Gli animalisti denunciano la barbarie
A pochi giorni dalla triste storia del cane preso a fucilate, un altro episodio di maltrattamento di animali.
Un
piccolo cucciolo di pastore maremmano con la testa devastata dalle
fiamme è stato soccorso dall'associazione "Il Randagino". "Hanno
scaricato il cane davanti al nostro rifugio - ha raccontato il
presidente dell'associazione Rosanna Spano - Potrebbe essere stato
bruciato di proposito da qualche pazzo, o anche essersi trovato in mezzo
a qualche rogo di campagna". Il cane è stato sfamato e portato dal
veterinario. "Pubblicheremo le foto su facebook - ha aggiunto la Spano -
dopo le cure il cucciolo guarirà e qualcuno lo adotterà di certo".
L'episodio segue quello tragico del cane preso a fucilate nei giorni
scorsi.
unionesarda.itNon c'è mai limite a ciò che un essere umano può fare ad altri esseri viventi o alla natura in generale: pensiamo che i mari e i corsi d'acqua in genere sono per lo più inquinati,e dall'uomo e non da un cane o una scimmia o una tigre che ci si bagnano. Il punto è che c'è consapevolezza in queste azioni, per quello che paragono chi inquina con chi fa del male agli animali. So che alcuni dovranno passare molto tempo in purgatorio o si dovranno reincarnare più e più volte prima di maturare e di capire. Ma intanto? Il Signore ha armato il nostro corpo di cervello, sappiamo cosa fare con questi delinquenti. Preciso che non c'è nessun legame tra azioni criminali e località , nazioni o popolazioni: certamente la cultura che è presente in estremo oriente non posso sposarla o farla mia. E' inconcepibile per me andare a caccia di balene o mettere un cane vivo nell'olio bollente, ma nemmeno posso accettare il trattamento che riserviamo agli animali per scopi scientifici e di ricerca. E' necessario rivedere diversi punti per andare d'accordo: comincerei da casa nostra, dall'Italia appunto, e da dei princìpi , come quello che vuole che a casa nostra si rispettano le leggi nostre e senza eccezioni. Niente quindi leggi europee o direttive, ma le nostre leggi prima di tutto e finchè si è in casa nostra. Se poi vogliamo fare come gli israeliani e andare a caccia di criminali anche se sono all'estero, occorrerà una legge che ci consenta di perseguire i crimini compiuti all'estero ma potenzialmente dannosi e con effetti sulla nostra comunità. Mi accontenterei di non dover leggere notizie come quella del titolo del post: sarebbe già un successo.
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