martedì 12 febbraio 2019

Corriere. Un articolo da sganasciarsi dal ridere.

Giuseppe Sandro Mela.

2019-02-12.

Paperino che ride

«Non interessa il colore del gatto, purché acchiappi i topi» [Deg Xiaoping]


Quando si scrive, e si pubblica, qualcosa si dovrebbe sia fare attenzione a non dire cose stravaganti, sia anche a non coprirsi di ridicolo. Meglio avere la nomea di persona difficile da convincere, dura di carattere, piuttosto che essere etichettati da buffoni.

Giovanna Pezzuoli e Luisella Seveso hanno scritto un pezzo tutto da leggere: rende il buon umore, anche se con una venatura sarcastica.

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«La nomina di sole 3 donne, invece delle precedenti 14, tra i 30 membri non di diritto del Consiglio Superiore della Sanità, ha scatenato le proteste non soltanto delle donne della politica, ma anche delle dirette interessate, le scienziate»

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«Abbiamo volentieri raccolto, come associazione GiULiA (Giornaliste unite libere autonome), l’appello di Antonella Viola, una delle eccellenze femminili presenti nella nostra piattaforma virtuale 100espert.it, che attraverso una lettera esprimeva il suo sconcerto e la sua indignazione»

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«L’abbiamo sottoposta alla nostra comunità di scienziate, che in gran numero hanno aderito con convinzione, sottoscrivendola»

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«Che fare dunque? C’è chi già si attiva per predisporre in Parlamento una mozione a sostegno dell’iniziativa che vorrebbe un maggior numero di nostre scienziate all’interno del Consiglio Superiore di Sanità, anche in considerazione del fatto che l’attuale decisione del Ministero della Salute è contraria alle indicazioni della Ue e dell’Onu»

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La lettera di queste quarantadue femmine è tranchant ed imperativa.

«La salute pubblica non è – e non può essere – un tema in cui la parità di genere non conta»

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«Chiediamo quindi al Ministero della Salute di rivedere le sue posizioni e alle colleghe e i colleghi nominati di rinunciare all’incarico qualora la parità di genere non venisse rispettata all’interno del Consiglio.»

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Questo è quanto.

Alcune domande.

Chi mai ha detto e stabilito che tutti gli organi pubblici debbano essere ripartiti per sesso?

Perché, per esempio, non ripartire allora per zona di nascita: un terzo al Meridione, un terzo al Centro ed un terzo al Nord?

Oppure metà amministrativi e metà sanitari?

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Chi mai sarebbero le sig.re Giovanna Pezzuoli e Luisella Seveso da sentirsi autorizzate a dare ordini al Ministro?

Il Ministro è vidimato dal suffragio popolare, loro no. Si presentino alle elezioni, si facciano eleggere, vadano al Governo e poi se ne riparla.

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Adesso, sarebbe bello che qualcuno spigasse perché le competenze di queste signore avrebbero dovuto interessare il Consiglio Superiore della Sanità. Magari facendo dimettere le personalità già nominate dal Ministro.

Giulia Baccarin, ingegnera co-founder MIPU, un gruppo di imprese che portano l’intelligenza artificiale nella fabbrica;

Paola Bonfante, professoressa ordinaria di Biologia vegetale all’Università degli Studi di Torino;

Gabriella Carrozza, Security consulting senior manager presso Accenture;

Virna Cerne, direttrice Ricerca & Sviluppo e componente del Consiglio direttivo del Gruppo Dr. Schär;

Bianca Maria Colosimo, professoressa ordinaria di Tecnologie e Sistemi di Lavorazione, vicedirettrice del Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano;

Paola Fermo, professoressa associata presso l’Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Chimica;

Elena Ferrari, professoressa ordinaria di Informatica all’Università dell’Insubria di Varese;

Mirella Mastretti, componente del CdA di “Azienda Farmacie Comunali” di Cornaredo, docente di matematica e calcolatori;

Manuela Teresa Raimondi, professoressa ordinaria di Bioingegneria al Politecnico di Milano;

Paola Velardi, presidente del Corso di laurea e professoressa ordinaria di Informatica all’Università La Sapienza di Roma.

