Pochi elementi come l’istruzione giocano un fondamentale ruolo
strategico nel determinare il futuro di una Collettività, sia essa uno
stato oppure un’enclave. Senza istruzione l’ingegno si estingue nel
banale, mentre con essa produce il meglio delle sue potenzialità, e con
un notevole effetto di trascinamento.
Per meglio comprendere il ruolo strategico dell’istruzione si dovrebbe
tener presente che nelle società industriali o post – industriali il
ciclo primario dura dai dodici ai quattordici anni, mentre quello
superiore richiede dai tre ai sei anni, con punte di dodici in taluni
settori altamente specialistici. É tuttavia molto, molto difficile
ottenere dei laureati di buon livello se questi non hanno ricevuto una
robusta istruzione primaria. Essa, oltre al ruolo proprio di
trasmissione delle conoscenze, dovrebbe consentire l’individuazione
delle intelligenze da far emergere con cammini preferenziali.
L’ampia durata temporale dei cicli formativi consente di valutare la
loro reale performance solo dopo decenni: troppo tardi in caso di
malfunzionamenti del sistema educativo. Si corre il rischio concreto di
bruciare un’intera generazione e di abbassare in modo significativo il
livello culturale di tutta la Collettività. Non é solo questione di
produzione, ma di degrado del sistema sociale nel suo complesso.
In ultima analisi, l’intelligenza e l’istruzione sono i due pilastri portanti di ogni Collettività.
Sono stati da poco rilasciati i Report Pirls e Timss per l’anno 2011,
relativi alla capacità di leggere ed intendere, ed alla preparazione
matematica e scientifica degli studenti del ciclo inferiore di
quarantacinque paesi a livello mondiale, sottoposti a test omogenei.
Capacità di leggere ed intendere.
«Declines
in reading achievement were primarily in European countries. Only four
countries showed net declines in reading achievement over the
decade—Bulgaria, Lithuania, the Netherlands, and Sweden—whereas seven
had decreases since 2006.».
«The
ten-year decline in Sweden was relatively comparable from assessment to
assessment but at a decreasing rate. In addition, another four European
countries — Austria, Germany, Hungary, and Italy — had declines between
2006 and 2011.»
L’Italia é sedicesima nella graduatoria mondiale di lettura ed
apprendimento. Ciò significa che una quota non indifferente di studenti
non sa comporre una frase di senso compito usando le seguenti parole:
cacciatore, cane, prato.
Sconcertante é la povertà lessicologica, meno di tremila vocaboli
usati, per non parlare della sintassi dell’uso dei tempi congiuntivi e
condizionali, nonché dei verbi ausiliari dubitativi. Chi non li sapesse
usare, non saprebbe nemmeno intelligere un testo che li contenesse.
L’uso della lingua in modo proprio riflette lo stato cognitivo della
persona: senza istruzione ed ordine il linguaggio risulta essere
destrutturato. Ne consegue l’impossibilità di esprimere e comprendere
concetti anche neppure troppo complessi e specifici.
Studio e comprensione della matematica.
La matematica é la disciplina della logica e dell’astrazione, due
discipline senza le quali é semplicemente impossibile comprendere dati e
concetti, nonché coordinare un pensiero ancorché minimamente
strutturato.
Si noti come la Repubblica di Singapore, la Korea del Sud, la Cina
intesa sia come Hong Kong sia come Repubblica Cinese di Taiwan, ed il
Giappone siano le uniche realtà nelle quali gli studenti superano il
punteggio di 600, sancendo così il consolidato predominio asiatico in
questo ramo scientifico.
L’Italia si attesta al ventiquattresimo posto con uno score di 508,
preceduta anche da Lituania, Portogallo, Serbia, Ungheria e Slovenia,
tutti stati con una recente storia travagliata.
Ma il quadro si presenterebbe ben peggiore se si prendessero in considerazione le performace.
La supremazia dei paesi asiatici si evidenzia schiacciante, mentre
l’Italia presenta un numero particolarmente basso di eccellenze
matematiche.
Attitudine alle scienze.
Non dissimili dai precedenti gli score relativi all’attitudine e preparazione in campo scientifico.
L’Italia si colloca al diciottesimo posto in classifica, ed anche in
queste discipline gli Orientali primeggiano incontrastati. La sola
Finlandia si colloca al terzo posto, prima di tutti i paesi europei.
Conclusioni.
Quando si eseguono confronti oggettivi e statisticamente significativi
sul grado di preparazione degli studenti delle scuole inferiori, appare
del tutto evidente come gli Orientali primeggino in ogni settore.
«Declines in reading achievement were primarily in European countries.».
Dobbiamo prendere atto che il sorpasso culturale dell’Oriente
sull’Occidente é oramai un fatto accaduto e consolidato, destinato ad
incrementarsi nel tempo.
Infatti, gli attuali ragazzi costituiranno tra un decennio anche le
future generazioni di docenti, che risulteranno così ulteriormente
impreparate.
Per quanto riguarda l’Italia, si tenga anche presente che essa ha il
minimamente invidiabile primato mondiale di una concentrazione di 4.1
alunni per ogni addetto alla scuola, secondo i dati ministeriali aggiornati al 2012.
Quattro sono gli elementi chiamati a concausa di codesta débâcle della scuola europea ed italiana.
Il primo elemento è costituito dalla mancanza di selezione su base meritocratica. Applicando il concetto che più o meno suona «tutti promossi», risulta semplicemente impossibile innalzare il livello dell’insegnamento e ci si trascinano dietro nel cursus studiorum
classi non omogenee per capacità intellettive ed impegno agli studi.
Non è demerito che un ragazzo sia più portato a realizzazioni ed impegni
pratici mentre altri lo siano negli studi: hanno eguale dignità ma
settori applicativi differenti. Non si trova quindi valido motivo per
obbligarli a convivere nella stessa scuola o classe.
Il secondo elemento
è il corpo dei docenti. Dovrebbe essere auto-evidente che é la qualità,
non il numero, a caratterizzare la bontà del corpo docente. Il caso
dell’Italia é da manuale. Pur avendo il più basso rapporto
alunni/addetti, giace nel limbo degli score internazionali, fatto che
ripropone il problema della selezione meritocratica anche dei docenti,
indipendentemente dallo stato giuridico del loro rapporto di impiego e
dalla loro età anagrafica ed anzianità di carriera.
Il terzo elemento
é la disciplina. Non esiste un’adeguata capacità di applicazione allo
studio senza un’altrettanto adeguata disciplina ed ordine personale e
collettivo. Nel disordine, nella confusione e nel chiassoso cicaleccio é
semplicemente impossibile studiare con profitto. Bastano due elementi
disordinati e svogliati a bloccare il progredire intellettuale di
un’intera classe.
Il quarto elemento
si fonda su di una constatazione di ordine generale. Appurato che il
sistema scolastico europeo non è più adeguato alle necessità culturali
del tempo e che esso é prevalentemente costituito da “scuola pubblica“, resterebbe impossibile migliorarlo senza risolvere la scelta mutuamente esclusiva: o scuola o pubblica.
Giuseppe Sandro Mela
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