lunedì 28 dicembre 2015

Una rondine non fa primavera

Il vecchio adagio è vero, ancor più se riferito al clima attuale: ma a me serve come pretesto per introdurre o reintrodurre un tema che mi sta a cuore. Il tema è più o meno il solito, ossia: come mai, nelle discussioni,  non si portano avanti i ragionamenti. Mi sembra che ci si comporti come coloro che, al mattino in tv leggono i giornali:ed è vero che, spesso, ripetono "adesso leggiamo i titoli dei principali giornali", cioè non dicono leggiamo le notizie che sono riportate dai giornali e le commentiamo. Perciò a me ogni tanto sembra che ,come la rondine appunto che annuncia la primavera, in tv e nei media "siamo lì a un passo dal completare i ragionamenti", ad arrivare a delle conclusioni, a delle proposte. Invece , niente di niente. Per cui quando si parla di persone che si suicidano per colpa di cartelle esattoriali impagabili, penso che il conduttore o il giornalista arrivino a fare delle proposte concrete, e se sono persone dotate di intelletto potrebbero, consce di non avere i numeri e la conoscenza adatta, farsi aiutare da commercialisti e avvocati: la delusione arriva allorché si capisce che la notizia, per i media, è solo il suicidio e non, invece, trovare soluzioni che diano respiro alle famiglie dei suicidati (che come si sa, spesso rimangono debitrici verso lo stato ed Equitalia) e sopratutto si eviti che si aggiungano altre persone alla lista dei suicidati. E' come per gli immigrati: forse che qualcuno, da Del Debbio a Floris passando per Porro o la Gabanelli, abbia mai avanzato delle domande "sulla durata dell'accoglienza" o abbia invece incalzato il governo e i propri ospiti sul fronte degli aiuti che dovrebbero essere riservati ai cittadini italiani, alla ripresa economica, al rinascimento culturale?
E si potrebbe continuare perché le domande sono molte e le sto raccoglientdo ma, siccome siamo a fine anno, ripensiamo in questi giorni a cosa è meglio fare per noi, italiani, per evitare di finire subalterni o schiavi di banche e istituzioni. Lo è difficile quando si legge che qualcuno pensa e dà terreni ai migranti perché li possano coltivare, quando a costoro vengono forniti i mezzi , le consulenze, e le agevolazioni per fare impresa, e scoprire che siccome sei italiano non ha i diritti che hanno loro. Troviamo il modo di vivere e sopravvivere, cerchiamo di riprenderci ciò che è nostro e, come dicono i politici, facciamolo con tutti i mezzi possibili. Buon anno nuovo. 

domenica 20 dicembre 2015

Non sia mai che qualcuno, poi, apra gli occhi

In questi giorni si è parlato molto del crac delle quattro banche ma in riferimento ai fidi concessi in modo troppo disinvolto: si è in sostanza evidenziato che i beneficiari fossero inaffidabili e “amici degli amici”. Ciò ha generato dei crediti divenuti inesigibili o comunque difficilmente recuperabili. La conclusione che è stata tratta ed esposta nei talk show e nei media in generale è che occorrono delle garanzie per avere i fidi: a questo punto mi sono dispiaciuto per le conclusioni che sono di una logica perversa e ,secondo me, sbagliate sotto tutti i punti di vista. Ho ricordato in un commento lasciato su Luogocomune.net ,senza che ovviamente nessuno ne cogliesse il senso, come a metà degli anni 80 la allora ancora Banca Popolare di Sassari concedesse un fido soltanto se ,ad esempio, a fronte di 10 milioni di lire vi fosse l'acquisto di 2,5 milioni di azioni; e come ogni operazione quale rinnovo,

sabato 12 dicembre 2015

Accoglienza di un mio commento su un sito: zero


Ho commentato , ieri sera, sul sito Luogocomune.net che, per inciso frequento da gennaio del 2005, la notizia delle obbligazioni di alcune banche che ormai hanno perso ,completamente, valore. Il fatto, noto a quasi tutti gli italiani e a gran parte dei cittadini europei, l'ho commentato partendo da una notizia, vecchia e che pertanto non tutti conoscono, e sopratutto i “non sardi”, e cioè il casino e crac della Banca Popolare di Sassari avvenuto a metà degli anni 90: il parallelo è stato da me visto e quindi suggerito, dall'analogia che c'è tra “la richiesta /obbligo di acquisto di obbligazioni della banca che emette/rilascia il mutuo”, che è una informazione fornita da una correntista di una delle banche “salvate dallo Stato” ma a danno dei correntisti. L'analogia è che pure la Banca sarda a suo tempo, e proprio con me e tante altre persone, fece lo stesso per concedere un fido, un eventuale allargamento dello stesso, nonché per il rinnovo: cioè , ho compri azioni della banca, oppure niente scoperto di conto corrente, niente anticipo sulle fatture, e giammai il rinnovo. Inutile dire che a fronte di azioni in milioni di vecchie lire, ho ricevuto 960 euro nel 2006 (salvo errore): una bella svalutazione che ho accettato soltanto perché nel 2004 sono stato dichiarato fallito e avevo bisogno di soldi. Ma il commento completamente ignorato, cosa dimostra, cosa significa:è evidente che quando porti il tema sulle cose pratiche, di tutti i giorni, noti che un sacco di commenti precedenti e successivi parlano di altro ma non scendono nel quotidiano. Faccio anche presente che, rispetto per il suicida di Civitavecchia a parte, non c'è stata e non c'è altrettanta mobilitazione né trasmissioni tv che si danno da fare per evitare che le piccole aziende falliscano, né ci sono raccolte fondi o petizioni, per i falliti, per i protestati o per chi non ha accesso al credito. Anche riguardo ai prestiti facili concessi da queste 4 banche incriminate, si parla di prestare in futuro maggiore attenzione quando si erogano fidi: il che tradotto vuol dire che chi fino ad ora si è visto negare un fido perché non ha i requisiti può stare certo che se lo vedrà negare anche in futuro. Non hai le garanzie e quindi non si può. Tutto come prima e anche peggio: venivi ignorato prima, ancor di più adesso.

venerdì 11 dicembre 2015

Tra vedere e non vedere

Un post lungo, forse noioso, ma su certe cose non si può lasciar perdere.
Tra vedere e non vedere ecco che i danni cagionati ai correntisti delle banche “salvate da un provvedimento domenicale del governo”, vanno in onda in tutti i talk show e i media non si fanno mancare niente. E tutto questo mentre si tengono in vita le persone povere, e lo si fa attraverso pasti caldi e pacchi alimentari; lo si fa consegnando vestiario alle famiglie. Peccato che l'aiuto vero e proprio , quello più vicino alla soluzione del problema povertà, dovrebbe essere in denaro, dovrebbe prevedere un lavoro o una fonte di sostentamento più o meno sicura. Chi non ha toccato il fondo o non vi si è avvicinato, non sa che genere di umiliazione sia quella di dover continuare a dipendere, per poter vivere, dalla generosità altrui: e poco importa sapere che quello che si riceve o si potrebbe ricevere, compresi gli aiuti in denaro quasi sempre negati, che ci sono dei fondi specifici, dedicati, per tamponare questa brutta realtà. A mente sgombra e libera, qualora ci fosse tranquillità, uno potrebbe anche fare le pulci e vedere come sono stati e come vengono adoperati i fondi: chi li amministra e gestisce , come e perché. Ma quando uno mangia poco e male, sapete cosa succede? No? Allora ve lo dico : accade che , giorno dopo giorno, perde la speranza di poter ritornare nel girone dei vivi ,

lunedì 30 novembre 2015

Appena possibile

Appena possibile, quando riprenderò il lavoro, questo blog chiuderà. Del resto ciò che dovevo dire su fallimenti, le dritte con cui difendersi dalle finanziarie, le richieste (cadute nel nulla) di aiuto per me, le richieste di aiuto per tutti voi (e cioè, professionisti che potessero dare una mano gratuitamente) anche quelle senza risposta. In ogni caso la mia parte, per così dire, l'ho fatto e non qui , ma su leonardo e anche se con meno riscontro su splinder: tempi passati e non serve vivere di ricordi e del passato. Le mie energie, che spero non mi abbandonino e anzi si rinvigoriscano, le concentrerò nel nuovo lavoro se e quando ci sarà. Dovrebbe essere a breve , entro una settimana più o meno.
Lo cancellerò e stop. Ringrazio chi mi ha seguito ma, senza voler essere ancora polemico , anche altrove in vari siti dove una tantum commento, non gliene importa nulla di falliti, di protestati, di chi non ha più accesso al credito: forse un po' gli importa quando al fallimento o nelle immediatezze di questo, c'è un suicidio o un fatto eclatante. Diversamente i temi che ho sollevato per anni nel blog e nei commenti, non sono nemmeno sfiorati dai vari Del Debbio e ancor meno ne la Gabbia (almeno da quando non c'è più Barnard ). E anche in quei pochi casi in cui se ne è parlato, è stato solo in occasione dei suicidi: nulla è stato fatto perché le cose cambiassero, né si è mai parlato in tal senso. Ora se tanto mi dà tanto, il tempo che ho impiegato per sollecitare una discussione efficace , è stato sprecato: avrei dovuto fare altro. Accorgersene ora è ,in fin dei conti, un bene. Buon proseguimento, buon cammino, lunga vita e prosperità, che il Signore vi accompagni (anche il sottoscritto, però). 

giovedì 26 novembre 2015

Succede...però

Se leggiamo un giornale o sentiamo un giornale radio o, peggio ancora guardiamo un tg o seguiamo (se ci riusciamo) un talk show, non possiamo non constatare che anche per i recenti fatti di sangue di Parigi, nonché per ciò che quotidianamente è guerra o guerriglia, la colpa ce la attribuiscono per intero a noi cittadini dell'occidente. E non la voglio buttare sul vecchio detto "piove, governo ladro", ma sembra che di ragionamenti validi a sostegno di quanto i media e gli opinionisti suggeriscono, sono idee deboli in partenza che però non è possibile confutare. E non è possibile farlo per due semplici motivi: il primo è dato dall'impossibilità di un vero e proprio contraddittorio, mentre il secondo è nel come vengono esposte e presentate le notizie. Quest'ultimo aspetto impedisce,che so a un Giulietto Chiesa di portare a termine un ragionamento, oppure è il conduttore stesso che , ponendoti una domanda, ti suggerisce due risposte possibili. Ecco perché, poco sopra, riferendomi  ai talk show da seguire, scrivevo "se ci riusciamo": c'è anche da aggiungere che molte volte vengono invitati troppi ospiti, ragion per cui è praticamente impossibile parlare, e come se non fosse abbastanza, c'è la maleducazione permessa e concessa e alimentata dai conduttori che fanno ben poco per chi interrompe di continuo il prossimo. Se uno mi dovesse mandare a farmi fottere, è un conto: lo dice , però , quando è il suo turno e,se anche lo fa offre solo una dimostrazione di attacco ad hominem , mentre dovrebbe confutare le mie idee o proporre qualcosa di suo cui tiene in modo particolare. Ed è qui che si riallaccia il mio ragionamento: perché mai dovrei sentirmi in colpa per la fame nel mondo o per i campi di concentramento di ieri e di oggi? Perché dovrebbe essere colpa mia se un ladro entra in casa mia e io gli rompo le ossa? Perché dovrei dare una casa e/o sostegno economico sociale a un extracomunitario o a uno straniero in genere, quando nella nazione ci sono numerosissime persone che avrebbero, anzi hanno le stesse necessità? Quando i media mi fanno sentire in colpa, ecco che mi girano le eliche, mi incazzo e mi arrabbio anche con chi, da me votato, dice che in fondo hanno ragione il papa, il governo, le varie associazioni, gli opinionisti, quando ci ricordano che non possiamo non fare niente o che ,al contrario, quando abbiamo comprato un paio di scarpe Nike o un Iphone o una banana, abbiamo alimentato ingiustizie e guerre in qualche parte del mondo.  

mercoledì 25 novembre 2015

Gli affari sono affari ma...

