita di Gesù Cristo.
"Ed ella generò il suo Figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché nella locanda non c'era posto per loro."
Luca 2: 7
Come mai presso la locanda di Betlemme non c'è spazio per Giuseppe e Maria? Per rispondere a questa domanda ci viene in soccorso la cultura del tempo.

Se il quadro temporale ipotizzato è corretto sulla base del fatto che Giovanni fu concepito poco dopo il primo periodo di Abija intorno a Pentecoste, e la sua nascita ebbe luogo dopo nove mesi, seguita dalla nascita di Gesù dopo ulteriori sei mesi (fine settembre o inizio ottobre), è possibile che in quel periodo fosse in atto qualcosa di particolare che creava condizioni di affollamento presso Betlemme?

In effetti, tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre ha luogo una delle tre feste del calendario di Dio, nel corso delle quali - tre volte all'anno - le famiglie si recano a Gerusalemme per osservare i giorni santi di Dio (vedere Deuteronomio 16:16). Poiché gli ebrei di Israele continuano ad obbedire a questa tradizione, anche ai giorni nostri risulta problematico trovare una camera d'albergo libera presso Gerusalemme, in tali specifici periodi dell'anno.

Durante le festività di Dio la popolazione di Gerusalemme tendeva ad ampliarsi fino a traboccare, e le persone in esubero finivano per sistemarsi nelle cittadine vicine, ad esempio Betlemme, situata poche miglia a sud di Gerusalemme. A causa di questo enorme afflusso di visitatori, ogni casa era piena. Giuseppe e Maria trovarono rifugio in un ambiente normalmente usato per riparare gli animali, cioè una stalla. Certamente non una sistemazione di prima classe, ma probabilmente furono grati di aver trovato un tetto.

I Pastori e le Greggi.
Continuando a leggere il resoconto di Luca, troviamo ulteriori prove che Gesù non sia nato in inverno. Il versetto 8 ci dice: "Ora c'erano nello stesso paese pastori che vivevano nei campi, sorvegliando le loro greggi di notte."

Tra i pastori la pratica comune era quella di mantenere le greggi nei campi da aprile ad ottobre, quando con l'arrivo dei freddi ed umidi mesi invernali gli animali venivano ricondotti al riparo delle stalle.

Il testo Interpreter’s One-Volume Commentary (1971) afferma che questo passo contraddica la nozione della nascita [di Cristo] avvenuta il 25 di dicembre, dal momento che in quel periodo dell'anno le condizioni meteorologiche non avrebbero consentito ai pastori di sorvegliare le loro greggi nei campi di notte.

Il testo Adam Clarke’s Commentary spiega che "dal momento che i pastori non avevano ancora condotto al riparo le loro greggi, si deduce che non fosse ancora terminato il mese di ottobre, e che di conseguenza nostro Signore non sia nato il 25 dicembre - quando non restava più traccia delle greggi nei campi - né avrebbe potuto nascere al più tardi di settembre, dato che al momento della sua nascita le greggi erano tenute nei campi anche nottetempo."

Altri elementi che in Luca collocano la nascita intorno a fine settembre.

I Pastori Visitano Gesù.
Proseguiamo a leggere Luca:
"Allora l'angelo disse loro: 'Non temete, perché ecco, vi porto la buona novella di grande gioia che sarà per tutti i popoli. Perché oggi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è Cristo Signore. E questo sarà il segno per te: troverai un neonato avvolto in fasce che giace in una mangiatoia."
Luca 2: 10-17
"... E arrivarono con fretta e trovarono Maria e Giuseppe ed il Neonato che giaceva in una mangiatoia."
Potremmo notare come in effetti soltanto i pastori arrivano in tempo per vedere Gesù all'interno della mangiatoia. I saggi, come vedremo, giungono ​​sulla scena molto più tardi di quanto si creda.
"E quando otto giorni furono completati per la circoncisione del Neonato, il suo nome fu chiamato Gesù, il nome dato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo materno. Ora, quando furono completati i giorni della sua purificazione secondo la legge di Mosè, Lo portarono a Gerusalemme per presentarlo al Signore (come è scritto nella legge del Signore, 'Ogni uomo che apre il ventre sarà chiamato santo al Signore') e offrire un sacrificio ... un paio di tortore o due giovani piccioni."
Luca 2: 21-24 , confronta Esodo 13: 2
Questo rito era denominato "redenzione del primogenito." Levitico 12: 2-3 e Levitico 12: 6 ci dicono che aveva luogo 40 giorni dopo la nascita di un figlio. Quindi se Cristo nacque a fine settembre, il viaggio presso il tempio di Gerusalemme ebbe luogo verso la metà di novembre.

