nb.:volevo farlo prima ma il giornale di Sardegna online non l'ho trovato e trascrivere due pagine...avevo da fare altro.Ora ho trovato questo:
C'è una norma sulle aree sismiche che impone lo svuotamento di gran parte degli invasi sardi. La Regione si ribella.
"La
Sardegna non può accettare, neppure come ipotesi, l'eventuale
svuotamento degli invasi dell'isola". Lo ha dichiarato il presidente
della Regione, Ugo Cappellacci, intervenendo riguardo alle norme
tecniche sugli sbarramenti di ritenuta. "Un'iniziativa del genere - ha
aggiunto il presidente - sarebbe a dir poco illogica, alla luce delle
caratteristiche di una Regione come la nostra". La questione è stata
anche al centro di un incontro che si è tenuto stamattina a Roma tra
l'assessore dei Lavori pubblici, Angela Nonnis, e il direttore generale
del Servizio nazionale dighe del ministero delle Infrastrutture. Durante
il vertice Nonnis ha avanzato l'esigenza che per gli sbarramenti sardi
esistenti siano valutati, preliminarmente all'entrata in vigore delle
nuove norme tecniche previste dallo Stato, gli impatti delle modalità di
applicazione e le conseguenze in termini di funzionalità di sistema.
Ciò a seguito di quanto già espresso in sede di Conferenza
Stato-Regioni, dove sono stati depositati degli emendamenti al testo
della proposta normativa finalizzati a sospenderne l'applicazione per le
dighe isolane già esistenti, in attesa degli approfondimenti di una
commissione di esperti prevista dal nuovo testo, nonché per l'esclusione
in toto delle piccole dighe dalla futura entrata in vigore della legge.
Nel corso della riunione l'assessore ha inoltre sottolineato
l'importanza che le opere di sbarramento e di invaso rivestono nel
fragile equilibrio del bilancio idrico della Sardegna soprattutto al
fine di assicurare continuità agli usi civili e alle attività agricole e
imprenditoriali e per porre le basi a nuove ipotesi di sviluppo.
"Abbiamo quindi denunciato le conseguenze che la proposta di
approvazione delle nuove norme tecniche potrebbe comportare per il
nostro sistema di approvvigionamento idrico", ha continuato Nonnis. "I
rappresentanti dell'Ufficio dighe ministeriale hanno condiviso alcune
delle criticità da noi sollevate sopratutto in ordine
all'indeterminatezza del campo applicativo delle nuove norme e in merito
all'esigenza di "testare" preliminarmente l'applicazione sugli
sbarramenti esistenti. Ricordo - ha concluso l'assessore - che stiamo
seguendo questa vicenda con molta attenzione sin dal 2011, cioé da
quando il presidente Cappellacci ha iniziato a rappresentare ai ministri
che si sono succeduti da allora le gravi ricadute che l'applicazione
delle nuove norme causerebbero soprattutto in Sardegna".
Una norma impone lo svuotamento di gran parte degli invasi sardi.
Sulla questione è intervenuto anche il deputato Pdl Mauro Pili.
L'INTERVENTO
DI PILI - “La sola ipotesi di buttare a mare oltre un miliardo e mezzo
di metri cubi d’acqua per svuotare le dighe sarde in base alle nuove
norme sulle aree sismiche è surreale", ha chiesto in un'interrogazione
urgente rivolta al ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi. "Essa è
frutto di una perversa norma che appartiene più a lobby dell’acqua che
al buon senso e al senso di responsabilità". Poi ha aggiunto: "Serve un
intervento urgente per evitare che i vari enti gestori delle dighe siano
obbligati a dare esecuzione a quelle disposizioni che appaiono
irrazionali e funzionali solo a creare problemi. La delicatezza della
materia sicurezza non va esasperata solo in funzione della
responsabilità dei soggetti gestori, ma deve essere il giusto equilibrio
tra senso di responsabilità e buon senso".
Nell'interrogazione
sottolinea in particolare il paradosso della decisione assunta: "La
Sardegna è notoriamente una terra antisismica e pertanto appare davvero
poco plausibile che le dighe sarde debbano essere svuotate in tutto o
parzialmente per via di una norma di fatto irrazionale. Vi sono
strumenti e tecnologie, applicate in tutte le principali dighe della
Sardegna, che consentono un monitoraggio costante e preciso della
stabilità degli invasi e sarebbe davvero anacronistico rendere inagibile
ciò che con grande difficoltà era stato collaudato nel periodo
dell’emergenza idrica con i poteri del commissario governativo che
attivai tra il 2001 e il 2003. Fare un passo indietro rispetto a quelle
determinazioni di allora significherebbe cambiare le carte in tavola con
il solo obiettivo di creare disagi e problemi insormontabili alla
gestione del servizio idrico sardo”.
GLI INVASI A
RISCHIO - Nell'interrogazione di Pili si individuano anche gli invasi a
rischi. Si tratta di quelli di Gavoi ( Gusana 60 milioni di metri cubi),
Orroli ( Mulargia 332 milioni), Escalaplano (Nuraghe Arrubiu 330) e
Iglesias ( Punta Gennarta 13). Ci sarebbe poi il dimezzamento d’invaso
per le dighe a gravità tra cui Muzzone (259 milioni di metri cubi);
Liscia (105); Temo di Roccadoria (91); Mannu di Pattada (76); Bau
Mugerris (61); Monte Pranu (50); Posada (38); Basso Cixerri (25)
Cucchiadorza (19); Bidighinzu(12); Is Barroccus (12metri cubi); Pranu
Antoni (9); A queste va aggiunta la diga“cantoniera”sul Tirso per
ulteriori 490 milioni di metri cubi.
unionesarda.it
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