Tempo fa avevo accennato al fatto che alcuni mobilieri della Sicilia,si erano lamentati del fatto che delle aziende da cui loro si approvvigionavano vendessero anche a terzi: nella fattispecie si trattava di vendite al cliente finale effettuate da studi progettazione, anzi studi di architettura. I colpevoli erano i rappresentanti che, per fare affari o per non perderli, si erano adoperati affinché le aziende vendessero anche a questi studi. Le cose, per me che non ho la memoria corta, è vero che sono andate così ma, non è cosa di oggi che le aziende produttrici o che commercializzano mobili e affini, siano delle vere e proprie volpi: infatti sono state loro le prime che durante i numerosi (60 se non erro) saloni del mobile di Milano, vendevano a cani e porci. Il business prima di tutto, ogni lasciata è persa, meglio un uovo oggi: ergo già negli anni 80 ci sono state aziende che nella Roma degli appalti centralizzati, degli acquisti effettuati per tutta la penisola, avevano oltre che una sede staccata,(si direbbe oggi un ufficio lobbista, creato ad hoc per ungere), anche veri e propri show room ,con tanto di addetti. Per non parlare di uffici analoghi nelle regioni, almeno in quelle che potevano "dare" (fatturato). Erano gli anni, gli 80, in cui nascevano le prime aziende di contract e alcune aziende si convertirono a quel mercato eliminando, già da allora, i collaboratori e accorciando la filiera: dal produttore al consumatore.
Ciò che fa specie, nel ragionamento e nell'incazzo dei mobilieri sia siciliani che di altre regioni (la mia compresa), è che se io sono rappresentante o anche un progettista o un arredatore, "tu puoi comprare e vendere ciò che vuoi e a chi ti pare e piace": io invece no. Il punto è anche che se io ,come rappresentante ammesso e non concesso che venga da te ricevuto e tu mi conceda, quindi, il tuo tempo , ti propongo le mie aziende, ecco che se tu mi dici di no io non posso cercare di vendere direttamente i miei prodotti, quelli che rappresento. In poche parole se tu mi dici di no, io dovrei andare a chiedere l'elemosina o aspettare che tu ti degni di prendermi in considerazione: l'esperienza poi, non essendo di primo pelo, insegna che una cameretta o una cucina oppure un divano,seppure esposti, non significa che tu poi continuerai o comincerai a venderli; assai spesso sono acquisti fatti apposta per tappare la bocca e mettere gli agenti con le spalle al muro. E' come se tu mi dicessi: ti ho accontentato...adesso aspetta (e spera, aggiungo io). In tutto questo gioco al massacro, le uniche che guadagnano sono le aziende produttrici, in quanto loro è già da sempre che ,nella stragrande maggioranza dei casi, hanno venduto ai clienti finali, quelli che in gergo si chiamano "privati": che poi fatturi e consegni un mobilieri che "non può dire di no all'azienda" o che lo faccia un prestanome, poco importa. Oggi come oggi il problema non si pone, dato che i negozi aziendali o i falsi outlet (anche questi aziendali) non sono che un modo moderno per vendere, che poi è ciò che interessa davvero i produttori e i venditori di mobili e arredamenti (ufficio o casa non è diverso). A ciò aggiungerei i primi portali ( che inizialmente ospitavano anche noi agenti) nonché i siti veri e propri delle aziende, cui si aggiungono i nuovi portali che sono nati apposta per far fuori i rappresentanti e i vari studi di progettazione.
Ne sono trascorsi di anni dalla nascita dei numeri verdi, dei fax, e dall'uso della posta elettronica e del carrello e negozi virtuali: gli affari erano e sono ancora di più affari, ma anche i figli di puttana e le carogne erano e rimangono tali.Come sempre prima ti corteggiano, ti fanno lavorare e gli fai la piazza, portando il loro nome: poi ti fottono, mandandoti via. Alcuni colleghi, infatti, vendono ormai come i negozianti, senza avere negozio o con spazi espositivi risicati, ma fanno selezione e comprano dove e come gli conviene. Così si fa e al diavolo i portali e le aziende blasonate.

martedì 24 novembre 2015

Le tue esigenze? In secondo piano

Occorre ritornare sull'argomento, e mi dispiace doverlo fare.
La cosa che conta in questo momento è che ci sia qualcosa , o meglio qualcuno, su cui focalizzare l'attenzione e impiegare le proprie energie: il terrorismo. Che qui intenderò in senso lato, senza specificare se sia opera di separatisti o di religiosi arrabbiati. Avendo questo come obbiettivo da affrontare, è logico che le questioni sindacali, le aziende da salvare, le aziende da creare, lo stato sociale, il territorio da risistemare, la moria di api e mille altre cose e cosette, passano tutte in secondo piano: anzi, vanno a finire nel dimenticatoio. Eppure le cose e cosette sono ,a mio parere, più importanti del terrorismo: questo ,come si sa o si suppone, può operare in ogni dove, compresi i paesini sperduti e dimenticati da Dio e dagli uomini (non tutti ovviamente). Quindi se già la tua città viene dimenticata da chi dovrebbe, per scelta personale (elettorale), occuparsene , risulta difficile o improbabile che un gruppo di terroristi decida di impiegare le proprie forze per danneggiare proprio la tua città. Ma ,come direbbe che porta sfiga (o che invece ragiona), non si può mai sapere. In ogni caso, il risultato è che mentre ci si riunisce di domenica pomeriggio e si salvano alcuni istituti di credito, non si fa altrettanto per industrie, negozi, aziende agricole, famiglie: sono due pesi e due misure. Ma non basta perché tutto fanno i giornalisti e i media in genere, compresi blog e siti web, tranne che parlare dei problemi delle persone: per loro esistono solo i migranti, i terroristi (meglio se mussulmani), gli assassini (meglio se uomini che uccidono donne). Il resto non esiste e, se mai è esistito, ormai è bello e dimenticato: ci ricordiamo ancora dei suicidi per debiti e perché si è stati abbandonati e dimenticati dalle istituzioni, dalle associazioni , dagli amici? Ecco che quando non c'era altro di cui parlare, anche di un fallito che si suicida si può parlare. Ora che ci sarebbe da chiedere che cosa è stato fatto, che cosa si può e si deve fare, ecco che arrivano loro a rompere le uova nel paniere: i migranti e i terroristi. E tutti via a dare la loro solidarietà ai migranti e alla Francia. E quelli che vorrebbero uscire dalla povertà, dalle difficoltà? Quelli che vorrebbero vivere in maniera dignitosa? Per costoro non c'è niente di niente: sono destinati a restare emarginati, e le loro richieste,come ho scritto nel titolo, devono restare non solo in secondo piano, ma sparire nell'ombra. Non si può disturbare chi pensa ai migranti e ai terroristi. Giammai! Fra poco chi oserà dire qualcosa in merito, qualcosa che porti le persone a chiedersi come mai non si pensa agli italiani e ai loro problemi, ecco che si vedrà trascinato in un commissariato per essere interrogato e intimorito. Che serva da lezione.

lunedì 16 novembre 2015

Un buon pretesto per procrastinare ogni intervento: e spegnere le idee

Ti dispiace per i fatti di venerdì notte a Parigi? E così che , sabato mattina, un amico mi intervista al telefono. Logicamente mi dispiace, ma ancor più è la mia anima che è triste, e si rattristerà ancor di più quando vedrò le foto delle persone che sono ricercate perché disperse e introvabili. Ma il cinismo, dovuto a tutti gli anni e anni in cui, per mille ragioni , i problemi pratici, quelli che ti avrebbero permesso, se risolti o avviati a risoluzione, di vivere,di certo meglio la tua vita, ecco che quei problemi ,oggi come oggi, devono essere affrontati e visti, in data da destinarsi. Quindi, la questione lavoro, i protestati e i falliti, le riconversioni industriali, i vari passaggi di consegne, le firme da apporre qui e lì, tutte queste e tante altre cose, sono tutte da rivedere e ridiscutere, ma più avanti: ma non si sa quando e, passando del tempo, neanche come. E' sempre stato così. Ricordo ancora che eravamo negli anni 80, quando telefonai a "mi manda Lubrano" e cercai di spiegare, lasciando un messaggio mi pare in segreteria, la questione degli appalti nel mondo dell'arredamento per ufficio. Un po' come quando mi sono permesso di suggerire interventi pratici e veloci, postando qualcosa sul blog che avevo su leonardo: risultati zero. Pazienza direte voi? No! Ognuno per se e Dio per tutti.Del resto vedere che ciò che ti spetta, che per te è importante e che ritieni vitale, viene rimandato sine die, fiacca la tua voglia di vivere, di affrontare i problemi, spegne le idee: oppure ti fa incazzare come una biscia e potrebbe farti compiere azioni inconsuete. Di cui poi magari potresti pentirti. Ed è a questo punto che ti domandi: ma chi dovrebbe firmare e mandare avanti i decreti attuativi, la banca che dovrebbe mettere a disposizione i fondi, la graduatoria che dovrebbe essere stilata e pubblicata, la sentenza che dovrebbe darti ragione, quando avverranno tutte queste cose?

giovedì 12 novembre 2015

Non c'é posto per te

Le parole "quelli che non è mai il momento", che se non erro sono contenute in un testo di Beppe Viola, le adatto a ciò che si sente dire un cittadino sardo o italiano, qualora avesse intenzione di "mettersi in proprio" o anche se facesse domanda di assunzione o ricercasse un posto di lavoro qualsiasi.
E perché non è il momento? Perché la preferenza e l'attenzione sono rivolte, oggi più di ieri, agli immigrati che devono essere messi in condizione di lavorare: e quindi gli dai, a loro ovviamente, tutte le dritte e gli fornisci tutte le agevolazioni del caso. E con loro ci sono anche gli ex detenuti, che devono essere messi in condizioni di reinserirsi nella società. Quindi, prima loro, e per te o per me, niente.

mercoledì 11 novembre 2015

In ogni caso, non ne parlano e non ci pensano

E' proprio vero : profugo o migrante, fanno tenerezza (pensate ai barconi o al bambino riverso sulla spiaggia) ; al contrario, fallito o protestato, fanno tristezza (pensate alle auto sequestrate o agli sfratti esecutivi). In ogni caso si applicano, sempre e comunque, due pesi e due misure. A me importa poco o nulla di alcune riforme che vengono millantate come risolutrici di un sacco di problemi: non ci credo, e basta! Quando vedrò le banche consegnare soldi , carnet di assegni e aperture di conti correnti anche a chi è stato protestato o ha fallito, allora mi ricrederò. Diversamente sentirò, fino alla noia, gente che parla di come e dove accogliere i cosiddetti migranti, mentre sentirò altri affermare che ci sono i soldi per le nuove imprese ma non ci sono domande presentate per ottenere i fondi stanziati: solo dopo si scopre che nessuno ha presentato domanda perché nessuno ha i requisiti ( o che le domande ricevute non sono state accolte, e proprio per mancanza dei requisiti richiesti). E' un po', come vi ho raccontato sopratutto nei post che pubblicavo su leonardo.it , ciò che avveniva quando partecipavo alle gare d'appalto per la fornitura di arredi per ufficio: una burocrazia che veniva sfruttata e usata proprio per fare in modo che pochissimi, due o tre al massimo, potessero concorrere. Ecco che venivano richiesti fatturati elevati conseguiti negli ultimi tre anni e, come vuole la legge, riferiti a “lavori o forniture analoghe all'oggetto dell'appalto”; o anche idonee referenze bancarie e , logicamente, referenze per forniture analoghe; per non parlare poi della cauzione, del deposito cauzionale, ma senza lasciarsi sfuggire la carta bollata, i sigilli, la firma autenticata, la firma sui lembi di chiusura della busta esterna e interna, nonché i depliant o i campioni di quanto offerto, la raccomandata o il posta celere. Un casino del diavolo, laddove si poteva risolvere il tutto con molta meno burocrazia: dulcis in fundo l'apertura delle offerte segrete, la valutazione dell'offerta ritenuta, per il momento, la più conveniente, ossia quella con il prezzo più basso (art. 73 lettera c del regio decreto: non ricordo se del 1923 o del 1933 o nessuna delle due date che ho scritto). Ora il peggio viene se invece viene bandito,e si deve o si può partecipare , a un appalto concorso: essendoci una commissione che deve valutare e giudicare, è più facile pilotare l'appalto e consentire ,permettere di vincere , chi è gradito all'amministrazione o più semplicemente chi deve vincere. Lo stesso criterio è applicato ,secondo me, quando si deve partecipare a un bando per l'assegnazione di fondi per l'acquisto beni e strumenti per la propria impresa: intanto i tempi che sono lunghi come la morte, oltre a tutta una serie di requisiti che non sempre si hanno, e quindi con tutta una serie di documenti che sono pure costosi (sia in tempo che in denaro: per la consulenza ci sarebbe tutto un discorso a parte). Ciò che comunque mi infastidisce è che volutamente la politica si dimentica dei

mercoledì 4 novembre 2015

"Assegnare ai migranti i terreni incolti della Sardegna". La proposta di Beppe Severgnini sul Nyt