I Magi ed Erode.
Continuiamo a seguire il flusso della storia attraverso il resoconto di Matteo:
"Ora dopo che Gesù nacque a Betlemme di Giudea nei giorni di Erode il re, ecco, uomini saggi dall'Oriente vennero a Gerusalemme, dicendo: 'Dov'è Colui che è nato Re dei Giudei? Poiché abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo.' Quando il re Erode ascoltò questo, ne fu turbato e tutta Gerusalemme con lui."
Matteo 2: 1-3
Perché questa notizia turba Erode? Altri resoconti storici testimoniano che Erode fosse affetto da una grave ossessione paranoide sull'essere spodestato. La diffusa notizia che fosse nato un nuovo re degli ebrei, minacciava la sua posizione.

Ovviamente Erode conosceva le profezie relative al Messia.
"E dopo aver radunato tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, domandò loro dove sarebbe nato il Cristo. Così gli dissero: 'A Betlemme di Giudea.'"
Matteo 2: 4-5
Il re Erode cela con cura le proprie intenzioni omicide.
"Allora Erode, convocati segretamente i saggi, li interrogò per sapere a che ora appariva la stella. E li mandò a Betlemme e disse: 'Andate e cercate attentamente il bambino piccolo, e quando lo avrete trovato rimettetemi la parola affinché possa venire anch'io ad adorarlo.'"
Matteo 2: 7-8
Notate che ora Erode si riferisce a Gesù non come ad un neonato, ma come ad un 'bambino piccolo.' Qui ci viene fornita la misura di quanto tempo impiegarono i saggi a viaggiare fino alla Giudea. E' possibile che provenissero da regioni lontane come Parthia o Babilonia, dove gli israeliti e gli ebrei erano stati in esilio secoli prima. Quando appare la stella, Erode è consapevole di non stare cercando un neonato ma un bambino considerevolmente più grande.

E per eliminare ogni minaccia alla propria posizione, Erode "mise a morte tutti i bambini maschi che erano a Betlemme ed in tutti i suoi distretti, da due anni in meno, secondo il tempo che aveva determinato dai saggi" (Matteo 2:16). Ordina quindi il massacro omicida di tutti i bambini maschi dai 2 anni in giù.

Visita a Domicilio.
I saggi (Magi - ndt) furono miracolosamente guidati dal Cristo bambino (Matteo 2: 9-10). "E quando furono entrati in casa, videro il bambino con Maria sua madre" (Matteo 2:11). A questo punto, vediamo come la tipica ricostruzione presepiale non coincida con gli eventi reali. Non c'è menzione di alcuna mangiatoia. Piuttosto Gesù si trova - come riferito da Matteo - all'interno di una casa. E Gesù non è più un neonato, ma un bambino. I saggi inoltre visitano Gesù ben oltre l'Epifania; forse un anno dopo la sua nascita, o anche oltre.

La tipica rappresentazione presepiale contempla la presenza di tre Magi. La Bibbia però non specifica mai quale fosse il loro numero. Osserva, tuttavia, che offrirono tre tipi di doni: oro, incenso e mirra. Come mai furono portati in dono proprio questi tre particolari materiali? Il loro simbolismo colpisce quando lo comprendiamo.

L'oro era il dono riservato ai re, in questo caso il profetizzato re degli ebrei e - in ultima analisi - il "Re dei re e signore dei signori" che regnerà su tutta la terra (Apocalisse 19:16).

