"Impossibile fermare il declino, l’occidente è già in agonia”
Per salvare l’occidente non c’è più nulla da fare. Lo sostiene
l’antropologa Ida Magli in Dopo l’occidente, il suo ultimo libro,
pubblicato per Rizzoli. Una civiltà finita, sotto i colpi
dell’individualismo che ha soffocato la religione e il senso del sacro,
confuso i ruoli e ucciso il senso del padre e della madre. Un attacco
che condensa tutte le tesi dell’ex femminista, che non trova speranza di
salvezza nemmeno nella Chiesa di Ratzinger. Speriamo si sbagli.
La civiltà occidentale è finita. Se non ve ne foste accorti, lo annuncia
nel suo ultimo libro, pubblicato per Rizzoli, l’antropologa Ida Magli.
Tra l’altro, aggiunge è finita già da un po’, e ormai non c’è più nulla
da fare, se non riflettere sulle cause che l’hanno provocato e gli
indiscutibili segnali che lo dimostrano. La perdita del sacro, la fine
del senso di comunità, lo spezzarsi del sogno femminista, l’addio alla
religione. Tutto questo rappresenta un sunto del pensiero di Ida Magli,
che si trova, tutto in una volta, nel suo volume.
Cominciamo dall’inizio: lei è un’antropologa. Ma come fa a studiare una società in cui vive anche lei?
È una mia specifica scelta che ho fatto fin dall’inizio della mia
attività. Ho ritenuto che fosse fondamentale applicare gli stessi
strumenti che l’antropologia utilizza per i selvaggi alla nostra
società. È una cosa che faccio da tempo. Pensi che il mio primo libro
era sul Medioevo Italiano. Ma ho continuato anche dopo.
E che cosa ne è venuto fuori da queste ricerche?
Tutto quello che gli storici hanno trascurato. Di solito si cerca di
studiare la storia politica, economica e militare. E si lasciano perdere
settori importantissimi, come quello della religione, considerato
sempre una cosa a parte. E io sono partita da lì, studiando un fenomeno
che è presente in tutte le culture, in tutto il mondo e che ha avuto una
profonda influenza nella nostra società: il sacro.
E com’è la situazione del sacro nell’occidente?
Ormai la desacralizzazione è in atto. Ma c’è da dire che tutta la
religione è minata. È inutile dire che in occidente non c’è più, ma è
importante sottolineare che questo costituisce la fine della società.
Non capisco. Perché le due cose sono collegate?
Semplicissimo. Pensi alla preghiera dei cristiani, il Padre Nostro. Che
si vede? Che una religione che invoca Dio come Padre, vede nella figura
del padre un ruolo importantissimo.
Sì. E quindi?
Che oggi, il padre ha perso la sua importanza, il suo ruolo. Non c’è
rispetto per la paternità, e neppure interesse. Ad esempio: come possono
gli omosessuali – lo dico solo a titolo di esempio, sia chiaro – che
ovviamente sono sterili, chiedere di diventare un padre? L’essenziale
della figura del padre è diminuita. E come può la religione restare in
salute?
Chiaro.
Ma non è solo il padre. È una cosa che riguarda tutta la società: si è
perso il senso dei ruoli, ed è rimasto solo l’individuo. A ben vedere,
il declino è cominciato con la Carta dei Diritti dell’uomo.
Addirittura.
Sì. Ponendo al centro l’individuo, e non la società, anche nelle sue
forme più ridotte, il mondo occidentale è entrato in agonia. I singoli,
anche se sono tantissimi, non possono fondare una società. E questo, in
più, crea i problemi di comprensione con l’Islam.
L’Islam?
Sì, l’Islam. I musulmani hanno un fortissimo senso della famiglia, e il
ruolo del padre, per loro, è ancora molto solido. Noi non riusciamo a
capirli perché leggiamo la loro esistenza sulla base di un punto di
vista che è solo nostro, e che privilegia l’individuo, che è
occidentale. Loro hanno invece un senso della società che prevale
sull’individuo. Per questo la loro forza prevarrà. Ma ormai non c’è più
nulla da fare.
La colpa della nostra società, se ho ben capito, è di aver ucciso il padre.
Sì, ma anche la madre. Pensi a quanto è importante la figura della
Madonna nella religione. Ora, invece, le donne non si vantano di essere
madri, ne sentono il peso. Vogliono essere individui. Senza parlare del
colpetto che ha dato anche il governo Monti, che ha tolto il minimo
previsto per le madri che sono andate in pensione. Un provvedimento che
insegna molto: per risparmiare pochi soldi si è declassato tutto il
lavoro, l’impegno, la difficoltà di essere madri.
Ma lei è ancora femminista?
