Per i napoletani è una frase ben
nota, per gli altri era un ordine militare.
All’art.27 del Regolamento della
Real Marina del Regno delle due Sicilie del 1841, veniva indicato
quest’ordine, impartito ai marinai di un vascello ,e da usare in
occasione di visite a bordo, delle Alte Autorità del Regno, che
consisteva nel simulare un grande affaccendarsi dei marinai in tutta
la nave, per dare l’impressione di fervore di lavoro, e di
frenetica attività.
Quest’ordine non è mai andato in
disuso, anche se ,di volta in volta, adattato ai tempi.
Durante il regime fascista, prima
di una visita del Duce ,venivano spostate le vacche da una fattoria
all’altra, per simulare cospicui e floridi allevamenti ovunque,
oppure venivano mostrati, in seconda fila, numerosi aerei o carri
armati di cartone, per simulare la moltitudine delle armi del nostro
esercito.
Oggi si usa sempre più spesso, a
danno ancora di un sovrano, cioè a danno del popolo ,quando lo si
vuole ingannare, illustrando le effimere , anzi ridicole, decisioni
di un esecutivo, di qualunque colore ,che voglia esibirsi e
autoincensarsi con le sue gesta.
Oggi , dopo tre anni circa di
attesa, viene partorita la legge sulla tutela del risparmio che,
presa di contropiede dalle dimissioni dell’emerito Antonio Fazio,
ha dovuto introdurre, di corsa, norme garantiste, affinché non si
ripeta l’indecorosa commedia, alla quale tutto il mondo ridendo, ha
assistito.
Ma vediamo allora alcuni di questi
capolavori d’intelligenza che ci vengono ammanniti come ultime
genialità.
Una legge, si
dice ,che tutela il risparmio, ebbene la proposta del legislatore
alle banche, di garantire per un anno tutte le emissioni vendute al
dettaglio, sia ai grandi che ai piccoli risparmiatori, non è stata
inserita nella legge. La risposta è una sola, nemmeno le banche si
fidano di ciò che offrono in vendita ai clienti. Una legge
quindi che tutela le banche.
Si è riconosciuto che le banche
sono le padrone della Banca d’Italia, ma questo lo sapevamo da un
pezzo, e che si doveva rimediare in qualche modo. Ebbene come si è
rimediato ? Prorogando di tre anni questa situazione, già ammessa
oggi come incresciosa. Sapete perché ? Perché le banche erano
pronte a dare battaglia e ricorrere alla Corte Costituzionale ,se
nella legge sul risparmio fosse stato approvato il testo varato al
Senato, che conteneva la norma sul riassetto proprietario della Banca
d’Italia e sul trasferimento allo Stato delle quote di capitale
possedute dalle banche.
Secondo le banche, sarebbe stata in
gioco la stessa tenuta dei loro bilanci e incombeva, inutile dirlo
,anche la minaccia del veto della Banca Centrale Europea , anch’essa
interamente di proprietà delle banche europee.
La preoccupazione della BCE era,
nientedimeno che ,fosse messa a rischio la sua indipendenza, saremmo
curiosi di sapere da chi, forse dai risparmiatori derubati, e per
difenderla aveva minacciato addirittura ricorso alla Corte di
Giustizia Europea.
Le banche, non ricordando i soldi
rubati ai correntisti non solo da Fiorani, ben 400 miliardi di
vecchie lire, definivano questo provvedimento, prego non ridete, un
esproprio senza indennizzo. E naturalmente il governo, nel supremo
interesse degli elettori, ha calato le mutande.
Il capitale della Banca d’Italia
è pari a 156.000 euro suddiviso in quote da 0,52 euro ciascuna , il
valore di una singola quota varia da 41,3 euro, per la Banca Carige,
ai 13.781 euro per BNL. Secondo le banche vendere le quote allo Stato
si sarebbe tradotto in pesanti minusvalenze. Insomma sottrarre al
sistema bancario italiano 156 mila euro, cioè circa 300 milioni di
vecchie lire, avrebbe mandato tutte le banche alla bancarotta, se
invece una sola banca ha sottratto ai correntisti 400 miliardi di
vecchie lire, nessuno dei correntisti avrebbe subito una bancarotta.