L'incenso era un materiale intimamente connesso alle funzioni sacerdotali ed ai sacrifici del tempio, prefigurando il fatto che Gesù Cristo avrebbe servito come nostro Sommo Sacerdote e si sarebbe offerto come sacrificio perfetto per espiare i peccati dell'umanità (Ebrei 4: 14-15 ; Ebrei 9: 11-14 ; 1 Pietro 1: 18-19 ).

La mirra conteneva un simbolismo profetico. La mirra è un'essenza profumata. Quando una persona moriva questo agente veniva avvolto al corpo per coprire il fetore della morte. Il corpo di Gesù dopo la crocifissione fu avvolto in lino con mirra ed aloe (Giovanni 19: 39-40).

Perché Dovremmo Celebrare i Giorni Santi di Dio.
Matteo e Luca rivelano la vera storia della nascita di Gesù Cristo ed il momento generale in cui accadde realmente. Giovanni Battista nacque in primavera. Suo cugino Gesù nacque sei mesi dopo, probabilmente verso la fine di settembre, forse all'inizio di ottobre. I pastori lo visitarono immediatamente; i Magi - il cui numero è ignoto - giunsero molto più tardi.

È tragico che la vera storia sia stata così ingarbugliata dalle tradizioni umane. È tragico che le persone ignorino le chiare istruzioni della Bibbia e ne inventino di proprie. Gesù stesso condannò fermamente i capi religiosi del proprio tempo che privavano "la parola di Dio di ogni effetto attraverso le vostre usanze." (Marco 7:13).

In Deuteronomio 12 troviamo un forte imperativo, il quale ci dice che dovremmo osservare le annuali festività e ricorrenze che Dio ha rivelato nella Sua Parola, non le feste tradizionali prese in prestito dal paganesimo:
"Non così farai riguardo all’Eterno, all’Iddio tuo; poiché esse praticavano verso i loro dèi tutto ciò ch’è abominevole per l’Eterno e ch’egli detesta; davan perfino alle fiamme i loro figliuoli e le loro figliuole, in onore dei loro dèi.
Avrete cura di mettere in pratica tutte le cose che vi comando; non vi aggiungerai nulla, e nulla ne toglierai."
Deuteronomio 12: 31-32
Non vi sembra curioso che sebbene due evangelisti descrivano le circostanze della nascita di Cristo (gli altri due non coprono nemmeno l'evento), nessuno dei due fornisca la data esatta? Non vi confonde il fatto che la Bibbia non menzioni mai 'il Natale'? E che nessuno degli scrittori biblici dica mai alcunché circa la commemorazione di quella nascita?

Troviamo, tuttavia, imperativi espliciti circa la commemorazione del sacrificio e della morte di Gesù Cristo in nostro favore (1 Corinzi 11: 23-26). Troviamo diverse indicazioni affinché osserviamo altre ricorrenze bibliche, le stesse festività osservate da Gesù e dalla Chiesa del Nuovo Testamento.

Articolo in lingua inglese, pubblicato sul sito UCG
https://www.ucg.org/the-good-news/the-real-nativity-story-surprising-truths-you-may-not-know

