Non mi riferisco a imprese come quelle della buonanima di Patrick De Gayardon, tra l'altro troppo presto dimenticato, ma alla fatica mentale nel vedere un film "datato": almeno rispetto ai parametri odierni. Idem per certi libri di narrativa d'avventura, come Doc Savage ad esempio, e questo nonostante le intuizioni di Kenneth Robenson , o certi racconti o romanzi di fantascienza o libri gialli "classici". Oggi resistere per due ore alla visione di un film, perchè i "veri film" durano almeno due ore o due ore e mezza, non è impresa facile , anche per i cinefili più sfegatati.
Il buon senso, che sta sempre in disparte, suggerisce ,almeno a me, di osservare con rispetto e attenzione queste pellicole: magari cercando di conoscerne la genesi. Stesso discorso quando ci troviamo tra le mani un libro: credo che approfondendo potrebbe riservarci delle piacevoli sorprese. La cosa buona è che,al 70% , staremo facendo una cosa di sicuro diversa dalla maggior parte delle persone. E comunque una cosa non dettata dalle mode e dagli opinion maker. Poi la cosa migliore che possiamo fare rimane sempre "ciò che vogliamo fare d'istinto" , perchè lo sentiamo. Il resto lo facciamo perchè ce lo hanno detto, suggerito, o per non scontentare l'amica, l'amante o i genitori. Dopo, anni dopo, ci pentiremo amaramente di aver compiaciuto gli altri. Sarà troppo tardi? Riusciremo a riprenderci la vita e a viverla come vogliamo ? Per farlo occorre imparare ma avendo appreso tutt'altro durante gi anni della crescita e della formazione, avendo il cervello lavato dalle americanate e dai media, vivendo in un mondo che ti guarda torvo se non hai visto l'ultimo video su youtube o se non mangi sushi, essere diversi o meglio vivere diversamente ,da come vive la maggior parte delle persone,può fare paura. Ritengo che questa paura vada affrontata e vinta: per farlo occorre una buona preparazione e,per cominciare ,nulla di meglio che conoscere se stessi.
Far questo ci può riservare diverse sorprese, piacevoli o meno. Prima si comincia meglio è. C'è un pericolo in agguato, e lo ritroveremo sempre. Ed è quello di seguire gli altri, ovvero la paura di restare da soli, di sentirsi soli, di non avere il coraggio e la forza di andare per la nostra strada.Cedere significa vivere una vita decisa da altri, anche inconsapevolmente: però non è la nostra vita. La vita che viviamo può essere ,a questo punto, davvero breve, fatta solo di piccoli momenti, di istanti, spesso difficili da ricongiungere e ancor di più da capire: guardandola, ci viene da chiederci "ma è questa, è stata questa la mia vita"?
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