→ Corriere. 2019-02-09. Tre donne nel Consiglio Superiore di Sanità

42 scienziate chiedono ai nuovi membri di dimettersi se il ministero non fa marcia indietro e rispetta la parità

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La nomina di sole 3 donne, invece delle precedenti 14, tra i 30 membri non di diritto del Consiglio Superiore della Sanità, ha scatenato le proteste non soltanto delle donne della politica, ma anche delle dirette interessate, le scienziate. Abbiamo volentieri raccolto, come associazione GiULiA (Giornaliste unite libere autonome), l’appello di Antonella Viola, una delle eccellenze femminili presenti nella nostra piattaforma virtuale 100esperte.it, che attraverso una lettera esprimeva il suo sconcerto e la sua indignazione. L’abbiamo sottoposta alla nostra comunità di scienziate, che in gran numero hanno aderito con convinzione, sottoscrivendola.

Premessa indispensabile a questa legittima contestazione è una rapida ricognizione fra dati recenti diffusi dal Ministero della Salute: su 663.793 dipendenti del Sistema sanitario nazionale le donne sono il 65,5%; su 112.746 dipendenti medici le donne sono il 40,2%. La distribuzione del genere per fasce di età conferma l’evidente processo di femminilizzazione della professione medica. Secondo i dati raccolti da FNOMCeO (il portale della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri), nella fascia d’età fra i 40 e i 49 anni le donne sono circa 30.000 (52%); fra i 24 e i 39 anni le donne sono circa 40.000 (63,2 %). E tutto questo senza voler entrare nel merito della medicina di genere, che rappresenta un approccio diverso e innovativo, se vogliamo rivoluzionario, come scrive Mariapaola Salmi, che dirige l’Italian Journal of Gender Medicine, alle diseguaglianze di salute. La stessa Organizzazione mondiale della Sanità pone attenzione speciale alle diversità con cui numerose patologie, un tempio ritenute tipicamente maschili, si presentano nelle donne. Ne sono scaturite una serie di raccomandazioni che permetteranno sempre di più di studiare le persone, donne e uomini, non solo biologicamente ma in maniera più complessa e globale.

Che fare dunque? C’è chi già si attiva per predisporre in Parlamento una mozione a sostegno dell’iniziativa che vorrebbe un maggior numero di nostre scienziate all’interno del Consiglio Superiore di Sanità, anche in considerazione del fatto che l’attuale decisione del Ministero della Salute è contraria alle indicazioni della Ue e dell’Onu.

Ed ecco la lettera:

La decisione del Ministero della Salute di ridurre drasticamente la presenza di donne all’interno del Consiglio Superiore di Sanità è inaccettabile in quanto ingiusta e ingiustificata. È infatti inaccettabile che le donne siano tagliate fuori da un tavolo di lavoro così importante e che influenza in modo sostanziale la politica sanitaria del paese. La salute pubblica non è – e non può essere – un tema in cui la parità di genere non conta. Ed è inaccettabile che il Ministero della Salute ritenga che nel nostro paese e nel resto del mondo non ci siano scienziate competenti, in grado di portare valore ed esperienza all’interno del Consiglio Superiore di Sanità. Chiediamo quindi al Ministero della Salute di rivedere le sue posizioni e alle colleghe e i colleghi nominati di rinunciare all’incarico qualora la parità di genere non venisse rispettata all’interno del Consiglio.

