Per
Ferragosto gli yacht hanno riempito i porti della Costa Smeralda. Ma è
stata solo una breve illusione. Il bilancio stagionale degli ormeggi è
negativo. Furibondi i costruttori di barche, sdegnati i diportisti che,
sottoposti a misure di controllo definite 'surreali' sono pronti a
salutare la Sardegna. La Corsica, dall'altra parte dello stretto,
ringrazia.
C'è una scritta al porto di
Bonifacio. Caratteri cubitali che rendono meglio dei complessi
ragionamenti che ruotano attorno alla crisi dell'industria turistica
sarda. "Merci, italiens". Grazie, italiani. Perché in terra di Francia
non ci sono tasse sulle imbarcazioni da pagare, né il clima da caccia
alle streghe che la pur necessaria lotta all'evasione ha ingenerato.
Così lo spiegamento di controllori per aria, per terra e per mare induce
gli storici frequentatori delle coste sarde a guardare verso altri
lidi. Nei giorni scorsi un elicottero ha fatto sloggaire 40 diportisti
dagli isolotti di Soffi e Mortorio. "Il nostro non è un atteggiamento
persecutorio - fanno notare dalla Guardia Costiera di Olbia - esistono
delle norme sulla navigazione e la balneazione e noi dobbiamo farle
rispettare, con le nostre motovedette". "Non siamo un ente persecutorio -
aggiungono - ma puntiamo alla prevenzione".
unionesarda.itè inutile girarci intorno : si tratta di un modo diverso di vedere la vita e i rapporti tra le persone. Ci si dovrebbe chiedere : vuoi o non vuoi che ci siano turisti nella tua nazione? Vuoi o non vuoi che le persone da Olbia possano andare a Civitavecchia e da Civitavecchia possano andare all'isola d'Elba senza che vengano passate ai raggi X? Pensi sia giusto che esistano le autostrade del mare?
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