mercoledì 12 settembre 2012

La Speranza inizia ad intravedersi anche in Italia. La strana Azienda di quattro Ragazzotti.

La Speranza è lo stato d’animo di chi sia fiducioso che un fatto già noto ed in essere evolva secondo quanto esso preannuncia. É evidente quanto si differenzi dal semplice ottimismo, ossia l’auspicio che si possa realizzare un qualcosa ad effetto benefico: esso è soltanto sovraccaricare l’attesa di un evento a bassa probabilità come se fosse ad alta probabilità di realizzarsi.
                La Speranza é oggettiva, l’ottimismo é soggettivo. Un differenza non male.
                Da tempo nella mia città si era manifestato un fenomeno abbastanza tipico della società economica italiana. La scomparsa di larga parte di artigiani, e la comparsa di persone che si millantano come tali, pur senza averne le competenze specifiche.

                Credo sia esperienza comune essersi imbattuti in persone di tale genia. Dopo ben sei idraulici chiamati al capezzale del mio condizionatore dell’aria, che lo avevano lasciato in condizioni peggiori di prima e con onorari non indifferenti, il settimo venne, guardò, e disse semplicemente: «Ce ne manca un tocco». Aggiunto il pezzo mancante la macchina si mise a funzionare come si deve. Quanto? «Quaranta euro». Gliene detti, e con vivo piacere, cento.
                Da oramai molti anni stanno scomparendo i barbieri e si stanno anche riducendo i parrucchieri. Di recente, sono comparsi molti negozietti, per lo più gestiti da extracomunitari, ma con livelli professionali davvero dubbi. Basso costo, ma taglio tipo portaerei. Orde di donne inferocite. Mi rendo conto che potrebbe sembrare un problema banale, ma la vita di tutti giorni contempla anche cose apparentemente banali. Non esistono solo i dialoghi sui massimi sistemi.
                Da poco tempo ha fatto comparsa un salone arredato in modo spartano, lindo che sembra essere costantemente pulito chimicamente, gestito da tre ragazzotti ed una piacente figliola. Tutti e quattro con le più disparate lauree, disoccupati da tempo. Hanno frequentato una scuola serale di taglio ed acconciatura e si sono consorziati.
                Il risultato é che la loro attività artigianale inizia alle sei e trenta del mattino e termina alle ventidue. Domenica apertura solo dalla mattina fino alle quattordici. La ragazza si è anche specializzata per andare a domicilio da quante non potessero muoversi, per esempio per malattia. Per passata esperienza, so che non è una prestazione artigianale facile o di poco conto.
                L’avviamento é stato davvero molto rapido, e nel giro di pochi mesi il loro salone si è riempito.
                Uno dei tanti motivi del successo lo riportiamo qui in fotocopia, perché non tutti potrebbero crederci. Hanno degli onorari davvero contenuti, circa il 25-30% di quelli tenuti dagli altri saloni di eguale capacità.
                Vedete, Amici miei, come ci sia ancora molto spazio per chi effettivamente volesse lavorare onestamente e con impegno? Né mi si venga a dire che lavorano come schiavi: lavorano, semplicemente lavorano, e lavorano perché vogliono lavorare. E vivono del loro lavoro, non di sussidi. Ed inoltre, pagano tutte le tasse.
                A mio sommesso parere questo è un germe di speranza. Infatti quei quattro non si sono seduti ad auto compiangersi, né si sono messi a reclamare che, avendo conseguito una laurea, lo stato avrebbe dovuto fare qualcosa per loro: per esempio, istituire delle cattedre di scuola media senza alunni. Né si sono inzuccati a cercare di fare il precario a vita, tutto intento a fare manifestazioni più o meno violente, considerando “inalienabile diritto precostituito” del precario transitare prima o poi ad un posto fisso.
                Adesso vi lascio: vado a farmi fare il taglio dei capelli. E ci vado contento sia perché sono cortesissimi, sia perché lavorano bene, sia perché, infine, almeno per il momento, ed ancora per poco,  ci è rimasta ancora la libertà di sceglierci il barbiere.