Permettere ai profughi di colonizzare le aree incolte e spopolate d'Italia, Sardegna compresa, per risolvere l'emergenza immigrazione in Europa.
Questa la ricetta proposta da Beppe Severgnigni, uno dei più noti giornalisti italiani, dalle colonne del prestigioso New York Times.
Nel pezzo, Severgnini prende spunto dalla "centuriazione", ovvero la pratica diffusa nell'antica Roma che prevedeva l'assegnazione ai veterani dell'esercito in congedo territori bradi e deserti affinché li rendessero fertili.
Un modo per non lasciare bellicosi ex guerrieri inattivi e allo sbando, dando invece loro la possibilità di fare qualcosa di utile e produttivo per se stessi, per le loro famiglie e per l'Impero.
Per Severgnini riportare in auge tale pratica sarebbe, appunto, una buona soluzione per collocare i migranti in maniera definitiva e proficua.
"È vero che i rifugiati non hanno combattuto nessuna guerra per l'Italia - scrive Severgnini - ma stanno fuggendo da conflitti, povertà e regimi autoritari. Hanno però le giuste competenze. Mentre gli immigrati più istruiti si recano in Germania e nel Nord Europa, quelli che decidono di restare in Italia sono generalmente agricoltori, costruttori, artigiani".
Allora perché non assegnare loro appezzamenti di terreno da gestire e far fruttare, come fossero moderni pionieri?
Dopo tutto, continua l'opinionista, "l'Italia si sta spopolando, sta invecchiando. E servono persone nuove".
Dove collocarli? Severgnigni cita le zone di montagna dell'Abruzzo e le aree del Molise. Ma anche la Sardegna, "forse l'isola più bella del Mediterraneo", dove, scrive, "l'83 per cento della popolazione vive in piccoli insediamenti sotto i 5mila abitanti che si stanno progressivamente svuotando".
Senza contare intere parti di territorio dove non c'è nulla.
Certo, l'operazione dovrebbe essere organizzata al meglio, tenendo conto di aspetti complessi.
Per realizzare l'ambizioso progetto serve insomma, conclude Severgnini, "una leadership politica lungimirante. Gli antichi romani ce l'avevano. Si può dire lo stesso dell'Italia moderna?".
fonte unionesarda.it
http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2015/11/04/assegnare_ai_migranti_i_terreni_incolti_della_sardegna_la_propost-68-443506.html

-------------Neanche a dire che sono contrario: che diano le terre, che in ogni caso non vogliono dare, ai sardi e agli italiani: non danno un tubo e,se promettono, è come quelle bufale del tipo "ti diamo una casa, un terreno da coltivare, e altre agevolazioni, se ti trasferisci da noi. Tutte frottole.

lunedì 19 ottobre 2015

Se ci si fermasse a pensare, forse

In alcuni casi , vuoi per curiosità vuoi per deformazione professionale, è difficile non domandare e non farsi domande. Penso , ad esempio, al sempre più citato caso del costo delle siringhe e alle spese sanitarie in genere: infatti mi viene da confrontare, per quanto possibile, il mio settore di lavoro, cioè l'arredamento per ufficio, e quello della sanità. E quindi ne deduco che non esiste non tanto, come vorrebbe qualcuno, un prezzo fissato ( da chi vorrei poi sapere e con quale autorità e competenza) e valido per tutta la nazione (non si mai che qualche stordito europeista convinto vorrà un prezzo uguale per tutta l'Ue?), ma che manca, e di proposito, per le siringhe non so ma per tutto il resto credo di sì, un'indicazione di quanto segue: caratteristiche tecniche e/o prestazionali, eventuali tempi di consegna , prezzo riferito a un minimo d'ordine. Da dire anche che esistono o possono esistere, articoli simili ma, appunto, simili che non vuol dire uguali ma che possono avere prestazioni equivalenti ma ,come nel caso dei farmaci equivalenti , spesso non si ottiene lo stesso risultato e sopratutto il risultato voluto . Nel mio campo di lavoro c'erano armadi metallici con lamiera di 6/10 e altri con lamiera di 7 oppure 8/10: ora se tu li richiedi con un minimo di 6/10 non lamentarti se poi, col tempo (e a volte dico che ne occorre poco) i ripiani non sopportano il carico come pure ,l'armadio stesso, non regge un trasloco. Ciò che non capisco è il

venerdì 16 ottobre 2015

Come un'azienda diventa marginale e poi sparisce

Nel mio campo di lavoro, anzi ex (almeno per ora), cioè l'arredamento per ufficio e , più recentemente arredo casa, si è verificato da fine anni 70 inizio questo secolo, un bel caos. Nel senso che col trascorrere degli anni, le novità tecnologiche hanno influito in maniera determinante e modificato il modo di concepire lo spazio ufficio, e quindi il lavoro stesso. E se oggi una persona ha nel pc o tablet o smartphone il proprio archivio, ecco che un qualunque bar diventa, per l'occasione, un ufficio: non è più necessario, a seconda della professione, disporre di sala d'attesa, segreteria, archivio , sala riunione e ufficio direzionale. E se avete letto la frase precedente, avete visto quanti arredi in meno sono richieste o possono essere eliminati: perché, magari a casa una persona può ricercare e trovare un proprio spazio, ove leggere e scrivere o navigare con la dovuta calma, ma può farne a meno e incontrare i propri clienti in un luogo neutrale. Ecco che la vendita degli arredi ,così come l'ho conosciuta e vissuta io, è stata modificata: non essendoci più tutta questa richiesta, le aziende produttrici hanno potenziato la vendita diretta. e se prima avevano pubblicizzato, nei giornali, solo il proprio fax e numero verde, adesso hanno sito internet e banner, ma sopratutto si sono tolti dai piedi negozianti scomodi e agenti di commercio: i negozianti sono stati sostituiti da negozi diretti o in franchising, da spazi commerciali all'interno della fabbrica o attigui, mentre degli agenti di commercio si fa a meno e si vende direttamente ai negozianti che fanno richiesta o, al massimo, si inviano newsletter una tantum, così se e quando c'è qualche evento, magari in occasione di qualche fiera tipo salone del mobile, per intenderci.Ma anche altri hanno contribuito alla modifica, per ora irreversibile, del mio mondo: i siti specializzati, e le modalità di acquisto della pubblica amministrazione. I primi hanno iniziato accogliendo e invitando gli operatori del settore: quando hanno fatto questo, all'inizio della creazioni di siti e portali, c'era anche la categoria degli agenti e rappresentanti, poi quella dei commercianti , degli architetti e studi di progettazione eccetera. Col tempo era stata inserita anche la solita ricerca e offerta di lavoro: poi, quasi di punto in bianco, la sezione delle categorie professionali è stata cancellata,è sparita, ed è rimasta solo quella delle aziende produttrici o presunte tali (la maggior parte delle aziende ha terzisti e non produce un chiodo): nelle offerte di lavoro si ricercano venditori, architetti venditori, disegnatori eccetera, ma nessuno che debba fare breccia nei negozi di arredamento. Del resto il ciarpame lo troviamo nella GDO, pieno di fine serie e prodotti,troppo spesso difettosi oltreché scadenti, mentre il lavoro piacevole (non solo dal punto di vista economico, ma parlo di soddisfazione professionale) è riservato ai pochi negozi specializzati. Tralascio di citare i negozi che si sono creati un portale tutto per loro,dato che sono quelli che appaiono, ai miei occhi come committenti di aziende di serie B o che erano di serie A , ma che ora sono boccheggianti e devono (le aziende) svendere i propri mobili a dei mobilieri che sono ,sempre secondo me, incapaci di valorizzare e di far comprendere una cassettiera o un armadio. Trattasi di mobilieri che non vogliono intermediari, vogliono la filiera corta ma,non avendo le capacità finanziarie di un'Ikea, non possono prodursi i mobili da soli: al più possono modificarli come tanti mobilieri che adoperano sega circolare, troncatrice, spara punti e seghetto alternativo,nonché i magici avvitatori e tassellatori, ma non possono fare di più. Possono essersi tolti dai piedi gli agenti di commercio, ma non ancora si sono potuti togliere dai coglioni gli studi di progettazioni, gli architetti e,sopratutto, i nuovi nomi. Chi sono i nuovi nomi? Non sono nuovissimi, anzi , sono i marchi già presenti nel settore moda ,ad esempio, che hanno allargato gli orizzonti e scoperto che arredare un albergo, un villaggio vacanze, un centro benessere o una spa , può essere redditizio o comunque fa immagine: e se prima queste forniture, comprese quelle dell'arredo navale, erano peculiarità dei grossi nomi, ora i grossi nomi devono fare i conti con questi volti nuovi: che poi hanno ,dietro di sé, banche , fondi d'investimento, i soliti arabi, e ovviamente, i terzisti (che purtroppo per loro si devono vendere per un piatto di lenticchie). Il punto è che questi volti nuovi hanno la forza della pubblicità ,fatta di redazionali e reportage, che le medie aziende, che sono quelle dei grandi gruppi di produzione, non hanno più: per cui , per colpa di chi non ha mai fatto informazione , nel settore arredamento ci troviamo con persone convinte che per arredare ci vogliono i mobili di Ikea o quelli che troviamo nei servizi giornalistici o in tv. E di questo dobbiamo ringraziare i mobilieri e i produttori traditori. Nel settore delle forniture di mobili per ufficio un bel colpo , in negativo, lo dà la consip e , nel contempo , le aziende produttrici o quelle che sono sopravvissute: giocando ad asso pigliatutto queste si aggiudicano , in pratica si spartiscono tutto quello che c'è. Il fatto è che ci sono un sacco di requisiti da possedere, e poi, come già in passato ho toccato con mano, è sufficiente che questi siano richiesti: fatturato, forniture analoghe, rispondenza a un ben preciso capitolato, tempi di consegna eccetera. Sono sufficienti alcuni di questi requisiti, magari le famose referenze bancarie, perché un'azienda all'inizio sia impossibilitata, sine die, a poter partecipare, non dico vincere, a una sola gara. Non dimentico le cauzioni, in denaro o anche solo assicurative. negli anni 80 e comunque fino al duemila, alcune amministrazioni pubbliche, bandivano gare d'appalto per forniture e servizi, in totale autonomia e con il criterio che "se avevano i soldi, compravano e logicamente pagavano" e nei tempi indicati. L'iter era il seguente: bando di gara pubblicato nell'albo pretorio; il giorno indicato si aprivano pubblicamente le buste con le offerte; aggiudicazione ; fornitura; collaudo; e il responsabile del procedimento provvedeva ,se tutto in regola, alla consegna della fattura alla ragioneria che, in tempi stretti e per fare anche bella figura, emetteva il mandato; andavi in banca e ti prendevi i soldi.Fine della storia. Dicevo bella figura perché, notoriamente, le pubbliche amministrazioni pagavano a "babbo morto" e riuscire a pagare entro tempi certi, e da loro stessi indicati o addirittura prima, era motivo di orgoglio. In settori diversi accadono cose simili, ovvero, chi prima ti fornisce poi ,dopo che si è servito anche di te, ti fa fuori: se prendiamo le varie iniziative di campagna amica o similari, possiamo vedere che chi dovrebbe fornire ristoranti e negozi di ortofrutta, in realtà si mette in competizione sopratutto con i negozianti, con i rivenditori. Lo fa vendendo a un prezzo più basso e, vendendo in azienda anche con orari che il negozio non può osservare. Da quando poi alcuni operatori agricoli partecipano anche alle sagre, si è passati dalla semplice vendita, alla somministrazione di cibi cotti e bevande: ecco che la concorrenza non è più solo verso il negozio al minuto ma anche verso il ristoratore . Questi ultimi devono subire anche la concorrenza dei bar e dei circoli privati, degli agriturismo e più di recente di chi cucina in casa per terzi. Si potrebbe parlare anche di altri settori ma lascio che sia il tempo a far arrivare, anche da noi,avvocati e studi di progettazione stranieri e che operano a prezzi ,almeno per ora , stracciati . Per adesso questo modo di operare, secondo me sleale, ha riguardato la mia categoria e poche altre, anche se le conseguenze sono state devastanti: quando toccherà ad altri, allora vedremo se questi faranno qualcosa .  

