Anche se la decisione del ministro del Lavoro deve ancora trovare applicazione, al Mae bloccano i tirocini. Protestano i neolaureati.
Addio stage gratuiti. E il governo blocca tutti i tirocini per non dover pagare neo-laureati in cerca di esperienza. È l’effetto di una riforma a costo zero: stop a stage gratuiti ma senza oneri per lo Stato. E se lo Stato non può spendere di più, addio ai tirocini gestiti dalla Crui, ad iniziare da quello, ambitissimo, al Ministero degli Affari esteri.
I rettori polemici. Protesta
la Crui, la Conferenza dei rettori delle università italiane. “I numeri
parlano chiaro. Undicimila ragazzi in 10 anni hanno portato a termine
un’esperienza formativa in una delle nostre rappresentanze diplomatiche
all’estero coinvolte dal programma”, spiegano i rettori. Ben
“Un’esperienza importante e un indiscutibile elemento di valore da
inserire nel proprio curriculum”. L’importanza di questi stage – in
verità – è tutta da dimostrare. Ma certamente sono un modo per le
università per dimostrare di essere vicine al mondo del lavoro.
I giovani in rivolta. Scontenti
anche i giovani neo-laureati o laureandi che speravano in questa
occasione ma che sono rimasti esclusi a causa della sospensione del
bando. Ma il Ministero degli Affari esteri si difende: “solo a seguito
della definizione delle linee-guida sarà possibile rivedere la
disciplina degli stage presso il Mae”. Tradotto: “attendiamo proroghe
per continuare a sfruttare giovani gratis”. Infatti, per il Mae sono ben
1.700 i ragazzi che lavorano gratuitamente anche in ambasciate
all’estero, senza uno stipendio, senza un rimborso spese, senza vitto e
senza alloggio. La Crui parla di “esperienza formativa”, ma gran parte
di chi ha fatto questi tirocini ha dichiarato di aver trascorso il tempo
a fare fotocopie, portare caffè, fare la rassegna stampa o lavori
amministrativi che non richiedono particolari competenze né le
valorizzano. Pura e semplice manovalanza a costo zero e senza
possibilità di assunzione, visto che al Ministero si entra per concorso
pubblico.
Basterebbe veramente poco. Ma
la decisione di sospendere il bando, però, appare al momento
immotivata, anche perché mancano ancora le linee guida che
effettivamente escludano la possibilità che questi tirocini si possano
svolgere gratuitamente. La decisione della Fornero sembra un pretesto
per qualche alto dirigente per creare il caso, suscitando indignazione
per quei giovani che sognano (pare incredibile dirlo) una sedia da
stagista al Mae o in altre sedi della Pubblica amministrazione. Eppure,
al Mae non avrebbero troppi problemi a reperire due, tre o quattro
milioni di euro l’anno per pagare agli stagisti un minimo di rimborso.
Sarebbe sufficiente spostare risorse pari allo 0,1-0,2% del budget del
Ministero.
Scritto da Paolo Ribichini il 9 luglio 2012 in Vite precarie
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