venerdì 16 ottobre 2015
Come un'azienda diventa marginale e poi sparisce
Nel mio campo di lavoro, anzi ex (almeno per ora), cioè l'arredamento per ufficio e , più recentemente arredo casa, si è verificato da fine anni 70 inizio questo secolo, un bel caos. Nel senso che col trascorrere degli anni, le novità tecnologiche hanno influito in maniera determinante e modificato il modo di concepire lo spazio ufficio, e quindi il lavoro stesso. E se oggi una persona ha nel pc o tablet o smartphone il proprio archivio, ecco che un qualunque bar diventa, per l'occasione, un ufficio: non è più necessario, a seconda della professione, disporre di sala d'attesa, segreteria, archivio , sala riunione e ufficio direzionale. E se avete letto la frase precedente, avete visto quanti arredi in meno sono richieste o possono essere eliminati: perché, magari a casa una persona può ricercare e trovare un proprio spazio, ove leggere e scrivere o navigare con la dovuta calma, ma può farne a meno e incontrare i propri clienti in un luogo neutrale. Ecco che la vendita degli arredi ,così come l'ho conosciuta e vissuta io, è stata modificata: non essendoci più tutta questa richiesta, le aziende produttrici hanno potenziato la vendita diretta. e se prima avevano pubblicizzato, nei giornali, solo il proprio fax e numero verde, adesso hanno sito internet e banner, ma sopratutto si sono tolti dai piedi negozianti scomodi e agenti di commercio: i negozianti sono stati sostituiti da negozi diretti o in franchising, da spazi commerciali all'interno della fabbrica o attigui, mentre degli agenti di commercio si fa a meno e si vende direttamente ai negozianti che fanno richiesta o, al massimo, si inviano newsletter una tantum, così se e quando c'è qualche evento, magari in occasione di qualche fiera tipo salone del mobile, per intenderci.Ma anche altri hanno contribuito alla modifica, per ora irreversibile, del mio mondo: i siti specializzati, e le modalità di acquisto della pubblica amministrazione. I primi hanno iniziato accogliendo e invitando gli operatori del settore: quando hanno fatto questo, all'inizio della creazioni di siti e portali, c'era anche la categoria degli agenti e rappresentanti, poi quella dei commercianti , degli architetti e studi di progettazione eccetera. Col tempo era stata inserita anche la solita ricerca e offerta di lavoro: poi, quasi di punto in bianco, la sezione delle categorie professionali è stata cancellata,è sparita, ed è rimasta solo quella delle aziende produttrici o presunte tali (la maggior parte delle aziende ha terzisti e non produce un chiodo): nelle offerte di lavoro si ricercano venditori, architetti venditori, disegnatori eccetera, ma nessuno che debba fare breccia nei negozi di arredamento. Del resto il ciarpame lo troviamo nella GDO, pieno di fine serie e prodotti,troppo spesso difettosi oltreché scadenti, mentre il lavoro piacevole (non solo dal punto di vista economico, ma parlo di soddisfazione professionale) è riservato ai pochi negozi specializzati. Tralascio di citare i negozi che si sono creati un portale tutto per loro,dato che sono quelli che appaiono, ai miei occhi come committenti di aziende di serie B o che erano di serie A , ma che ora sono boccheggianti e devono (le aziende) svendere i propri mobili a dei mobilieri che sono ,sempre secondo me, incapaci di valorizzare e di far comprendere una cassettiera o un armadio. Trattasi di mobilieri che non vogliono intermediari, vogliono la filiera corta ma,non avendo le capacità finanziarie di un'Ikea, non possono prodursi i mobili da soli: al più possono modificarli come tanti mobilieri che adoperano sega circolare, troncatrice, spara punti e seghetto alternativo,nonché i magici avvitatori e tassellatori, ma non possono fare di più. Possono essersi tolti dai piedi gli agenti di commercio, ma non ancora si sono potuti togliere dai coglioni gli studi di progettazioni, gli architetti e,sopratutto, i nuovi nomi. Chi sono i nuovi nomi? Non sono nuovissimi, anzi , sono i