venerdì 12 ottobre 2012

Sugli stipendi intoccabili

Ieri ,contrariamente a quanto mi ero ripromesso, ho commentato sul sito rischiocalcolato, un articolo che ,giustamente, sparava a zero sull'incostituzionalità dei tagli agli stipendi dei magistrati. Premesso che anche a me la cosa fa rabbia, e che posso condividere il punto messo in evidenza dall'autore del post, il prof. Giuseppe Sandro Mela, e cioè la celerità (due ore due) per emettere la sentenza (quando per le cause comuni ci vogliono giorni ,mesi e anni), a me invece premeva sottolineare come mai ci si debba meravigliare tanto. Intendo dire che chi mastica di politica dovrebbe sapere se e cosa e come si può fare e non fare: tempi e modi credo esistano per ogni idea e proposta.Pensiamo alle firme raccolte nel primo V day da Grillo: si poteva ipotizzare che le firme venissero lasciate a marcire nel cassetto. Cioè, devi pensare che possano o che abbiano i mezzi per fermarti, per stopparti e per non far esaminare le tue proposte.Così come se una legge viene promulgata, il primo che si sente a torto o a ragione danneggiato, discriminato o altro, ricorre nelle sedi, in tutte le sedi possibili e immaginabili. Ed è qui che casca l'asino: per esempio, a quanto ne so io, in materia fiscale o anche legale, quando si sente qualcuno, forse esaltato o,purtroppo vittima, che strilla che andrà al tribunale internazionale dei diritti umani o altrove,sappia che può ricorrere solo dopo che siano passati tutti i gradi di giudizio relativi alla sua causa. Non subito, quindi, ma devi pure aspettare. L'alternativa,a livello mediatico e che forse potrebbe, dico potrebbe avere un minimo di riscontro e di diffusione è un tribunale internazionale alternativo a quello dell'Aia, e che si trova in oriente, salvo errore a Kuala Lampur: in ogni caso è quello che ha condannato,in contumacia ovviamente, Blair e Bush per la guerra in Iraq.Per crimini di guerra ovviamente.

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