lunedì 12 ottobre 2015

Cose che si perdono di vista

Il ritmo frenetico della vita, almeno di non essere una persona che vive senza preoccupazioni, ostacola la realizzazione personale: e intendo in tutti i campi.
Perché si è presi dall'idea di non riuscire ad arrivare dove si vorrebbe, così come si è costretti a vivere e lavorare come e dove non si vorrebbe: il senso di frustrazione non può essere annullato da un lavoro che non ci piace e che, per farcelo piacere sosteniamo che sarà temporaneo; anche perché sappiamo che non è così. Il rimandare a data da definire ogni nostra decisione importante , non fa che intorpidire le capacità di analisi e quindi di decisione.
Abbiamo delle colpe? Forse sì, ma ricominciare ad analizzare la nostra vita , e intendo in quel campo ben preciso che sono "le cose che possiamo fare e che vorremmo ", penso sia un buon punto di partenza. A questo far seguire un piano di azione. Diceva il buon Erich Fromm, che è meglio un buon ladro che un cattivo prete: ritengo che volesse sostenere che ,per ognuno di noi, è preferibile vivere una vita come la immaginiamo e non come, per mille motivi, ci viene imposta. A meno che la nostra preparazione scolastica , culturale e interiore, non faccia parte dei nostri hobby : ma non credo che chi si è laureato in medicina o ingegneria lo abbia fatto per lavorare in un call center o per fare la baby sitter. Ma posso ,ovviamente, sbagliarmi.

venerdì 9 ottobre 2015

Cane mangia cane

Ho appena lasciato un commento su Comedonchisciotte.org e mi viene in mente di riprendere, brevemente, un'osservazione che ho proposto in diverse occasioni soprattutto nel vecchio blog che avevo su leonardo.it ma che ha trovato spazio anche qui.In sostanza oggi le aziende produttrici o che più semplicemente commercializzano prodotti altrui , tendono a vendere senza servirsi di intermediari. Malvolentieri sopportano ancora i grossi negozianti che sono presenti , ancora per chissà quando, nelle grandi città: diversamente si avvalgono dell'idea di franchising o di negozi propri, ma ancora di più fanno adoperando il web. Infatti in quasi tutti i loro siti (i social non li frequento e non so come funzionano) è presente il carrello, l'indirizzo mail, talvolta un numero verde: ciò comporta che si può avere un'idea del costo, e comprare on line senza ricercare l'oggetto nei pochi negozi ancora superstiti o nei centri commerciali. Chi produce indica, talvolta e a seconda del prodotto, punti vendita: penso all'arredo bagno e rubinetteria, alle automobili o alle moto. Le griffe hanno negozi diretti, show room , e pagano pagine pubblicitarie e banner. Quanto sopra, unito a chi fa raccolta di produzione altrui e commercializza attraverso portali o grossi centri commerciali, ha decimato un esercito di commesse, di commessi viaggiatori, di venditori porta a porta, di negozi tradizionali, di rappresentanti e agenti di commercio, di grossisti. Tutti fatti sparire dalla faccia della terra. Se poi qualcuno pensa che i milioni di immigrati siano stati o siano dei potenziali clienti, si sbaglia e di grosso pure: infatti non ho mai visto entrare un senegalese o un filippino, una ucraina o una rumena, in un negozio tradizionale per effettuare acquisti: semmai se mi fossi sbagliato, e chiedo venia , posso aver visto costoro, con un frequenza maggiore in una farmacia e di certo nei negozi gestiti dai cinesi. Concludo osservando come questi ultimi, di recente almeno qui da noi a Cagliari , hanno aperto sartorie e negozi dove effettuano riparazioni di smartphone e pc. Hanno altri soldi da investire, evidentemente, o come dicono le malelingue da ripulire.

martedì 6 ottobre 2015

Questo sì, questo no

In passato, mettiamo ben più di quarant'anni fa, mentre giocavi a calcio o a basket, chiamata allora pallacanestro, potevi apostrofare il giocatore rivale con parole tipo "coglione", "testa di cazzo", oppure rivolgere apprezzamenti verso la di lui madre o sorella , con epiteti tipo "troia" , "puttana" o, in lingua sarda, "bagassa". Non succedeva niente dopo: non è che venissi inseguito o picchiato , perché quelle parole erano un mero sfogo di rabbia per aver perso il pallone o perché eri stato "marcato" a dovere. Ancora oggi cercare di far incazzare l'avversario , di distrarlo, è un modo come un altro per vincere gli incontri, o di non perderli (almeno nel calcio che prevede anche il pareggio). Del resto il pubblico contribuisce a creare casino, ed è considerato, da alcuni, il dodicesimo in campo. Il punto è che ,da alcuni anni, è entrato di prepotenza nella vita di ognuno di noi, il politicamente corretto: per questo motivo non puoi più dire o mandare qualcuno "affanculo" o a "farsi fottere", giammai puoi apostrofarlo con insulti che riguardano il territorio o la nazione o città natale della sua squadra: ricordo ancora di un amico sassarese che insultò, come spesso succede quando si guida, due donne anch'esse sassaresi. La questione finì in tribunale: ironia della sorte le aveva offese riferendosi alla città natale che, guarda caso, era la stessa per tutti e tre. Sono purtroppo un sacco le cose che non si possono fare: dal chiedere a una donna un appuntamento o dal fare a uno il gesto dell'ombrello o del dito medio o entrambi nello stesso momento.Dispiace perché sessualmente non "ci puoi provare", dal punto di vista psicologico rischi di deprimerti. Potrebbe essere un buon motivo per chi dovesse difendersi in una causa intentata per ingiurie, offese, molestie: il nostro avvocato potrebbe sostenere ,magari con l'ausilio di qualche perizia psicologica o psichiatrica o psicanalitica , che se noi non avessimo invitato la collega a uscire o non avessimo mandato a quel paese (e con l'ausilio del gesto italico ) chi ci ha fregato il parcheggio, avremmo rischiato la depressione. L'averlo fatto ci ha impedito di cadere in questo stato psicologico. Alla fine tutto questo autocontrollo ci porta solo a stressarci: e senza voler esagerare, il rischio è di finire ammazzati o di ammazzare il prossimo in un eccesso di sfogo. Perché mandare qualcuno " a cagare" non vuol dire che lo si deve, per forza, accompagnare o accudire mentre espleta il bisogno: così come se dico a un avversario "vedrai che adesso ti fotto", non vuol dire che "ci spogliamo e consumiamo un atto", magari negli spogliatoi. L'aver voluto accostare le parole ai fatti, come fa chi sostiene leggi liberticide, chi impedisce di informarsi come meglio si crede su fatti criminali del passato come stragi, eccidi, omicidi, con la scusa che chi vuole sapere (utilizzando tra l'altro biblioteche, documenti cartacei o audiovisivi, ) è un negazionista perché , per il solo fatto di voler approfondire vuol dire che non si fida, è stato ed è un modo per reprimere , per limitare, la libertà di ricerca e di informazione, oltre che di espressione. Post e commenti cancellati, persone indagate e denunciate: che brave persone che ci sono in Italia e nel mondo. Verrebbe da dire qualcosa ma devo reprimere e mi devo deprimere.Per colpa di ...

venerdì 2 ottobre 2015

Dubbi e interrogativi che diventano certezze

Blogger e giornalisti famosi che sono delle vere e proprie star del web, e magari lo sono stati o lo sono ancora nelle rispettive e originarie professioni, non li ho mai digeriti allorché minimizzano o ignorano questioni altrui a meno che queste non diventino delle opportunità per loro. Purtroppo sarebbe per me più semplice riparlare ancora una volta dei falliti e dei fallimenti, degli appalti e della Consip, ma voglio dire invece due cosette di cui una ,in parte, ho inserito in un commento proprio oggi su Comedonchisciotte.org. Quest'ultima riguarda le scie chimiche: mi sono sempre chiesto se , per caso, non fossero visibili e riscontrabili in vecchie foto, film super 8 , quadri o affreschi. Poteva essere una cosa buona ? Non lo so perché non ha destato nessun interesse la mia osservazione : ricordo che una volta, mi pare su Luogocomune.net avevo postato un commento simile a quello appena scritto, e se date un'occhiata vedrete che gli altri iscritti è come se parlassero tra di loro, anzi fanno proprio così, e non mi cagano nemmeno di striscio. Han fatto così anche in altre occasioni, come se i commenti dovessero seguire un ordine ben preciso: non ne faccio una questione personale, e ben pochi in pvt esprimono pensieri che non so perché esitano a postare nei commenti. L'altra prende spunto sempre dal commento che ho inserito oggi su Comedonchisciotte.org: dimenticavo dirvi che il post è di Paolo Barnard e riguarda il cancro, o meglio chi approfitta delle cosiddette cure alternative. Per esperienza personale mio padre è stato operato nel 2007 per un tumore a colon: è ancora vivo, non ha fatto chemio nè a preso pillole o altre cose simili. Io stesso ero e sarei stato contrario: perché? Perché contrariamente a quanto pensa, forse ma non lo so, Barnard, il mio vecchio ha subito la tragedia del fallimento commerciale, dopo 12 anni circa ha perduto la casa ( è stata venduta e lui, in poche parole, cacciato via: dettagli e particolari in un prossimo post); ha visto mia madre, sua moglie, perdere piano piano ,ma progressivamente, la mobilità , la lucidità mentale, la vista. Io stesso dopo un periodo in cui pareva mi stessi riprendendo, sono caduto e finito nei casini, ovvero fallimento. Sostengo che lui si è ammalato per questi motivi, e mia madre idem, anche se non ha sviluppato il cancro. Io stesso per questo stress ho avuto e ho i miei problemi. Ma per qualcuno sono solo fissazioni, e giustamente non gliene importerà nulla: ed è giusto così.
Quando parlavo di fallimenti, di commercio schiacciato dalla "grande distribuzione organizzata", quando facevo notare che la Consip è un danno per le piccole imprese, e cose simili, ecco che gli altri parlavano solo di 11/9 , di Bush, del Medio Oriente, di Iraq, di Bin Laden eccetera eccetera eccetera. Oggi sono costretti a parlare del disfacimento della società italiana, almeno di quella che commerciava e produceva. Ma che cosa volete che siano queste cose per chi ha un buon lavoro, magari statale o che non opera in regime di concorrenza? Quelle sono persone che comprano on line e se ne fregano se sotto casa non ci sono più negozi: a breve non gli importerà più nemmeno dei ristoranti. Tra Bimby e Kenwood o altri aggeggi che cucinano, si mangerà, magari merda, ma a casa.Del resto trattasi di gente che ama fare i salti in padella e non sa nemmeno sbucciare una patata. 

