Sarebbe ridicolo se non fosse tragico.
Questa settimana il Generale Medico (consigliere e portavoce del governo
federale in questioni di salute pubblica) Regina Benjamin ha annunciato
un piano per arginare il crescente tasso di suicidi della nazione senza
affrontare il crescente utilizzo della nazione stessa di farmaci
connessi a suicidio. Antidepressivi come il Prozac e il Paxil,
antipsicotici come Seroquel e Zyprexa e farmaci anti-compulsivi come
Lyrica e Neurontin sono collegati al suicidio come si legge nei rapporti
pubblicati e nelle avvertenze dell'agenzia statunitense del farmaco
(quasi 5.000 reportage su giornali collegano gli antidepressivi a
suicidio, omicidio e comportamento bizzarro). Farmaci per l'asma come
Singulair, farmaci per smettere di fumare come Chantix, farmaci per
l'acne come Accutane e il farmaco ancora in uso contro la malaria
Lariam, sono anch'essi legati al suicidio.
Il tasso di suicidi in America è salito
a 38.000 all'anno, dice USA Today. L'aumento, iniziato negli anni 90, è
correlato con l'inizio della pubblicità sui farmaci e l'approvazione di
molti farmaci con effetti collaterali legati al suicidio: il risultato
di questi due fattori è che sempre più persone assumono psicofarmaci per
risolvere problemi di vita quotidiana.
Il Dr. Benjamin ha annunciato che
sovvenzioni federali, per un totale di 55 milioni di dollari salveranno
20.000 vite nei prossimi cinque anni attraverso la "linea diretta
suicidio", più operatori della salute mentale, migliori screening per la
depressione e tracciabilità su Facebook dei messaggi sospetti. Da
nessuna parte, nemmeno tra i militari, dove pure sono frequenti i
suicidi, lei suggerisce di controllare la sovramedicazione, che è andata
di pari passo con i morti. E per la quale il governo sta spendendo molto
di più di 55 milioni di dollari.
I suicidi sono aumentati di oltre il
150% nell'esercito e più del 50% nel corpo dei Marines, tra il 2001 e il
2009, come segnalato nel Military Times con grafici degli aumenti dei
suicidi e delle prescrizioni di farmaci, grafici che sono tanto simili
da poter combaciare se messi uno sull'altro. Uno su sei membri in
servizio assumeva una sostanza psicoattiva nel 2010 e "molti di loro ne
stanno assumendo più di un tipo, mescolando diverse pillole in cocktail
giornalieri, per esempio un antidepressivo con un antipsicotico per
prevenire incubi, più un anti-epilettico per ridurre il mal di testa -
nonostante tali combinazioni siano state testate con ricerche cliniche
minime" afferma il Military Times.
L'89% dei soldati con disturbo da
stress post traumatico (PTSD) assume al momento farmaci psicoattivi e
tra il 2005 e il 2009, la metà di tutte le prescrizioni di farmaci per
militari tra i 18 e i 34 anni sono state di antidepressivi. Durante lo
stesso periodo, farmaci per l'epilessia come Topamax e Neurontin, sono
stati sempre più spesso prescritti off-label (per usi non autorizzati
dalla FDA) per condizioni mentali, aumentando del 56%, come riporta il
Military Times. Nel 2008, 578.000 pillole per l'epilessia e 89.000
antipsicotici sono stati prescritti a militari in servizio.
E il tasso di suicidi non è calato
neppure dopo il ritiro dall'Iraq e l'Afghanistan. Nel luglio 2012, ci
sono stati 38 suicidi nell'esercito, dice USA Today, mentre nel luglio
del 2011, ce n'erano stati 32. Secondo il rapporto sull'approfondita
Campagna sulla Salute, Riduzione dei Rischi e Prevenzione del Suicidio
dell'esercito nel 2010, il 36% dei militari che si tolsero la vita non
era mai stato nemmeno dislocato.
Perché tali farmaci, che possono
influenzare il tempo di reazione, le capacità motorie, la coordinazione,
l'attenzione e la memoria, sono prescritti anche durante il servizio
attivo? E perché sono prescritti ai soldati che sono nell'esatta età
-come giovani adulti - che è più a rischio di suicidio stando alle
avvertenze negli stessi fogli illustrativi?
Ma i militari non sono le uniche mucche
da mungere per le case farmaceutiche. Stando ai rapporti pubblicati una
donna su quattro, e milioni di bambini, assumono farmaci psicoattivi,
soprattutto bambini poveri o disabili.
Quando la FDA ha messo sugli
antidepressivi gli avvertimenti di suicidio per i giovani a metà anni
2000, le case farmaceutiche, in combutta con psichiatri come Charles
Nemeroff, hanno sostenuto che i suicidi sarebbero aumentati se medici e
pazienti fossero stati spaventati dagli avvertimenti del rischio di
morte. Nonostante l’argomentazione fosse assurda, questa teoria è stata
sbandierata dalla stampa convenzionale e dai medici fino a quando non si
è dimostrata (evidentemente) sbagliata.
Inoltre, come il Chirurgo Generale e il
Dipartimento di Salute e Servizi Umani (HHS) hanno dimostrato questa
settimana, il governo è ancora impegnato nella negazione del rapporto
tra suicidio e case farmaceutiche (non c'è peggior cieco di chi non vuol
vedere). Invece di spendere milioni per i consiglieri, linee di crisi e
"campagne di sensibilizzazione" perché non guardano ai milioni spesi per
i farmaci legati al suicidio?
Martha Rosenberg è un reporter
investigativo sulla salute. Il suo primo libro, "Born With A Junk Food
Deficiency: How Flaks, Quacks and Hacks Pimp The Public Health", edito
da Prometheus Books, fornisce ulteriori informazioni sull'eccessiva
medicalizzazione dei militari e sui farmaci connessi a suicidio. In
Italia è recente l'allarme lanciato dall'Agenzia del Farmaco sul consumo
di antidepressivi, nell'ultimo decennio è cresciuto in maniera
drammatica soprattutto tra le donne e gli anziani, con un aumento di
prescrizioni del 5,4% medio annuo.
di Martha Rosenberg - Counter Punch
- 12 settembre 2012
http://disinformazione.it/boom_suicidi.htm
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