Qualche buontempone ha cantato vittoria troppo presto.
Certo, non poteva sapere che quell’idrovora, quel pozzo senza fondo se
preferite, che risponde al nome di Rai (l’azienda più lottizzata del
mondo) sarebbe, invece, tornata all’attacco, pretendendo che i sudditi
di sua maestà Monti paghino subito “la tassa di possesso” se sono
titolari di computer.
Riassumiamo: ricordate la campagna scatenata un paio di mesi
fa quando la televisione di Stato inviò a centinaia di migliaia di
uffici la richiesta per correre a pagare il “canone”? La Rete si sollevò con una sola voce e sulle agenzie di stampa apparve
la notizia che “mamma Rai” avrebbe fatto retromarcia,http://www.lindipendenza.com/rai-canonespeciale/
che si trattava di una mistificazione giornalistica, una voce fuor di
senno di qualche politico buontempone. Balle! Con data generica “Giugno
2012” e con in “Oggetto” la dicitura “Abbonamento speciale Tv, sollecito
di pagamento” è arrivata – o sta arrivando – ad una miriade di
imprenditori una lettera poco accomodante, con allegato un bollettino
postale da 200, 91 euro. Mittente? Il direttore dell’Amministrazione
Abbonamenti Rai di Torino.
Cosa c’è scritto nella missiva? “Gentile Signore,
nonostante le nostre precedenti sollecitazioni non ci risulta che Lei
abbia sottoscritto un nuovo abbonamento speciale alla televisione”.
Bando alle ciance, già nel capoverso successivo parte l’intimidazione:
“Le ricordiamo che le vigenti disposizioni normative impongono l’obbligo
di pagamento di un abbonamento speciale per chiunque detenga, fuori
dall’ambito familiare, uno o più apparecchi atti o adattabili – quindi
muniti di sintonizzatore – alla ricezione delle trasmissioni
radiotelevisive, indipendentemente dall’uso al quale vengono adibiti”.
Capito bene? Traduzione: “Hai un computer? Non è collegato nemmeno
all’Adsl? E chi se ne fotte, potresti farlo! Quindi paga e taci somaro
d’uno schiavo”! Robetta che nemmeno quelli che bazzicano la “Gomorra” di
Saviano oserebbero chiedere ai negozianti. Roba degna d’essere
rubricata alla voce “estorsione”.
Qualche riga sotto – in grassetto – è possibile leggere queste altre parole:
“Ricordiamo altresì che, dal corrente anno, le imprese e le società
devono indicare nella relativa dichiarazione dei redditi, il numero di
abbonamento speciale alla radio o alla televisione per la detenzioni di
apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni
radiotelevisive”. Repetita juvant avran pensato, meglio intimidare due
volte il contribuente, si sa mai…
Quando aprite la busta, oltre alla nota di cui sopra, trovere
tutto l’occorrente del caso per adempiere al vostro “dovere di sudditi
onesti”, compresa la fotocopia intestata “Ministero dello
Sviluppo Economico – Dipartimento delle Comunicazioni”, con tutti i
chiarimenti di legge. E – godete cari lettori – “annuntio vobis gaudium
magnum: in testa alla “enciclica ministeriale” c’è il nome
dell’impareggiabile, immarcescibile, gran dottore della gabella Attilio
Befera. Che libidine…
Così va l’Italia. In attesa che la vergognosa tassa
per mantenere una pletora di parassiti del piccolo schermo statale, per
chi volesse approfondire alleghiamo qui sotto la documentazione del
caso.
fonte lindipendenza.com
articolo visto su rischiocalcolato.it e copiato e postato sul mio blog
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