marchi già presenti nel settore moda ,ad esempio, che hanno allargato gli orizzonti e scoperto che arredare un albergo, un villaggio vacanze, un centro benessere o una spa , può essere redditizio o comunque fa immagine: e se prima queste forniture, comprese quelle dell'arredo navale, erano peculiarità dei grossi nomi, ora i grossi nomi devono fare i conti con questi volti nuovi: che poi hanno ,dietro di sé, banche , fondi d'investimento, i soliti arabi, e ovviamente, i terzisti (che purtroppo per loro si devono vendere per un piatto di lenticchie). Il punto è che questi volti nuovi hanno la forza della pubblicità ,fatta di redazionali e reportage, che le medie aziende, che sono quelle dei grandi gruppi di produzione, non hanno più: per cui , per colpa di chi non ha mai fatto informazione , nel settore arredamento ci troviamo con persone convinte che per arredare ci vogliono i mobili di Ikea o quelli che troviamo nei servizi giornalistici o in tv. E di questo dobbiamo ringraziare i mobilieri e i produttori traditori. Nel settore delle forniture di mobili per ufficio un bel colpo , in negativo, lo dà la consip e , nel contempo , le aziende produttrici o quelle che sono sopravvissute: giocando ad asso pigliatutto queste si aggiudicano , in pratica si spartiscono tutto quello che c'è. Il fatto è che ci sono un sacco di requisiti da possedere, e poi, come già in passato ho toccato con mano, è sufficiente che questi siano richiesti: fatturato, forniture analoghe, rispondenza a un ben preciso capitolato, tempi di consegna eccetera. Sono sufficienti alcuni di questi requisiti, magari le famose referenze bancarie, perché un'azienda all'inizio sia impossibilitata, sine die, a poter partecipare, non dico vincere, a una sola gara. Non dimentico le cauzioni, in denaro o anche solo assicurative. negli anni 80 e comunque fino al duemila, alcune amministrazioni pubbliche, bandivano gare d'appalto per forniture e servizi, in totale autonomia e con il criterio che "se avevano i soldi, compravano e logicamente pagavano" e nei tempi indicati. L'iter era il seguente: bando di gara pubblicato nell'albo pretorio; il giorno indicato si aprivano pubblicamente le buste con le offerte; aggiudicazione ; fornitura; collaudo; e il responsabile del procedimento provvedeva ,se tutto in regola, alla consegna della fattura alla ragioneria che, in tempi stretti e per fare anche bella figura, emetteva il mandato; andavi in banca e ti prendevi i soldi.Fine della storia. Dicevo bella figura perché, notoriamente, le pubbliche amministrazioni pagavano a "babbo morto" e riuscire a pagare entro tempi certi, e da loro stessi indicati o addirittura prima, era motivo di orgoglio. In settori diversi accadono cose simili, ovvero, chi prima ti fornisce poi ,dopo che si è servito anche di te, ti fa fuori: se prendiamo le varie iniziative di campagna amica o similari, possiamo vedere che chi dovrebbe fornire ristoranti e negozi di ortofrutta, in realtà si mette in competizione sopratutto con i negozianti, con i rivenditori. Lo fa vendendo a un prezzo più basso e, vendendo in azienda anche con orari che il negozio non può osservare. Da quando poi alcuni operatori agricoli partecipano anche alle sagre, si è passati dalla semplice vendita, alla somministrazione di cibi cotti e bevande: ecco che la concorrenza non è più solo verso il negozio al minuto ma anche verso il ristoratore . Questi ultimi devono subire anche la concorrenza dei bar e dei circoli privati, degli agriturismo e più di recente di chi cucina in casa per terzi. Si potrebbe parlare anche di altri settori ma lascio che sia il tempo a far arrivare, anche da noi,avvocati e studi di progettazione stranieri e che operano a prezzi ,almeno per ora , stracciati . Per adesso questo modo di operare, secondo me sleale, ha riguardato la mia categoria e poche altre, anche se le conseguenze sono state devastanti: quando toccherà ad altri, allora vedremo se questi faranno qualcosa .
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