sabato 26 gennaio 2013

FACITE AMMUINA Rodolfo Roselli, intervento su Radio gamma 5 del 28.12.2005



Per i napoletani è una frase ben nota, per gli altri era un ordine militare.
All’art.27 del Regolamento della Real Marina del Regno delle due Sicilie del 1841, veniva indicato quest’ordine, impartito ai marinai di un vascello ,e da usare in occasione di visite a bordo, delle Alte Autorità del Regno, che consisteva nel simulare un grande affaccendarsi dei marinai in tutta la nave, per dare l’impressione di fervore di lavoro, e di frenetica attività.
Quest’ordine non è mai andato in disuso, anche se ,di volta in volta, adattato ai tempi.
Durante il regime fascista, prima di una visita del Duce ,venivano spostate le vacche da una fattoria all’altra, per simulare cospicui e floridi allevamenti ovunque, oppure venivano mostrati, in seconda fila, numerosi aerei o carri armati di cartone, per simulare la moltitudine delle armi del nostro esercito.
Oggi si usa sempre più spesso, a danno ancora di un sovrano, cioè a danno del popolo ,quando lo si vuole ingannare, illustrando le effimere , anzi ridicole, decisioni di un esecutivo, di qualunque colore ,che voglia esibirsi e autoincensarsi con le sue gesta.
Oggi , dopo tre anni circa di attesa, viene partorita la legge sulla tutela del risparmio che, presa di contropiede dalle dimissioni dell’emerito Antonio Fazio, ha dovuto introdurre, di corsa, norme garantiste, affinché non si ripeta l’indecorosa commedia, alla quale tutto il mondo ridendo, ha assistito.

Ma vediamo allora alcuni di questi capolavori d’intelligenza che ci vengono ammanniti come ultime genialità.
Una legge, si dice ,che tutela il risparmio, ebbene la proposta del legislatore alle banche, di garantire per un anno tutte le emissioni vendute al dettaglio, sia ai grandi che ai piccoli risparmiatori, non è stata inserita nella legge. La risposta è una sola, nemmeno le banche si fidano di ciò che offrono in vendita ai clienti. Una legge quindi che tutela le banche.
Si è riconosciuto che le banche sono le padrone della Banca d’Italia, ma questo lo sapevamo da un pezzo, e che si doveva rimediare in qualche modo. Ebbene come si è rimediato ? Prorogando di tre anni questa situazione, già ammessa oggi come incresciosa. Sapete perché ? Perché le banche erano pronte a dare battaglia e ricorrere alla Corte Costituzionale ,se nella legge sul risparmio fosse stato approvato il testo varato al Senato, che conteneva la norma sul riassetto proprietario della Banca d’Italia e sul trasferimento allo Stato delle quote di capitale possedute dalle banche.
Secondo le banche, sarebbe stata in gioco la stessa tenuta dei loro bilanci e incombeva, inutile dirlo ,anche la minaccia del veto della Banca Centrale Europea , anch’essa interamente di proprietà delle banche europee.
La preoccupazione della BCE era, nientedimeno che ,fosse messa a rischio la sua indipendenza, saremmo curiosi di sapere da chi, forse dai risparmiatori derubati, e per difenderla aveva minacciato addirittura ricorso alla Corte di Giustizia Europea.
Le banche, non ricordando i soldi rubati ai correntisti non solo da Fiorani, ben 400 miliardi di vecchie lire, definivano questo provvedimento, prego non ridete, un esproprio senza indennizzo. E naturalmente il governo, nel supremo interesse degli elettori, ha calato le mutande.
Il capitale della Banca d’Italia è pari a 156.000 euro suddiviso in quote da 0,52 euro ciascuna , il valore di una singola quota varia da 41,3 euro, per la Banca Carige, ai 13.781 euro per BNL. Secondo le banche vendere le quote allo Stato si sarebbe tradotto in pesanti minusvalenze. Insomma sottrarre al sistema bancario italiano 156 mila euro, cioè circa 300 milioni di vecchie lire, avrebbe mandato tutte le banche alla bancarotta, se invece una sola banca ha sottratto ai correntisti 400 miliardi di vecchie lire, nessuno dei correntisti avrebbe subito una bancarotta. Roba da matti !
