A meno che, per esempio , non tenti il suicidio, ti butti sotto un'auto o compi,comunque un gesto estremo e carico di simboli (comprensibili, sennò non serve a un tubo). Ricordo una frase che fa al caso nostro e che recita più o meno così (vado a mente perchè ne avevo scritto ma,nell'altro blog): come siamo rattristiamo per chi muore, come siamo indifferenti a come vive. Se tu stai zitto e soffri dentro il tuo cuore, perché hai perduto il lavoro, perché non riesci a realizzarti, perché ti senti (o sei) un fallito, non importa niente a nessuno. Ma se morissi, se ti suicidassi, potresti fare del bene a chi resta: certo inizialmente qualcuno dei tuoi potrebbe anche soffrirne, e tanto: sopratutto se, per caso, i tuoi ricevessero una buona dose di solidarietà ,ovvero denaro e lavoro, ci sarebbe da pensare a dove si trovavano tutti costoro quando hai chiesto o quando,come sei certo, sapevano di te e delle tue difficoltà.E' presto detto: erano nel mondo dell'indifferenza, indifferenti a come vivevi, ma per assolversi la coscienza, per cercare voti e consensi e il plauso, ecco che spuntano fuori i soldi e gli aiuti che ,forse per anni , avevi
inutilmente chiesto e non ottenuto. Anche la finta solidarietà, che fa forse più rabbia (del resto se muori potresti vedere le cose dall'aldilà ma non intervenire: tirare i piedi di notte e spaventare chi dorme, succede solo nei film), e che hai incontrato nei sorrisi, nelle pacche sulle spalle, nelle inutili strette di mano di incoraggiamento o,peggio ancora negli abbracci che sanno tanto di serpente costrittore, dopo un po' di tempo tutti questi comportamenti finiscono: nessuno ti caga più per dirla in maniera chiara e concisa. Dopo che hanno raccolto le tue confidenze, dopo che tu hai riposto inutilmente le speranze nel cuore ,di pietra, altrui, devi capire che hai stufato, hai rotto i coglioni e annoi con le tue difficoltà e con le tue pretese.Ti sentirai dire che nessuno ti deve niente e che...la vita è fatta anche di questi fatti. Ma se insisti va peggio,perché le altre parole assassine che sentirai sono le solite: pensa che c'è gente che sta peggio di te. E questi inviti da star decadente o che vuole rifarsi la verginità o conquistare nuovi fans, con dichiarazioni del tipo "ho sbagliato, non fate i miei errori, solo oggi mi accorgo che", ma lo dicono dopo che hanno vissuto alla grande e ,loro sì non si sono saputi,forse ,accontentare, ecco che rifletti e ti accorgi che forse un patto col diavolo lo avresti dovuto fare, che forse era meglio rubare (almeno avresti avuto diritto a qualcosa per il reinserimento...e pensi a persone che conosci, che sono state anche per un solo giorno dietro le sbarre, e che adesso hanno attività fiorenti o che comunque non si rompono dalla fame: i nomi? In pvt). Capisci che è tutto sbagliato, che quando senti parlare del lavoro per i giovani dici ...ma io ho superato i 40 o i 50 e a me chi cazzo ci pensa:la risposta te la danno subito, dicendoti che devi darti da fare, che sei un inetto e un figlio di puttana che non pensi ai tuoi figli, ai giovani. Poi se insisti, ecco che ti leggono la vita: manualità zero, lingue conosciute l'italiano e quindi non basta,non servi a un cazzo, non puoi nemmeno fare il cameriere non all'estero ma qui in Italia; la macchina del caffè o del gelato non sai come funziona, ambiente windows, pacchetti office programmi di grafica neanche a parlarne, patente C neanche l'ombra, in più fisicamente fai pena e sei debole e non riesci nemmeno a portare un sacco di cemento ergo "non servi nemmeno come scaricatore ai mercati generali" dove la fila di extracomunitari, negri o magrebini piuttosto che indiani o filippini, a te neanche ti fa vedere la porta di ingresso. Questa è la verità. Ora devi solo chiederti se vale la pena sacrificarti scommettendo che qualcuno, sapendo della tua morte ,anzi del tuo suicidio, metta mano al portafoglio e pensi ai tuoi, oppure se non vuoi correre questo rischio e continuare a sperare in tempi migliori. C'è un particolare curioso e che si ricollega alle cose che racconti e dici di te , del tuo vissuto: col tempo capisci che nessuno ti ha ascoltato per davvero. La prova è nel fatto che col tempo, nel mio caso circa dieci anni, qualcuno non si ricordi per niente delle mie vicissitudini o che,peggio, le ricordi sbagliate. Un doppio rischio.
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