Antonella Viola, Scientific Director dell’Istituto di Ricerca Pediatrica, Fondazione Città della Speranza (Padova) 
Aderiscono 42 scienziate: Adriana Albini, responsabile della ricerca oncologica presso IRCCS Multimedica; Giulia Baccarin, ingegnera co-founder MIPU, un gruppo di imprese che portano l’intelligenza artificiale nella fabbrica; Ginestra Bianconi, professoressa associata di Matematica Applicata alla Queen Mary University of London; Elena Giovanna Bignami, professoressa ordinaria di Anestesiologia all’Università degli Studi di Parma; Paola Bonfante, professoressa ordinaria di Biologia vegetale all’Università degli Studi di Torino; Maria Luisa Brandi, professoressa ordinaria di Endocrinologia all’Università degli Studi di Firenze; Mara Cadinu, professoressa associata di Psicologia e Neuroscienze all’Università di Padova; Gabriella Carrozza, Security consulting senior manager presso Accenture; Tiziana Catarci, professoressa ordinaria, direttrice del Centro Interuniversitario sull’Elaborazione Cognitiva di Sistemi naturali e artificiali all’Università La Sapienza di Roma; Lucia Cattani, responsabile Ricerca & Sviluppo presso la SEAS-SA (Start up svizzera); Virna Cerne, direttrice Ricerca & Sviluppo e componente del Consiglio direttivo del Gruppo Dr. Schär; Cristina Anna Colombo, professoressa di psichiatria all’Università Vita-Salute Sam Raffaele; Bianca Maria Colosimo, professoressa ordinaria di Tecnologie e Sistemi di Lavorazione, vicedirettrice del Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano; Paola Corradi, presidente e socia fondatrice di Talent4Rise, Milano; Liliana Dell’Osso, direttrice dell’Unità Operativa di Psichiatria dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana e presidente del Collegio dei professori ordinari di Psichiatria italiani; Elisabetta Erba, professoressa ordinaria di Paleontologia e Paleoecologia presso l’Università degli Studi di Milano; Paola Fermo, professoressa associata presso l’Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Chimica; Elena Ferrari, professoressa ordinaria di Informatica all’Università dell’Insubria di Varese; Maria Cristina Gambi, professoressa ordinaria di Ecologia e associata di Zoologia, prima ricercatrice Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli; Sandra Leone, prima ricercatrice dell’Istituto di Fisica nazionale, sezione di Pisa; Sonia Levi, professoressa associata dell’Università Vita Salute San Raffaele); Fiorella Lo Schiavo, professoressa ordinaria di Fisiologia Vegetale all’Università di Padova; Daniela Lucangeli, prorettrice dell’Università di Padova, ordinaria di Psicologia dello Sviluppo; Francesca Mallamaci, responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Nefrologia, Dialisi e Trapianto dell’Azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria; Irene Mammarella professoressa Associata di Psicologia dello Sviluppo all’Università di Padova; Giulia Manca, professoressa associata all’Università degli studi di Cagliari e presso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare; Daniela Mari, responsabile di Geriatria della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore del Policlinico di Milano; Mirella Mastretti, componente del CdA di “Azienda Farmacie Comunali” di Cornaredo, docente di matematica e calcolatori; Deny Menghini, psicologa presso la Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma; Rosa Maria Montereali, responsabile del Laboratorio Micro e Nanostrutture per la Fotonica presso il Centro Ricerche ENEA di Frascati; Paola Mosconi, responsabile del “Laboratorio di ricerca per il coinvolgimento dei cittadini in sanità” del Dipartimento di Salute Pubblica dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano; Isabella Nova, professoressa associata di Chimica Industriale e Tecnologia presso il Politecnico di Milano; Valeria Poli, professoressa ordinaria di Biologia molecolare all’Università degli Studi di Torino; Paola Prete, responsabile del Laboratorio di Crescita Epitassiale dell’Istituto per la Microelettronica e Microsistemi del CNR (sede di Lecce); Manuela Teresa Raimondi, professoressa ordinaria di Bioingegneria al Politecnico di Milano; Costanza Rovida, Scientific Officer presso CAAT-Europe (Università di Konstanz in Germania); Raffaella Rumiati, professoressa ordinaria di Neuroscienze Cognitive presso la SISSA di Trieste; Serena Sanna, Assistant Professor presso l’University Medical Center Groningen; Maria Grazia Speranza, prorettrice vicaria dell’Università di Brescia e professoressa ordinaria di Ricerca Operativa; Ines Testoni, professoressa associata di Psicologia sociale e Direttrice del Master in Death Studies & The End of Life all’Università degli Studi di Padova; Luisa Torsi, professoressa ordinaria di Chimica presso l’Università di Bari: Paola Velardi, presidente del Corso di laurea e professoressa ordinaria di Informatica all’Università La Sapienza di Roma; Ann Zeuner, Biotechnology Team Leader al Dipartimento di Oncologia e Medicina molecolare dell’Istituto Superiore di Sanità.

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