martedì 29 settembre 2015

Dal pulpito

Dal pulpito arriva la predica. Sì, ma da quale pulpito? Di solito ci sono almeno due categorie di persone, facilmente riconoscibili: chi è arrivato , dal punto di vista sociale, e cioè nella società in cui vive ha raggiunto i massimi livelli. Se prendiamo come esempio un medico, riterremo costui arrivato quando avrà uno studio tutto suo, o quando sarà primario o , meglio ancora avrà delle cliniche tutte sue. Idem per un avvocato, che magari esercita la professione un po' dappertutto. Oppure uno che da sindaco scala tutti gradini, magari anche due per volta, e arriva in alto che più in alto non si può. Al contrario l'altra persona è uno spaccapalle o , quantomeno , è uno che ha ben poco da perdere se può azzardare ogni ragionamento, anche se per essere credibile deve evitare di essere additato come complottista: c'è sempre tempo per fare dei ragionamenti e dimostrare che alcuni eventi non sono capitati per caso, come l'arrivo di Monti , di Letta e di Renzi; ma anche l'arrendevolezza di Silvio e la mancanza di intraprendenza del M5S (almeno nell'arrivare al sodo e) per far fare le riforme , dimostrano che alcune cose non tornano. Oggi i media di ogni tipo hanno i loro oratori che predicano l'accoglienza o il rifiuto, ma alla fine mancano entrambi di costrutto: è certamente grave che i primi dimentichino sistematicamente che prima ci sono i problemi degli italiani, così come i secondi non hanno le idee chiare su come aiutare gli italiani. Prendiamo anche il caso della crisi del commercio: se tu stato aiuti in mille modi gli stranieri ad aprire partite iva e negozi ( che per tre anni non pagano tasse) e permetti che vengano ancora aperti i vari Mc Donald , Bricoman, Ikea eccetera, come puoi pensare che il commercio , quello dei negozi e non del franchising, possa riprendersi? Non parlo di Equitalia dove ho sentito dire da un esponente del M5S che sarebbe opportuno che lo Stato concedesse la compensazione tra crediti e debiti, così da permettere a chi è creditore nei confronti dell'amministrazione pubblica possa azzerare o compensare. Premesso che sarebbe ovvio, ma non sarebbe anche doveroso rivedere anche i retrospettiva l'ammontare della percentuale e del totale che un cittadino deve allo Stato? Lo dico perché se è vero,come è vero, che fior fiore di economisti hanno detto che ci sono nazioni come la Grecia (e non solo lei, quindi) che hanno un debito così elevato che non è possibile ripagarlo, lo sanno quelli del M5S e altri della sinistra (che sono giustizialisti "a prescindere", in stile Visco per intenderci o Treu , giusto per non allontanarci troppo) che lo stesso vale per persone, aziende, famiglie? E lo sanno che il prossimo passo che faranno alcuni squali è quello di cedere in pagamento di tasse e imposte, i crediti che aziende, sopratutto "grosse" possiedono? Ciò significa che una semplice fattura diventa una lama o un proiettile nelle mani dell'erario, mentre un pinco pallino qualunque potrebbe avere i mezzi per contestarla. Ora concludo manifestando, se mai ce ne fosse ancora bisogno, il mio disappunto nei confronti dei conduttori tv che non si schierano ,apertamente , contro Equitalia e contro le tasse troppo elevate: e che non hanno la voglia di affermare che le cartelle già emesse vanno riviste proprio nell'importo. Quindi niente rateo di mesi e mesi, almeno senza aver rivisto proprio la percentuale: come ha detto ieri una signora, 20 milioni di lire non possono diventare 90 mila euro e, sopratutto essere esigibili. Della serie "tu sei fuori di testa" e se fossi un texano ti sparerei con un fucile: dopo farei ciò che qui non viene ancora fatto e che io stesso, da sfrattato, avei dovuto fare, e cioè demolirti mezza casa, rompere tutto quello che si può rompere, dalle porte alle finestre. Le mie cambiali pagate, non sono state ritenute valide, la contabilità e le leggi che valgono per tutti , non sono valide per le coop. In ogni caso mi hanno sfrattato e messo in strada. e per me, come per migliaia di italiani, non ci sono case e casette dove riparare, e sono caduto dalla padella alla brace. Un'amica di mia moglie, prima ci ha ospitato, dicendo che non avremmo dovuto pagarle niente, poi la sua ospitalità a 20 km dalla città in un casolare di campagna,ci è costata 300 euro al mese. Ma non solo: ho dovuto sistemare i cani, che oltretutto non ho più visto; lasciare metà dei mobili che non potevo portarmi dietro: una delusione, un magone, un'umiliazione, oltre a spese legali. Per 8 mesi ho pagato e poi sono ricaduto dalla brace in un'altra brace: ma è un'altra storia che merita un post tutto suo. Un ultimo appunto, sempre rivolto ai conduttori tv ma anche a chi scrive, sono le sviolinate verso i supermercati e i centri commerciali in genere: fanno vedere in tv un frutto, una pianta, un salume e............lo potete trovare e comprare nei supermercati. Ma porca troia! Possibile che non riescano a pronunciare la parola "negozio"? Cazzo! ci vuole poco, ed è anche più breve e, secondo me, aiuterebbe anche l'economia nazionale.Certo che ci sono anche dei produttori che hanno orgasmi in diretta tv quando affermano che "siamo riusciti anche a vendere i prodotti attraverso la grande distribuzione". Sinceramente ai miei tempi ero più contento di avere dei rivenditori nei 4 capoluoghi di provincia sarde, e altri negozianti negli altri centri di rilievo, piuttosto che avere un negoziante nei vari ipermercati. Ho sempre difeso la distribuzione vasta rispetto allo showroom dei capoluoghi di regione: almeno nel mio settore ,l'arredamento, ero e sono convinto (anche se sono "a riposo" da due anni: ma riprenderò prima o poi a lavorare).

lunedì 28 settembre 2015

Hai creduto che fossero dalla tua parte e invece

E invece si sono dimostrati peggio degli altri, o uguali agli altri. Penso a chi ha promesso, e mantenuto, di mettere a disposizione del denaro per le imprese che ne avevano bisogno: ma c'è un però. Devi avere, devi dimostrare alcuni requisiti che, guarda caso, corrispondono in larga misura a quanto una qualsiasi banca stronzina richiede. Ho scritto stronzina e non strozzina, di proposito, dato che ravviso comportamenti da stronzo in alcune , quasi tutte, le banche.C'è da dire che uno che strozza, un usuraio , almeno i soldi te li dà, mentre tutti questi bei bandi cui concorrere, tutti questi che dovrebbero dare i soldi e permettere di poter continuare a lavorare o di aprire nuove attività, in realtà mettono delle condizioni, richiedono dei requisiti che impediscono ai più di poter accedere a queste sovvenzioni o finanziamenti. La tragedia o l'incazzo è quando questi soldi sono pubblici: perché finché è un privato che mette del suo, teoricamente i soldi sono suoi e li dà a chi vuole. Ma quando si tratta di soldi ricevuti tramite donazioni, sms, x per mille eccetera, allora non sono più denari dei privati, ma di persone che stuzzicate a dovere o di loro iniziativa hanno deciso di donare qualcosa a chi ,a loro avviso, ne aveva bisogno. Ora abbiamo avuto il tradimento politico di Silvio e dei suoi, che hanno pensato agli affari propri, e oggi vediamo che ci sono altri che pensano che riducendo tasse e imposte, ci sarà la ripresa, con nuove assunzioni e via dicendo. Peccato che non è riducendo uno o più punti di irpef o altro si ottengono i posti di lavoro o riprendono i consumi interni: dell'export non mi interessa, mi piacerebbe vedere i negozi riaprire. Leggere che il comune pinco pallino mette i parcheggi a pagamento, si dota poi di autovelox e di t red , adopererà gli auto scan , vieterà la mensa agli alunni non in regola, non rilascerà carte d'identità a chi è in debito con lo Stato, mi provoca rabbia, fastidio, incazzo. Gente che governa così mi sta sui coglioni, mi dà fastidio fisico, mi pento di aver difeso le critiche che costoro hanno rivolto a chi volevano sostituire. Sono persone false e non vanno appoggiate, pensano alla legalità e che questa sia pagare le tasse e, magari creare l'accoglienza, fornire corsie privilegiate (nelle graduatorie di ogni genere e tipo) per ex detenuti. Ora , come si è sempre detto quando si è incazzati oltremisura, è finita la cuccagna.

sabato 26 settembre 2015

Forse è meglio così

Post breve. Domande: che cosa ti serve? un paio di scarpe e di pantaloni, una maglietta o camicia, un jeans o una giacca. Poi del denaro per pagare ricariche e bollette varie e , a proposito magari bollo auto e controllare le gomme e, visto che ci siamo c'è da controllare le scadenze varie delle assicurazioni, da caricare post pay eccetera eccetera.
Ed è su queste e altre cose che lo Stato e chi per lui, cioè chi vive delle cose di cui sopra, conta e fa affidamento: così le cose rimangono, pressapoco così come sono ed è anche per questo che i tuoi i miei i nostri ideali vanno a farsi benedire. Ci sarebbe da dire che non si ha più l'età ma forse ,l'età, non si ha mai; vuoi perché si è troppo giovani vuoi per il motivo inverso o, in verità perché si ha paura dei cambiamenti. 

mercoledì 23 settembre 2015

Giusto per capirci

Sarebbe sufficiente che un qualsiasi intervistatore o conduttore televisivo rivolgesse al politico di turno la fatidica domanda: sta facendo gli interessi degli italiani, lei , con il suo operato? Perché , a scanso di equivoci, il giuramento dei ministri della repubblica, salvo errore, recita più o meno qualcosa del genere. Ragion per cui mi sembra strano che, per esempio, si stanzino milioni di euro per un terremoto che avviene a casa del diavolo, e non si stanzino soldi per i recenti danni climatici: così come è strano che, salvo errore, la Croce Rossa non abbia ancora consegnato i soldi raccolti per gli alluvionati di Olbia. Così come fa rabbia che per i terremotati dell'Aquila i soldi donati via sms fossero o siano gestiti e quindi elargiti tramite una banca: nulla di strano se questa non ti facesse una bella radiografia per vedere se hai i requisiti. Quali? Lascio immaginare e spero fossero quelli di terremotato, e non di uno che deve restituire i soldi avuti in donazione. Quindi è con dispiacere che vedo e sento persone che dovrebbero prima di tutto informare, e che invece permettono queste cavalcate televisive nei confronti di chi non gradisce che vengano dati soldi per gli immigrati: o meglio , non gradisce che vengano dati i soldi per gli immigrati quando, da tempo , non si provvede a darne a chi è senza lavoro, a chi ,ammettiamo sia commerciante o artigiano, non vorrebbe fallire o chiudere la propria attività, così come vengono dimenticate le famiglie, nonostante la BCE avesse stanziato e dato fisicamente (con un click) alle banche denaro per le famiglie e le imprese. Quindi prima gli italiani cui offrire un lavoro e che sia ben retribuito: dopo, se c'è spazio , agli stranieri. E' chiaro che vedere girare i cinesi con vetture supercazzute fa rabbia: cui si somma l'invidia perché si sa che a 25 non giri con un X5 o Q3 , a meno che non sia ricco di famiglia o abbia superato i 50 anni (ma in altri tempi: oggi diversi 50 enni sono a spasso, ma senza lavoro). Ergo vuol dire che qualcosa non torna se aprono attività e dopo due massimo tre anni le chiudono e , al loro posto, arrivano altri, con partita iva nuova . Rientro nel seminato solo per invitare chi deve o vuole convincere altri che occorre pensare prima e in ogni caso agli italiani, di studiare bene e prepararsi con argomenti ben dettagliati ma senza essere noiosi. A mio parere bisogna esporre per bene le cose che si vorrebbe fossero realizzate e che siano sostenute da leggi, provvedimenti, disposizioni e tutte le cavolate che indichino che si possono attuare e rendere operative e in quanto tempo. Giusto per capirci faccio un esempio : ieri la Corea del Sud e non ricordo quale altra nazione ha disposto che subito venissero controllate le VW incriminabili (le 2000 diesel, immagino). Da noi si deve ancora vedere se come e quando (e immagino chi). Questo per dire che un conto è dire un altro è fare. Così, giusto per capirci.



