venerdì 9 ottobre 2015

Cane mangia cane

Ho appena lasciato un commento su Comedonchisciotte.org e mi viene in mente di riprendere, brevemente, un'osservazione che ho proposto in diverse occasioni soprattutto nel vecchio blog che avevo su leonardo.it ma che ha trovato spazio anche qui.In sostanza oggi le aziende produttrici o che più semplicemente commercializzano prodotti altrui , tendono a vendere senza servirsi di intermediari. Malvolentieri sopportano ancora i grossi negozianti che sono presenti , ancora per chissà quando, nelle grandi città: diversamente si avvalgono dell'idea di franchising o di negozi propri, ma ancora di più fanno adoperando il web. Infatti in quasi tutti i loro siti (i social non li frequento e non so come funzionano) è presente il carrello, l'indirizzo mail, talvolta un numero verde: ciò comporta che si può avere un'idea del costo, e comprare on line senza ricercare l'oggetto nei pochi negozi ancora superstiti o nei centri commerciali. Chi produce indica, talvolta e a seconda del prodotto, punti vendita: penso all'arredo bagno e rubinetteria, alle automobili o alle moto. Le griffe hanno negozi diretti, show room , e pagano pagine pubblicitarie e banner. Quanto sopra, unito a chi fa raccolta di produzione altrui e commercializza attraverso portali o grossi centri commerciali, ha decimato un esercito di commesse, di commessi viaggiatori, di venditori porta a porta, di negozi tradizionali, di rappresentanti e agenti di commercio, di grossisti. Tutti fatti sparire dalla faccia della terra. Se poi qualcuno pensa che i milioni di immigrati siano stati o siano dei potenziali clienti, si sbaglia e di grosso pure: infatti non ho mai visto entrare un senegalese o un filippino, una ucraina o una rumena, in un negozio tradizionale per effettuare acquisti: semmai se mi fossi sbagliato, e chiedo venia , posso aver visto costoro, con un frequenza maggiore in una farmacia e di certo nei negozi gestiti dai cinesi. Concludo osservando come questi ultimi, di recente almeno qui da noi a Cagliari , hanno aperto sartorie e negozi dove effettuano riparazioni di smartphone e pc. Hanno altri soldi da investire, evidentemente, o come dicono le malelingue da ripulire.

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