venerdì 31 agosto 2012

Gran Bretagna sempre più islamically correct. Pensa già alla poligamia

Ormai non è una novità che la Gran Bretagna sia succube della sharia e degli estremisti islamici. Sia per le dichiarazioni “ecumeniche” di alcune sue personalità politiche e religiose, sia più in concreto per dei provvedimenti islamically correct che qui sono stati presi, peraltro senza che nessuno nella comunità internazionale abbia battuto ciglio (la stessa Onu il 2 agosto del 1990 ha equiparato “la libertà dell’uomo islamico di seguire la umma”, cioè la comunità islamica basata sulla sharia, alla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo). 
Sull’isola vi sono già ben 85 tribunali islamici attivi (e persino gli inglesi, a quanto pare, vi ricorrono per ottenere divorzi più veloci!). 
In questo periodo è stata persino avanzata una proposta di legge per consentire la poligamia, abrogando la norma ancora esistente che la considera reato e di cui si fanno bellamente potenti baffi le corti islamiche. D’altra parte in Gran Bretagna è stata lanciata anche l’idea di un assegno di mantenimento per le mogli di uomini poligami, no?
Non è finita. Nel Paese di Sua Maestà britannica sono diffusamente tollerate tutte le mutilazioni sessuali, fino all’infibulazione (che però non riguarda solo le donne musulmane, ma anche cristiane, ebree, animiste africane). Per fortuna almeno questo fenomeno sta indignando non poco gli inglesi.
Non poteva mancare l’indottrinamento dei bambini musulmani a scuola attraverso le madrasse, dove essi imparano che sono haram (“peccato”) la musica e la ginnastica delle ragazzine (al limite “praticabile” indossando il velo); dove la letteratura inglese è ridotta ad 1/5, dove si insegna di fatto solo la storia islamica del califfato (che i fanatici islamici sperano d’introdurre in Europa!) e che la scienza è inutile perché il mondo l’ha creato Allah. E il discorso è chiuso, se non si vuole pure essere tacciati di blesfemia/apostasia.
Il “programma” islamically correct si trova tranquillamente su un network chiamato Saudi Students Schools and Clubs, a cui fanno riferimento 40 scuole islamiche part-time e legato all’Ufficio culturale dell’Arabia Saudita, ovvero il primo regime islamico che sarebbe stato opportuno spazzare via, per un’autentica “Primavera araba” … Se non fosse per il solito cinico giogo dei petrodollari e per il fatto che l’Arabia è la culla dell’islam.
Che dire dunque per concludere? God saves Great Britain from the Islamic extremism and from itself (anche perchè gli attentatori islamici del 7 luglio 2005 a Londra erano tutti cittadini britannici)!

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