Mancanza di preparazione

Sarà ma i difensori della patria e del "prima gli italiani", almeno a vederli in tv, sono poco preparati: anzitutto dovrebbero evitare di cadere nelle trappole del "c'eravate voi prima al governo", e mostrare di essere indipendenti dai vecchi capataz , dai politici di lungo corso e di professione, e quindi poter esprimere le proprie e nuove idee e proposte che, lo ripeto ancora, non devono per forza di cose essere legate al pensiero di un Bossi, di una Meloni o di un Berlusconi . Semmai quando vengono definiti vicini alla Le Pen o ad Alba Dorata o al pensiero di Orban, avere il coraggio di affermare che se vi sono posizioni simili perché non essere d'accordo? Se anche il Pd esprimesse delle idee o facesse proposte interessanti e quindi condivisibili, perché non condividerle? Sarebbe da sciocchi. In ogni caso e sempre a monte, c'è la totale impreparazione dei conduttori televisivi che, invece di illustrare con tanto di supporto tipo dati e leggi, stanno sempre a parlare di accoglienza no oppure sì. La vera delusione , per me almeno, è la Lega che non mi pare abbia sposato battaglie contro Equitalia né sta pensando a reali supporti per il commercio e le piccole e medie imprese. Bisogna essere chiari e propositivi così da non lasciare spazio a conduttori e avversari: non basta dire cambiamo Equitalia quando tanti hanno un debito, nei confronti dello Stato, così elevato da non poterlo mai restituire. Va condonato così come andava fatto per la Grecia e così come è stato fatto,in passato, con diverse nazioni. Ma forse si preferisce avere schiavi e rendere schiave le persone che non possono far fronte al debito. La lega, o chi per lei, dovrebbe dire che le tasse vanno subito abbassate e non ,come fanno altri, dire che il debito va ripagato allungandone le rate. Così giusto per chiarire.

lunedì 14 settembre 2015

Quando le cose non si vogliono fare

Risolvere o anche valutare crisi economiche e sociali, può portare a rivedere quasi completamente il modo in cui attività economiche e sociali si sono svolte fino ad oggi: rivederle, cioè, in toto e non ad esempio intervenendo solo su ciò che, al momento , è più visibile. Se prendiamo come esempio il fenomeno della prostituzione, ciò che la maggior parte della gente vorrebbe è che le lucciole sparissero dalle strade, e che quindi queste esercitassero non più in strada ma in appartamento. A questo punto i nodi vengono al pettine, dato che nessuno gradisce che esercitino nel proprio palazzo (forse solo chi dà casa in affitto): c'è poi la questione fiscale, quella sanitaria. Ergo è tutto da rivedere anche se, pensandoci bene, si potrebbe cominciare dal togliere le prostitute dalle strade ben sapendo che non si risolve il problema ma si fa un passo verso una delle possibili soluzioni. Questa introduzione vuole dimostrare che i provvedimenti tampone possono sì servire ma, in tempi certi occorre portare a termine il cambiamento. Perché non viene fatto questo piccolo intervento nel caso delle prostitute? Perché non vengono fermati i migranti? Perché non si fa niente per il commercio e le pmi? Perché non si

domenica 13 settembre 2015

C'era una volta

Se guardate dei documentari che mostrano itinerari turistici , potrete avere delle sorprese: le belle città, i bei paesaggi, mostrano quelle che erano località tranquille, piacevoli da vivere. Ma è sufficiente ,appunto, leggere nei titoli di coda la data, e di sicuro vi scende un fulmine nel scoprire che si parla del 1999 o del 2005. Nonostante tutto, col senno di poi, dobbiamo dire "bei tempi".Mi è capitato in quei canali tipo Marco Polo e similari, di vederne anche di realizzati in anni precedenti, ma se vi può interessare vengono trasmessi anche film o video musicali "datati". Ciò che vi invito a fare non è un viaggio nostalgico nel passato: al contrario, è da intendere come una ricerca per capire, come mai siamo arrivati al punto in cui siamo. Ma non solo: se è un bene o no , se è conveniente o meno, lasciare le cose così come sono o se vale la pena cercare di cambiare e agire di conseguenza. Tra le altre cose, guardare con la dovuta attenzione questi reportage, ci fa vedere cosa abbiamo perso, abbandonato oche ci è stato tolto. Ma c'è anche un'altra cosa che inviterei a vedere o ricercare: si tratta di reportage su "le città di mare" e sulle "megalopoli", che sono stati trasmessi da LaEffe. Scoprire e sapere come si vive in città orientali che hanno milioni di abitanti, data l'ondata di migranti che riceviamo quotidianamente, non è un male. Peccato che non li trasmettano più: uno su Bombay, sarebbe da vedere, sopratutto quando parla dei servizi igienici.

sabato 12 settembre 2015

Ecco perché non sono d'accordo

Purtroppo non posso essere d'accordo con chi continua ad accogliere e a invitare persone straniere, per lo più africane e asiatiche, a trasferirsi armi e bagagli qui da noi in Italia : queste persone vengono trattate abbastanza bene, sono rifocillate, curate se è il caso, e alloggiano in strutture , tutto sommato, sane . Tutto questo interesse da parte dello stato , di associazioni religiose e non, onlus e ong, nonché di volontari,verso i cosiddetti migranti e profughi o rifugiati che dir si voglia, non c'è e non c'è stato per le famiglie e le aziende dei suicidi, per chi ha perso o sta perdendo casa e lavoro, per chi ha bussato o bussa chiedendo aiuto. Interesse non c'è stato neppure quando le notizie sui suicidi hanno occupato le pagine dei quotidiani nazionali: all'uopo invece queste notizie o meglio i dati riguardanti il numero dei suicidi , non vengono più diffusi e occorre ricercare qualcosa nelle pagine di cronaca locali o attraverso delle vere e proprie indagini spesso pure difficili da compiere. Il nostro amato pontefice non si degna di rivolgere parole per rimarcare che sarebbe bene aiutare prima chi è vicino, dato che per anni ci si è dimenticati degli operai che cercano di non perdere il lavoro: curioso che chi occupa strade, autostrade, stazioni ferroviarie, se è migrante lo può fare e non è

lunedì 7 settembre 2015

Tanto queste domande non le faranno

Ho già postato nel blog e anche in commenti su altri siti, come CDC ad esempio, delle domande che non credo di essere l'unico a fare: la prova ce l'ho quando mi capita di dialogare con altri su temi quali lavoro, immigrazione, gdo eccetera. Mi ripeto e mi chiedo: quanto devono sostare i migranti nei vari centri di accoglienza o negli hotel? Dopo che succede? Vanno a cercarsi un lavoro e una casa? E all'estero come funziona? Ci sono anche lì delle società che campano (come da noi in Italia)offrendo servizi vari alla persona , tra cui c'è il business dell'accoglienza ai migranti (dietro pagamento e ricevimento di donazioni varie da parte di persone "stordite")? E come mai tutto questo darsi da fare per i migranti e non invece per i propri connazionali o europei in difficoltà economiche ? E' forse più di immagine offrire vestiti e pasti caldi ai migranti o fa senso offrire aiuto alla famiglia di un imprenditore suicida? Come mai l'amico vestito di bianco, Imbroglio, invita a ospitare le famiglie di migranti e non ha invitato e non invita a fare altrettanto per gli italiani e gli europei in difficoltà? Che poi, per dirla tutta , mi ripeto ancora: quanto tempo dovrebbero essere ospiti queste persone. Sine die? Anche perché l'ospite è come il pesce, dopo tre giorni puzza: una persona, migrante o non, ha una sua dignità personale, con tutte le differenze culturali del caso, per cui ritengo che, nel mio caso ad esempio*,gradirei ricevere le dritte per poter riavviare la mia attività, avere la possibilità di accedere al credito, trovare una casa in cui poter dormire, avere la possibilità di essere autonomo. Tutto il contrario di un altro modo di intendere l'assistenza, per cui trovi le persone legate mani e piedi a circuiti assistenziali da ciu non ne esci: perché? Perché è da lì che alcuni ricevono il proprio stipendio, ed è lì che altri assolvono la propria coscienza e mettono a tacere il proprio senso di colpa. Ci sono persone che se vado io a chiedere aiuto, un prestito ad esempio, mi rispondono picche: poi vanno dal parroco e gli consegnano del denaro (per gli immigrati ovviamente) oppure inviano dei soldi con un vaglia o un bonifico. A te no! A loro e ad altri sì! Quindi, riepilogando: per gli italiani niente aiuti; per i migranti anche le porte delle parrocchie si aprono; per i migranti si devono trovare posti di lavoro e case, per gli italiani non importa, tanto sono destinati a scomparire.


*Dal 2004, anno in cui sono stato dichiarato fallito,non ho mai voluto rivolgere appelli per trovare del denaro per riuscire a poter riprendere a lavorare: forse avrei dovuto farlo ma ,sinceramente, non me la sono sentita. Neppure quando sono stato sfrattato , nessuno ha mosso un dito: né il comune, né gli assistenti sociali, né il parroco. Ho pensato più volte, anche di recente, al suicidio, perché tanto qui non hai la possibilità di fare niente. Strana la vita: quando davi posti di lavoro era diverso.

sabato 5 settembre 2015

Te ne frega? Sì, molto e non poco

Chissà perché ci sono diverse persone che, sulla faccenda immigrazione, continuano a ripetere che accettare i migranti, profughi o clandestini, sarebbe un valore aggiunto. Premesso che il vero problema, e non lo indico da oggi, è la mancanza di lavoro, le cui cause sono state il proliferare dei vari (veri o presunti) outlet, dei centri commerciali,i discount,  il tutto a danno del commercio al minuto, cui aggiungerei il voler accentrare e ridurre le centrali di acquisto di beni e servizi dello stato, con la conseguenza che i piccoli e medi fornitori diventano ex fornitori e poi chiudono bottega; l'altro vero problema è la riduzione del potere di acquisto, ovvero che con i pochi soldi di stipendio non compri più un beneamato corno. E mentre prima,come si ripete a iosa, una famiglia con un solo stipendio viveva, e magari faceva anche un mese di vacanza, oggi una persona non pensa nemmeno lontanamente di sposarsi e mettere al mondo figli. A ciò si aggiunge ,per ritornare al tema iniziale, che i famosi immigrati sono i peggiori clienti, perché non spendono, e se lo fanno è nei vari discount, o ipermercati, che guarda caso sono per lo più tutti con sede all'estero. In sostanza i soldi che gli immigrati, in vari modi, percepiscono, se ne vanno in spese di affitto, rimesse all'estero, e poco o niente rimane qui. Anche chi parla di immigrati che pagano le tasse, è come se dicesse che mia sorella, che è insegnante, paga le tasse: e non perché le evada, soltanto che si tratta di soldi, di denaro, che non le viene nemmeno dato in mano, ma è trattenuto alla fonte. Quando anch'io avevo un'azienda , ai miei dipendenti, consegnavo la busta paga dove erano riportato ciò che gli davo e ciò che versavo agli enti tipo inps o inail: se glieli avessi dati tutti, avrei potuto dire o pensare che in caso di difficoltà economiche il dipendente ,invece di versare lui (in questo caso) ai vari enti, i soldi li usa per provvedere a necessità improvvise. Ma non era e non è così: se oggi ha bisogno di soldi extra, o ruba e spaccia o si prostituisce, o se è fortunato trova qualcuno che gli regala il denaro, o qualche usuraio o qualche finanziaria ( i cui tassi di interesse ve li lascio immaginare). Ciò che valeva e vale per mia sorella, vale anche per la colf straniera, per la badante, per l'infermiera straniera, se appunto sono assunte regolarmente, come piace al governo e ai sindacati: ma se invece lavorassero in nero? Meglio per loro se ricevono per intera la somma di uno stipendio, che forse gli dà un potere di acquisto migliore di chi ha trattenute alla fonte. In ogni caso il famoso valore aggiunto non lo vedo. E se c'era la lotta generazionale tra il pensionato, che si sente ancora in grado di lavorare, e il proprio figlio o nipote, oggi c'è un concorrente in più, che è l'immigrato. Clandestino o profugo ha poca importanza: il punto è che c'è, viene tutelato dal nostro paese attraverso mediatori, sacerdoti, volontari, sindacati, associazioni, e chi più ne ha più ne metta, mentre per altri, senza lavoro o che lo stanno perdendo, non ci sono tutte queste tutele né si vede tutta questa mobilitazione, questo interesse affinché chi è caduto in disgrazia possa uscirne. Anzi è manifesto che di chi è fallito, dell'imprenditore che ha chiuso, di colui che si è suicidato, le persone di cui sopra, ovvero volontari, sindacati preti e associazioni varie , se ne strafregano. A me invece no: a me interessa più chi , rimesso in sesto, caricato di energia , riprende a lavorare e dà posti di lavoro: ovviamente li darà prima agli italiani, prima a quelli di casa , prima a persone che andranno a spendere i soldi nei negozi e non nei vari outlet o centri commerciali. Andrà a comprare il pane nei panifici, la frutta e la verdura dal fruttivendolo, la carne nella macelleria, il pesce nella pescheria, e se andrà a mangiar fuori casa si recherà in un ristorante italiano e non certo in un mcdonald o ristorante cinese. Almeno, il mio auspicio è questo. Il valore aggiunto dell'immigrato non lo vedo, se non per coloro che già pagano poco i propri collaboratori o dipendenti, e vogliono pagare ancora meno sostituendoli con immigrati clandestini o meno non importa: per quel genere di persone basta pagare poco e far lavorare molto. Per me invece è importante un programma di lavoro che riporti al centro il bene della nazione: quindi è opportuno ritornare a creare e produrre in Italia, e far in modo che i soldi ricavati vengano investi e spesi qui e ,logicamente, non investiti in speculazioni finanziarie o nell'acquisto di palazzi o concessioni varie. Le varie idee su flat tax , sgravi fiscali , moratorie, indulti, e cose simili, vanno tutte bene: ma fintanto che i nostri amministratori, locali e non, andranno alla ricerca di autoscan , autovelox, banche dati,videosorveglianza, per trovare il modo di reperire soldi, e solo per far quadrare i conti, ebbene la speranza di vedere qualcosa che migliora diventa un miraggio.

