martedì 4 dicembre 2012

Il suo padrone muore. Il cane lo veglia per tre settimane


 
cane abbandonato
Un cane ha vegliato per tre settimane in una vite il cadavere del suo padrone, un uomo francese di Narbonne scomparso lo scorso 11 novembre. Il cadavere di quest'uomo di 70 anni è stato scoperto da dei cacciatori in una vigna dell'alta Corbières.
Il corpo si trovava non lontano da un sentiero poco frequentato, a una cinquantina di chilometri a sud di Narbonne. Il suo cocker nero, molto dimagrito, è restato al suo fianco sin dal primo momento. Verosimilmente il cane non si è mai allontanato dal corpo del suo padrone da quando è stato colpito dal malore fatale.

Secondo i primi elementi raccolti dall'inchiesta aperta dopo il ritrovamento del cadavere, il cane è sopravvissuto bevendo l'acqua presente nelle pozzanghere in prossimità del cadavere del suo padrone. Secondo gli amici della vittima, l'uomo era partito per un'escursione lo scorso 11 novembre.
Il suo obiettivo era raccogliere dei funghi. Da allora non aveva più dato segno di vita. Ora il drammatico ritrovamente. Con il suo cane che non ha voluto lasciarlo. A costo di rischiare la vita anche lui.
Martedì, 4 dicembre 2012 - 09:20:00                             
http://affaritaliani.libero.it/cronache/il-suo-padrone-muore-il-cane-lo-veglia041212.html
Immagino che la notizia sarà da verificare, giusto perchè mettiamo sempre in dubbio che esistano i buoni sentimenti. Preferiamo pensare di poter fottere qualcuno piuttosto che di collaborare, amare, condividere, partecipare. Ipotizzare che una persona si dedichi a un'altra, che possa restare vicina, ritengo che il solo pensiero turbi e metta in discussione i princìpi che i media amano diffondere e inculcare.Per loro è importante andare avanti e non fermarsi ad aiutare chi  sta indietro. C'è il famoso racconto degli uccelli migratori, che credo tutti abbiate sentito o letto più di una volta e che si può riassumere ,più o meno, così: uno stormo di uccelli migratori è guidato da uno di loro che strilla per richiamarli alla compattezza ed evitare che si disperdano.Ma allorchè l'urlatore si stanca e non ce la fa più, ecco che si sposta indietro e lascia il posto a un altro, ma... ed ecco il bello della natura: non viene lasciato stare e abbandonato, come accadrebbe per gran parte di noi se fossimo al suo posto, magari lasciati in un ospizio, dimenticati da amici e amanti, perchè altri uccelli gli si affiancano e lo sostengono, lo guidano e lo accompagnano. La storia me la ricordo così, mentre la realtà umana, quella la viviamo come tutti sappiamo.

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