lunedì 22 ottobre 2012
Senza arte nè parte
C'è chi non ha la possibilità nè la capacità finanziaria per delocalizzare e non ha neppure i soldi per emigare: sono tante persone,almeno per quanto so, che pur volendo non possono. E' anche vero che ci sono dei blocchi mentali da dover superare: c'è la lingua straniera, c'è la difficoltà a intraprendere chissà quale lavoro, c'è soprautto lo sdradicamento. Una ragazza di un paese ubicato a 100 km da Cagliari, mi diceva che da un lato ci dicono che dobbiamo mantenere le radici, vivi i ricordi e le tradizioni poi però ci invitano a emigrare, a cercare lavoro altrove e a prendere armi e bagagli e trasferirci. La logica vuole che ci siano almeno due posizioni: restare e combattere per un mondo migliore , per cambiare quello che abbiamo vissuto finora.Oppure seguire i consigli ricevuti dalla ragazza di paese: te ne vai e non torni, maledicendo la tua regione, il tuo paese, e logicamente i suoi abitanti, di solito politici locali o prelati, persone che devono sempre vedere che cosa possono fare, ma che non fanno mai un tubo. Essere senza arte nè parte, è brutto, ma essere schiavi del lavoro, altrettanto.
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