Ma questi poveri istituti di credito che, per gli importi sopra indicati potrebbero avere delle minusvalenze nei bilanci, hanno dimenticato le minusvalenze che loro stessi hanno provocato nelle tasche dei loro correntisti, invitandoli a sottoscrivere titoli che ben sapevano fossero carta straccia. E allora siccome sembra che abbiano la memoria corta ,ricordiamo un attimo queste trascurabili minusvalenze dei loro clienti .
Oltre 2 miliardi di euro per il buco Cirio, oltre 14,3 miliardi di euro per il buco Parmalat, 60.000 risparmiatori coinvolti nel crac Parmalat. Questi poveracci, secondo il piano di rimborso loro proposto, avranno diritto ad una quota di rimborso in azioni, e non in soldi, del valore dell’11,9% dell’investimento iniziale.
Ma la vera ragione che terrorizza le banche, non si dice, ma sarebbe l’impossibilità di spartirsi gli interessi che fanno pagare a tutti noi sui soldi (che sono i nostri) che “ illeggittimamente prestano” allo Stato applicando il tasso di sconto.Se la proprietà di Bancaitalia non fosse tutta loro, questa valanga di soldi non arriverebbe a loro ma a noi.
Avete capito il trucco ? Una legge quindi che tutela le banche.
Soldi che in parte servono per corrompere anche i partiti e per pagare superstipendi, sempre attingendo dalle tasche di noi tutti.
E che la nuova legge obbedisca al comando “Facite ammuina” lo si dimostra quando si evita di trattare i problemi dei compensi economici, tallone d’Achille di qualsiasi detentore del potere, sia esso parlamentare o no.
La legge che tutela il risparmio, non abolisce la segretezza sui compensi del Governatore, cosa unica in Europa, e questo perché si mormora che è uno dei più elevati del mondo, più di quello della BCE e circa 4 volte quello di Alan Greenspan della FED degli Swtati Uniti. Del resto con questo esempio al vertice tutti gli altri si adeguano. Una legge quindi che tutela le banche.
E così, con i soldi dei correntisti, anche ad esempio per la Banca di Lodi, i compensi vengono tenuti accuratamente nascosti, ma dalle indiscrezioni si sa che Divo Gronchi, ex manager della Banca Popolare di Vicenza e direttore generale, ha un contratto che prevede un compenso di 1 milione di euro annui, e la possibilità d’integrare lo stipendio con un bonus di altri 300 mila euro agganciato al raggiungimento di determinati obiettivi. (quindi circa due miliardi e mezzo di lire anno). Ma anche i 17 membri del Consiglio d’ Amministrazione non patiscono la fame, con 1,32 milioni di euro previsti nel 2005, e 250 euro di gettone di presenza per ogni seduta del Consiglio, più i rimborsi spese. L’integerrimo sig. Fiorani ha percepito nel 2004 , 1,85 milioni di euro e per il 2005 , nonostante la sua brillante performance, non andrà lontano da quella cifra.
Ma le trovate amene non si limitano a queste non decisioni, perché il mandato del nuovo governatore della Banca d’Italia, nominato dal Governo , durerà 6 anni ma potrà essere rinnovato una volta. Questo rinnovo è semplicemente il modo furbesco di condizionare il suo operato a favore del Governo, con la minaccia che, se non sei ubbidiente, non ti rinnovo la carica. Una legge quindi che tutela le banche.
E ora facciamoci un’altra risata. Le nuove norme stabiliscono che il potere di controllare le fusioni bancarie sarà affidato anche all’autorità antitrust, in condominio con la Banca d’Italia, ma si dimentica ,volutamente o no, d’indicare cosa può accadere se queste due parti in causa fossero in disaccordo. Prima le fusioni erano delle imposizioni della Banca d’Italia, ora se in disaccordo saranno rimandate nel tempo da un complesso contenzioso. Una legge quindi che tutela le banche.