Traduzione a cura di Anticorpi.info

venerdì 22 dicembre 2017

Su Cannavacciuolo e la ristorazione in genere

Premetto che non sono un cuoco o uno chef , ma ho lavorato in cucina quando ho svolto il servizio di leva e , dal 2013 ogni tanto mi do da fare offrendo consulenze a chi opera proprio nella ristorazione. Questa mia nuova veste è venuta fuori, per caso, quando ho venduto tavoli e sedie per un ristorante. Venendo al titolo del post, non ho potuto non notare come è stata presentata nei vari giornali on line, la notizia. E non ho potuto resistere nel commentarla su ilgiornale.it , cui un'oretta dopo ho letto un bel po' di commenti, il mio è stato tra i primi, forse il terzo. Il giornale scrive che lo chef è nei guai, ma per fortuna dà voce anche alle sue giustificazioni. Il punto a mio avviso è uno solo: o una persona sa come si lavora e si può lavorare in una cucina di un ristorante, oppure parla perché ha la lingua in bocca. E pure in quest'ultimo caso mi va bene che uno offenda e dica quello che pensa, anche perché poi riceve la giusta dose di spiegazioni e di motivazioni. Ciò che voglio dire è che si rischia di finire, procedendo con una serie di affermazioni e pensieri, per processare e giudicare le persone ancor prima che si venga, se del caso, rinviati a giudizio: così come , nel caso si venisse assolti con formula piena, di venire considerati egualmente colpevoli, solo perché noi la pensiamo così. Come nei casi di omicidio più classici, per cui si è colpevoli anche soltanto perché si viene indagati e poi processati:i casi, proprio in Italia, si sprecano. Ma torniamo in cucina: occorre sapere che purtroppo la GDO ci ha imposto i 4 salti in padella e altre pietanze che, per ragioni di marketing e di comodità e anche di pigrizia o soltanto perché non si sa cucinare , troviamo nei banchi frigo. Tuttavia ci sono, come ho anche scritto commentando, alcuni ingredienti che si vogliono offrire ai clienti o anche agli amici, fuori stagione: da noi, nel caso ad esempio dei pesci, ci sono dei periodi dell'anno in cui c'è il fermo biologico. E allora o fai arrivare il pesce da qualche altra parte del mondo , oppure lo devi acquistare surgelato o questo procedimento lo fai tu, per disporre del pesce o di altri alimenti, quando questi non sono reperibili sul mercato: un servizio di questo genere lo offrono i grossisti, tipo la Metro. Diverso è il discorso di chi sostiene che il pesce surgelato debba costare , per forza, meno: andate a vedere cosa costa, su piazza, e poi ne riparliamo. Ciò che sbaglia il ristoratore è nel non mettere le carte in tavola: io faccio usare tutta roba fresca, il più possibile a km zero, con pochi piatti ma tutti , di solito, di veloce preparazione: chiaro che se c'è una richiesta particolare, si viene incontro, si sa che il cliente arriva all'ora X e vuole mangiare, quindi ci si organizza; diverso è dire che un prodotto è fresco, quando invece è arrivato congelato. In ogni caso i ristoratori inseriscono, magari alla fine del menù, una serie di avvertenze: indicazione degli allergeni e se per preparare una pietanza viene utilizzato un prodotto surgelato. In sottordine viene scritto che, in mancanza del prodotto fresco può essere utilizzato uno surgelato, ed è in questo caso che il cameriere "deve avvertire il cliente" se, appunto il prodotto fresco non c'è, magari spiegandone la ragione. Da noi, e credo anche in altre parti d'Italia, durante la stagione dei ricci, non puoi certo adoperare polpa di ricci in barattolo: eppure , potrebbe pure essere possibile che qualcuno lo faccia. Così come un ristoratore, che si era fatto la fama di preparatore di ottimi risotti, si era poi scoperto che erano del tipo in busta, non fatti al momento e con i famosi ingredienti freschi. Far passare una cosa per un'altra non è bello: ma anche non sapere come si prepara un piatto. Preferisco portare il discorso su un altro punto: quando cioè chi va a mangiare e spende 20 euro, anzi 19,95 e poi si vanta, che ha mangiato i gamberi o gamberoni, ignorando che quelli nel piatto erano argentini e non certo di Mazara del Vallo, e di certo l'orata nel piatto era "un'oratina" , non certo pescata in mare aperto, perché con i 20 euro non te la fanno neanche vedere (oltre al fatto che il pesce è venduto a peso e non a pezzo). Ma fin qui poco male, perché devo tornare sempre lì, cioè la mancanza di conoscenza nella preparazione dei piatti, come non aver mai conosciuto il sapore vero di ciò che si sta mangiando: ormai vengono adoperate sostanze chimiche per truccare il cibo, sopratutto quello che viene venduto in scatola, per non parlare di quando ,e si sa per certo, si sostituisce un'etichetta con un'altra per spostare in avanti la scadenza di un prodotto.In base alle percentuali di sostanze che si mettono per conservare o insaporire un alimento, queste possono non essere dichiarate, e nel caso di un ristorante, non c'è l'obbligo di scriverlo nel menù o di comunicarlo al cliente: cioè se io uso un prodotto in scatola, non devo riportarne l'etichetta nel menù . Anzi alcuni, proprio per non scrivere niente nel menù che non siano i piatti del giorno, riportano all'ingresso del locale un invito affinché sia il cliente stesso ad avvisare il cameriere se è o meno intollerante a qualcosa o se è allergico. Poi un elenco di cose risapute, ma che è bene ripassare. Ci sono ristoranti dove si dimenticano, volutamente, di cambiare l'olio di frittura, e continuano a friggere poi di tutto:ad esempio friggono le verdure dove hanno fritto i pesci , per poi friggerci le patatine. Oppure non usano pentole dedicate per i celiaci. C'è chi pensa di aver assolto tutti i compiti con una disinfestazione periodica ... contento lui e i suoi clienti. Penso che una buona ristorazione preveda un locale accogliente e pulito,  dove non devi urlare per parlare con il commensale né devi inseguire il cameriere per ordinare o per pagare il conto: quindi un numero di piatti che sai che puoi fare, e fatti con amore, e con portate non esagerate ma nemmeno risicate. Al bando le decorazioni o le strisciate, un uso delle spezie e delle salse non abusato (non dobbiamo coprire i sapori né dobbiamo far sparire odori di roba "guasta"): amo la cucina dove c'è da mangiare, non solo dove c'è da assaggiare. 
ps.: non ho volutamente fatto la distinzione tra surgelato e congelato, così come non ho parlato di abbattitore,che consiglio, quest'ultimo, a chi offre pesce crudo : ma chi fa ristorazione per mestiere conosce tutto meglio di me, seppure, ripeto, preferisco la cucina classica dove c'è da mangiare.

