di LUIGI CORTINOVIS
La definizione dei nuovi tagli sulla sanità e sulle farmacie, la
rivisitazione delle province e una ricca messe di micro-norme, ma anche
una novità che avrà impatto sulla vita di tutti i cittadini: i medici
dovranno sempre più indicare nelle ricette i soli principi attivi,
limitando i ”farmaci griffati” ai soli malati cronici che già li usano.
Si potrà ancora prescrivere un medicinale indicando il nome commerciale,
ma – in questo caso – bisognerà spiegarne le ragioni.
Il decreto della Spending Review taglia il primo traguardo, il più
difficile. Passa l’esame della commissione Bilancio del Senato e domani
approda nell’aula di Palazzo Madama dove è attesa una fiducia-lampo. Il
provvedimento, che sarà accorpato con quello sulle dismissioni, sarà
approvato definitivamente dal Senato già domani sera, o al massimo
martedì mattina. Dovrà infatti essere approvato anche dalla Camera prima
di iniziare le ferie estive.
Il provvedimento, nel corso dell’esame, ha subito alcune modifiche.
Spesso di dettaglio, che però ”salvano” molti degli enti che nella prima
scrittura fatta dal governo erano stati cancellati, ma governo ha però
portato un risultato a casa: i saldi del decreto ”sono rimasti
assolutamente invariati”, sostiene il sottosegretario all’Economia,
Gianfranco Polillo, che per il governo ha condotto la battaglia in
commissione. Insomma non ci sarà piu’ l’aumento dell’Iva ad ottobre (lo
si prevede per il 2013 però). ”In 5 giorni – spiega – abbiamo fatto una
sorta di finanziaria, che richiede tre mesi: un piccolo miracolo”.
Contento lui…
Certo il sottosegretario non nasconde che sono state introdotte
alcune modifiche che ritiene marginali e – soprattutto – ”autocoperte”.
Sicuramente il decreto ha snaturato la propria natura, il che è molto
italiano. Più che guardare alla spesa, le rimodulazioni previste sono
state coperte con nuove imposte – come per la ”possibilità” che 8
regioni in rosso aumentino l’Irpef locale, o la batosta sugli
universitari fuori corso – oppure con modifiche sanzionatorie. Insomma,
altre gabelle, altra recessione. Le multe Antitrust per pratiche
commerciali scorrette, ad esempio, potranno salire fino a 5 milioni di
euro!
L’assalto delle lobby ha però salvato molte piccole e grandi
strutture: dall’autority sui fondi pensione, la Covip, al Comitato per
le pari opportunità, dal fondo Ovi per i comuni confinanti alla Cineteca
Nazionale. Il parassitismo è nel dna di questo paese. La transenna
messa dal presidente della Commissione Bilancio, Antonio Azzolini, ha
tenuto solo in parte: così è diventata solo una ”possibilità” (come dire
che non si farà) la vendita delle società controllate dagli enti
locali, che alcuni considerano solo un poltronificio (e lo sono). E’
slittata di qualche mese la soppressione di Arcus spa e della Fondazione
Valore Italia; sono saltati i 30 milioni di tagli alla ricerca; sono
arrivati micro fondi per micro-esigenze sul territorio, una specie di
“legge mancetta”. Ma il governo ha tenuto duro sulle Province per le
quali ha previsto una revisione mantenendo il taglio di Terni, Isernia,
Matera. Ha poi trovato risorse per la ricostruzione in Emilia. Sulle
farmacie poi è riuscito a sventare, ma solo in parte, un emendamento che
eliminava il taglio degli sconti sui farmaci (la moglie di Bersani è
del settore…). E, certo, l’arrivo della ”stretta” sui farmaci di marca
non è certo una ciliegina sulla torta per la filiera del farmaco che è
già sul piede di guerra. Il resto della guerra, tra agosto e settembre.
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