lunedì 31 agosto 2015

Mancanza di vista e di punti di vista

Quando si vede come vengono accolti e che fine fanno o faranno i cosiddetti migranti o profughi o rifugiati che dir si voglia, si capisce che gli addetti ai lavori e i loro datori di lavoro non hanno per niente le idee chiare. Idee chiare su quanto tempo occorre per identificare una persona, quanto tempo questa debba restare nel centro di accoglienza; che cosa debba fare nel frattempo, e che cosa dovrà fare e dove successivamente. Queste sono alcune domande che , guarda caso, fanno il paio con altre che riguardano i cittadini,ormai, di serie B, ovvero gli italiani che si rivolgono alla caritas o agli assistenti sociali. Succede infatti che se per caso ti rivolgi per chiedere aiuto o assistenza a un centro di ascolto, dopo aver subito un terzo grado, non succede proprio niente: nel senso che con italica favella vieni invitato o a un incontro successivo o ti viene detto che verrai richiamato. In ogni caso mettono già le mani avanti, e sei subito informato che non ci sono fondi, o che sono pochi e insufficienti. Puoi avere un po' più di fortuna, e in passato di certo era così, se sei un ex detenuto o appartieni alle categorie disagiate : in questo caso hai delle possibilità. Ora il succo è che se si avesse un programma di sviluppo industriale, agricolo, legato al turismo, all'ambiente, ai beni artistici eccetera, si potrebbe indirizzare le persone verso attività legate a quegli ambienti lavorativi: ovvio che se non hai la preparazione te la devi fare; logico che in qui campi vengono o dovrebbero essere scelti prima chi è già un addetto ai lavori, uno che ha studiato per entrare in quel mondo. E andando per ordine prima gli italiani. Mi dispiace che siano completamente tagliati fuori da ogni prospettiva di lavoro, i falliti, i protestati, e chi non ha mai avuto la seconda possibilità.

giovedì 27 agosto 2015

Equazioni , equivalenze , sillogismi , paralleli eccetera

Chi per sbaglio ha letto qualcosa che ho scritto sa bene due cose: la prima è che non so scrivere, nel senso che sbaglio i congiuntivi, e i verbi in genere, e che la punteggiatura lascia a desiderare, per non parlare poi degli accenti. La seconda è che la mia cultura è pressapoco zero o giù di lì. Tuttavia ritengo che ognuno ha diritto ad avere una propria opinione ma, cosa più importante, ha il diritto di esprimerla. Aggiungerei che ha anche il diritto di farla prendere in considerazione, almeno su fatti e questioni importanti o che possono coinvolgerlo. Purtroppo non è così. Anzi, i rischi con leggi repressive e con minacce più o meno velate, sono quelli di sapere che in tanti la pensano in maniera diversa da chi governa o decide, ma è pressoché impossibile far cambiare rotta alla nave. Infatti la questione gender , il divieto di critica, il voler andare avanti anche se si perdono dei voti (alle elezioni), fa venire in mente che non si tiene conto che in tanti la pensano diversamente e che non si ha voce in capitolo. Sulla questione dei migranti viene da pensare che per far vivere maluccio queste persone, si fa vivere male gli italiani: ma non solo, perché, e non mi stancherò mai di dirlo o ricordarlo, si deve fare in modo che chi (italiano) oggi (e da tempo) sta economicamente e psicologicamente male, sia messo in condizioni di affrancarsi da queste situazioni. Invece se si continua a permettere l'arrivo di immigrati, clandestini o profughi poco importa , succede che i nuovi arrivati stanno male e chi sta peggio sono gli italiani. E fa ancora più rabbia vedere che i problemi veri vengano , giorno dopo giorno, accantonati per lasciare posto a quelli presentati dall'immigrazione. Chi dà voce ai nuovi arrivati sono le stesse persone che avrebbero dovuto tutelare i diritti dei lavoratori e, nel contempo, trovare nuovi posti di lavoro o aiutare (gli italiani) a crearne. Le start up dei miei stivali ( o dei miei coglioni)! A questo punto uno ha o non ha ragione di incazzarsi? E si deve incazzare perché è preso per il culo. Quando uno come Silvio dei bei tempi , non ha affrontato la questione del commercio al dettaglio, delle piccole e medie imprese, perché aveva i suoi problemi da risolvere, dimostra di non meritare il voto. Non solo: non è più credibile. Al pari di un Salvini che a parole dice di voler inserire l'aliquota fissa, ma non indica né i tempi né i modi. Questo invece vale per tutti: manca un programma che indichi cosa e come e in quali tempi. Sottinteso che si parla di lavoro, occupazione, sviluppo economico sociale e culturale: cioè vivere secondo un modo nostro e non diventare la fotocopia di altre città o paesi cui, stando alle foto e ai filmati, le nostre città stanno sempre più somigliando. E' sufficiente vedere i gruppi di persone, per lo più di colore , che affollano e occupano gli angoli delle strade, le panchine dei parchi, per farsi un'idea. Ma non è solo una questione di programma, è anche 

lunedì 24 agosto 2015

Innocenti domande

Ma trattasi di domande che non mi pare vengano poste ai politici o ai vari volontari e ai simpatizzanti delle migrazioni: chi ha diritto di restare in Italia o in Europa ? Chi non ha questo diritto che cosa deve fare ? Fino a quando e dove deve stare chi può restare in italia? Del resto proprio a Cagliari dei 967 o 963 sbarcati quest'oggi, mi pare che 90 o poco più sono magrebini o marocchini, mentre altri provengono dal medio oriente, il che non vuol dire che sia proprio zona di guerra riconosciuta. Come mai nessuno spiega che razza di guerra c'è in Eritrea o in Nigeria o in Bangladesh o in Marocco? Perché se non sono teatro di guerra è bene saperlo, ma ancora di più sarebbe bene sapere a che punto è la guerra e se il nostro paese e l'Ue sta facendo qualcosa perché questi conflitti, sempre se ci sono, finiscano. Qualcuno ha mai intervistato l'ambasciatore in Italia o nell'Ue dell'Eritrea? Qualcuno ha chiesto all'ambasciatore del Bangladesh o della Nigeria o del Mali o del Senegal, come mai dei suoi concittadini scappano dai rispettivi paesi? E' logico che una persona raccattata in mare viva gratis e mantenuta nei centri di accoglienza o negli hotel con tanto di wifi, acqua calda, campi sportivi, soldi sigarette e ricariche comprese? E, in ogni caso, per quanto tempo? C'è chi vive così , in Italia, da numerosi anni! Come scritto anche ieri, è o non è reato bloccare le strade come avvenuto oggi (mi pare a Milano o dintorni) ? Da non scordare che ci sono i famosi consiglieri o mediatori che istruiscono con dovizia di particolari i migranti su ciò di cui hanno diritto, notizie utili per ottenere il massimo e spremere ben bene le risorse dell'Italia . Come ? sono soldi dell'Ue? Ok, se anche così fosse o anche se è così, allora non vogliamo più i soldi per i migranti, ma i soldi per i nostri cittadini italiani in difficoltà, così come doveva essere anche ai tempi di Monti, quando la BCE elargì denaro per le imprese: peccato che le imprese che hanno ricevuto i soldi sono state poi le banche e non certo i negozianti o le pmi. 

Miti da sfatare

O da rivedere. Tra i miti da sfatare c'è quello che vorrebbe che se non ci fossero lavoratori immigrati, le aziende, la nazione, e le attività produttive in genere, si fermerebbero. Non ne sono per niente convinto. Ho visto lavoratori stranieri lavorare in aziende , ma così come ne ho visto pure italiani. Così come non è né esatto né corretto affermare che gli stranieri pagano le tasse: le pagano come le pagano i lavoratori , dipendenti, italiani. Cioè le tasse, i contributi inps, vengono versati dal datore di lavoro, così come avviene per i cittadini italiani: semmai qualora si tratti di lavoratori autonomi, allora occorre vedere se come dove quando questi, al pari dei cittadini italiani, pagano o eludono o evadono. Ed è qui che occorre fare dei distinguo: da anni, da prima delle invasioni di extracomunitari , sostenevo che un conto è chi non paga le tasse perché non può, e un'altra cosa è chi, ad esempio, come pare facciano sopratutto i cinesi, "fa morire la propria azienda dopo tot anni". Ma lo fanno anche gli italiani: sì ma gli italiani vengono inseguiti e ricercati, mentre con i cinesi pare, almeno in gran parte del paese, non si faccia niente. Così come da tempo rimarco come le tasse siano da abbassare, affinché siano sostenibili e non si debba ricorrere a trucchi o a delocalizzazioni. Due cose e poi vado avanti: se ci sono imprenditori che sostengono gli extracomunitari, può essere che questi capitani operino in regime di assenza o ridotta concorrenza, se non in posizione predominante. Ed è per questo che avere in azienda lavoratori che possono essere pagati di meno e fatti lavorare di più, sia conveniente per queste aziende: e non c'è bisogno di andare a ricercare in zone particolari: è sufficiente entrare dentro alcune cucine di ristoranti, e vedere chi lava le verdure o fa il lavapiatti, e poi sapere se ha un contratto e di che tipo, o come e quanto viene retribuito. Non ce l'ho con chi deve far quadrare i conti, semmai mi posso anche incazzare perché da tempo immemorabile indicavo nelle tasse e nel costo del lavoro, un tallone d'Achille per chi fa impresa: ai miei tempi un operaio montatore di mobili costava, preso da una società di servizi, circa 200 mila lire, tutto compreso, e per le solite 8 ore. Se poi fosse un professionista non è il caso di discuterne, se invece fosse conveniente averlo a libro paga o pagarlo in nero, invece era ed è una valutazione da fare ancora oggi. Ecco che chi non risolve le questioni su costo di lavoro e tasse, non aiuta la ripresa del paese. L'altra cosa da dire è sempre sugli stranieri: una badante che compra all'Oviesse o all'Auchan, non aiuta granché il paese che la ospita e le dà lavoro, alla stessa stregua di un senegalese che compra in un Ld o al Conad, o ancora chi tra questi non acquista un paio di scarpe o un capo d'abbigliamento in un negozio tradizionale che non siano Decathlon o Footlocker , o che mai e poi mai consuma una colazione in un bar (che non sia quello dentro una città mercato). Potrei continuare ma penso sia chiaro il succo del discorso: cioè queste persone qui non lasciano che pochi centesimi e come i cinesi, mandano il più possibile soldi all'estero. Si può approfondire finché si vuole, magari facendo riferimento ai falsi ricongiungimenti familiari o alle strade invase da negozi cinesi (potrei ricordare l'ammonimento di un noto poliziotto cagliaritano, ma vorrei ritrovare l'articolo sul giornale e riproporlo così come è stato detto), ma ci porterebbe a scavare un voragine col rischio di essere ingoiati. Quindi sfaterei sia il mito che senza gli stranieri non si va avanti e non si sta in piedi, sia il fatto che ti danno qualcosa, dato che non consumano niente di nostro: poi sul fatto che non si vogliano integrare, penso sia palese e manifesto, dato che stanno per i fatti loro e siamo noi che dobbiamo andare incontro alle loro esigenze e richieste e soddisfarle. Quindi luoghi di culto e di incontro ove poter praticare sport , sono alcune delle cose che vengono richieste dai loro rappresentanti. Una cosa che alcuni cominciano a notare e come ci siano una miriade di volontari disposti ad aiutare questi stranieri e come non ci siano volontari per aiutare chi è fallito, chi non riesce ad andare avanti con il proprio lavoro autonomo: non solo, ma per i primi ci sono i megafoni dei media, tg e servizi in prima seconda e terza pagina nei quotidiani, omelie nelle chiese e dichiarazioni di attestazione di stima nei vari meeting, per gli altri nisba. Non so ma qualcosa non quadra, e mi infastidisce chi forte del proprio lavoro ben protetto e tutelato o del posto fisso intoccabile e ben retribuito, auspica l'accoglienza mentre non si fa nulla perché chi è finito fuori gioco non è aiutato a reinserirsi. Del resto c'è chi ha visto un bel business pulito con l'arrivo degli immigrati: non si deve commettere nessun crimine creando onlus, ong, società o coop varie , per inserirsi per bene. Una mia amica mi faceva notare che se l'Ungheria o altri paesi chiuderanno e renderanno difficile il passaggio di immigrati attraverso i loro confini, questi prenderanno ,forse, la via dell'Adriatico e arriveranno, come fecero anni gli albanesi, proprio da lì.

