venerdì 20 luglio 2012

Il sardo non è una lingua ma un dialetto. Lo ha deciso la corte di Cassazione

La corte di Cassazione offre ulteriore materia di dibattito e confronto tra linguisti e studiosi di lingua sarda. Una sentenza appena pubblicata liquida infatti il sardo come dialetto e non lingua .
Lo afferma in un dispositivo che aveva preso in esame una serie di ricorsi di un condannato a 10 anni per una vicenda legata a un traffico di droga. Uno dei ricorsi riguardava il mancato utilizzo di alcune trascrizioni dal sardo di intercettazioni ambientali.
Secondo i giudici della cassazione il sardo non può essere assimilato a una minoranza linguistica riconosciuta, come la francese in val d'Aosta, la tedesca e ladina in Trentino Alto Adige, la slovena in provincia di Trieste; le uniche ammesse dal codice che vieta anche l'uso delle trascrizioni delle intercettazioni.
Una sentenza che evidenzia ancora quanto sia lunga la strada per dare concreta attuazione al principio del sardo come lingua pienamente ricnosciuta.
                                       fonte unionesarda.it


Vi risparmio i commenti che sono presenti nel sito del giornale ma, come sempre, dobbiamo subire le imposizioni altrui di questi miliardari di stato: perchè non ha
giudicato chi percepisce 1.000 euro di stipendio,ma chi con questa sentenza intende colpire in maniera velata ogni tendenza e ogni spinta verso l'indipendenza e l'autonomia da Roma. La nostra identità è anche nella lingua che , è vero che ha parlate diverse a seconda delle zone, ma bene o male ci accomuna tutti. C'è sopratutto in alcune aree la tendenza a non esprimersi in sardo sopratutto nelle realtà in cui operano persone che provengono da altre regioni d'Italia: penso a uffici pubblici. Ricordo ancora il mio professore di latino e greco che ci rimproverava perchè non parlavamo in dialetto: eppure il liceo che ho frequentato, il Siotto, non era e non è quello considerato "in" che è l'altro, il "Dettori". Lui ci faceva notare come in altre regioni tutti adoperassero la lingua locale per dialogare tra di loro, mentre se si doveva parlare con un forestiero allora si usava l'italiano: a volte poteva succedere di mescolare l'una e l'altro, ma era il concetto che il prof voleva far entrare nella testa, e cioè che la lingua locale, volgarmente detta dialetto, contiene delle parole e dei termini che ci riportano e ricordano le radici del nostro popolo e della nostra terra. Perse quelle diventate, come siete ora, dei pinco pallino qualsiasi, come un albergo Sheraton, ovvero tutti uguali e tal punto che devi esibire un documento per dimostrare la tua origine e provenienza. Del resto ci stanno imponendo l'uso dell'inglese, e questi furfanti di europarlamentari, cioè coloro che firmano i documenti senza averli letti e compresi, dato che sono scritti in inglese,  non dicono niente in merito e non difendono nemmeno la propria lingua , ossia l'italiano.
nb.: i documenti ufficiali di solito sono come nel trattato di Lisbona lunghi , barbosi e incomprensibili ai più (lo ha detto pure il dottor sottile, Amato: quello da 30mila euro di pensione mensile) e queste persone multimilionarie, non capiscono niente di quello che c'è scritto nemmeno se tradotto.
Oggi abbiamo un motivo in più per continuare la battaglia per essere considerati persone: ricordo che lo facciamo anche per le altre persone, ovunque esse siano, che si sentono o sono pressate e vessate ed emarginate. 

Nessun commento:

Posta un commento