martedì 18 settembre 2012
La legge del "ma anche"
Trattasi di una legge non scritta ma pur sempre rispettata e criticata. E chi la critica lo fa perchè super partes, o meglio ancora non è toccato da "lei". Se la applicassimo al caso Fiat, scopriremo che si dicono un sacco di cose su questa azienda: che l'azienda ha preso un sacco di soldi, che ha ricevuto gratis o quasi l'Alfa Romeo da Prodi, che ha piegato i sindacati, e sopratutto che ha sempre fatto e ottenuto ciò che voleva.Ma anche (ecco la legge che viene fuori) che i governi e i sindacati non hanno saputo tenere testa a questi veri e propri ricatti. Se si vuole ripassare la lezione è bene sapere che l'azienda ha curato soltanto i propri affari,facendo le cose che le conveniva fare: ecco perchè ci ha messo anni a realizzare un coupè diesel, anche quando aveva il modello denominato "coupè" che ,oltre a bere molta benzina, non è mai stato presentato come un modello alternativo o innovativo. A livello di marketing, pur avendo avuto idee, queste non sono state sviluppate a dovere: da ciò che so, solo la tecnologia multijet ha portato lustro all'azienda.Mentre sul fronte auto, sui modelli, questi sono sempre stati presentati incompleti, poco accessoriati, e quindi poco appetibili: eppure a volte basta poco per rendere un modello piacevole o essere innovativi. Prendiamo la Panda, ad esempio: come mai non viene offerta di serie con tutto ciò che un cliente chiederebbe? E come mai non anticipare le richieste? Quando per due volte sono stato chiamato dal servizio clienti, mi sono lamentato di come i modelli sono presentati dai concessionari, dai venditori, ma anche (ecco che la legge ritorna) di come l'azienda presenta i modelli e dei prezzi che questi,poi, raggiungono quando diventano (con tutti gli accessori con cui le altre case automobilistiche "dotano" i propri modelli) o diventerebbero interessanti. Prezzi alti e fuori mercato, venditori che ne sanno meno di un depliant pubblicitario. La Panda, per esempio, dovrebbe avere i fari fendinebbia,il tetto apribile, l'esp, i vetri elettrici posteriori, i sedili posteriori a scomparsa e regolabili/scorrevoli separatamente, almeno 6 airbag + quello per le ginocchia, e tutto ciò di serie. Motori ,a parte il diesel, che bevano poco, e versioni con un buon cambio automatico. La 500 idem come sopra, ma con un prezzo che faccia concorrenza ai modelli delle aziende concorrenti, come Mini o Maggiolino: se devi costare molto di più, nessuno ti fila. Come marketing poi è brutto essere consegnati mani e piedi a delle finanziarie (esterne) strozzine: se mai offrimi minirate e maxi rata rifinanziabile.E' vero che ,poi costerebbe di certo, di più, ma per permettere di rimettere in moto il mercato, il tuo parco auto devi "farlo fuori" : e non sono di certo io che devo insegnare che è meglio avere la merce fuori dal negozio, pagata anche un po' per volta, piuttosto che avere giacenze che l'ufficiale giudiziario mi porta via per un pezzo di pane (lasciandomi,intatto, il debito:oltre il danno, la beffa). Tra l'altro essersi tolti dal groppone un bel po' di auto, è un modo per riattivare il mercato. La loro tecnica di marketing è quella vecchia già vista nel passato e che hanno utilizzato anche negli Usa e proprio per la 500: cioè caricare di auto i concessionari. Come?Come ha fatto l'Olivetti negli anni 70 e 80, obbligando con contratti capestro i propri concessionari (non esclusivi, tra l'altro) ad avere sempre tot di modelli in casa, e con l'invio mensile di macchine da scrivere e da calcolo, fotocopiatori , "come già concordato" e con pagamenti le cui scadenze, prima o poi ,arrivano.Loro hanno già scontato le fatture, tu rimani debitore e insolvente, e prima o poi fallisci. Quante concessionarie di auto hanno chiuso o dovranno chiudere?Tante con sistemi del genere e che,a quanto si sa, non sono una prerogativa del modo di gestire Fiat,ma qui da noi in ogni caso è