di Riccardo Cascioli11-05-2013
Scuole e luoghi di lavoro ridotti a campi di
rieducazione in chiave omosessuale, e sdoganamento della pedofilia (o
almeno della efebofilia, ovvero i rapporti di un adulto con un
adolescente). E’ questo lo scenario che ci si prospetta per il prossimo
futuro, in quanto l’allora ministro del Lavoro (con deleghe per le Pari
opportunità) Elsa Fornero ha aderito sei mesi fa a un progetto
sperimentale del Consiglio d’Europa per la lotta alle discriminazioni
basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.
E ora l’Unar (ovvero l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali,
istituito all’interno del Dipartimento per le Pari Opportunità) ha
pubblicato le linee guida per l’applicazione dei princìpi contenuti
nella Raccomandazione CM/REC (2010) 5 del Comitato dei ministri del
Consiglio d’Europa, volta a combattere la discriminazione fondata
sull’orientamento sessuale o l’identità di genere: “Strategia nazionale
per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate
sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (2013-2015)”, si
chiama.
L’intero documento del nostro governo è improntato al più radicale
estremismo gay, mentre è nella Raccomandazione del Comitato dei ministri
del Consiglio d’Europa che si trova l’invito agli Stati membri ad
abrogare “qualsiasi legislazione discriminatoria ai sensi della quale
sia considerato reato penale il rapporto sessuale tra adulti
consenzienti dello stesso sesso, ivi comprese le disposizioni che
stabiliscono una distinzione tra l’età del consenso per gli atti
sessuali tra persone dello stesso sesso e tra eterosessuali” ( art. 18
). Considerato che in Italia l’età del consenso per i rapporti sessuali è
di 14 anni, si vorrebbe che un cinquantenne possa tranquillamente avere
rapporti omosessuali con un 14enne senza incorrere in reati. Ma
potrebbe andare anche peggio, perché i Radicali stanno da tempo
proponendo di eliminare qualsiasi limite di età di consenso.
Pur tralasciando questo aspetto, che non viene direttamente ripreso
nella Strategia Nazionale (ma è implicito), il documento dell’Unar è
inquietante perché impone l’obbligo di considerare l’omosessualità
equivalente all’eterosessualità in tutto e per tutto. E soprattutto non è
ammesso alcun dubbio o riserva.
Ma vediamo gli aspetti più inquietanti di questa strategia nazionale:
Tutto ciò che non è approvazione di ogni diritto richiesto dalla
comunità LGBT (Lesbiche, gay, bisessuali e trans) è omofobia, rientra in
quei “pensieri dell’odio” che la legge punisce severamente . In pratica
è obbligatorio pensare che sia sacrosanto il matrimonio tra persone
dello stesso sesso, perché come radice dell’omofobia viene indicato
l’eterosessismo, vale a dire pensare che solo il rapporto eterosessuale
sia naturale. Non a caso si fa riferimento a personalità politiche ed
ecclesiastiche, che violerebbero spesso e volentieri questo punto:
“incitamenti all’odio e alla discriminazione permangono nelle
dichiarazioni provenienti dalle autorità pubbliche e da alcuni
rappresentanti delle istituzioni politiche ed ecclesiastiche, veicolate
costantemente dai media italiani”. Sotto questa luce si capisce meglio
il “caso Biancofiore”, dapprima nominata sottosegretario alle Pari
opportunità e poi spostata perché le organizzazioni gay l’hanno bollata
come omofoba: appoggiava in tutto le battaglie del mondo gay, disposta
pure a partecipare ai Gay Pride, l’unica cosa che non concedeva era il
matrimonio, ed è stata “espulsa” dalle Pari Opportunità.
Né può passare inosservato quel riferimento esplicito alle personalità
ecclesiastiche che starebbero incitando all’odio: siccome non risulta
che ci siano vescovi che vanno in giro invitando i fedeli a emarginare
gli omosessuali o a picchiarli, possiamo facilmente immaginare cosa
potrà accadere a chi – sul tema omosessualità – si limiterà anche solo a
leggere il Catechismo della Chiesa.
La scuola sarà il principale teatro delle operazioni: cambiamento dei
programmi scolastici e indottrinamento forzato sull’argomento per
promuovere lo stile di vita LGBT sono i cardini di questa iniziativa.
