venerdì 6 luglio 2012

C'è chi non vuole capire: e sono tanti

Leggendo i commenti ma sopratutto gli articoli e i post riguardanti la crisi mi pare di capire che in tanti non hanno capito niente. Eppure mi sono prodigato in commenti , ma inutilmente. Non è che al governo facciano meglio. Se andate in giro e leggete anche voi, tanto i siti sono
numerosi, e se siete schifiltosi potete sempre optare per i giornali di regime online, troverete di sicuro idee per il rilancio: peccato che riguardino,sempre e comunque, le esportazioni e mai e poi mai il consumo interno. Come forse sapete mi sono occupato e mi occupo di arredamento, in particolar modo di mobili: ebbene sono sicuro che ,ad esempio, tanti uffici andrebbero rivisti dal punto di vista dell'arredamento. Per esempio la sala d'attesa o anche gli ormai piccoli archivi, forse necessiterebbero di scaffali nuovi e decenti.Ma se non permettiamo a chi lavora qui, in Italia e per gli italiani, di rinnovarsi, se alla famiglia che vuole un divano nuovo perchè quello attuale ha 10 anni, non daremo la possibilità al negoziante locale di vendere e di restare a galla.Invece che cosa proponiamo? Dove andiamo a parare? Sempre e comunque di beni e servizi destinati all'estero, ad altri mercati e ci dimentichiamo del venditori di jeans locale, del ristorante semivuoto: se non facciamo muovere l'economia locale i ristoranti e le pizzerie saranno o semivuote o piene ma di persone che consumano sempre meno. In alcuni bar che conosco so per certo che i frequentatori abituali li vedono solo una volta al giorno: quando questi si prendono il primo e unico caffè della giornata. Magari trattasi del venditore di abbigliamento o di oggettistica, del venditore di tende o di quello che ha la lavasecco: ma se lì, in queste attività non ci va nessuno,o se nessuno compra a sufficienza, anche il bar e i ristoranti risentiranno, al pari del benzinaio e del fruttivendolo di questo rallentamento, fino alla inevitabile chiusura , processo che passa , in primis, per un ridimensionamento fatto di licenziamenti, diversificazione, frazionamento del locale , svendita e chiusura...se si è fortunati. Ma tutto questo i guru dei vari siti, gli economisti che non sono al governo e che ti aspetti propongano qualcosa di nuovo, diverso e alternativo risolutivo, non lo capiscono: forse stanno così bene di loro che non gli interessano i poveracci, quelli che a parole vengono o venivano definiti la spina dorsale dell'economia italiana: del resto anche chi aveva proposto, e anch'io ero d'accordo, di dare lavoro a centinaia di migliaia di giovani attraverso dei corsi di lavoro che poi sarebbero dei lavori veri e propri (anche se a tempo) in vari settori (dalla manutenzione delle strade ai siti archeologici): eppure tale proposta l'aveva fatta Blondet anni addietro, e altri l'avrebbero potuta benissimo fare loro e perfezionarla, magari rendendo il lavoro di costoro a tempo indeterminato. Del resto se prepari una persona dovresti tenertela e non perdere le sue capacità. I vari guru e saccenti sono o immagino siano assidui frequentatori dei centri commerciali: la  scusa di avere poco tempo disponibile è un vecchio trucco, simile a quello che prende tutti i giorni l'auto con la scusa che "poi si deve spostare" e quindi ...
E' un vero peccato che le varie battaglie contro i centri commerciali non si vogliano mai fare: eppure ci vuole poco a capire, facendo i conti, che quelli non sono dei veri posti di lavoro nè sono qualificanti: lasciamo perdere la qualità di tanta roba che c'è sugli scaffali. Concludo rimarcando,se mai ce ne fosse bisogno, che tacere sulle piccole aziende, siano queste il panificio locale o il negozio di scarpe, è e sarà un boomerang: un po' come per gli statali : quando questi se ne sbattevano i coglioni delle difficoltà in cui versavano (e versano) le partite iva, quando applaudivano per i controllori di scontrini, ignoravano che poi sarebbe arrivato il loro turno. E lasciamo perdere se le ragioni sono la distruzione del tessuto sociale e della nostra economia: semmai ci interessa il rimedio, immediato, pur sapendo che significherà la lotta a viso aperto contro il governo Monti e chi lo appoggia. 
So bene che ci sono le questioni monetarie, ma non possiamo continuare a lasciare ferme le attività locali: sì lo so che ci sono i saldi, ma non sono risolutivi per questa crisi creata ad hoc. Il mio cruccio è che coloro che hanno capacità e voce in capitolo. si parla sempre di altro e mai di cose concrete: è un brutto vizio che non porta a niente.
Verranno a chiedere voti un giorno o l'altro: pareggeremo i conti.

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