La letteratura
erotica può essere espressa con gioia, senza scadere in miserie morbose e
volgari, ma anche senza perdere i toni eccitanti connaturati con il
genere. Vediamo come ci hanno provato alcuni artisti delle nuvole
parlanti
In Quando in Italia impazzava il fumetto erotico abbiamo rievocato un genere popolare estinto, cioè quello del fumetto erotico popolare
che aveva impazzato nelle edicole italiane per circa due decenni, sino
agli anni Ottanta. Quel tipo di immaginario erotico, però, aveva le sue
radici in una cultura cattolica e bacchettona e, pertanto, era portatore
di una visione del sesso cupo e morbosa, entro la quale il piacere era
imprescindibile dal peccato. Quei fumetti erano permeati da una indiscutibile asprezza trasgressiva,
la quale non aveva fini liberatori, bensì di onanistico compiacimento.
Da tali presupposti derivavano inevitabili frequenti cadute in
perversioni sado-masochistiche o comunque in fantasie sessuali che
riducevano la donna a un mero oggetto da possedere e usare. Quando le
censure vennero a mancare del tutto, il fumetto erotico scivolò in un
genere palesemente pornografico e di pessimo gusto.Una diversa visione dell’eros arriva tardi in Italia, solo negli anni Ottanta. È Milo Manara che, in particolare con Il gioco (1983), regala al lettore immagini e avventure che offrono una visione, al contempo piena e leggera, del sesso come ricerca del piacere nel divertimento. La contemplazione della sessualità, depurata da sensi di colpi o da pesanti morbosità, costituisce un elemento di originalità che stupisce e piace al pubblico, non solo italiano, e sancirà il successo di Manara. Ma sono anche altri gli autori, magari meno conosciuti, che ci regaleranno nei loro fumetti una visione del sesso come piacevole trasgressione, esercizio sano e irrinunciabile, imprescindibile forza vitale.
In Italia, negli anni Ottanta, avevano iniziato a proliferare le cosiddette “riviste d’autore”, disponibili a dare spazio a espressioni fumettistiche dell’erotismo ricercate, addirittura sofisticate, che prendevano le distanze, in termini di gusto, dalla grassa pornografia in cui era scivolata la seconda generazione del fumetto erotico seriale (quella dei Lando e dei Sukia, per intenderci). Rispolverando quelle riviste, oltre al “caso Manara”, onnipresente e ospite beneaugurante di tutte le riviste di quel periodo, scopriamo altri autori italiani che esprimono, con le loro immagini, un erotismo più o meno esplicito. Come Massimo Rotundo, che si fa le ossa su pubblicazioni come L’Eternauta, Orient Express, Comic Art e in seguito collabora su riviste erotiche di nicchia come Diva e Glamour. Rotundo è un disegnatore e un illustratore raffinato. In particolare nell’opera Ex Libris Eroticis reinterpreta, portandolo a eccessi impensabili, l’erotismo implicito celato nell’iconografia liberty di inizio Novecento.
Ambizioni analoghe assumerà la testata Selen (editrice 3ntini, 1994), che prende il nome dalla omonima pornoattrice di cui sono pubblicate le avventure private, cioè quelle del suo alter ego, Luce Caponegro. È autore delle storie a fumetti di Selen Luca Tarlazzi, dotato di un tratto discreto, ma soprattutto ottimo sceneggiatore e narratore. Seppure le esplicite situazioni illustrate sfocino nella pornografia, la rappresentazione giocosa dell’atto sessuale, il gioviale erotismo delle situazioni e la mancanza di moralistica morbosità, comportano un positivo distacco del lavoro di Tarlazzi dagli onanistici pornofumetti trash di qualche lustro prima.
La definitiva chiusura delle riviste eroticherappresenta il capitolo finale dell’esperimento, iniziato negli anni Ottanta, di proporre al lettore un prodotto qualitativamente superiore rispetto a quello distribuito nelle edicole. Eppure non si può dire che l’esperimento sia completamente fallito. Molti degli autori che si erano fatti le ossa nelle riviste sono stati cooptati dal fumetto seriale da edicola. Questo tipo di editoria offre oggigiorno prodotti di qualità, come non se ne erano mai visti prima. Viceversa, i fumetti più scadenti e commerciali, che non potevano resistere alla concorrenza di media più coinvolgenti, si sono definitivamente estinti. Quel che sopravvive del fumetto seriale ha assunto caratteristiche di qualità, date dal valore dei collaboratori costantemente pressati da lettori esigenti.
Antonio Tripodi
(LucidaMente, anno VII, n. 82, ottobre 2012)
http://www.agoravox.it/Il-piacere-del-fumetto-sexy.html?pagina=1
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