Ultimamente ho commentato su un sito un articolo che parla del big bang del 3 gennaio 2013. In effetti non è che fossi andato fuori tema nel commento, ma siccome quei signori,evidentemente anche loro sono come quelli che criticano e cioè senza problemi economici, non sanno cosa vuol dire essere dichiarati falliti o essere protestati, ecco che mi permettevo far notare che anche chi come me è da tempo senza un c/c , prima o poi sarà costretto ad aprirne uno o a disporre di una post pay. E mi dispiace che il mio vecchio blog non ci sia più on line, diversamente saprebbero che è da agosto 2004 che parlo di fallimento come persona fisica, come ditta individuale, di ciò che mi è successo, ovvero carabinieri a casa per tradarmi in tribunale dal giudice fallimentare e dal curatore, di come mi è stato pignorato e svuotato dei pochi euro il c/c, di come si sono portati via l'unica auto che avevo e avevamo come famiglia eccetera.Ma ho anche fatto altro, ovvero ho sistemato i miei dipendenti cercando loro altra occupazione e questo ben due anni prima del mio fallimento, ho offerto gratuitamente consigli via post e in pvt a chi ha avuto problemi con finanziarie, con banche, con curatori, e senza pretendere alcunchè come invece succede spesso nel web; ho raccontato le vicissitudini di un mio caro conoscente e anche cliente (dato che ero e sono agente di commercio) che non ha retto al fallimento ed è morto di crepacuore, e come lui un altro amico che è stato costretto a lavorare sottopagato e anche lui è morto giovane, o di una mia conoscente che ha dovuto subire lo sfratto esecutivo con tanto di forze dell'ordine e assistenti sociali e ambulanze (situazione che ho vissuto anch'io).Ciò che mi dà fastidio è il menefreghismo e l'aria di sufficienza con cui vengono trattati questi argomenti : o meglio è proprio perchè se ne strafegano i coglioni che la cosa mi fa incazzare. Credono che sia contagioso il fallimento? Che porti iella o sfiga a chi ne sente parlare?
Allora è bene che sappiano, ma lo sanno e fanno finta di non saperlo, che il sottoscritto dava lavoro, portavo a modo mio cultura nel mondo del mobile e dell'arredamento, non ero l'ultimo arrivato e non lo sono nemmeno adesso. Mi risolleverò dalla polvere e dal letamaio dove mi hanno gettato e dove, grazie anche al menefreghismo di persone come queste e di chi a loro si accompagna, sto rimanendo più del necessario. Certo che se ci fosse stato un briciolo di interessamento e di comprensione, di aiuto, di diffusione di queste informazioni e ,logicamente, non solo quelle da me fornite, forse le cose andrebbero,per me e per migliaia di altri italiani assai meglio. Aggiungo che le migliaia di italiani come me sono quelli out, che non contribuiscono più, e non per colpa loro, alla crescita della nazione, non danno più posti di lavoro, sono messi fuori gioco: vorrebbero fare, continuare a fare e partecipare ma sono estromessi. Le recenti, ma nemmeno tanto, leggi sul fallimento, non hanno migliorato granchè le cose.
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