Ecco, ad esempio, alcuni degli obiettivi e delle misure fissati
dall’Unar per le scuole: ampliare le conoscenze e le competenze di tutti
gli attori della comunità scolastica sulle tematiche LGBT; favorire
l’empowerment delle persone LGBT nelle scuole, sia tra gli insegnanti
che tra gli alunni; contribuire alla conoscenza delle nuove realtà
familiari, superare il pregiudizio legato all’orientamento affettivo dei
genitori per evitare discriminazioni nei confronti dei figli di
genitori omosessuali; realizzazione di percorsi innovativi di formazione
e di aggiornamento per dirigenti, docenti e alunni sulle materie
antidiscriminatorie, con un particolare focus sul tema LGBT e sui temi
del bullismo omofobico e transfobico; integrazione delle materie
antidiscriminatorie nei curricula scolastici (ad es. nei percorsi di
Cittadinanza e Costituzione) con un particolare focus sui temi LGBT;
riconoscimento presso il Ministero dell’Istruzione delle associazioni
LGBT; ulteriori corsi di approfondimento che daranno crediti formativi.
Inutile dire che è previsto che siano direttamente le associazioni LGBT a
gestire corsi di istruzione sul tema.
Per quanto riguarda il lavoro il discorso è analogo, con l’aggiunta di
corsie preferenziali per l’assunzione e la formazione di personale LGBT
(dopo le quote rosa anche quelle arcobaleno) e formazione a tutti i
lavoratori sul tema per cancellare ogni residuo di resistenza. Corsi di
formazione e iniziative varie saranno finanziate con i fondi strutturali
europei, vale a dire con i soldi, in massima parte, della Commissione
Europea, cioè le nostre tasse. C’è poi l’introduzione forzata di una
(quasi) nuova figura professionale, ovvero chi si occupa del diversity
management, gestire e valorizzare le diversità.
Ovviamente le diversità in questione sono quelle dell’orientamento
sessuale e dell’identità di genere, ma le indicazioni sul diversity
management lasciano sconcertati. Ecco alcune indicazioni: creazione di
network LGBT all’interno delle aziende e istituzione a livello di alta
dirigenza del ruolo di mentore LGBT; estensione di benefit specifici per
le persone LGBT, anche in relazione alle famiglie omogenitoriali;
certificazione delle aziende gay friendly.
Questo indottrinamento è previsto specificamente anche per giornalisti, tutori dell’ordine pubblico, personale carcerario.
E’ inoltre prevista una inquietante cabina di regia, definita “Sistema
integrato di governance”, composto da Unar, organizzazioni di gay e
lesbiche, diversi ministeri, Ordine dei Giornalisti, sindacati e così
via. La governance peraltro è già una realtà, visto che il 20 novembre
2012 si è costituito il Gruppo Nazionale di Lavoro LGBT.
Il ministro Fornero dunque, avrà pure sbagliato i conti sugli esodati,
ma sicuramente ha portato avanti con decisione – e senza fare pubblicità
- l’agenda della lobby gay, che se non viene fermata ci porta
rapidamente all’approvazione dei matrimoni tra persone dello stesso
sesso e alla legalizzazione della pedofilia. Non a caso diciamo “se non
viene fermata”: la Raccomandazione del Consiglio d’Europa che è alla
base della Strategia Nazionale è infatti un protocollo cui si aderisce
su base volontaria; non c’è alcun obbligo né morale né politico di
recepirlo, tanto è vero che l’Italia è fra i pochissimi paesi che lo
hanno fatto. E quindi è possibile per il nuovo governo ritirarsi dal
progetto in qualsiasi momento.
La cosa non sarà però facile, per due motivi: il Dipartimento delle Pari
Opportunità è dominato da militanti pro-LGBT, e il nuovo ministro delle
Pari Opportunità Josefa Idem ha già sposato la visione più radicale.
Basta leggere la lunga intervista rilasciata ieri a “Repubblica” per
capire che l’intenzione non è solo di procedere nella direzione del
matrimonio gay, ma di farlo anche rapidamente. E il presidente del
Consiglio, Enrico Letta, ha tutta l’aria di non voler contrastare questa
ondata: ha rimosso Michaela Biancofiore da sottosegretario alle Pari
Opportunità con il pretesto di un’intervista rilasciata in violazione di
un ordine dato di sobrietà e rinuncia al protagonismo; nessuna
conseguenza invece per l’intervista – ben più dirompente – del ministro
Idem.
Ci sarà in questo governo qualche ministro capace di opporsi a questa
deriva, nella convinzione che questa opera di distruzione della famiglia
finirà di distruggere la nostra società?
La nuova Bussola Quotidiana
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-lultimo-regalo-della-fornerosdoganata-la-pedofilia-6443.htm
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=59425#top
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