Un impianto eolico rivoluzionario? Stando ai dati forniti dalla società SheerWind, con sede a Chaska, Minnesota, la rivoluzione del modello INVELOX sarebbe nei numeri.Costo dell’energia inferiore a un centesimo di dollaro a kWh, meno di 5 anni per il raggiungimento del Pay Back (tempo necessario a compensare l’investimento iniziale), tempi di manutenzione e gestione dimezzati, 90% in meno di territorio impegnato, velocità minima del vento per il funzionamento: 1,6 km/h.
Si parla addirittura di una produzione elettrica del 600% superiore a quella di ogni altro impianto eolico a parità di superficie occupata.
Il sito della società del Minnesota afferma che l’installazione di una turbina dovrebbe costare meno di 750 Dollari a kWe che l’impianto risulta essere il 50% più corto di una tradizionale turbina eolica, con una turbina più piccola di circa l’84%. Della nuova tecnologia si sta occupando anche Sierra Club, la più grande e diffusa associazione ambientalista Usa, che, insieme a Greenpeace, è probabilmente la più forte sostenitrice dell’eolico in-shore ed off-shore. Secondo gli ambientalisti «La turbine eoliche giganti sono, come le mucche, una caratteristica che molte persone preferiscono vedere punteggiare la campagna distante piuttosto che occupare spazio vicino a casa. Le loro pale creano un qualche rumore e un tremolio dell’ombra, e dominano il paesaggio. Ma in ogni caso, c’è poco timore che ci imbattiamo nelle turbine tradizionali nei centri urbani, dal momento che il caos degli edifici rende l’aria turbolenta invece del costante, ininterrotto flusso che le turbine commerciali tradizionali sono state progettate per sfruttare. Ma cosa succederebbe se un “wind harvester” potesse essere incorporato nella struttura di un edificio o adattato alla rete cittadina? Una nuova generazione di macchine per la raccolta di vento, da piccole a straordinariamente grande, può aiutare i dispositivi eolici a diventare parte del paesaggio costruito. Ad “inventare” tutto è stato Daryoush Allaei, un iraniano cresciuto ad Abadan, dove una brezza che spira dal Golfo Persico, a 33 miglia di distanza, rende più sopportabili le calde estati. Abadan è una città petrolifera con un panorama segnato dalle ciminiere di alcune delle più grandi raffinerie del mondo ma Allaei era affascinato da altre strutture molto più antiche, risalenti ai persiani, che sembravano camini ma servivano e servono ad uno scopo completamente diverso: catturare il vento. Il nonno di Allaei aveva uno di questi “cacciatori di vento”, che catturava le brezze marine e le convogliava nelle cantine delle case. L’aria fresca poi circolava verso l’alto e rendeva la temperatura interna sopportabile. Allaei è emigrato negli Usa, dove ha conseguito il dottorato di ricerca in ingegneria meccanica, con una specializzazione nel controllo del rumore e delle vibrazioni nell’industria. A un certo punto, ha valutato un grande turbina eolica commerciale ed è rimasto perplesso per la sua progettazione “top-heavy”: «Queste turbine a volte pesano più di 150 tonnellate e sono 100 o 120 metri di altezza. Non ha senso» dice Allaei in un’intervista al giornale di Sierra Club. Il primo prototipo della nuova generazione eolica Invelox Allaei lo ha costruito in un parcheggio vicino al suo ufficio a Sheerwind, a Chaska, in Minnesota. Si tratta di una struttura alta 90 piedi che sarebbe in grado di produrre la stessa quantità di energia di una pala eolica da 1,8 megawatt, ma alta un terzo e con un’occupazione di territorio di un settimo e con una turbina con un diametro di oltre 8 volte più piccolo. Inoltre l’impianto eolico ispirato ai “cacciatori di vento” iraniani può sfruttare anche le brezze più deboli, fino a meno di due miglia all’ora, che è un quarto della velocità del vento necessaria per azionare una turbina eolica tradizionale. Allaei ha proposto un modello in alluminio e tessuto pieghevole che potrebbe addirittura trasportato per via aerea e assemblato in avamposti militari o nelle zone colpite da disastri che provocano interruzioni di energia. Un’altra versione potrebbe essere integrata nella costruzione di un edificio commerciale ed i suoi condotti “acchiappa-vento” installati nello stesso modo degli attuali macchinari Hvac per il riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria. Come spiega Sierra Club, «E’ stato solo quando era molto avanti nella progettazione dell’Invelox che Allaei si è reso conto che stava aggiornando i cacciatori di vento della sua giovinezza. Questa volta, però, quell’energia potrebbe aiutare a mandare in pensione quelle raffinerie di combustibili fossili».
Fonte e articolo originale “http://www.gizmodo.it/2013/05/28/invelox-leolico-senza-pale-la-rivoluzione-dal-minnesota.html”
http://ambientebio.it/eolico-senza-pale-in-minnesota/
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