Lettera aperta ai firmatari dell'appello "Cambiare si può"
di Giulietto Chiesa - Presidente di Alternativa
Cari amici primi firmatari dell’appello “Cambiare si può”,
vi scrivo dopo aver partecipato all'assemblea di sabato scorso a Roma per esprimervi il mio stupore e qualche domanda.
Come
firmatario dell’appello, e presidente del laboratorio politico
Alternativa, confesso che la conclusione dell’assemblea mi ha lasciato
sconcertato. Non una
parola su come verrà composto il team che dovrà guidare il processo
delle iniziative territoriali. Non una parola sulle modalità con cui ciò
dovrà avvenire. Si
pretende da noi, e da tutti, una delega in bianco, non ha alcun motivo
di essere richiesta e che è in aperta contraddizione con l’appello che
chiama diverse forze a un impegno comune. Ma a questo non ha fatto
seguito nessun coinvolgimento.
Mi si chiede di dare fiducia, ma non so nemmeno a chi dovrei darla.
Me
lo si chiede (anzi me lo si impone) dopo aver potuto constatare che non
mi è stato dato il diritto di parola nell’assemblea. Non mi si venga a
dire che l’elenco è stato compilato in base alle richieste di
iscrizione, perché tutti noi sappiamo che non è vero e non sarebbe leale
usare questo argomento.
Non
mi si venga a dire che il motivo è che, per esempio, io o Giorgio
Cremaschi – non fa differenza – siamo leader di partito. Per la semplice
ragione che né io, né Cremaschi siamo dirigenti di partito, mentre
numerosi veri rappresentanti e dirigenti di partiti e di organizzazioni
hanno potuto prendere la parola, addirittura nel momento stesso che dal
palco, dopo una domanda diretta di spiegazioni, si dichiarava che i
criteri adottati li escludeva. Il fatto che non fossero i “numeri uno”
non modifica il giudizio.
Non
mi si venga a dire che tutti i presenti in lista sono “uguali”. Chi
dirige un’assemblea del genere sa perfettamente che non tutti sono
“uguali”. E si è visto. Dunque sono state fatte delle scelte, i cui
criteri sono rimasti sconosciuti.
Ma,
a parte le stranezze delle scelte di includere e escludere, sbalordisce
l’assenza totale di ogni guida esplicita dei processi. Il che fa
pensare che vi sarà una guida implicita, oppure che non si è nemmeno
pensato a una qualche guida. L’assenza di una guida lascerebbe alla
spontaneità le assemblee territoriali: una cosa assurda data la estrema
ristrettezza dei tempi a disposizione. Mentre una guida implicita
riproporrà le stesse, identiche, disastrose conseguenze dell’esperienza
dell’Arcobaleno, non solo alienando definitivamente chi di sinistra
vorrebbe votare una lista che lo rappresenti in modo trasparente, ma
dimostrando a chi si astiene che la sua scelta è in fondo saggia.
Sconosciute sono rimaste sia la definizione dei punti programmatici sia le modalità della discussione.
Totalmente oscure, infine, sono rimaste le modalità con cui verranno discusse, e decise, le liste. Potrei continuare.
Posso
solo dire, con tutta franchezza, che io stesso faccio fatica a capire
quali potrebbero essere i miei compiti e quelli di coloro che con me
stanno lavorando. Dai commenti raccolti dopo l’assemblea ho potuto
verificare che tutte queste incongruenze (e uso un eufemismo) sono state
rilevate da molti tra i presenti.
Tutto
questo mi costringe a porvi una domanda: ma siete interessati a una mia
(nostra) partecipazione a questo sforzo? Se non c’è interesse perché
non dirlo? Sarebbe un risparmio di tempo per tutti. D’altro canto vi
scrivo per dirvi che un mio, nostro, coinvolgimento sarà possibile solo
in condizioni di completa trasparenza sulle modalità con cui si
prenderanno tutte le decisioni future.
Cordiali saluti
Giulietto Chiesa
Presidente di Alternativa-laboratorio politico
http://www.megachip.info/rubriche/34-giulietto-chiesa-cronache-marxziane/9420-cambiare-si-puo.html
Nessun commento:
Posta un commento