Femminismo: una creazione Sionista
Osserviamo e meditiamo su quello che è avvenuto negli ultimi anni nella
riduzione del Ruolo della Madre e della Donna ad un mero tramite
biologico di incubazione di nove mesi: l’uomo ingannato è il più felice,
l’idiota retrogrado autodefinito come “maschilista”, che ride con
stupide battute che mettono in ridicolo la donna, specie per quello che
riguarda l’intimità. La Donna è stata ridotta a un mero oggetto di
piacere decorativo, una vile mercanzia, denigrata, sfruttata. Una
macchina da penetrazione. Salvo alcuni nobili casi, la Donna è trattata
come un oggetto sessuale: se le mancano le tette c’è il silicone; se è
in sovrappeso c’è la liposuzione. La pubblicità vende milioni con i suoi
reggiseni e fondoschiena.
Mai come ora è stato sfigurato il suo ruolo naturale nella lotta per
l’esistenza.
Non basta che la donna sia vista attraente e seducente,
splendendo per la sua bellezza, mettendo in risalto il suo corpo che fu
sempre oggetto di ammirazione ed emblema di estetica, ispirazione di
artisti. Questo non è sufficiente. Dalla più tenera età, la si induce a
vestire in modo “provocante”. In ultima analisi, senza moralismi è
palese che ci si trovi davanti non a una desessualizzazione del nudo nel
nome di un culto del Bello, bensì a una volgarizzazione del corpo,
questo avviene nei prodotti commerciali, negli show televisivi, nei
film. E l’espressione massima dell’umiliazione dell’immagine della
donna: la pornografia, si avvale dell’indegnità di volgari puttane per
coltivare un’immagine della Donna come merce e del sesso come atto di
uso e consumo in cui i corpi sono meri oggetti. [..]Dove sono Emma
Bonino e quelli/e che urlano in piazza per un’assassina fedifraga come
Sakineh Ashtiani (ricordiamo il caso sapientemente manipolato in
funzione anti-iraniana dai megafoni di Sion, principalmente dal francese
Bernard-Henry Levy) quando la dignità della donna è così vilipesa? La
risposta è che è ormai in atto, da decenni, una politica di distruzione
della famiglia e di ciò che è sano, famiglia negata come organizzazione
basica di ogni Nazione, di conseguenza la donna si è allontanata dalla
casa, dal suo sposo, dai suoi figli.
A partire dalle famose femministe americane come Betty Friedan (Batty
Goldstein) e Gloria Steinem vediamo come una corrente ideologica e
filosofica dalla chiara matrice mondialista e sionista abbia agito senza
maschera in questa direzione. Al proposito citiamo l’estratto di un
cinico scritto, di Gustav Perednik, giornalista dell’Hagshamà,
Dipartimento dell’Organizzazione Sionista Mondiale:
“ Più di due secoli fa, un’istitutrice inglese, Mary Wollstonecraft,
“Una rivendicazione dei diritti delle donne”, nella quale esigeva
risvegliare la mente repressa delle sue pari con mezzi educativi. Da
allora l’ideale femminista ha percorso un tragitto sinuoso, in molti
casi con protagoniste delle ebree d’avanguardia, come Berta Pappenheim
in Europa ed Emma Goldman negli Stati Uniti d’America. In buona parte
furono ispirate dalla tradizione ebraica”
Parte di questo reazione “femminista” delle donne ebree può essere
onesta, di certo, ma non come un consolidamento di inesistenti valori di
rispetto per la donna da parte del giudaismo, ma come ribellione contro
la sottomissione delle quali sono vittime come donne e spose ebree. Nel
suo libro autobiografico “Life so far”, Betty Frieman riconosce che,
Betty Friedan mentre guidava le proteste femministe degli anni 60,
accettava perfettamente che nella sua casa il marito Carl Friedan la
picchiasse e la trattasse con permanenti aggressioni. L’organizzazione
delle donne sioniste chiamata WIZO (Women International Zionist
Organization) è uno degli organismi istigatori del femminismo diffuso
come “liberazione della donna” nella forma che abbiamo descritto qui. La
WIZO recluta ormai molte donne non-ebree come membri onorari, specie
tra le “first-lady” di ogni nazione, e nell’agenda dei nostri ministri
per le “pari opportunità” ci sono spesso incontri con questa
organizzazione e altre parallele. Praticamente non esiste lider
femminista non ebreo che attualmente non sia vincolato come membro
onorario alla WIZO. La sua presenza è costante in campagne a favore
dell’aborto e dei “diritti uterini” della donna.
