giovedì 25 ottobre 2012
Il dispiacere degli ultimi
Quando vediamo delle persone che stanno peggio di noi, pensiamo che questi siano dei "poveracci": se fanno qualcosa di scorretto e disdicevole, se commettono qualche piccolo crimine, diventano dei "poveri diavoli". Ma quando questi poveracci sono dei nostri, allora la nostra pietà e simpatia è minore: è un po' come per le disgrazie che più sono lontane e più attirano audience e denaro. Se succede qualcosa vicino a noi, non ci sono lacrime e ancor meno soldi. Ieri ,mi hanno riferito, che in una zona del porto, ove vige il divieto di pesca (pare sia così anche altrove, cioè nei vari porti italiani), c'era una persona che ,armata di canna da pesca, pescava in tutta tranquillità. Altri osservavano contrariati perchè costretti a pescare dalle barche: si chiedevano perchè a lui è permesso e a noi no?La risposta è stata data da chi ha interpellato le autorità portuali e si è sentito rispondere che "è un poveraccio, ma gli ho dato il permesso ,io, solo per oggi. Inutile dire che la persona che pescava è di colore. Morale: gli altri ci fanno sempre pena, i nostri no. Gli altri hanno gli aiuti, i nostri no. Il punto è che i nostri, siamo noi.
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