 2012 09 10  Barbiere e Parrucchiere 650x537 La Speranza inizia ad intravedersi anche in Italia. La strana Azienda di quattro Ragazzotti.


                Nota aggiunta il 2012-09-11, ore 19:31.
                Come dovevasi dimostrare. All’uscita dal barbiere mi si avvicinano due giovanotti in borghese, che si qualificano come Forze dell’Ordine. Mi chiedono di esibire lo scontrino fiscale.
                «Ma é una miseria! Dobbiamo farle una multa!».
                «No, é la tariffa. É anche scritta sull’anta della porta».
                «É impossibile».
                Entrano e si informano. Mi si dice che sia la ventesima volta nel giorno. Sempre con la stessa risposta.
                «Ma lei si è fatto fare anche il manicure. E senza il relativo scontrino».
                «Me le sono tagliate da solo. Tagliarsi le unghie non è un manicure».
                Dopo molto parlottare mi lasciano andar via, anche perché a quanto sembrerebbe dovrebbe essere terminato il loro turno di guardia anti-evasione.
                Facciamo adesso un conto. Uno di quei funzionari costa al contribuente circa 3,000 euro al mese, cento al giorno. Due pomeriggi fanno cento euro. Per non ricavare nulla.
                Ma sarebbe davvero questa la lotta all’evasione, quella che farebbe emerge oltre 250 miliardi di sommerso?
                Se la devono prendere proprio con quattro poveracci che hanno appena aperto e fanno quadrare il pranzo con la cena, ed intanto pagano le rate dell’arredamento?
                Ma perché non se ne vanno a verificare una grossa banca di interesse nazionale?
Giuseppe Sandro Mela
http://www.rischiocalcolato.it/2012/09/la-speranza-inizia-ad-intravedersi-anche-in-italia-la-strana-azienda-di-quattro-ragazzotti.html 
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Qui a Cagliari c'è qualcuno che pratica prezzi: taglio uomo l'ho visto a 8 euro (ma devo verificare perchè la mia info è di aprile/maggio) mentre a 10€ è possibile in almeno due locali; a 11€ ,per uomo , si trova tranquillamente ed è un buon servizio completo, cioè shampoo e taglio, compresi i peletti nelle orecchie e l'aggiustare le sopraciglia. La piega per le donne c'è da 8€ in su, e il prezzo medio è di 11€, ma qualcuno chiede 1 o 2 € in più se i capelli sono lunghi. Nei commenti che trovate su rischiocalcolato, sede originale dell'articolo che ho ripreso, noterete che alcuni mettono l'accento sul prezzo basso, sulla cinesizzazione che stiamo subendo, sul fatto che chi ha soldi potrebbe creare una catena di parrucchiere low cost (facendo chiudere ,per primi, chi pratica prezzi già bassi), e sul fatto che i controlli e le numerosissime leggi per aprire nonchè le norme da rispettare, non invitano, in generale , ad aprire alcuna attività sia artigianale che commerciale. Da ultima riprendo un osservazione del prof. Mela che fa notare come "il suo barbiere o parrucchiere sotto casa" apra alle 9 e chiuda alle 12 o alle 13, e riapra alle 16 per chiudere alle 19 (salvo errore della mia memoria). Orbene, qui da noi alcuni aprono già alle 7 e mezza, fanno orario continuato sino alle 19 o 19 e 30: qualcuno che apre alle 8 o alle 8 e mezza, chiude alle 20. Da dire che alcuni operano in zone ,della città, difficili, per via dei parcheggi a pagamento, o per il fatto di essere all'interno di ZTL, che penalizza. Guarda caso i Jean Louis David all'interno di Auchan ha prezzi medi e non bassi: un taglio uomo costa,salvo errore almeno 16 € e i prezzi del settore femminile sono tutti più alti della media.Concludo con il ricordare che i prodotti da adoperare devono essere di buona qualità: i parrucchieri di cui ho riportato le tariffe, hanno prodotti validi e non economici o di discount.

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