venerdì 28 settembre 2012

Il contagio liberista

Non credo davvero che dall’alba dei tempi, fino ad arrivare agli albori della rivoluzione industriale, sia stato tutto un susseguirsi di fesserie!! I veri barbari siamo noi, che ci accaniamo sull’habitat in cui viviamo, contaminando aria, acque e territorio. Noi, che ci appelliamo a questa modernità, per giustificare nefandezze, crimini e profanazione. Questo è potuto accadere per avere mercificato al ribasso, la nostra dignità e libertà. Come si dice, “i nodi vengono sempre al pettine” ma oggi sono talmente tanti e a tal punto aggrovigliati l’un l’altro, da rendere impraticabile ogni altro intervento di bonifica. Non ci resta che tagliarli alla radice. Nessun tentennamento e ripensamento! Il cancro va asportato di netto, nella speranza che qualcosa di buono sia stato sottratto al contagio liberista.

Io so che in ogni uomo, in ogni sua cellula, in ogni suo respiro, emozione e passione (o per i più tecnici, nel suo DNA) é contenuto tutto l’universo. La conoscenza non é apprendimento sterile di nozioni e dati che l’uomo moderno ha codificato a sua logica!! L’immagine del mondo tecnologico e i suoi devastanti effetti sull’umanità e l’ambiente, sono sufficientemente eloquenti del cammino intrapreso che ci sta portando verso la catastrofe umana, ambientale e di valori. E non ci vuole certo una laurea per comprendere un tale, elementare concetto!
La pura conoscenza é l’estensione della passione che ha come prodotto finale il bene comune e la felicità – e più in breve, la comprensione della necessità della morte. Cosa ne è oggi della passione e della felicità? Cosa, della comprensione del Mistero?


“Le circostanze esterne non sono così difficili da cambiare, ma la letargia interiore è vecchia di secoli. L’incoscienza è così primitiva, le sue radici così profonde, che c’è bisogno di una determinazione totale da parte nostra, una tremenda determinazione, un impegno, un profondo coinvolgimento.
Dobbiamo rischiare il tutto per tutto. Altrimenti non ci sarà possibile trasformare noi stessi – rimarremo sempre gli stessi. Voi potreste essere l’ultima generazione a cui è ancora possibile ribellarsi – se non vi ribellerete, potrebbero non esserci più opportunità. L’umanità potrebbe essere ridotta allo stato di robot – quindi ribellatevi finché c’è ancora tempo”. OSHO

Anche le speranze di Osho si sono annichilite dentro un baratro di generale indifferenza, e l’ultima generazione a cui era ancora possibile ribellarsi, ha passato il testimone ad un’altra, che crede che le banane le produca il supermercato e che il cellulare sia sinonimo di libertà.
Pasolini, un uomo dalla lucidità drammaticamente attuale affermava: “La distruzione di valori non implica una immediata sostituzione di altri valori, con il loro bene e il loro male, con il necessario tenore di vita e insieme un reale progresso culturale. C’è nel mezzo, un momento di imponderabilità, ed è appunto quello che stiamo vivendo – e qui sta il grande tragico pericolo”.
E quello che sembrava solo un pericolo, si è rivelato oggi una drammatica realtà: “un momento di imponderabilità” dove tutto è stato relativizzato e capovolto in funzione di vantaggi, privilegi, profitto e potere. All’orizzonte, nessun nuovo valore sembra avere sostituito i precedenti, ma solo un caotico e schizofrenico turbinio di supposizioni, congetture e … “
L’informazione di massa, ha lo scopo intrinseco di omologare i consumi, le menti, in particolar modo, della classe più debole del paese: “il sottoproletariato ed i giovani, attratti dalla nuova pseudo/filosofia dei consumi”.
Pasolini riconduce questo processo ad un fondamentale principio: “Regolamentare ed Omologare” al linguaggio del Sistema Potere, che detiene il processo di trasformazione tecnologica e industriale capitalistica, determinando così l’avvento di una nuova borghesia egemone e cialtrona, avulsa da ogni concetto di cultura e stato di diritto.
Pasolini, in maniera profetica, vede nelle nuove forme di capitalismo l’intento barbaro all’omologazione della società. “Uno sviluppo usato come strumento di regresso, dove i mezzi di comunicazione di massa, diventano un genocidio culturale” – dove i più esposti sono i più deboli, e i giovani, che si adeguano a modelli e comportamenti, divulgati dalla propaganda mediatica.
Ma come cambiare lo stato delle cose senza una “determinazione totale” da parte di tutti? Certo, senza consapevolezza non ci può essere determinazione, quando gli stessi padri non sanno più indicare il cammino ai propri figli.
Siamo alberi senza radici, disancorati da ogni oggettivo parametro di giudizio e di autentica consapevolezza che un tempo interveniva come elemento di comparazione assoluta, deputata alla distinzione fra il giusto e l’iniquo, il vero dal falso e fra la furbizia e l’intelligenza.
Ci siamo persi nel “Tutto è Relativo” adottato in massa ad attenuante quotidiana, disertando ogni responsabilità individuale e personalismo e omologandoci ad un sistema nel quale abbiamo riposto ogni intraprendenza, capacità critica e speranza di futuro.

Dal canto mio continuerò a produrre il mio vino e il mio olio, nei tempi e nei modi della sana tradizione, fino al giorno in cui ogni prodotto sarà stato per sempre contraffatto e contaminato. Per questo, sarò accusato di alto tradimento e condannato come un pericoloso sovversivo e criminale che attenta alla salute pubblica.
Gianni Tirelli
http://www.stampalibera.com/?p=52595#more-52595 

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