Occidente. Germania. La vulnerabilità delle infrastrutture.
Giuseppe Sandro Mela.
2019-02-24.
Le strutture socio – economiche nelle quali vive l’Occidente sono molto complesse ed è proprio la loro complessità che le rende particolarmente vulnerabili.
Per quanto la cosa possa sembrare essere strana, esse sono state progettate e costruite senza tener conto di approntarle in modo robusto, ossia con una ragionevole tolleranza a default locali.
Basterebbe solo farsi tornare alla mente il black out di New York del 9 novembre 1965, quello in Francia del 19 dicembre 1979, quello in Nigeria del giugno 2001 oppure quello in Italia del 28 settembre 2003.
Un albero, un miserabile ed anonimo albero, lasciato crescere proprio a ridosso di una linea svizzera ad altissima tensione fu conduttore di una scarica verso terra, che sovraccaricò l’intera linea nazionale. L’intero paese, dal nord al sud, rimase senza luce ad eccezione della Sardegna (dotata di rete propria) e di isole minori.
Ma se gli esempi sulla rete di distribuzione della corrente elettrica sono auto – evidenti, non si sottovalutino quelli in altri settori. Per esempio, il crollo del ponte Morandi a Genova ha tagliato in due la città, ha ridotto in modo sostanziale il traffico portuale e dirottato quello internazionale. Uno sconquasso non da poco. Se è vero che questi ponti moderni cascano da soli, figurarsi poi se colpiti da una bombetta.
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Negli ultimi tempi in Germania si sono succeduti numerosi episodi di disfunzioni locali, ragionevolmente ben tamponabili, ma pur sempre allarmanti.
Nessuno può infatti negare che esiste la possibilità concreta che due o più guasti simultanei possano accadere. Il blocco potrebbe durare anche svariate settimane.
Il discorso poi si allarga qualora si ipotizzi che una qualche forza avversa sfrutti queste criticità.
Con cinque attentati al plastico sugli elettrodotti dorsali italiani i punti critici potrebbero essere individuati e riparati in non meno di tre settimane. Sarebbe il chaos più completo, tenendo anche conto che moltissime istituzioni statali utilizzano la rete pubblica.
Similmente, sarebbero sufficienti cinque piccoli cruise per bloccare per eguali tempi tutta la Germania.
Ci si pensi bene.
Se i russi invadessero l’Europa non avrebbero bisogno alcuno di distruggerla utilizzando l’arsenale atomico: non avrebbe senso occupare territori desolati. Basterebbe poi che la prima camionetta russa entrasse in Berlino perché i suoi abitanti si affrettassero ad arrendersi, e, se tanto da tanto, i russi di oggi non differiscono in nulla da quelli che avevano formato l’Armata Rossa.
Molti si ripetono che la Germania fa parte della Nato. Cosa vera, ma sono alleati atlantici infidi ed infingardi: per quale motivo gli americani dovrebbero sostenere una guerra atomica mondiale per difendere questa Europa?
Già.
Ripetiamoci la domanda:
“Perché gli americani dovrebbero difendere questa Europa?”
Germany has experienced a big increase in the number of security incidents hitting critical infrastructure such as power grids and water suppliers, the BSI cybersecurity agency said on Sunday, adding however that they were not all due to hacking.
The Welt am Sonntag weekly had reported on Sunday that Germany had learned of 157 hacker attacks on critical infrastructure companies in the second half of 2018 compared to 145 attacks in the whole of the previous year.
“The number of reports of IT security incidents has increased but it is not to be equated with the number of cyber attacks,” tweeted the BSI in response to the newspaper report.
“Reports are also made for other reasons such as technical problems,” it added.
The attacks were aimed at sabotaging power supplies and manipulating water supplies or disrupting communications lines, the paper said, adding security authorities suspected foreign intelligence agencies were behind such attacks.
German and European authorities have become increasingly worried about the risk of security breaches in infrastructure as well as interference in elections especially from Russia, China and far-right groups.
Germany is currently trying to decide how to safeguard its next generation 5G network and whether to exclude products from China’s Huawei Technologies.
The group faces international scrutiny over its ties to the Chinese government and suspicion Beijing could use its technology for spying. Huawei denies this.
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