Roba da matti !
Ma questi poveri istituti di
credito che, per gli importi sopra indicati potrebbero avere delle
minusvalenze nei bilanci, hanno dimenticato le minusvalenze che loro
stessi hanno provocato nelle tasche dei loro correntisti, invitandoli
a sottoscrivere titoli che ben sapevano fossero carta straccia. E
allora siccome sembra che abbiano la memoria corta ,ricordiamo un
attimo queste trascurabili minusvalenze dei loro clienti .
Oltre 2 miliardi di euro per il
buco Cirio, oltre 14,3 miliardi di euro per il buco Parmalat, 60.000
risparmiatori coinvolti nel crac Parmalat. Questi poveracci, secondo
il piano di rimborso loro proposto, avranno diritto ad una quota di
rimborso in azioni, e non in soldi, del valore dell’11,9%
dell’investimento iniziale.
Ma la vera ragione che terrorizza
le banche, non si dice, ma sarebbe l’impossibilità di spartirsi
gli interessi che fanno pagare a tutti noi sui soldi (che sono i
nostri) che “ illeggittimamente prestano” allo Stato applicando
il tasso di sconto.Se la proprietà di Bancaitalia non fosse tutta
loro, questa valanga di soldi non arriverebbe a loro ma a noi.
Avete capito
il trucco ? Una legge quindi che tutela le banche.
Soldi che in parte servono per
corrompere anche i partiti e per pagare superstipendi, sempre
attingendo dalle tasche di noi tutti.
E che la nuova legge obbedisca al
comando “Facite ammuina” lo si dimostra quando si evita di
trattare i problemi dei compensi economici, tallone d’Achille di
qualsiasi detentore del potere, sia esso parlamentare o no.
La legge che
tutela il risparmio, non abolisce la segretezza sui compensi del
Governatore, cosa unica in Europa, e questo perché si mormora che è
uno dei più elevati del mondo, più di quello della BCE e circa 4
volte quello di Alan Greenspan della FED degli Swtati Uniti. Del
resto con questo esempio al vertice tutti gli altri si adeguano. Una
legge quindi che tutela le banche.
E così, con i soldi dei
correntisti, anche ad esempio per la Banca di Lodi, i compensi
vengono tenuti accuratamente nascosti, ma dalle indiscrezioni si sa
che Divo Gronchi, ex manager della Banca Popolare di Vicenza e
direttore generale, ha un contratto che prevede un compenso di 1
milione di euro annui, e la possibilità d’integrare lo stipendio
con un bonus di altri 300 mila euro agganciato al raggiungimento di
determinati obiettivi. (quindi circa due miliardi e mezzo di lire
anno). Ma anche i 17 membri del Consiglio d’ Amministrazione non
patiscono la fame, con 1,32 milioni di euro previsti nel 2005, e 250
euro di gettone di presenza per ogni seduta del Consiglio, più i
rimborsi spese. L’integerrimo sig. Fiorani ha percepito nel 2004 ,
1,85 milioni di euro e per il 2005 , nonostante la sua brillante
performance, non andrà lontano da quella cifra.
Ma le trovate
amene non si limitano a queste non decisioni, perché il mandato del
nuovo governatore della Banca d’Italia, nominato dal Governo ,
durerà 6 anni ma potrà essere rinnovato una volta. Questo rinnovo è
semplicemente il modo furbesco di condizionare il suo operato a
favore del Governo, con la minaccia che, se non sei ubbidiente, non
ti rinnovo la carica. Una legge quindi che tutela le
banche.
E ora
facciamoci un’altra risata. Le nuove norme stabiliscono che il
potere di controllare le fusioni bancarie sarà affidato anche
all’autorità antitrust, in condominio con la Banca d’Italia, ma
si dimentica ,volutamente o no, d’indicare cosa può accadere se
queste due parti in causa fossero in disaccordo. Prima le fusioni
erano delle imposizioni della Banca d’Italia, ora se in disaccordo
saranno rimandate nel tempo da un complesso contenzioso.
