mercoledì 27 dicembre 2017

Conflitti interiori

L'educazione ricevuta e la preparazione culturale, ovvero ciò che si è appreso e ciò che si continua ad apprendere, sono la base della nostra esistenza. Intendo dire che , ad esempio, il voler conoscere meglio i meccanismi di come funziona la burocrazia, è un motivo per poterla migliorare: e una persona si interessa a questi temi se ha ricevuto un determinato tipo di educazione e formazione che la spingono a porsi domande. E' logico che se ne potrebbe interessare nel momento in cui si accorge che non gode di alcuni servizi fruibili ,però , altrove: ma il punto è la spinta che si ha ,quasi come se fosse una cosa innata, nel voler capire. La sfera di interesse che ognuno di noi ha , è ampia. Nel mio caso, oltre a essere uno che non ha mai sopportato le ingiustizie e il nonnismo in senso lato, c'è stato e c'è interesse per temi che, di norma, vengono ignorati: o meglio, sono trattati partendo da punti fermi che però sono stati stabiliti in maniera discutibile. Venendo al sodo una cosa che mi ha sempre affascinato è la nascita dell'uomo, del perché è qui ed è fatto così, perché non comunica o meglio comunica male con le altre creature del pianeta: insomma argomenti da affrontare "sotto l'ombrellone", così da giustificare eventuali baggianate o deliri. Invece gli argomenti sono basilari, ma senza voler giungere a paradossi alla De Mello, che mi direbbe, credo anzi presumo "caro amico, tu sei come quello che si rifiuta di guidare la macchina perché non ha ancora finito di leggere il libretto di istruzioni": ed è qui, mio caro Antonio, che ti volevo. E' vero , mi piacerebbe avere quel libretto, ma purtroppo ci sono stati consegnati, nel corso dei secoli o dei millenni , testi ritenuti sacri ma che forse hanno ben poco di sacro, dato che sono pieni di inesattezze e di principi che oggi non sono,almeno dal sottoscritto, condivisibili. Non ci sto. Dall'occhio per occhio, laddove io vedo, semmai , giustizia ma non certo vendetta, al massimo posso accettare la prevenzione e un minimo di controllo sociale ma escludendo la programmazione e gli obblighi. In parole povere non si sa perché siamo qui, o almeno io non lo so, come non si sa cosa succede dopo la morte. Per non parlare della chimica nei rapporti umani, scoprendo che se lei o lui ti piacciono, non è per scelta tua: e poco importa se vanno a quel paese canzoni o poesie d'amore, ma per chi è sempre stato convinto che c'è il libero arbitrio, per estensione anche quello va a farsi benedire. Come vedete piano piano si arriva ai punti caldi, forse più interessanti ma sempre più cupi: pensare che alla fine, in concreto, io non conto niente, che tutto ciò che provo non è qualcosa di mio, mi fa stare male e in ogni caso mi impensierisce. Ne consegue che le famose arti, quali la musica, che sarebbero qualcosa che dovrebbe elevarci verso creatori o creatore del mondo, ultimamente mi sta portando tristezza e non riesco ad ascoltare un brano musicale fino alla fine: di più spengo. Ma come sappiamo il cervello, (chissà chi lo ha programmato così?) continua a lavorare, mi sveglia di notte, mi perseguita, difficilmente riesco a tenerlo a freno: so bene che con qualche compressa o sciroppo o iniezione tutto ciò ,quasi certamente, cesserebbe, magari gradualmente ma finirebbe il tormento,la tortura. Però le mie domande, resterebbero. Brutto fingere e far finta di niente: non ci riuscivo da ragazzo e neanche adesso. I miei educatori, che purtroppo non ci sono più, mi hanno detto che è giusto e doveroso interrogarsi, chiedere, voler capire, dubitare. Ahimè , non solo loro non ci sono più, ma non c'è nessuno che abbia piacere di colloquiare su questi temi. Peccato.

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