venerdì 15 febbraio 2019

Ong. I Contribuenti Europei le finanziano alla grande. All’Italia nulla.

Giuseppe Sandro Mela.

2019-02-14.

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A confronto di questi eurocrati, Papa Borgia era un rigidissimo meritocratico.

A confronto di questa eurodirigenza, i criminali detenuti a Sing Sing erano una pia congregazione dedita alla mortificazione, al digiuno ed alla penitenza.

La mafia di don Gambino era formata da gente da oratorio se paragonata alla cosca di Mr Juncker.

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I Contribuenti europei pagano tasse che grondano sangue, e ben lo attestano i Gilets Jaunes, per mantenere i lussi dell’asse francogermanico, anche se negli ultimi tempi codesti parassiti hanno pescato un po’ meno.

Ma nessuno si faccia nessuna illusione.

Queste riportate sono solo cifre molto parziali.

«Per le Ong la Ue ha speso, nel 2017, un miliardo 427 milioni 431mila e 541 euro»

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«Questi rischiano però di essere solo una parte degli effettivi investimenti dell’Ue verso le Ong»

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«Difatti, ancora oggi, i database europei sono carichi di oltre 73.ooo nomi di associazioni ed enti e non si è ancora trovato il modo di uniformare il sistema informatico per avere una certezza assoluta degli esborsi reali»

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«In altre parole: di fatto non si sa né chi è stato finanziato né per quale importo né l’esborso complessivo.»

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L’unica cosa certa è che l’Italia non figura: questa Unione Europea dall’Italia prende a man bassa e poi non le rende un bel nulla.

Questa è una delle tante dolorose realtà lasciate in eredità da lustri di dittatura del partito democratico, zerbinotto su cui l’eurodirigenza si puliva le suola delle scarpe.

Il Danish Refugee Council si è cucciato ben 108,805,541 euro ed il Norvegian Refugee Council 94,937,540. Ma Danimarca e Norvegia(che non fa parte dell'UE) non sono state soggette a sbarchi clandestini ed ospitano quattro gatti di migranti.  Cosa mai hanno fatto di quasi duecento milioni di euro, oltre che a finanziare i personaggi liberal? E, ripetiamo, il tutto a spese di noi Contribuenti italiani.

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Il 23 – 26 maggio si andrà a votare per l’europarlamento: memento!


Ong, ecco a chi vanno i soldi della Ue

Spesi quasi 1,5 miliardi di euro. Il Max Plank Insitute (Germania) è il più finanziato: 164 milioni

Finalmente è possibile avere l’elenco delle Organizzazioni non governative finanziate dall’Unione europea. L’elenco e gli importi sono contenuti in un report della Commissione europea che ha deciso di alzare il velo sui soldi alle Ong.

Quanti soldi alle Ong

Il grafico sopra mostra l’elenco di tutte le organizzazioni non governative (Ong) finanziate ufficialmente dal DG Budget, il portafoglio del Direttorato Generale dell’Ue. I nomi delle organizzazioni sono stati lasciati esattamente come sono riportati dal report della Commissione.

Partiamo dal totale. Per le Ong la Ue ha speso, nel 2017, un miliardo 427 milioni 431mila e 541 euro. Questi rischiano però di essere solo una parte degli effettivi investimenti dell’Ue verso le Ong. Difatti, ancora oggi, i database europei sono carichi di oltre 73.ooo nomi di associazioni ed enti e non si è ancora trovato il modo di uniformare il sistema informatico per avere una certezza assoluta degli esborsi reali. In altre parole: di fatto non si sa né chi è stato finanziato né per quale importo né l’esborso complessivo.

Le Ong più ricche

Nell’elenco delle Ong il primo posto spetta alla tedesca Max Plank che non è precisamente un’organizzazione caritatevole, ma si occupa di ricerca scientifica senza fini di lucro e per questo ha potuto accedere ai finanziamenti. L’Istituto Max Plank ha ottenuto 164.485.070 euro.

Al secondo posto c’è il Danish Refugee Council con 108.805.541 milioni di euro. Terzo posto per il Norvegian Refugee Council con 94.937.540. Quindi solo tre organizzazioni hanno incassato dalla Ue qualcosa come 368 milioni 228mila e 151 euro, il 25,8% del totale degli stanziamenti. Non si può dire che alle altre organizzazioni restino le briciole, ma quasi.

Quello che, infine, stupisce è che nell’elenco dei finanziamenti alle Ong non esistano associazioni italiane, almeno nelle prime 30 più sussidiate. L’Italia è comunque un Paese che spende una parte considerevole del proprio Pil in aiuti umanitari agli Stati in via di sviluppo

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