Manifestazioni e proteste in tutto il Paese contro la riforma del Governo che liberalizza la grande distribuzione
Nuova Delhi
Cinquanta milioni di indiani sono in sciopero per protestare contro la riforma del commercio, che prevede la liberalizzazione della grande distribuzione. Gli scioperanti hanno bloccato i binari ferroviari negli Stati settentrionali Uttar Pradesh e Bihar. Le città settentrionali di Nuova Delhi, Patna, Allahabad e Varanasi sono quelle in cui la protesta è più vivace, e quasi tutte le multinazionali del nord del Paese hanno chiuso fabbriche e uffici per timore che la protesta possa a sfociare in episodi di violenza.
La riforma del commercio era stata promossa dal governo già l’anno scorso, ma venne bloccata per l’opposizione del Trinamool congress, uno dei partiti di governo. Ma l’esecutivo di Nuova Delhi ha deciso di riproporre la riforma, anche a costo di perdere l’appoggio di alcuni alleati.
Secondo il governo, questa riforma serve per accelerare la crescita economica indiana - che si è arrestata dall’inizio della crisi globale - e ad evitare un downgrade delle agenzie di rating. Le 10mila sigle sindacali che hanno aderito allo sciopero ritengono invece che, con lo sbarco in India della grande distribuzione, molti piccoli negozianti saranno costretti a chiudere.
La riforma prevede che colossi internazionali come Walmart possano acquisire la maggioranza dei principali centri di distribuzione, e saranno autorizzati a vendere direttamente ai consumatori (la normativa attuale prevede invece che i centri di distribuzione possano vendere solo ai commercianti al dettaglio). Allo sciopero hanno aderito anche i lavoratori gli autisti degli autobus e dei mezzi pesanti, per protestare contro il previsto aumento del 14 per cento del prezzo del gasolio.
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