Risolvere
o anche valutare crisi economiche e sociali, può portare a rivedere
quasi completamente il modo in cui attività economiche e sociali si
sono svolte fino ad oggi: rivederle, cioè, in toto e non ad esempio
intervenendo solo su ciò che, al momento , è più visibile. Se
prendiamo come esempio il fenomeno della prostituzione, ciò che la
maggior parte della gente vorrebbe è che le lucciole sparissero
dalle strade, e che quindi queste esercitassero non più in strada ma
in appartamento. A questo punto i nodi vengono al pettine, dato che
nessuno gradisce che esercitino nel proprio palazzo (forse solo chi
dà casa in affitto): c'è poi la questione fiscale, quella
sanitaria. Ergo è tutto da rivedere anche se, pensandoci bene, si
potrebbe cominciare dal togliere le prostitute dalle strade ben
sapendo che non si risolve il problema ma si fa un passo verso una
delle possibili soluzioni. Questa introduzione vuole dimostrare che i
provvedimenti tampone possono sì servire ma, in tempi certi occorre
portare a termine il cambiamento. Perché non viene fatto questo
piccolo intervento nel caso delle prostitute? Perché non vengono
fermati i migranti? Perché non si fa niente per il commercio e le
pmi? Perché non si
attua nessuna riforma fiscale? Si può proseguire
nell'elencare tutta una serie di riforme, dalla sanità alla
giustizia, dai trasporti alla scuola, ma la ragione per cui non si fa
nulla è che a qualcuno sta bene così. Ai grossi centri commerciali
cambiare le regole farebbe male, sarebbe un danno, anche perché si
tratterebbe di introdurre, di invitare le persone a vedere le cose da
un'altra angolazione, facendole ridiventare consapevoli
dell'acquisto. E' un po' come la questione dell'etichettatura nelle
confezioni alimentari: certo è importante il luogo di lavorazione,
lo stabilimento in cui il prodotto è lavorato, ma lo è anche la
provenienza della merce, degli alimenti, che vengono lavorati e
trasformati. Ora da quanto ne sapevo, l'Ue aveva vietato che alcune
informazioni fossero elencate nell'etichetta, e tra queste la
provenienza delle materie prime. Se io fossi al governo, inviterei
invece proprio le aziende a fornire il maggior numero di informazioni
e ne riporterei anche nel sito aziendale. Io lavoro così! La mia
azienda trasforma questo e questo, che proviene da qui e da là :
punto e a capo. Poi se altri prendono ,che so, latte microfiltrato o
latte metà italiano e metà estero, o tutto estero... facciano
quello che vogliono e che la legge gli consente. Ma se voglio anche
un po' di bene alla nazione che rappresento e che guido, devo fare
una scelta che porti a vivere meglio gli italiani: e questa scelta
deve essere la qualità, e la chiarezza. Questo argomento ,insieme a
quelli legati alle tasse e al fisco , alla sanità e ai trasporti,
alla scuola e al commercio, sono messi in ombra dalla questione dei
migranti, dai matrimoni gay, dal gender , dallo ius soli, dalla
riforma del senato: tutte cose da vedere, ma dopo che gli italiani
avranno ripreso ad aver piacere di vivere nella terra dove sono nati
e cresciuti. Invece le cose non stanno così se per prima cosa c'è
la ricerca di case o alloggi per gli stranieri che vengono qui da noi
per cercare di stare meglio: e per chi è nato qui non c'è nessun
interesse? Non importa se qualcuno si suicida perché perseguitato
dal fisco? Non importa a nessuno dei volontari che accolgono i
migranti se, ad esempio, un negozio chiude, una fabbrica è costretta
(o invitata) a delocalizzare? Nessun politico, addetto che so al
settore del commercio e delle attività produttive, si è mai chiesto
dove i cinesi che aprono negozi uno dopo l'altro, trovano i soldi? E
qualche compagno della prima ora si è mai interrogato sul perché un
commerciante non versa l'iva e paga prima il commesso, poi la
corrente, poi il telefono , poi la merce, poi l'affitto? Forse alcune
di queste domande dovrebbe farsele chi continua a incensare il papa,
che secondo una giornalista di Agorà è uno che non le manda a dire:
peccato che dica le cose sbagliate o che ,al momento, non sono le più
importanti. C'è infatti chi parla di ridurre le tasse ma ,all'atto
pratico, non interviene come fece Putin e di recente Orban , e cioè
abbassando l'iva dove è necessario, favorendo i consumi interni: da
noi, al contrario, si pensa che se le aziende vendono bene
all'estero, le cose vanno bene. Vanno bene per i soci di quelle
aziende esportatrici, ma non alimentano il consumo interno: non è
detto che quegli operai, se mai ne sono rimasti visto e considerato
che buona parte del lavoro è automatizzato, vadano nei negozi a fare
spesa. Quindi ecco spiegato perché le cose importanti, come il calo
del consumo interno, vanno viste in toto e non soltanto in ciò che è
più evidente: ma, cosa più grave, è farsi distrarre da episodi di
cronaca che servono esclusivamente a intenerire i cuori soltanto per
certe questioni. La persona che chiede l'elemosina e intasca, a fine
giornata, cento o duecento euro: e poi scopri che ha casa pagata, può
andare a fare due o tre pasti, gli danno le sigarette, gli pagano un
sacco di cose, lo vestono e lo calzano, e se capita gli danno pure un
lavoro. A te, niente, anzi! Se poi,come sappiamo, immigrati o
categorie svantaggiate, ricevono le dritte e i fondi per avviare
attività commerciali e produttive, tocchi ancora di più con mano
che a te,fallito disoccupato inoccupato, ti hanno e ti stanno
fottendo . Un'altra cosa da non dimenticare è che c'è chi vorrebbe
riuscire a non far parte della lunga fila di richiedenti aiuto: in
sostanza vorrebbe che gli fosse concesso di avere terra da coltivare,
denaro per poter avviare un'attività, un posto di lavoro, un reddito
di cittadinanza, un tetto per dormire. Il tutto senza doverlo
elemosinare e senza dover perdere la propria dignità. Al contrario,
c'è gente, e ne ho le prove, che spera che tu non ce la faccia, che
debba sempre e comunque ricorrere ad aiuti forniti dalle solite
onlus, coop, caritas, associazioni varie, assistenti sociali e così
via: sembra che godano quando vedono e sanno che sei in difficoltà.
Ma siccome i tempi cambiano, ora è più redditizio il migrante, lo
straniero: del resto secondo un amministratore tedesco, non so se
sindaco borgomastro o cosa, uno straniero costa 12mila o 15mila euro
l'anno; tuttavia secondo il ministro degli esteri della Serbia o
della Macedonia, proprio correggendo quanto detto
dall'amministrazione tedesca, la Germania paga le spese dei
rifugiati, solo per due o tre mesi, per cui per associazioni o chi
vuole trarre profitto la cuccagna dovrebbe finire dopo tot di mesi.
Certo si può anche far arrivare dei sostituti che ,per altri tot di
mesi forniranno una buona entrate, e così via. Voler invece
sistemare le cose, quello non piace a nessuno. Per dirla con chi
studia il cervello, la mente umana: volersi impossessare e mantenere
il possesso degli altri sembra questo essere lo scopo di numerosi
esseri umani; c'è chi lo fa in famiglia, padre padrone, e chi quando
diventa amministratore o fa il politico di professione. Nessuno che
abbia il piacere di dire: spero che non abbia più bisogno del mio
aiuto o del fido in banca o delle agevolazioni statali.
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