giovedì 26 luglio 2012

Egoismo nel lavoro

E' vero che da noi in Italia ci sono delle disposizioni fiscali assurde, ma è anche vero che ,sopratutto nel lavoro, è pieno di egoisti e mangiatutto. Questi ultimi non sono quei bei pesciolini da friggere,ma dei papponi che preferiscono fare sempre tutto da soli. Nel mio lavoro di vendita di mobili per ufficio ho potuto constatare che , nel momento in cui si presentavano dei lavori di un certo rilievo, c'erano sempre delle aziende produttrici che si presentavano alla gara d'appalto direttamente. Talvolta anche in presenza del loro rivenditore di
zona. In Germania, per quanto ne so io almeno fino a tutti gli anni 80, anche le banche locali erano servite da rivenditori di zona: da noi, col cavolo che ti fanno allestire un'agenzia o una direzione provinciale o regionale. Certo oggi ci sono meno sportelli,  il livello qualitativo dell'arredamento è sceso, per cui arredare un'agenzia è sì sempre una buona cosa ma, ho visto certe porcherie che ,se le avessi vendute io mi sarei preso tanti di quei calci nel sedere...ma tanti davvero,oltre a non vedermi pagare la fornitura. Da noi invece, come sempre, le cose sono diverse e già il voler reintrodurre acquisti centralizzati suona come una campana a morto per i rivenditori, per i piccoli appalti locali. Ma a loro sta bene così, alle fabbriche conviene: pensate che salterebbero tutti i passaggi. E voi mi direte: meglio, così i prezzi scenderanno.Ma anche la personalizzazione,nel caso di forniture di arredi, anche il servizio post vendita che già oggi è una vergogna: quante sedie ballerine o schienali mancanti vedete in giro nelle asl, nei comuni , negli uffici pubblici? Di certo chi ha fornito è un boss, uno che se ne può fregare perchè tiene per le palle il cliente: ma se per sbaglio lo stesso comportamento lo tenessi io o qualche altro piccolo, qualche outsider, riceverei numerosi cicchetti oltre a non venir più chiamato nè per preventivi e con qualche scusa vedrei stornati gli ordini e bloccati eventuali pagamenti o saldi. Ed ecco che come avviene per le forniture di arredamenti per ufficio lo stesso avviene in altri settori: ovvero la casa madre vende lei direttamente, non si sa a chi nè per quanto tempo vivrà e sarà attiva, però intanto credendo di sviluppare molto lavoro poi col tempo vedrà scemare e si vedrà scavalcare da altri. Il primo processo che oggi viene fatto è il sito internet, mentre a livello locale ci si attiva con volantinaggio e pubblicità su quotidiani o giornali gratuiti vari (dipende anche dal settore merceologico); logicamente se si può si avrà un numero verde e ancor meglio un call center come supporto; i venditori sono sostituiti da promoter (a seconda dei settori) e gli agenti o venditori diretti, sono funzionari alle vendite o persone con contratti strani ma ben studiati,in modo da essere inattaccabili a ogni verifica. Nel caso di merci da vendere attraverso negozianti i poveri ex agenti di commercio sono sostituiti da cataloghi on line o dagli stessi in versione cartacea spediti con dhl o gls ; il passaggio successivo non è la presenza della ditta e dei suoi prodotti ma la vendita degli stessi, ovvero più se ne vende e meglio è, ragion per cui ci sono super sconti, merce in conto vendita o meglio ancora con pagamento lungo, ma il concetto è riempire di merce il cliente. Questo modo di agire, per chi lavora con i negozianti, sembra che paghi, ma è secondo me un fuoco di paglia: per esperienza so come si costruisce una rete vendita che sia poi stabile,che duri nel tempo e non fatta di vendite spot.Col tempo quelle non ripagano: oggi tu mi fai lo sconto X e poi arriva un altro che mi fa X+Y e tu sei fuori: hai giocato sul prezzo,hai scommesso solo su quello e io sono uno di quei clienti che non ha ancora incontrato un rappresentante degno di questo nome. Perchè non sembra servano più,la loro utilità è andata a farsi benedire, non è più richiesta: ma i risultati si vedono. Se invece la ditta avesse puntato sulla presenza,sulla fidelizzazione, sulla qualità, ben sapendo che i tempi di ritorno sarebbero stati più lunghi, alla fine però sarebbe tutto stato ripagato e oggi avrebbe un patrimonio: il cliente. 

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