Ogni volta che succede qualcosa di brutto che riguarda persone e luoghi, che magari sono anche fuori dai confini nazionali, ecco che sono pronti i volontari.
Come mai sono sempre pronti? Mi chiedo se ,che so, un agente di commercio o chi ha un box di ortofrutta o una macelleria al mercato o chi è commesso in un negozio , come fa a lasciare tutto e recarsi ,non dico all'estero, ma anche più semplicemente in Italia per portare , immagino, soccorso a chi è in difficoltà. Mistero, almeno per me .Mi conforta che non sono, almeno di recente, l'unico a porsi queste e altre domande circa i volontari e il volontariato: c'è chi mi faceva notare di come numerose persone siano spesso all'estero, e di come riescano a trovare i soldi non solo per recarsi in luoghi lontani ma ,più modestamente, come e di che cosa vivono. In genere non sarebbero individui che vanno a scrocco nei bus o nei treni, ma in tanti casi sono armati fino ai denti di smartphone e di cineprese, e non se la passano male o malaccio.
C'è poi chi si chiede come mai non esistono volontari per i familiari delle persone che, per diverse ragioni quasi tutte legate all'economia, si sono suicidate: possibile che nessuno , a parte quelli del recupero crediti (statali e non ) , si interessi di chi è rimasto senza niente (debiti ereditati a parte)? Perché occorre ricordare che dopo i resoconti quotidiani degli anni tra il 2011 e il 2012, se non erro, a far data dal 2014 e ancor oggi, dati ufficiali sui suicidi non sono più diffusi e disponibili e, cosa strana (?) anche nei giornali sono difficili da ripescare. Sarà perché non si vuole più parlare di certi argomenti? O per altri motivi che, al sottoscritto e ad altri, sfuggono? A me pare che siano temi di scarso interesse e mi ricordano le battaglie contro l'introduzione obbligatoria dei registratori di cassa a fine anni 70 e inizio anni 80: avevano voglia di entrare, in numerosi gruppi di persone, nei negozi tipo Upim e Rinascente per fare acquisti e farsi rilasciare scontrini o fatture: forme di protesta inutili e infantili, almeno per i risultati, ovvero zero spaccato! E così anche oggi a raccolta di firme, le mail, il volantinaggio, oltre ai sit in , servono a poco o nulla. Ciò che forse potrebbe servire per affrontare questi temi e affinché non si raffreddino e cadano nel dimenticatoio, sono un elenco di cose da fare e spiegare come e in quali tempi siano realizzate e realizzabili. Diversamente succede che si ritorna a proclami elettorali, a slogan, al "noi faremo", ma ben sapendo che sono tutte menzogne. Al contrario spiegando punto per punto il cosa e il come e il quando, risulta tutto comprensibile anche a uno zoticone come me, anche a persone digiune di economia.
Ecco che sarebbe bello sapere se chi parla, che so, di aliquota unica dicesse come e in quanto tempo potrebbe essere applicata o applicabile: così come vedrei di buon occhio l'abbassamento degli oneri iva nonché l'abolizione delle accise sui carburanti. Ma anche in questi casi occorre che ci siano all'opera persone che conoscono come si devono e possono svolgere questi provvedimenti, così come sono necessarie persone che sanno come dimezzare il numero delle leggi presenti nei nostri codici. Per ultimo non posso non riparlare dell'immigrazione o secondo altri del'invasione: nel farlo ricordo di una coppia di cittadini baresi che si è trovata bene in vacanza qui in Sardegna, ma che lamentava la presenza dei venditori extracomunitari nella spiaggia: ogni cinque minuti c'era uno di costoro che voleva venderti qualcosa. Troppi e troppo invadenti. Stando a quanto mi hanno riferito, dalle loro parti, sono meno e meno invadenti. Il punto che voglio evidenziare è il solito: ovvero come dice il premier ceco ,siccome nessuno ti ha invitato, se vieni qui da noi rispetti le nostre leggi e usanze, sennò te ne devi andare. Vado oltre solo per rimarcare, se mai ce ne fosse bisogno, che non si sa quanto queste persone si devono trattenere nelle nostre città o regioni; che cosa devono fare nel frattempo e ,sempre sottinteso, per quanti giorni , mesi o anni. Ricordo anche giusto per la cronaca, che in altri paesi, non è tutto rosa e fiori, e nemmeno per chi, non da un giorno né da un anno, ma anche da 25 anni ci vive e lavora, che la cittadinanza non viene rilasciata: un esempio è il Qatar. E la motivazione è la più semplice e ovvia: nel mio paese chi ci è nato deve governare e decidere, e se venisse concessa a chiunque ,anche per motivi di lavoro, vi soggiorna, il rischio è di diventare per i nativi, minoranza e venire così estromessi dalle decisioni. Chiudo ricordando che il Qatar non concede o prevede la doppia cittadinanza, il doppio passaporto. Così , giusto per sapere.
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