Sembra che ci sia una nuova bomba ad orologeria che si appresta ad
esplodere nella già malandata industria dell'aviazione civile: si chiama
"Sindrome aerotossica".
Questa
sindrome sarebbe il risultato della sistematica inalazione dell'aria
che circola all'interno dei moderni aerei passeggeri. Ne soffrono
infatti soprattutto piloti e assistenti di volo, che passano buona parte
della loro vita all'interno di una cabina pressurizzata.
L'aria
che si respira a bordo non può venire presa direttamente dall'esterno,
poiché sarebbe troppo fredda, ed ha inoltre una pressione troppo bassa. È
molto più comodo prendere quella che circola nelle turbine dei motori,
che è già stata surriscaldata e portata ad alta pressione. In questo
modo, basta convogliarla all'interno della cabina, e si risolvono sia il
problema della temperatura che quello della pressione ambientale.
(Normalmente l'aria delle turbine viene miscelata al 50% con quella già
presente all'interno della cabina, che viene riciclata. Ma alla fine di
ogni viaggio tutta l'aria che sarà stata respirata all'interno della
cabina sarà stata comunque prelevata dalle turbine dei motori).
Naturalmente,
l'aria da respirare viene presa dai compressori prima di venir
mescolata al combustibile da bruciare (il termine tecnico è "bleed air",
cioè "aria che sgocciola"). Si tratta quindi, teoricamente, di aria
perfettamente pulita, sottoposta ad alta pressione. Ma i compressori,
per poter funzionare, devono essere lubrificati, ...
... e non
sempre i compartimenti che separano l'olio dall'aria compressa sono a
perfetta tenuta stagna. Con il passare del tempo le guarnizioni tendono a
logorarsi, ed aumenta il rischio di un "travaso" dell'olio,
specialmente quando il motore è sotto sforzo, durante le fasi del
decollo.
A volte il travaso può essere violento, e i risultati si
vedono chiaramente in cabina, con un fenomeno di rapido offuscamento
dell'aria, che prende un colore azzurrognolo. Questi episodi vengono
definiti "fume event", e si registrano, secondo la Commissione inglese per la Tossicità, circa su un volo ogni 100.
Ma
anche quando il fenomeno non è violento, è possibile che avvenga un
continuo e lento travaso del liquido lubrificante nell'aria che viene
respirata in cabina. Questo fenomeno può essere percepito con un odore
che viene definito di "calze sudate", di "cane bagnato", oppure un
"dolce profumo d'olio".
Potrà anche essere dolce, ma di certo non
fa bene ai polmoni, anche perchè il lubrificante di queste turbine non è
un normale idrocarburo, ma è un composto sintetico, studiato
appositamente per lavorare a temperature molto alte. Questi composti
contengono diversi additivi, che possono decomporsi a causa del calore,
risultando quindi ancora più nocivi per chi li inala (colpiscono il
sistema nervoso centrale).
Ed ora preparatevi alla solita sequela di fatti già scontati:
1 - Per quanto sia noto già dai primi anni '80, questo fenomeno non viene ufficialmente riconosciuto dall'industria aeronautica.
2 - Sotto la crescente pressione del
personale di volo, diverse compagnie aeree hanno commissionato delle
ricerche scientifiche, che però "non hanno trovato prova" di un diretto
legame fra il sistema di pressurizzazione dell'aria e i disturbi fisici
denunciati dal personale di volo. (Ohibò, che sorpresa).
3 -
Quando il personale di volo si reca alle visite mediche, denunciando
affaticamento, visione offuscata, tremori, perdita dell'equilibrio,
fatica a respirare, palpitazioni cardiache eccetera, si sente quasi
sempre rispondere che "si tratta di un fatto psicosomatico",
probabilmente dovuto al "jet-lag".
Sarà anche psicosomatico, ma due piloti della British Airways sono morti di recente,
proprio per le conseguenze della sindrome aerotossica. Uno di loro ha
lasciato istruzioni al proprio legale perchè faccia causa alla compagnia
aerea per la propria morte. E ci sono almeno altri 30 piloti, sempre
della British, che sono stati temporaneamente sospesi dalla loro
attività perché affetti dalla stessa sindrome.
Forse non è un
caso che i nuovi Boeing 787 (Dreamliner) adottino un sistema
radicalmente diverso di compressione dell'aria da respirare: elettrico,
indipendente, completamente separato dalle turbine dei motori.
Nel
frattempo però ci sono in volo decine di migliaia di aerei che
continuano a diffondere vapori più o meno tossici all'interno della
cabina passeggeri (pare che i 757 siano i più pericolosi), a causa del
sistema di compressione dell'aria attualmente in uso.
Il passato ci insegue. Il futuro stenta ad arrivare. Riusciremo a svoltare l'angolo in tempo?
Massimo Mazzucco
http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=4168
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