domenica 23 agosto 2015

I regali estivi

Domani arriva un altro regalo per i sardi: infatti verranno sbarcati quasi mille cittadini stranieri soccorsi o intercettati in mare. Non ho ben precise info in merito, cioè non so se hanno lanciato un sos o sms a un numero di telefono cui, pare, si rivolgano gli scafisti o chi per loro, affinché vengano raggiunti in mare da navi italiane. Ma i regali non finiscono qui: un altro regalo è quello che il governo e i politici fanno disinteressandosi dei problemi dei cittadini italiani. Occorre sapere che questi cittadini stranieri vengono alloggiati in strutture alberghiere, esigono il wifi, vogliono che i locali siano tenuti puliti, che ci sia il cambio delle lenzuola almeno una volta la settimana, esigono i due euro e cinquanta al giorno, hanno diritto a essere accompagnati e ripresi con dei bus che li portano , nel nostro caso, a Cagliari. Tralascio il fatto che hanno anche diritto all'assistenza sanitaria, che alcuni di costoro hanno, al pari dei detenuti ed ex detenuti, diritto a qualcosa di simile al reinserimento: in pratica hanno qualcuno che gli fornisce, gratis ovviamente, cioè a nostre spese consulenza fiscale e legale, gli dice come e dove e quando ci sono aiuti economici per fare impresa: preciso che a nostre spese vuol dire anche che "a loro gli dici come fare e dai le dritte", mentre agli italiani non dai nessuna dritta, anzi. Mi viene in mente il caso di Mafia Capitale e del funerale del capo dei Casamonica: ho in mente quanto ieri sera a In Onda un ospite afferma che è necessario ripristinare la legalità. L'ospite ha sostenuto che i vigili urbani stanno in ufficio invece che nelle strade; ha anche parlato di auto in doppia fila e di come non si sente la presenza dello stato. A questo punto viene da pensare se è meglio che ci sia un vigile che multa un'auto che ha una ruota su una striscia pedonale o se è preferibile, come spesso succede anche a Cagliari e che si riesce a gestire il problema traffico senza ricevere per forza una multa? Propendo perché non ci siano sceriffi o cacciatori di auto in divieto di sosta: semmai far sapere come funziona lo stato o perché degli impiegati ricevono 100 mila e più euro l'anno, quando sarebbe sufficiente la metà: sapere perché perché una legge venga anche solo esaminata in parlamento richiede mesi e mesi o anni, e perché poi affinché venga riconosciuta e applicata richiede ,ancora, mesi e mesi. Anche questo sarebbe da spiegare e cercare il modo di superarlo, invece , sarebbe da insegnare. Ma siccome c'è chi guadagna dall'invasione dei migranti, siccome c'è chi usa i migranti come arma di distrazione di massa, chi pensa che il problema della mancanza di lavoro e della benzina il cui prezzo non scende è colpa del funerale di Casamonica, ecco che sappiamo chi dobbiamo ringraziare. Ringraziamo anche giornalisti e blogger che parlano ma non propongono. Si chiedano, tra l'altro, se i profughi di Kos, quelli che hanno gettato cibo e messo mobili in strada, che hanno occupato a centinaia l'ingresso del palazzo del comune di Cagliari, abbiano o meno commesso un reato: mi incuriosisce, perché so per certo che se lo facessi io, verrei preso e arrestato, e anche malmenato. Ma loro no, sembrano figli della gallina bianca. 

venerdì 21 agosto 2015

Voi ? Dopo , se rimane qualcosa

Per chi è italiano e magari vive in una regione povera, e intendo povera in tutti i sensi, cioè povera di idee e di cervelli, diventa usuale sentire risposte come quanto titola il post. Se rimangono soldi, posti di lavoro, che non siano già stati impegnati o promessi ad altri, allora qualcosa ci sarà. E in questi giorni tra arrivi di migranti e priorità che relegano in secondo piano le esigenze di chi è nato , studiato e abita ancora in Italia, vedersi defraudato dà fastidio, fa male, fino a che provocherà qualche reazione violenta che dalle parole arriverà ai fatti. Sapere che l'immigrazione è un problema prioritario da mettere in agenda della Ue, non fa stare meglio chi pensava che fosse il lavoro al primo posto e che i posti di lavoro, retribuiti affinché i cittadini possano vivere in maniera dignitosa, fossero prima per gli europei, poi per chi arrivato dopo, seppure profugo o rifugiato.Ma così non è, almeno a sentire i media e sopratutto nel vedere, alla prova dei fatti politici e chi dovrebbe fare  qualcosa e non la fa.

giovedì 13 agosto 2015

Chissà se

Come nel vecchio gioco televisivo di Raffaella, quello del "se fosse", potrebbe anche esserci un politico che dice le cose come stanno. Sarebbe anche ora che invece di propinarci slogan , si dicesse, ad esempio che "l'aliquota unica al 15 per cento, può diventare operativa in dodici mesi": ed ecco come. E via a spiegare che prima , il testo di legge (già preparato da esperti e concordato con una ipotetica coalizione di governo, prima delle elezioni: anzi, il testo fa parte di quelle cose , di quelle intenzioni, su cui o si è d'accordo, o non si fa nessuna alleanza) deve essere approvato prima alla camera e poi al senato, e poi tra una cosa e l'altra, ecco che, ipotesi, è trascorso un anno. Ma siccome ipotizziamo che il nostro o i nostri, hanno i coglioni quadrati, ecco che le leggi devono essere recepite, applicate e applicabili,e quindi non ci possono essere funzionari dello stato che le bloccano o le boicottano, così come si deve fare in modo che non ci sia tar che tenga a impedire i cambiamenti. Anche per questo i nostri, e noi con loro (chi è d'accordo con idee simili), dobbiamo adoperarci affinché ciò che viene fatto sia inattaccabile. Quindi , ripeto, chissà se ci sarà qualcuno che dice le 4 o 10 cose che si debbono e si possono fare: tempi, modi, e benefici se e quando applicate. Una volta proprio Silvio ebbe a dire che l'iter parlamentare è lungo: si rende necessario usare il cervello per trovare ,intanto leggi giuste da stilare, ma sopratutto verificarne i reali benefici e in quali tempi, sennò si cade dalla padella alla brace. Così come una persona che vuole il bene del paese, trova il modo di attuare una moratoria sui crediti che lo stato deve ricevere come tasse, e allo stesso modo invece trova il modo di pagare i propri debiti verso i fornitori, verso i cittadini. 

mercoledì 12 agosto 2015

Non mi arrendo , per ora

Nonostante tutto o quasi indichi che mi ritrovo ,se non in minoranza, proprio da solo, almeno a parole chi si confronta e discute con me, mi dice che ho ragione. Ho ragione quando metto al primo posto il lavoro che non c'è ma potrebbe esserci. Ho ragione quando dico che prima si deve pensare e aiutare gli italiani e poi coloro che non sono stati invitati ma , comunque, sono qui. Ho ragione quando sostengo che bisogna limitare lo strapotere della Gdo e dare una mano ai commercianti. Ho ragione quando nelle magliette e/o negli adesivi o vetrofanie delle auto ci dovrebbe essere scritto "non comprare nella Gdo, scegli i negozi". Ho ragione quando sostengo che la concorrenza (sleale) dei cinesi e degli ambulanti senza licenza crea problemi, sopratutto quando non c'è una campagna informativa da parte dei media e, oltretutto è assente quella da parte dei commercianti. In merito questi ultimi dovrebbero cercare di informare i potenziali clienti su ciò che si trova e si vende nei negozi: la scelta dei fornitori è importante tanto quella che le aziende fornitrici fanno quando cercano un negoziante: ora 

lunedì 10 agosto 2015

Sarebbe bello sapere , ma ...

Ogni volta che succede qualcosa di brutto che riguarda persone e luoghi, che magari sono anche fuori dai confini nazionali, ecco che sono pronti i volontari.
Come mai sono sempre pronti? Mi chiedo se ,che so, un agente di commercio o chi ha un box di ortofrutta o una macelleria al mercato o chi è commesso in un negozio , come fa a lasciare tutto e recarsi ,non dico all'estero, ma anche più semplicemente in Italia per portare , immagino, soccorso a chi è in difficoltà. Mistero, almeno per me .Mi conforta che non sono, almeno di recente, l'unico a porsi queste e altre domande circa i volontari e il volontariato: c'è chi mi faceva notare di come numerose persone siano spesso all'estero, e di come riescano a trovare i soldi non solo per recarsi in luoghi lontani ma ,più modestamente, come e di che cosa vivono. In genere non sarebbero individui che vanno a scrocco nei bus o nei treni, ma in tanti casi sono armati fino ai denti di smartphone e di cineprese, e non se la passano male o malaccio. 

venerdì 7 agosto 2015

Critica i migranti su fb , la croce rossa sospende il presidente sardo Gallistru

Critica i migranti su Fb, la Croce Rossa sospende il presidente sardo Gallistru

Oggi alle 17:18 - ultimo aggiornamento alle 18:28

francesco gallistru
Francesco Gallistru
Il presidente sardo della Croce Rossa Francesco Gallistru è stato sospeso per un commento sgradito sui migranti lasciato sulla pagina Facebook del deputato Giorgia Meloni.
La denuncia è del consigliere regionale di Fratelli d'Italia-An, Paolo Truzzu che accusa: "E' davvero strana l’idea di democrazia e di libertà di pensiero che hanno i profeti del politicamente corretto”.
Così il consigliere regionale sardo racconta l'accaduto: "La parlamentare e leader di Fratelli d’Italia il 28 luglio scorso ha pubblicato un post in cui stigmatizzava l’azione di alcuni immigrati ospiti al residence “Mimose” di Eraclea. Gli extracomunitari, per protestare contro la cooperativa che gestisce i servizi nel centro, avevano lanciato per strada i pasti preparati e serviti loro".
Francesco Gallistru, attraverso il proprio profilo personale, aveva commentato scrivendo queste parole: "Quando da piccolo protestavo per il cibo mia madre mi toglieva il piatto rimanevo senza cena e lo stesso piatto me lo ritrovavo per i giorni successivi… uffi se fossi stato un extracomunitario avrei avuto il diritto di protestare”.
Un commento che - denuncia Truzzu - "è stato ritenuto “gravissimo” e “discriminatorio” dal Comitato centrale della Cri, in quanto rivolto a persone “vulnerabili”, e avrebbe perciò violato il “codice etico e di buona condotta” che guida i soci della Croce Rossa italiana", tanto che per Gallistru sarebbe scattata la sospensione dalla carica.
“La verità è un’altra – denuncia Truzzu – si è voluto zittire con un provvedimento sproporzionatamente duro rispetto ai fatti contestati una legittima voce di dissenso, diversa dall’imperante ideologia del politicamente corretto. Non si è tenuto conto degli anni di servizio nella Cri di Gallistru, del suo pregresso e delle attività di assistenza al prossimo svolte. E' bastato un commento sgradito per cancellare dalla Croce Rossa sarda, letteralmente da un giorno all’altro, il Presidente del Comitato regionale”.
Il post di solidarietà di Giorgia Meloni
Il post di solidarietà di Giorgia Meloni
Giorgia Meloni ha subito espresso solidarietà a Gallistru, annunciando che presenterà immediatamente un'interrogazione parlamentare.
Fonte: unionesarda.it Venerdì 07 Agosto 2015 - Aggiornato alle 19:34