mercoledì 22 agosto 2012

Tira più un pelo di "Pussy"...

L’occidente è in subbuglio e indignato. Le grandi centrali del globalismo massificatore, Washington e Bruxelles sono in fermento. Per cosa, vi chiederete voi? Già, quale orribile crimine ha messo in allarme le capitali del neoliberismo mondialista? Chessò, le persecuzioni ai danni dei cristiani in Nigeria? La pulizia etnica contro i caldei in Iraq? (1) La fuga in massa dei copti dall’Egitto? 
No, nulla di tutto questo. Nessuna di queste facezie, Washington, Bruxelles e Berlino sono in fermento per le Pussy Riot! Il complesso russo, il cui nome significa “la rivolta della f**a” avverso al presidente Putin ha inscenato un concertino di protesta contro lo zar. Peccato però che le tre cornacchie abbiano scelto un luogo poco adeguato per gracchiare, profanando la “Cattedrale di Cristo Salvatore”  dove hanno intonato  una preghiera blasfema alla Madonna, pregandola perché questa scacci il perfido zar di tutte le Russie.
Il tutto ovviamente condito di bestemmie che per senso della decenza evito di riportare. Il complesso, già celebre per aver organizzato un’orgia in pubblico contro Dimitri Medvedev, è stato condannato a due anni di reclusione.
Immediate le reazioni delle prefiche occidentali. In prima fila la cancelliera tedesca Angela Merkel, la quale dichiara sconvolta che la pena “non è conforme ai valori europei di democrazia e stato di diritto”. Evidentemente la vergine dal poderoso posteriore era in vacanza quando nella sua Germania Thilo Sarazzin veniva sbattuto fuori dal cda della Bundesbank per aver divulgato il suo pensiero.
Ovviamente al coro delle prefiche non poteva mancare lady Hillary Clinton anch’ella piuttosto dormigliona sul “Patriot Act”, provvedimento a cui l’inquilina di “Foggy Bottom” ha ripetutamente votato a favore durante la sua permanenza al Campidoglio, e sulle mille leggi contro la libertà d’espressione che vigono nei paesi occidentali in primis negli Stati Uniti.
Naturalmente alle anime belle si aggiunge anche Parigi per bocca del ministro degli esteri Fabius. L’esecutivo di Hollande però dimentica che nella sua Francia l’ex diva del cinema Brigitte Bardot è stata condannata a una salata multa per aver divulgato il suo pensiero. 
E chiede spiegazioni anche il ministero degli esteri britannico. Si, lo stesso ministero degli esteri che minaccia la sacralità diplomatica delle ambasciate altrui. La stessa Londra che dichiara Geert Wilders persona non grata. 
Ovviamente protestano anche le pacifiche e pacate ragazze di “Femen” in Ucraina che, pacatamente e pacificamente, abbattono un crocifisso in piazza a Kiev a colpi di motosega
Insomma, l’Occidente che nelle sue legislazioni pullula di reati d’opinione e di persone condannate per questi, l’Occidente in cui festeggiare il Natale diventa sconveniente e in cui si propone la censura di Dante, fa le pulci a Putin. Già, cattivo Putin. Come stava bene la Russia quando c’era Eltsin e quando il neo-liberismo spopolava. Oddio, durante i 13 anni di malvagio governo putiniano il tasso di persone sotto la soglia di povertà è passato dal 40% al 13%, il PIL è cresciuto del 5% all’anno, la disoccupazione è scesa dal 12 al 7%, il reddito pro-capite è passato da 5.000 a 20.000 dollari, e pensate un po’, dopo 13 anni di Putin i russi ora possono venire in vacanza qui e salvare il fondoschiena alla nostra malandata industria del turismo. Volete mettere l’aria che si respirava quando a Mosca governavano Eltsin e gli oligarchi neoliberisti filo-occidentali? Pare però dai sondaggi d’opinione che quei gretti reazionari e nazionalisti dei russi, non la pensino come le cancellerie euro-americane. Già, in Russia la “maggioranza silenziosa”, non sta con le “Pussy Riot”
Personalmente morirei dalla voglia di sapere cosa sarebbe accaduto se, anziché intonare blasfemie in cattedrale le tre squinzie avessero chessò, intonato offese a Maometto in moschea, berciato cori antisemiti in sinagoga, o fossero andate a latrare motivetti omofobi al “Gay Pride”. Soprattutto morirei dalla voglia di sentire le reazioni delle prefiche euro-americane e dei loro media che immagino, sarebbero decisamente diverse.
Comunque non preoccupatevi, i giullari del potere, ovvero la crème de la crème di Hollywood ha già fatto delle tre squinzie le sue nuove eroine. Già mi vedo ai prossimi Grammy, la tardona cinquantenne Madonna, che da 15 anni non fa un disco decente e per attirar pubblico ai suoi concerti non trova niente di meglio che mostrare le tette ormai afflosciate alla veneranda età di 54 anni (2), che sale sul palco ad annunciare un premio honoris causa per le cinciallegre blasfeme. Oppure quella fogna ambulante di MTV dedicare premi su premi e rassegne video alle tre ragazze i cui guaiti disumani fan sembrare le grida animalesche di Maria Sharapova soavi e sensuali sospiri. Per cui alla fine le blasfeme hanno ottenuto ciò che volevano, fama e di conseguenza tanti, tanti soldi. Anzi, han già cominciato a lucrarci come si prodiga di dirci il Corriere delle Banche. Speriamo solo si limitino ai gadgets e non ci assordino incidendo dischi contenenti le loro urla belluine. 
Vi lascio a questo gustoso e spassoso contributo dell’amica Nessie
Mettiamo che il Paolini (quello che sbuca sempre dietro ai VIP politici   che mostrò il preservativo al Papa,  e che si beccò un liberatorio calcio nel sedere da Frajese durante il TG) venisse arrestato. Ecco che da minus habens qual è assurgerebbe in un attimo a “perseguitato politico”, grazie ai media più dementi di lui. Beh, in Russia, complice la canicola estiva e i media sponsorizzati dai soliti squali della finanza come il Guardian è accaduto qualcosa di simile, nei confronti delle tre sgallettate Pussy Riot (letteralmente la rivolta della “gattina”, nel senso inglese dell’organo sessuale femminile).
 