E’ curioso che questo interesse femminista venga da persone appartenenti
a una religione e ad un popolo che, fondamentalmente, pone molte
restrizioni alle donne e obbligandole a certe pratiche di sottomissione
interna al matrimonio, come due relazionali sessuali obbligatorie la
domenica e cose del genere, eppure questi sono gli stessi che
stranamente si ricordano solo del velo musulmano.
L’umiliante posizione della donna nella struttura familiare e religiosa
del giudaismo è stata manifestata più volte nei ruoli che il sionismo le
ha assegnato nella sua conquista mondiale, conquista, ci teniamo a
precisarlo, che non ha niente di complottista ma è sotto gli occhi
dell’intera umanità in tutta la sua chiarezza con i suoi nomi, le sue
organizzazioni, i suoi soprusi internazionali, le sue sigle ecc…
Una Donna
Uno dei casi più patetici degli ultimi anni fu quello della signorina
Monica Lewinsky, ebrea, che fu utilizzata nel 1995, di sua volontà, come
un mezzo sessuale per infangare l’allora Presidente degli Stati Uniti,
Bill Clinton. Un’intelligente trappola tesa dal Mossad così che Israele,
ricattando il Presidente, potesse estorcere la corrispondenza segreta
dei capi palestinesi con il governo nordamericano, per la liberazione di
alcune unità di spionaggio del Mossad detenuti negli USA e per
obbligare questi a interrompere i suoi rapporti con l’Iraq, che sfociò
in un nuovo bombardamento del paese arabo. Clinton, che visse circondato
da ebrei nella sua Casa Bianca, finì per essere solo un burattino di
Israele attraverso questa gente, specie la Lewinsky.
Altro indizio del basso gradino che occupano le donne nella gerarchia di
questi stessi che oggi le inviano a insegnare il “femminismo” ai
gentili, si trova nel ruolo assegnato alle donne dal Libro di Esther
compiendo un vecchio archetipo molto ben maneggiato dai giudei, e che
possiamo chiamare “la tentazione fatale di un’ebrea”. Così come Esther
giunse ad avere profitto dalla sua relazione sentimentale con il Re di
Persia in favore del suo popolo, anche oggi è comune – troppo comune –
che donne ebree contraggano matrimonio con non-ebrei di famiglie
influenti, di circoli intellettuali o ruoli di comando, giustamente con
proposito di ottenerne dei benefici. Il Libro di Esther esalta questo
ruolo con un dettagliato tornaconto di quanti persiani, compresi donne e
bambini, sono stati sgozzati in quanto “nemici di israele”, questo
massacro è festeggiato nel giudaismo con la festa del Purim.
Fonte:
http://www.corrente88.net/2012/08/19/12-agosto-festa-della-madre/
''..Dopo aver litigato con i genitori, che volevano costringerla ad
abbandonare gli studi da insegnante per sposarsi, all'età di 14 anni
Golda Meir si trasferì a Denver, Colorado, presso la casa della sorella.
Sheyna Mabovič Korngold e il marito erano soliti organizzare dei
dibattiti culturali, e in tali occasioni la Meir entrò per la prima
volta in contatto con il mondo letterario, il femminismo e il pensiero
sionista. Lei stessa scriverà, nella sua autobiografia: Denver fu un
vero punto di svolta, perché lì ebbe inizio la mia vera istruzione. A
Denver la vita mi si aprì innanzi per davvero[8].''
fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Golda_Meir
postato da antiUsrael su http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=53148#top
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