Aprile 2010. Come non ricordare l’intensità dell’eruzione del vulcano Eyjafjallajokull, le cui ceneri hanno paralizzato i cieli europei? E come non pensare , però , che secondo altri esperti, il pericolo è stato sopravvalutato e gli effetti, le conseguenze, i provvedimenti, hanno danneggiato economicamente l'Europa? In primis, visto che ero a Milano, ho toccato con mano un notevole calo di visitatori al Salone del Mobile, ma sono dovuto rientrare in Sardegna, in nave e con un giorno di ritardo e in maniera avventurosa. Mi fa rabbia chi esagera ma sopratutto mi incazzo allorché gli effetti, dell'esagerazione, ricadono sul prossimo: e non si tratta di cautelarsi e quindi, che so, dare a tutti il codice rosso o ,come piace tanto dire in tv "lanciare l'allerta meteo" o comunicare che la giornata è da bollino colorato. Parliamoci chiaro: ci hanno o se preferite mi hanno preso e mi considerano, evidentemente, un coglione, una persona che puoi prendere per il culo e, di fatto, obbligarla ,in modo subdolo talvolta e suadente talaltra, ad agire non in maniera autonoma, ma sempre condizionata.
Il punto è che ,per esempio, alcuni appuntamenti di lavoro, importanti, sono saltati, dato che gli aerei non volavano. Il punto è che sono dovuto andare a Malpensa, in taxi e spendendo 60 euro, per niente, dato che anche la tv diceva che gli aerei partivano. Il punto è che all'aeroporto non davano informazioni nè assistenza, e dopo aver speso altri soldi, 10 € se non ricordo male, sono tornato a Rho e poi lì ho fatto i biglietti per il treno e , in attesa della partenza, visitato qualche stand. Poi via fino a Livorno, all'imbarco notturno, e alle 7 , a occhio e croce , sbarco a Olbia e solo per scoprire come è organizzata l'Italia: seguitemi nel racconto perchè c'è da mettersi le mani nei capelli. Vi dò del tu così la storia viene meglio. Arrivi e pensi: a) ci sarà un mezzo che ti porta dallo scalo alla stazione ferroviaria o al centro città? No o meglio non c'è coincidenza , quindi devi aspettare. b) Aspetta e spera e guardi il tuo biglietto (io sono previdente o ,meglio, un rompicoglioni, e quindi avevo già fatto a Rho,in agenzia viaggi il biglietto ferroviario mentre on line quello navale) e scopri che mancano 10 minuti alla partenza del treno e che tu sei ancora al porto,mentre la stazione è lontana. c)Pensi che il treno, sapendo che arriva una nave con passeggeri, aspetterà anche qualche minuto: ed è qui che ti sbagli, perchè mentre sono in vista della stazione, vedo e con me i miei compagni di sventura, il treno che, mezzo vuoto, ci passa davanti e se ne va. E via improperi a nastro. Per farla breve arriverò a Cagliari alle tre del pomeriggio invece che a mezzogiorno e mezza.In sintesi quando ancora ci ripenso, mi chiedo come mai siamo organizzati così, a cazzo di cane, come mai ci fottono obbligandoci che so a vaccinarci, a non andare in montagna perché dicono che non c'è neve o ,al contrario, piove e stai a casa e non andare al mare, e scopriamo che c'è neve o che c'è un sole che spacca le pietre? Possibile che anche su piccole cose, come le coincidenze tra nave che arriva e treno che parte, non si possa fare niente? Ai tempi d'oro, del lavoro intendo dire, ricordo che alcuni corrieri arrivavano per un pelo all'imbarco, di solito giovedì notte, e quelli dei traghetti aspettavano qualche minuto, non erano fiscali. Oggi, a parte le direttive europee, i diktat di chi sposta soldi da un conto all'altro e decide su ogni cosa, un po' di elasticità mentale non guasterebbe. In ogni caso ricordo che il cielo in quei giorni appariva più o meno come sempre: ossia ogni tanto qualche scia chimica o comunque strana, ma niente che ricordi gli ultimi giorni di Pompei o di Ercolano. Quello che penso è che niente da allora è cambiato in meglio, se non da parte di molti, la convinzione che qualcosa non torna, non cuba e che forse se si battono i pugni su un tavolo o lo si rovescia e si dice basta, adesso mi avete proprio rotto i coglioni, è possibile essere ascoltati e far giungere qualcuno a più miti consigli.
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