giovedì 21 dicembre 2017

Troppa carne sul fuoco

Molti non sanno che numerose invenzioni potevano essere di uso comune , con centinaia di anni di anticipo, se soltanto fosse stato possibile non soltanto comunicare tra persone, scienziati, tecnici, ma se fosse stato possibile coordinare le varie ricerche e discipline. Un discorso che vale ancora oggi, ma il cui ragionamento è valido anche per le notizie: e per notizie non intendo ,solo e soltanto, i numeri del lotto o i risultati delle partite di coppa, ma anche informazioni su vari argomenti che possono risultare interessanti e stimolanti, cioè invitarti ad approfondire. So bene che ci sono algoritmi che , in apparenza almeno, collegano i vari argomenti, o per essere più espliciti, è bastato che una volta hai visitato una pagina che riguarda Barcellona, e dopo ti arrivano news sugli avvenimenti di quella città, sulle elezioni, sulla gastronomia , insomma su un sacco di cose. Così come c'è l'applicazione su diversi siti, di aperture , ipoteticamente a caso, di pagine . Ma vado oltre e mi chiedo quante persone sono in grado di assorbire, tutte queste informazioni, stimoli, e poi se sono o meno in grado di rielaborare o di trarne ,in qualche maniera, vantaggio. Non dico che sia impossibile, né che sia necessario, e giammai che ci siano lettori di questo blog che non siano in condizione di capire ciò che scrivo* o ciò che leggono in rete. Talvolta mi pare che ci sia troppa carne sul fuoco.

* Possibile , dato che non so scrivere. 

Bergoglio: “Gli Europei Non Sono Una Razza Nata Qui, Hanno Radici Migranti”



Il tema dell’immigrazione è sempre di strettissima attualità. Quello dei rifugiati secondo Bergoglio “oggi è un problema di particolare rilevanza” ma riguarda la storia dell’uomo: “L’uomo è un migrante. L’Europa, oggi, è costituita da migranti che per secoli sono arrivati nel continente” ha detto in collegamento con l’università Sophia dei gesuiti a Tokyo.
“Gli europei hanno radici migranti”
“Gli europei non sono una razza nata qui in Europa e sono europei. Hanno radici migranti”.

E’ PROPRIO STUPIDO.