Ma per i risparmiatori, se le banche non si comporteranno correttamente, saranno proprio queste ultime attraverso la Banca d’Italia a giudicare se stesse.
Infatti la legge nulla ha fatto per mettere ordine nelle istruzioni per applicare la vigilanza, oggi un potere regolamentare anomalo, privo delle garanzie necessarie analoghe a quelle che hanno tutte le altre autorità di vigilanza. Perché è vero che, forse, la vigilanza dovrebbe interessare anche l’Autorità, ma l’ultima parola la direbbero sempre le banche. Tanto per essere chiari se l’Autorità, per difendere i risparmiatori dalle banche, dovesse agire in un certo modo,questo le sarà impedito dal veto delle banche. Domanda, ma chi sarà responsabile della vigilanza , l’Autorità o la Banca d’Italia, come prima ?
Ma, per maggiore tutela dei risparmiatori, la proposta di legge non è discutibile. Dice il governo, la legge ce la facciamo noi e il Parlamento stia zitto, e per questo chiederemo il voto di fiducia, naturalmente democraticamente. Ogni miglioramento verrà impedito, per ogni errore fatto contro i risparmiatori verrà impedita la correzione. Una legge quindi che tutela le banche.
Credevamo che, dopo lo sfacelo determinato da Fazio ,si volesse recuperare la credibilità delle nostre istituzioni e in particolare del Parlamento, e invece, tutto come prima.
Ma la nuova legge, nemmeno prende in considerazione la revisione della percentuale della riserva obbligatoria (2%) delle banche contenuta nella legge bancaria ,che mette a rischio i depositi di tutti i correntisti e ammette prestiti ,da parte delle banche, con denaro inesistente.
Il presidente dell’ABI, Maurizio Sella, ha dichiarato , insieme a Divo Gronchi, direttore generale della Banca di Lodi, che saranno risarciti tutti i clienti della banca che abbiano subito danni. Inoltre il Sella ha dichiarato “Noi banchieri non facciamo così come ha fatto Fiorani “. Certamente no , perché “Facite ammuina “. Infatti queste frasi sparate così nascondono ben altri significati.
Noi banchieri non facciamo così “, infatti così non hanno fatto i banchieri che hanno venduto ai propri clienti i BOT argentini, le obbligazioni Parmalat, Cirio, Giacomelli etc.
Ha ragione ,hanno fatto peggio. Hanno fatto peggio perché , mentre mi sembra sciocca oggi offrire un rimborso sia da parte dell’ABI che da parte della Banca di Lodi , se già Fiorani ha dichiarato che restituirà tutti i soldi rubati, non è sciocco il silenzio della stessa ABI sui rimborsi ai risparmiatori per le operazioni delle altre banche sopra citate.
Ai poveri truffati dei BOT argentini, andrà bene se, tra 20 anni potranno recuperare il 20% ma non dalle banche, ma dal governo argentino.
Insomma questo capolavoro legislativo pare scritto non da quattro, ma da mille mani, e sono tutte mani rapaci ,sui soldi del pubblico. Nella partita per la sua approvazione ,sono via via entrati altri elementi, che hanno trasformato un dibattito di soccorso ai risparmiatori in un dibattito di soccorso al potere degli attuali politici, una legge insomma che non ci riguarda.
Ma la beffa deve essere completa, perché qualcuno si vanta di aver fatto un capolavoro a beneficio dei risparmiatori e attende da questi valanghe di voti di riconoscenza.
La verità è che,per questi individui, tutelare il risparmio, significa solo incoraggiare i creduloni a dare i propri soldi alle banche, per continuare a farsi fregare !
Ebbene amici quando saremo chiamati alle urne imitiamo anche noi quello che ci hanno servito questi spudorati politici. “Facimmo, anche noi, ammuina.”

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