Una legge quindi che tutela le banche.
Ma per i risparmiatori, se le
banche non si comporteranno correttamente, saranno proprio queste
ultime attraverso la Banca d’Italia a giudicare se stesse.
Infatti la legge nulla ha fatto per
mettere ordine nelle istruzioni per applicare la vigilanza, oggi un
potere regolamentare anomalo, privo delle garanzie necessarie
analoghe a quelle che hanno tutte le altre autorità di vigilanza.
Perché è vero che, forse, la vigilanza dovrebbe interessare anche
l’Autorità, ma l’ultima parola la direbbero sempre le banche.
Tanto per essere chiari se l’Autorità, per difendere i
risparmiatori dalle banche, dovesse agire in un certo modo,questo le
sarà impedito dal veto delle banche. Domanda, ma chi sarà
responsabile della vigilanza , l’Autorità o la Banca d’Italia,
come prima ?
Ma, per
maggiore tutela dei risparmiatori, la proposta di legge non è
discutibile. Dice il governo, la legge ce la facciamo noi e il
Parlamento stia zitto, e per questo chiederemo il voto di fiducia,
naturalmente democraticamente. Ogni miglioramento verrà impedito,
per ogni errore fatto contro i risparmiatori verrà impedita la
correzione. Una legge quindi che tutela le banche.
Credevamo che, dopo lo sfacelo
determinato da Fazio ,si volesse recuperare la credibilità delle
nostre istituzioni e in particolare del Parlamento, e invece, tutto
come prima.
Ma la nuova legge, nemmeno prende
in considerazione la revisione della percentuale della riserva
obbligatoria (2%) delle banche contenuta nella legge bancaria ,che
mette a rischio i depositi di tutti i correntisti e ammette prestiti
,da parte delle banche, con denaro inesistente.
Il presidente dell’ABI, Maurizio
Sella, ha dichiarato , insieme a Divo Gronchi, direttore generale
della Banca di Lodi, che saranno risarciti tutti i clienti della
banca che abbiano subito danni. Inoltre il Sella ha dichiarato “Noi
banchieri non facciamo così come ha fatto Fiorani “. Certamente no
, perché “Facite ammuina “. Infatti queste frasi sparate così
nascondono ben altri significati.
“Noi banchieri non facciamo così
“, infatti così non hanno fatto i banchieri che hanno venduto ai
propri clienti i BOT argentini, le obbligazioni Parmalat, Cirio,
Giacomelli etc.
Ha ragione ,hanno fatto peggio.
Hanno fatto peggio perché , mentre mi sembra sciocca oggi offrire un
rimborso sia da parte dell’ABI che da parte della Banca di Lodi ,
se già Fiorani ha dichiarato che restituirà tutti i soldi rubati,
non è sciocco il silenzio della stessa ABI sui rimborsi ai
risparmiatori per le operazioni delle altre banche sopra citate.
Ai poveri truffati dei BOT argentini, andrà bene se, tra 20
anni potranno recuperare il 20% ma non dalle banche, ma dal governo
argentino.
Insomma questo capolavoro
legislativo pare scritto non da quattro, ma da mille mani, e sono
tutte mani rapaci ,sui soldi del pubblico. Nella partita per la sua
approvazione ,sono via via entrati altri elementi, che hanno
trasformato un dibattito di soccorso ai risparmiatori in un dibattito
di soccorso al potere degli attuali politici, una legge insomma che
non ci riguarda.
Ma la beffa deve essere completa,
perché qualcuno si vanta di aver fatto un capolavoro a beneficio dei
risparmiatori e attende da questi valanghe di voti di riconoscenza.
La verità è che,per questi
individui, tutelare il risparmio, significa solo incoraggiare i
creduloni a dare i propri soldi alle banche, per continuare a farsi
fregare !
Ebbene amici quando saremo chiamati
alle urne imitiamo anche noi quello che ci hanno servito questi
spudorati politici. “Facimmo, anche noi, ammuina.”
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