A scanso di equivoci meglio precisare o chiarire il proprio pensiero in merito al femminicidio e al sacerdote autore del volantino/manifesto. Pur rispettando le opinioni altrui mi permetto di dissentire se,appunto, il mio pensiero è diverso e non concorda su alcuni o tutti i punti. Tuttavia cercare di comprendere le cause per cui un fatto avviene non significa essere d'accordo sulle ragioni. Invece troppo spesso si viene accusati di negligenza: mettiamo il caso di chi si aggira all'interno o all'esterno di una stazione ferroviaria, magari in ora tarda, e ha in mano un telefono cellulare ben visibile, e poi magari tira fuori un portafoglio pieno di biglietti e carte di credito, anche tutte queste cose bene in vista; e per finire ha le dita di una mano occupate a tenere una sigaretta. Se a costui viene rubato, sottratto il cellulare o il portafoglio, è forse colpa sua o dobbiamo cercare il ladro, dargli una bastonata, recupare il tutto e restituirlo al legittimo proprietario? Sì, però quello ha rubato per necessità: che appunto spiega la situazione di disagio ma non la giustifica, nel senso che non possiamo dire o far finta che non è successo niente. Possiamo, invece
fare in modo che il disagio venga meno o si attenui, che non ci siano persone che siano spinte a rubare oggi un portafoglio e domani un'auto o l'identità di un altro. Nel caso di persone con spinte sessuali irrefrenabili occorre anche in quel caso provvedere e tenerle sotto controllo: diverso è il caso di chi,invece è spinto a uccidere. Di solito si parla di castrazione chimica e si ricollega a delitti di natura sessuale, ma nel caso invece di omicidi si pensa a tenere la persona dietro le sbarre o nei manicomi criminali: mi pare che non ci siano altre idee in merito a parte quelle di studiare ,a fondo, i casi. Detto tutto questo non posso che concludere precisando ancora che non sposo le tesi di quel sacerdote ma non posso non notare che ci siano persone che fanno di tutto per farsi notare. Purtroppo ci si sofferma all'aspetto esteriore, quindi si nota quella persona perchè si veste in quel modo, così come si nota ,magari in tv, una persone che notoriamente alza la voce, grida, si sovrappone agli altri, gli insulta. E noi che cosa facciamo? Ci piace vedere la persona stravagante e provocatoria? Ci piace vedere la rissa in tv? Siamo così morbosamente attratti dai delitti efferati ,dal vedere auto distrutte, tragedie che siano tsunami o terremoti o persone rese disabili magari dalle mine antiuomo di produzione italiana? E allora restiamo incollati al teleschermo e godiamoci lo spettacolo, seguiamo con lo sguardo la persona che ha attirato la nostra attenzione. Occhio in quest'ultimo caso al portafoglio o al cellulare, mentre negli altri casi vale anche il prestare attenzione al nostro cervello che non venga privato della voglia di farci vivere la nostra vita invece di costringerci, di fatto, a vivere in una fiction o in un reality. Se questi non sono i nostri casi, facciamo i casi nostri: basta guardare altrove o spegnere la tv, cambiare canale se proprio vogliamo vedere qualcosa , o perchè non riscoprire il piacere di leggere un libro, ascoltare musica, o semplicemente decidere noi che cosa fare? Ciò non significa che si deve essere impassibili di fronte a un corpo attraente, nè che ci debba lasciare indifferenti un tale che strilla e offende il prossimo: occorre controllare la nostra reazione. Certo che le attuali leggi non aiutano perchè, se per caso chiedessi a quella persona di uscire con me o le rivolgessi un complimento, ecco che passerei l'animaccia dei guai, sommerso di denunce.
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