Gli europei non hanno  “una razza”, ma “una cultura”.  Una cultura che uno stupido e malvagio non capisce e disprezza; una civiltà  che i suoi amici Pannella e Bonino, coi loro numerosi complici e servi volontari,  hanno ormai distrutto quasi del tutto. Ma gli europei quella cultura   l’hanno  difesa per millenni da ondate  “migratorie” ostili.
Battaglia delle  Termopili e vittoria di Salamina (480  a.C.).   Seconda guerra punica contro Annibale (218-202  a.C.)
Battaglia di Poitiers (732 d.C.) .
Secolare resistenza dell’Impero Bizantino contro i Turchi, fino alla caduta di Costantinopoli (1453),  quando l’imperatore Costantino XI Paleologo rivestì l’armatura antico-romana con le aquile imperiali  d’oro  per andare a morire, combattendo su una breccia delle mura con un manipolo di nobili.
Imperatore Costantino Paleologo, cadde difendendo Costantinopoli.
Battaglia di Moàacs, 1526,   dove il re  Luigi d’Ungheria e di Boemia col suo esercito magiaro si oppose al Solimano,  e morì in battaglia. Con lui scomparve nella mischia di voivoda di Transilvania Zapolya. Il conte croato Cristof Frankopan vi  partecipò  con 5 mila uomini.
Primo assedio di Vienna (1529),  dove 17 mila difensori  absburgici, con mercenari tedeschi, spagnoli  e boemi ebbero la meglio sui 120 mila uomini comandati da Solimano il Magnifico.
Secondo assedio e battaglia di Vienna (1683),  quando ormai i turchi avevano invaso l’intera Austria. Il cappuccino Marco d’Aviano, confessore dell’imperatore d’Austria Leopoldo, riuscì a   radunare la lega militare di resistenza,  vincendo  i puntigli dei capi cristiani fra loro rivali.   Fu grazie a lui che  ai 18000 austriaci (e toscani e mantovani e  veneziani) comandati dal Prinz Eugen (Eugenio di Savoia),  da Varsavia il re  Jan Sobieski unì  suoi 30 mila  polacchi, fra cui erano 3-5 mila cosacchi ucraini; il tedesco  Giorgio Federico di Waldek apportò   i suoi 19 mila  svevi, bavaresi, franconi; l’elettore Giovanni Giorgio di Sassonia i suoi 9 mila sassoni – sicché l’Europa intera, di tutte le “razze”, (con la vergognosa diserzione del Re Sole che non partecipò,  per meschina ripicca anti-absburgica) si precipitò a battersi su quella breccia fatale che erano le mura di Vienna,   per non rendere l’Europa turca.
Forse interesserà sapere che   fu la Santa Sede a pagare gran parte  delle spese di guerra al Sobieski, anzi raddoppiando la somma originaria. E  che padre Marco d’Aviano  si fece dare l’obbedienza papale per entrare nella città assediata, pronto a morire,  e  il potere di impartire la solenne  benedizione pontificia a tutti i soldati, cui era annessa l’indulgenza plenaria.
Il 12 settembre padre Marco celebrò la Messa sul Kahlenberg. Re Sobieski – un tal tizio, che aveva preteso ed ottenuto di esser  dichiarato comandante in capo al posto dell’imperatore  Leopoldo (il quale  fu convinto a cedere per umiltà dal cappuccino)  – servì come un chierichetto. Da una lettera del marchese Spinola, uno dei capi presenti a Vienna, sappiamo che  “il padre Marco d’Aviano è venuto al soccorso dell’armata con un crocifisso in mano”.
Effettivamente il cappuccino durante la battaglia, col crocifisso  alzato, correva da una parte all’altra del fronte, dove lo scontro era più duro, per benedire e incoraggiare. E la cosa attestata anche dai combattenti  ottomani: “I turchi raccontavano che durante la battaglia  [il frate]  aveva in mano un pezzo di legno che era il suo Cristo e durante il combattimento aveva sollevato il braccio facendo dei movimenti che avevano portato totale confusione e aveva messo loro molta paura. Padre Marco era apparso loro un uomo così grande  da sembrare che si sollevasse quasi  dalla terra verso il cielo, così che furono costretti a battere in ritirata. Pensavano si trattasse di  un’arte magica”.