Non so cosa ne pensa chi mi legge, ma dover assistere anche a blog che  saltano fuori con titolacci come “siamo tutti Pussy Riot”, mi ha fatto venire il torcibudella. Siamo tutti, cosa? E chi si vuole confondere con tre mentecatte al soldo dell’ennesima rivoluzione “tarocca e farlocca” di qualche magnate della finanza come Soros et similia? Il quale prima di tirare lo zampino si sposa per la terza o quarta volta con una asiatica con oltre metà degli anni suoi, e dall’alto delle sua insaziabile perversa  energia (non solo sessuale) promette che userà la sua ricchezza per far saltare Putin e impadronirisi (sempre nel nome della solita democrazia) di questa consistente fetta di mercato con annesse materie prime. Il sesso frutta, luccica e scardina perfino le porte delle più sacre e sante cattedrali. E questi vecchi zietti usurai come lui,  lo sanno bene.  Così dopo le rivoluzioni arancioni, dopo quelle delle rose, dei garofani, dei gelsomini ecc. eccoci alla rivoluzione della ecc. ecc. Beh, non fatemi parlare male.  Chi l’avrebbe detto?  Puntuale, arriva pure Madonna la Cabalista, che salta su a difendere le porno punk. Puntuale, la stampa prezzolata di casa nostra “Putin come Stalin” ecc. Mi piacerebbe vedere le Pussy pussy bao bao, andare a fare le loro esagitate  performance in una moschea, in una sinagoga o magari anche in un tempio sikh, per vedere l’effetto che fa. Giuro che la migliore delle pene di contrappasso sarebbe  assistere allo spettacolo di  torme di mullah inferociti con la scimitarra sguainata, o di rabbini coi boccoletti agitati che sputano loro addosso come lama, o di turbanti e barbe folte indiane pronti a pigliarle a calci nel deretano. Ma so che sto sognando: là dentro non oserebbero mai mettervi piede, queste codarde prezzolate. 
 
Due anni di lavori forzati sono troppi perché ledono la “libertà d’espressione”? Non si può plaudire allo spirito identitario putiniano per poi criticarne l’inasprimento della pena, poiché la cattedrale di  Cristo Salvatore non e’ solo un’importante  cattedrale di Mosca, ma è anche il luogo  eretto per celebrare la vittoria su Napoleone del 1812, poi fatta saltare con la dinamite da Stalin per edificarvi un “Palazzo dei Soviet” con gigantesca statua di Lenin, progetto poi abortito. In seguito,  la cattedrale venne ricostruita “come era e dove era”, non appena caduto il regime comunista. Ma  non a spese dello Stato ma grazie alle sottoscrizioni dei fedeli ricchi e poveri nonostante la fame che imperversava in Russia negli anni ’90 durante il periodo della cosiddetta “transizione”.
Quindi un luogo simbolico  tre volte sacro (sul piano civile, su quello religioso e su quello storico), e per questo da profanare con l’intento esplicito di denigrare una nazione sovrana, un popolo e il suo spirito religioso. Magari nel nome della “democrazia”, la parola più screditata che ci sia. Scusate la rima.
 
(1) All’epoca del “cattivo” Saddam Hussein i cristiani in Iraq erano 2 milioni oggi sono si e no 500mila. Complimenti al “cristiano rinato” George W. Bush e alla destra evangelica repubblicana. Un capolavoro, non c’è che dire
(2) Cercate di capirla poverina. Continua solo perché a causa della Fornero se andava in pensione finiva esodata
 
visto su rischiocalcolato e copiato e postato su questo blog
 

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