venerdì 8 febbraio 2013

Questo mi fa rabbia ...oggi!


In realtà non da oggi ma da un po' di tempo, quando leggo certi post o articoli che dir si voglia, e che hanno questo tono: al di là del mare o nel continente laggiù sono senza lavoro...presto anche in Italia. Oppure, loro gli americani sono senza lavoro, anche in Germania si comincia a licenziare... presto anche da noi (altri licenziamenti, perchè già ci sono migliaia che vengono ,per il momento, mandati a casa) e anche in Grecia. Ma che cosa non mi va di questi scritti? Non tanto la notizia, perchè per me, nel mio caso ad esempio, se mi devono revocare un mandato lo voglio sapere e non mi devono nascondere la raccomandata a/r, ma è il tono, che mi pare gaudente e compiaciuto. Ma che cazzo c'è da essere contenti se un americano o un tedesco, che nemmeno ci conosce, viene licenziato? Ma perchè sembri contento se aumentano i senza lavoro in Italia? Io dico che qualcuno è
malato...nella testa che ,a me pare una testa di cazzo. Non è possibile gioire del male altrui. Ma ,scrivono, ormai licenziano dappetutto.Ok, ma già da tempo si sa che i macchinari, pc compresi, hanno alleggerito e anche privato del lavoro manuale, numerosissime persone, ma anche il lavoro di ufficio o anche esterno,come nel mio caso, dato che sono venditore, alcune volte (che stanno diventando tante) toglie lavoro a me e anche ai negozianti, dato che viene svolto on line, con il carrello che le aziende ,nel mio caso di mobili (ma vale per scarpe e auto piuttosto che per le abitazioni) non si fanno mancare. Ergo, gli stati devono pensare che tantissimi di noi, compresi gli autori di quegli scritti ,a mio parere dal tono vergognoso (ma che sono liberissimi di scrivere e che lo facciano pure), possono perdere il lavoro e non trovarne altro, ma che questo esercito di senza lavoro necessita di vestirsi, mangiare, scopare, vivere, ed essere felice di stare al mondo. Anche se qualcuno sorride perchè restiamo senza lavoro e sembra goderne, noi, io almeno, gli auguro di conservare il posto di lavoro e di vivere felice.Per chi è senza lavoro o non può o non vuole più lavorare, ci vuole il famoso reddito di cittadinanza.

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