Il monumento al beato Marco d’Aviano a Vienna.

E adesso arriva lui a dire che gli europei non sono “una razza nata qui”.   Evidentemente la “civiltà” cui fa riferimento, quella dell’accoglienza,  è quella di George Soros;  ed è la stesso Occidente che, come ormai è comprovato, ha armato, finanziato e sostenuto l’ISIS contro il legittimo governo siriano,  creando centinaia di migliaia di “Profughi” che sarebbero stati volentieri a casa loro;   quell’America, quella Francia e quella NATO che lungi da combattere il terrorismo islamista, l’hanno creato e sostenuto.
E’ la stessa “civiltà” che sostiene come “nostri valori”  le nozze sodomitiche, l’aborto, la droga, l’eutanasia –  e li sta opponendo  come dittatura alla Polonia e Ungheria,  mettendo due nazioni sotto accusa   a Bruxelles –   l’individualismo edonista e  consumista. Quella libertà che, come ben dice Dugin,  “ha privato l’uomo di ogni forma di identità collettiva.  La  religione,  i valori tradizionali, la gerarchia, a coscienza nazionale: bisogna liberarsene. Tutto diventa opzionale: ognuno può scegliere la propria religione, la propria nazione, e  oggi il proprio sesso. E’ ideologia pura: l’uomo inventa questi concetti e la realtà ci si adatta. L’obbiettivo ultimo del liberalismo è di eliminare l’umanità:  si dà all’uomo la scelta di continuare a vivere o come cyborg, o come animale”.
E invece di riconoscere  in questo l’anti-civiltà, El Papa si unisce ai vandali distruttori della cultura, i Soros, le Bonino, Hillary Clinton.  E’a tal punto ignaro di cosa sia una civiltà,  che  rimastica pure  malcotti pregiudizi biologico-razziali. Chi lo sa, magari ci  rimprovererà di aver rubato la terra ai Neanderthal. Cretino.
fonte https://www.rischiocalcolato.it/2017/12/bergoglio-gli-europei-non-sono-una-razza-nata-qui-hanno-radici-migranti.html
Commento : Non è che voglio prendere le distanze da Maurizio Blondet, anzi mi dà fastidio il pensiero che esprime Bergoglio, e non solo in questa circostanza, dato che non difende i cristiani cattolici né i valori cristiani. Tuttavia tutto questo amore nei confronti dell'Europa che traspare sia nel post di Blondet, sia in diversi commenti che ho , brevemente, letto nel sito, non è che mi giungono nuovi, ma mi chiedo se siano scritti dalle stesse persone che, mesi addietro si lamentavano nel sentire le richieste di aiuto da parte degli abitanti di Ischia, o che non gradivano che la Lega andasse a cercare voti nel Sud Italia, o che sarebbe auspicabile una secessione nel Nord Italia e che questa nuova realtà sia composta dalle regioni Veneto Lombardia Piemonte. Ho escluso Friuli e Valle d'Aosta e Trentino ,perché non mi ricordo se le hanno menzionate, idem per l'Emilia Romagna. Due perle di saggezza popolare : si comportano come i ladri di Pisa, che poi bisticciano per il bottino. Se c'è la nazionale che gioca siamo tutti ,oltre che allenatori, anche allenatori: diversamente la nazione è solo da Bologna in su. Poi c'è un detto sardo, che ben si addice al tutto: custa stima posta in giobia, accabbara in cenabora. Che significa "questo affetto, entusiasmo che si vede giovedì ,sparisce, finisce venerdì" : ovvero , adesso siamo tutti europei o legati alla cultura europea, che pensiamo sia nostra, ma domani ,che guarda caso è venerdì (come nel detto sardo), chissà come ci sentiremo; magari più legati al nostro territorio e ai nostri interessi, e ci daranno fastidio le lamentele dei napoletani o dei sardi, diremo che ci stanno sui coglioni e che si fottano. Forse dopo che avremo espresso, si spera , un voto utile: allora ci sarà da fare i conti.