Effettivamente avevo provato, anni fa, a scrivere a Grillo, ricevendo come risposta qualcosa che, col senno di poi, pare più una risposta automatica assimilabile al "ti ho cercato alle ore 12" oppure "il numero che hai chiamato è ora disponibile" o frasi simili. Mi stupisco quindi quando leggo frasi simili di suoi sostenitori o ammiratori : Il vero successo di Grillo è dovuto in gran parte al fatto che lui ha costruito il suo progetto politico al di fuori del mondo berlusconiano.
È il mondo che si informa e discute sulla rete e che non assiste
passivamente alle sceneggiate televisive; è il mondo che non crede nello
sviluppo a qualunque costo e che non accetta di costruire grandi opere
inutili solo perché “portano investimenti e lavoro”; è il mondo che non
accetta la dittatura del lavoro, ma propone il reddito di cittadinanza
per chi voglia accettare di fare soltanto i lavori in cui si sente
realizzato; è il mondo che non ha paura di smantellare un sistema
marcio, anziché accontentarsi di fare qualche aggiustamento. E una volta
che quel nuovo modello politico radicalmente alternativo si è
cementato, ha saputo destabilizzare con tutta la sua prorompente forza
anche il mondo berlusconiano.
Ora il punto è che non so chi risponde alle mie o altrui osservazioni: ai tempi di CL ,anni 70 per chi non lo sa, ci fu il caso in cui il movimento ciellino decise di appoggiare o candidare qualcuno e ,come vuole la logica, bisognava decidere in quale partito: fu lasciata libera scelta alle realtà locali. Infatti salvo errore non ci fu ,omogeneità nella scelta, cosa che invece accadrà dopo allorchè si appoggerà la DC. La cosa grave e che mi fece allontanare da CL fu che ,durante l'incontro per decidere dove e con chi candidarsi, chi appoggiare, esordì,mi pare una donna, una ragazza, che disse queste parole: "abbiamo deciso di candidarci o di appoggiare la Democrazia Cristiana". Ma come , mi chiesi io,che allora ero un ragazzo sui 15 anni, ingenuo ma non del tutto scemo: siamo venuti per decidere e questi dicono che abbiamo deciso? Ora i sistemi dei partiti e dei movimenti, prevedono degli sbarramenti,anche fisici, onde evitare che teste troppo calde e persone arriviste o più arriviste dei capi in testa, prendano la parola, seminino dubbi, pongano domande scomode. E in questo, mi spiace, sono tutti uguali: nel web è tipico l'andirivieni dei moderatori o bannatori di professione. E meno male che ce la prendiamo con gli ebrei israeliani,con i cinesi, che appena sentono odore di antisemitismo o di attacco alla politica di Pechino (nell'altro caso), si fiondano e ti attaccano a volte con sistemi di hackeraggio forniti da società ad hoc. In certi siti non si è da meno. La sostanza è che c'è gente che non vuole confrontarsi e nel suo modo di agire non prevede il contraddittorio: parla per proclami e si fa forte degli effetti, opportunamente amplificati delle sue affermazioni. Se uno come Magdi Cristiano Allam avesse avuto la grancassa di Grillo o di Berlusconi o di Monti, avrebbe preso ben più degli oltre 80mila voti. Dei messaggi semplici e del tutto comprensibili, in gran parte condivisibili e accettabili.Invece ci siamo e dobbiamo sorbire queste persone che ,a differenza di Allam, non credo che amino l'Italia. Se così fosse tutti i capi delle coalizioni, avrebbero detto in pubblico che da parte loro c'è l'impegno di adottare e far votare tutti i più importanti provvedimenti che si hanno in comune con gli altri schieramenti. In particolare sarebbero da adottare quelli atti a far ripartire l'economia, a bloccare Equitalia, a cambiare la legge elettorale...e solo per citarne alcuni. Presumere che Grillo abbia ragione e dar torto a chi non lo ha votato o definire chi ha votato Berlusconi come una persona che condivide la visione del mondo che costui avrebbe ,nei fatti e con metodi discutibili, imposto a un buon numero di italiani (quelli che han votato per lui), significa ritenere che chi vuole che sia lo stato a dover dimostrare che lui è un evasore, che chi non vuole che la prima casa sia impignorabile, che chi vuole che sia possibile l'uso dei contanti, che chi è convinto che la pressione fiscale sia troppo elevata, che chi crede che se certi provvedimenti fiscali ed economici vengono subito adottati i tre o quattro milioni di imprenditori o un buon numero di loro aderirà alla richiesta di Berlusconi di assumere un disoccupato sia un elettore che è stato spinto dal Pd o dalla sinistra che non ha offerto una valida alternativa, che anzi ha accettato questo mondo proposto dal leader del PDL. Ma non è così perché il Pd, che propone di trovare soldi inasprendo la lotta all'evasione fiscale, che tutela le minoranze e gli immigrati trascurando i cittadini italiani, che sposa l'idea che "grande è meglio che occorre aggregarsi" dimenticandosi dei piccoli commercianti e delle pmi, non lo posso votare perché non ne condivido questi aspetti che, per me, sono importanti. Preferisco digerire le scopate dell'ultrasettantenne, piuttosto che vivere in un mondo come lo vuole la Gabanelli, nella tracciabilità continua, senza poter ricevere un prestito sottobanco da un amico o un elemosina. Certo che entrambi Pd e Pdl non meriterebbero il voto per aver votato le missioni di guerra nè per le idee, anche Montiane, di voler svendere i beni e le aziende nazionali per fare cassa: ma su questi punti si può fare battaglia come sulle nozze gay, sui finanziamenti ai giornali o ai partiti politici (cosa questa sostenuta anche dal Pdl). Quindi chi afferma che devo mangiare cibo a km zero, chi in maniera oggi quasi soft mi suggerisce una cosa per impormela domani per legge, non mi sfagiola tanto ed è per questo che non l'ho votato.
Vorrei ancora poter scegliere come vivere: ad oggi non è stato più possibile, causa l'euro poter fare impresa, e con il successivo mio fallimento come ditta individuale non mi è stata concessa nè la "seconda possibilità" nè di candidarmi. Diversamente la battaglia per i falliti e i protestati, l'avrei fatta a viso aperto, allo scoperto: ma che io sappia tutti ,chi più chi meno, se ne sono sbattuti e strafregati. Importanti sono altre questioni.Vedremo oppure "ci rivedremo in Parlamento, dentro o fuori o nei dintorni.
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