Da ben 194 Procure provengono dati allarmanti: ogni ora viene aperto in Italia un nuovo fascicolo di indagini per un reato compiuto contro qualche animale
A cura di Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio
“zoomafia” della Lega antivivisezione, è stato recentemente presentato
il Rapporto “zoomafia” 2012. I dati si riferiscono alle
indagini svolte nel 2011 da 165 Procure ordinarie e da 29 Procure
presso il Tribunale per i minorenni (circa il 58% delle procure
nazionali), dalle quali è emersa una situazione allarmante: in Italia,
infatti, si commette ogni ora un crimine a danno di qualche animale!
I procedimenti penali nel 2011 sono stati in tutto 4.880 (2.293 a
carico di soggetti noti, 2.587 a carico di ignoti). Sono svariati i
reati previsti dal Codice penale per chi fa del male, illegalmente, agli
animali: uccisione (art. 544 bis), maltrattamento (art. 544 ter),
spettacoli e manifestazioni vietati (art. 544 quater), divieto di
combattimento (art. 544 quinquies), uccisione o danneggiamento di
animali altrui (art. 638), abbandono e detenzione incompatibile (art.
727). Oltre a questo, ci sono poi i reati venatori (art. 30 della Legge
157/92).
Il Rapporto “zoomafia” 2012 si sofferma a illustrare una serie di delitti contro gli animali compiuti dalla criminalità organizzata. In particolare: corse clandestine, combattimenti, smercio illecito di cuccioli,
abigeato, allevamento e macellazione abusivi, contrabbando di fauna
selvatica, bracconaggio e pesca di frodo. Lo scorso anno, il giro di
affari delle cosche si è aggirato intorno ai tre miliardi di euro, così
ripartiti: 1 miliardo per le truffe nell’ippica e per le corse
clandestine; 500 milioni per il business dei canili illegali e il
traffico di cuccioli; 500 milioni per il commercio di fauna selvatica o
esotica e il bracconaggio; 400 milioni per la “cupola del bestiame”
(allevamento e macellazione non regolari); 300 milioni per il
“malandrinaggio” di mare (pesca di frodo); 300 milioni per i
combattimenti clandestini.
La parte più interessante del Rapporto “zoomafia” 2012 concerne l’iniziazione di giovani delinquenti tramite
“il rito” della mutilazione o dell’uccisione di animali domestici, un
fenomeno in costante crescita. Ciò sta a dimostrare come il degrado
sociale del Belpaese sia in aumento, soprattutto in una fase di grave
crisi economica che colpisce i ceti più poveri e li espone maggiormente
all’influsso della criminalità organizzata. In riferimento agli effetti
deleteri che tali pratiche possono determinare nei ragazzi, Troiano ha
dichiarato quanto segue: «È ampiamente dimostrato che bambini e
adolescenti, ripetutamente crudeli verso gli animali, presentano diversi
tipi di disturbi psicologici e possono facilmente diventare adulti
violenti e antisociali».
Non basta, quindi, predisporre la pur necessaria opera di repressione di questa tipologia di reati, ma
occorre anche diffondere, soprattutto tra le nuove generazioni, la
cultura del rispetto nei confronti di tutti gli esseri viventi. Questo
tipo di mentalità, fortunatamente, comincia a far breccia in una parte
sempre più ampia della popolazione italiana e delle forze politiche di
ogni schieramento. Ciò è altamente positivo, perché, come scrisse il
Mahatma Gandhi, «la grandezza di una nazione e il suo progresso morale
si possono giudicare dal modo in cui essa tratta gli animali». Per
leggere i dati completi del Rapporto “zoomafia” 2012 della Lav, cfr. http://www.lav.it/index.php?id=903.
Le immagini: alcuni gatti randagi (foto dell’autore).
Giuseppe Licandro(LM EXTRA n. 29, 20 luglio 2012, supplemento a LucidaMente, anno VII, n. 79, luglio 2012)
visto su agoravox.it e copiato e postato su questo blog
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