Mah, vede, chi mai lo è ancora? Credo che non lo sia più nessuno. Nel
corso delle battaglie sostenute in questo secolo, le donne hanno avuto
tutto quello che serviva. Si dovrebbe cominciare a tirare per la giacca
anche loro. Hanno accettato il sistema di potere consolidato dai maschi,
ma si sono limitate a occuparne i posti. Non hanno saputo creare un
sistema di simboli – e i simboli sono fondamentali – alternativo. Si
sono limitate a ereditare quello precedente, e non hanno creato o
inventato nulla. Ora – anche se è troppo tardi – si dovrebbe mettere in
guardia le donne dall’adottare i sistemi simbolici dei maschi. Ma quando
c’è da difenderle, le difendo ancora. Dagli attacchi più forti.
Ad esempio?
Quelli di papa Wojtyla, di sicuro. Sono stata l’unica donna, e l’unica
femminista a scrivere un libro contro la Muliebris Dignitatem, la
lettera apostolica di Papa Giovanni Paolo II del 1988. Perché bastava il
titolo a offendere le donne. La donna non ha forse già una dignità? Va
decisa dal Papa? Wojtyla è stato spietato anche quando ha condannato
l’aborto delle donne rimaste incinte per stupro nelle guerre balcaniche.
Erano i figli dei loro nemici. E lui non ha condannato la loro scelta.
Ma va anche ricordata la sua morbosa dipendenza dalla Madonna. Lei lo sa
che è arrivato a far mettere il proiettile che lo ha colpito nella
corona della Madonna di Fatima?
Be’, ma lo ha fatto perché, sosteneva, era stata la Madonna a deviare il proiettile abbastanza da non ucciderlo.
Ma questo non cambia il suo atteggiamento generale. Tutta
un’esagerazione, un narcisismo debordante, un assolutismo senza limiti.
Capita, quando si è potenti e tutti ti applaudono. Ma i potenti
andrebbero sempre criticati, per mantenerli a contatto con la realtà.
E di Ratzinger che opinione ha?
È senz’altro meglio. Io lo avevo contattato già ai tempi in cui non era
ancora Papa. Ho scelto lui perché lo ritenevo il più intelligente. Gli
chiedevo di far sentire la sua influenza in Vaticano per opporsi, in
tutti i modi, all’utilizzo dell’euro in Vaticano.
Ma perché?
È una mia battaglia personale: sono sempre stata una convinta
anti-europeista. L’Europa Unita è il più grande errore che si potesse
fare, e insieme il colpo più duro che si potesse assestare alla nostra
civiltà.
In che senso?
La ricchezza dell’Europa è la sua diversità. Sembra una banalità, ma non
si può pensare che Mozart sarebbe stato Mozart se fosse stato italiano,
e non austriaco. Lo stesso vale per Rossini: non sarebbe stato Rossini
se non fosse stato italiano. Ma nelle loro diversità vanno bene
entrambi. Soltanto, sono diversi. L’unificazione politica significa far
valere allo stesso modo le pere con le mele. E questo non si può fare,
se non distruggendo tutto. Del resto, nella difficoltà di un processo
che andava per le lunghe, hanno inserito un’unificazione monetaria, cioè
l’euro, che non si poteva fare. E che non funzionasse ora lo dicono
tutti. Solo che io l’avevo già scritto all’inizio degli anni ’90.
Ho capito. Ma che c’entra Ratzinger?
Ecco, torniamo a Ratzinger. Io mi ero rivolta a lui perché impedisse
l’ingresso dell’euro nel Vaticano. Ma mi ha risposto che non era in suo
potere. Cosa che non era vera, data la sua influenza, ma tant’è. In ogni
caso ho stima di lui. È più prudente e più studioso senz’altro del
precedente, e questo lo rende più vicino alle persone. Anche se non ha
capito che ormai la nostra società è in agonia, e le cose che fa non
sono sufficienti.
Cosa dovrebbe fare, allora?
L’unica cosa è togliere gli orpelli, alla Chiesa. A cominciare dai
paramenti, dal vestiario, che richiamano, come un’eco, i vestiti dei
faraoni egiziani e che sono entrati nella tradizione cristiana
attraverso gli ebrei. Ma non solo: ci vorrebbe un nuovo San Francesco,
che tolga tutto quello che è superfluo, come la liturgia, le gerarchie,
che sopravvivono al messaggio evangelico. Per il resto, ci sono da
conservare solo le parole di Gesù, e soltanto quelle possono salvarci.
Se si può ancora.
Speriamo di sì.
Dario Ronzoni (http://www.linkiesta.it/dario-ronzoni/profilo)
Fonte: www.linkiesta.it
Link: http://www.linkiesta.it/declino-occidente
6.09.2012
visto su comedonchisciotte.org
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