assai comune vedere? In altri settori cose del genere sono sempre esistite: dal rappresentante di abbigliamento che ti carica di 6 o 12 per tipo e taglia e colore, per passare al mobiliere che viene convinto a campionare cucine o divani .Il punto è che il rappresentante sa che quel cliente è un cattivo pagatore perchè, poveretto , è in difficoltà: come oggi sono tanti negozianti e dei settori più diversi. Allora ci sono, oggi, come è avvenuto ieri, aziende che "danno la merce in conto vendita" o in "conto visione", mentre anni fa ti mettevano il coltello in gola e se volevi la merce dovevi pagare in contanti, allo scarico con assegni postdatati, con riba ma solo se sei affidabile e affidato da un'azienda che assicura il credito. Questa era ed è la realtà.Ma,dirà qualcuno, è un mondo orribile, e non è possibile lavorare così: allora,dico io, c'è sempre il supermercato che proprio in Germania vende anche auto e a costo anche inferiore ai concessionari (vedi il caso VW Golf, ultima serie, con tanta rabbia dei concessionari ufficiali): i supermercati vendono anche mobili, divani e tutto,vernici e vestiti.Comprate lì le vostre cose, le cose che vi servono e lasciate morire i negozianti tradizionali. Io non lo farò, non compro nei supermercati per principio. Tornando alle politiche del ma anche, e della Fiat in particolare, alcuni errori sono stati commessi allorchè non si è investito nei modelli di classe media, come la Golf: anche lì mentre questa ,al pari di Megane o di Astra, è una gamma completa, c'è la station wagon, c'è a tre e cinque porte, con motori di ampia scelta sia come alimentazione che come cilindrata, la nostra casa che fa? Ti presenta la Bravo,e ti offre qualche alternativa con Lancia e Alfa:ma non ottiene i risultati voluti e dovuti, cioè non sei alternativa nè innovativa. Nè dai dei punti a livello di tecnologia agli altri o,se anche così fosse, non li sai nè esporre nè valorizzare. Se hai di più e di meglio, dimostralo. Se gli altri, sopratutto VW mettesse in campo le alternative tipo Seat o Skoda, ci fanno un mazzo grande così. E anche loro, a mio avviso, sbagliano politica, perchè creano dei doppioni e ci sono vere e proprie sovrapposizioni che sono inutili e dannose. E se alcuni,ad esempio, non comprano Skoda ,è solo perchè si ricordano del vecchio modello degli anni 70.Figuriamoci se uno,oggi, rispolverasse il marchio NSU e ci volesse vendere una Prinz, o qualcuno ne viene fuori con una Simca 1000: lo mandi a quel paese. Ora secondo me la scelta di come muoversi, per quanto ormai i buoi siano scappati dalla stalla, è quella di offrire qualcosa di diverso e low cost, un po' come sta facendo Renault con Dacia: se separa nettamente i livelli di finuture e di personalizzazione, farà bene. Così compri la Dacia perchè costa meno ma ha una dotazione di sicurezza e affidabilità accettabili, anzi buone: l'esp deve essere di serie, al pari del climatizzatore che non offrirai,nemmeno come accessorio bi zona. Se invece fai ,secondo me , l'errore fatto da VW con Skoda o Seat, rischi di trovarti dei modelli in sovrapposizione, cannibali gli uni con gli altri. E' vero che o vendi uno o l'altro, ma si crea un po' di caos, sopratutto con prezzi e caratteristiche assai simili. La Fiat con Lancia avrebe dovuto puntare sulla qualità ,sul comfort,e sui modelli medio alti e alti; con Alfa, invece , solo sui modelli sportivi (si lo so che Lancia aveva la HF e la Stratos) magari anche solo qualcosa in stile "osso di seppia" e i fuoristrada . Mi direte che avrebbe venduto meno? Non lo so, ma almeno avremmo sia in patria che fuori, distinto e capito, che cosa fa una e cosa fanno le altre. E possibilmente anche una certa cura nella distribuzione. Che poi alcuni modelli non andassero realizzati è vero: l'Idea o la Multipla, piuttosto che la Stilo.Ma appunto ciò si aggiunge al discorso dei doppioni , della mancanza o cancellazione di identità con la soppressione della personalità. Ecco che le monovolume avrebbero potuto essere marchiate e curate da Lancia, mentre Fiat avrebbe dovuto fermarsi a Panda, 500 e Punto. Lo dico come ipotesi, non sposando l'idea che i modelli realizzati siano quelli giusti. Ora si è colpevoli, come politici e come governo se non si riprende in mano la situazione e la gestione aziendale: che si trovi un sistema per cacciare via i Marchionne e quelli come lui che hanno affossato le fabbriche. Questo soltanto se si pensa che sia strategica e importante un'azienda come il gruppo Fiat. Se invece si ritiene che morto un papa se ne fa un altro, allora che vada via la Fiat ,anche se dovesse lasciare un mare di disoccupati incazzati come bisce: vuol dire che i politici e il governo hanno qualche asso nella manica. In verità avrei molti dubbi in proposito. Uno come Monti che non stimola il mercato, uno che mette altre accise, non abbassa o toglie direttamente certe imposte, che non fa accedere al credito le piccole e medie imprese, uno che sen strafrega se le aziende falliscono o delocalizzano (in entrambi i casi perdiamo i versamenti contributivi e le entrate di iva e di imposte), lui sì che ha la soluzione: farà gravare su tutti noi il costo sociale dei licenziati.Come? Forse con accise o forse con prelievi ,forzati, notturni. La Fiat vista con altri occhi ,immagino quelli del M5S ad esempio, è da lasciare perdere perchè, ed è un po' anche la fissazione di certi movimenti ecologisti che pensano che il mercato delle auto sia finito: a supporto c'è il famoso picco del petrolio, le risorse fossili in generale in fase di esaurimento, l'inquinamento e la spinta a considerare un altro modo di vedere e vivere la vita. Ora è inutile dire che sono contrario a queste valutazioni e ,pur credendo giusto dover ridimensionare motori e ridurre i consumi, non mi piacciono le imposizioni e i diktat sopratutto perchè memore dei suggerimenti di Ciampi, essere flessibili, o di Monti , essere competitivi:pensieri, frasi, di persone che mai e poi mai hanno svolto professioni che richiedessero competizione e concorrenza. Non hanno mai gestito, che so, un bar o una pizzeria, piuttosto che una libreria, quindi non sanno cosa vuol dire alzarsi alle 5 del mattino per andare a cercare di "farsi la giornata", ma forse le poche volte che lo hanno fatto è stato per prendere qualche aereo e farsi un bel viaggio a spese altrui. Ora ricevere consigli è un conto, imposizioni un altro: anche qui da noi cercano di importi l'uso degli autobus, ben sapendo che il costo ,oggi come oggi, è elevato (1,20 per 90 minuti e non su tutte le tratte), spesso si fanno brutti incontri (zona stazione e periferiche e in orario dopo le 19), oltre a non sapere dove lasciare posteggiata l'auto con la speranza di ritrovarla integra e non circondata da venditori ambulanti / parcheggiatori abusivi che ti impongono un altro pizzo. Concludo con un pensiero rivolto a chi,come me, non ha avuto la possibilità di riprendere a lavorare perchè marchiato a fuoco dal fallimento, da due o tre protesti (anno 2001 salvo errore), e dalla ovvia sfiducia delle banche: non parlo di mecenati o pigmalioni di cui non conosco l'esistenza, e che non credo amino il mondo dell'arredamento. C'è stato un tale che era interessato ad aprire un negozio, che mi aveva invitato a fare calcoli, progetti, mi aveva pure chiesto di cercare un buon locale, e il tutto con oculatezza e attenzione: infatti non ero nè sono il tipo che gonfia i conti o che,se pagano gli altri "si allarga". Anzi, avevo trovato dei locali già pronti, ubicati bene, e c'erano diverse alternative. Sembrava tutto pronto e poi, niente. Una delusione in più anche perchè per me sarebbe stata l'occasione per evitare di riprendere a percorrere migliaia di km sulle strade. Capiterà ancora di essere preso in giro o illuso, ormai ci ho fatto l'abitudine.
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