È in atto una campagna anticristiana per sradicare ciò che resta del senso religioso
di Francesco Lamendola - 29/01/2014
«Ateo di servizio»: così si autodefinisce Michel Onfray - classe 1959,
docente universitario e punta di diamante del movimento filosofico
dell’estrema sinistra francese; materialista, edonista, libertario,
anticlericale e violentemente anticristiano – a motivo della frequenza
con cui compare in televisione ed è ospite gradito nei salotti buoni
della cultura transalpina, anche per il suo eloquio fluente e per la
facondia espressiva.
Questo normanno poco più che cinquantenne, che ha avuto una infanzia
difficile ed è stato allevato dai salesiani, verso i quali ha
introiettato un odio quasi patologico, viene oggi considerato uno degli
esponenti più significativi del movimento neo-pagano e anti-cristiano
militante, per la durezza dei suoi attacchi contro tutte le religioni e,
in modo particolare, contro la religione cattolica e per la sua
instancabile predicazione a favore di una morale libera e liberata,
specialmente in campo sessuale, identificando le religioni con la
repressione sessuale e con l’odio per la vita.
mercoledì 29 gennaio 2014
lunedì 27 gennaio 2014
Morbosità : che genere di crimine di piace vedere punito? E in che modo?
Dico, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che mi sono rotto gli zebedei di leggere e sentire le imprecazioni, espresse sotto forma di commenti o dichiarazioni, di coloro che quando c'è un incidente stradale con vittime, cominciano a smadonnare e chiedere carcere, morte, mega risarcimenti, punizioni esemplari, nomi e cognomi e indirizzi dei "presunti" colpevoli.
Siccome sono sempre ,credo, garantista mi chiedo se è vero che si debbano rispettare le famose regole , se una persona deve essere ritenuta innocente fino a che una sentenza ne affermi il contrario, oppure se deve esserci una giustizia da far west.
E ancor più mi fa girare le eliche, quando sento che altrove, in altri paesi che, guarda caso sono sempre più civili e più avanti di noi, lì le leggi le applicano.
In tal senso mi ha dato fastidio leggere oggi, sul Corsera, un articolo di Stella (salvo errore) in
Siccome sono sempre ,credo, garantista mi chiedo se è vero che si debbano rispettare le famose regole , se una persona deve essere ritenuta innocente fino a che una sentenza ne affermi il contrario, oppure se deve esserci una giustizia da far west.
E ancor più mi fa girare le eliche, quando sento che altrove, in altri paesi che, guarda caso sono sempre più civili e più avanti di noi, lì le leggi le applicano.
In tal senso mi ha dato fastidio leggere oggi, sul Corsera, un articolo di Stella (salvo errore) in
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venerdì 24 gennaio 2014
Rocker in tribunale. Ecco le faide epocali
L’ego delle rockstar è l’ingrediente segreto che
crea l’alchimia della grande musica. Ma è anche la scintilla che fa
esplodere durissimi contrasti all’interno delle rock band che
portano non solo a litigi violenti, ma anche a lunghissime e
costosissime lotte legali. I compagni che hanno condiviso tante
avventure musicali e tanti tour, possono improvvisamente per
divergenze creative o personali, trovasi l’uno di fronte all’altro
in tribunale per contendersi il nome del gruppo e lottare per
spartirsi un’eredità artistica. E chi pensa che i divi siano pieni di
soldi, dovrebbe vedere le dichiarazioni dei redditi dei loro
avvocati.
THE PLATTERS
Agli inizi dell’era pop-rock alcuni gruppi erano formazioni di artisti assemblate per cantare canzoni scritte su misura per un mercato giovanile che si stava espandendo sempre di più. Uno di questi ensemble erano i Platters che nel periodo 1955–1967 riuscirono a piazzare nelle classifiche di vendita più di 40 singoli, tra cui i brani classici Only You e The great pretender. La line-up ebbe innumerevoli cambi di organico, ma la voce più riconosciuta era quella di Tony Williams, mentre il vero leader era il produttore e autore musicale Buck Ram, uno dei protagonisti della scena discografica di quegli anni. Le lotte legali iniziarono proprio quando, nel 1960, Williams decise di lasciare il gruppo per diventare solista e la casa discografica, la Mercury, si rifiutò di pubblicare altro materiale senza di lui, suscitando le ire di Ram che ricorse ai tribunali. Da quel momento la storia dei Platters è caratterizzata da miriadi di dispute giudiziarie e da una infinita serie di formazioni cloni che si sono contese il nome. Nel corso dei decenni si è arrivati ad avere almeno una decina di Platters diversi, dai Buck Ram Platters (guidati dal produttore), agli Original Platters fino a The International Platters in cui ritornò a militare Williams. Insomma chi ci capisce è bravo. Pare che a tutt’oggi ci siano ancora in giro per il mondo 4 Platters diversi, a dispetto del fatto che Ram e Williams siano morti da più di vent’anni e l’ultimo membro originario, Herb Reed, sia scomparso a 83 anni nel luglio del 2012. Un destino simile ha riguardato anche altre band di quell’epoca come i Drifters di Under the Boardwalk.
THE BEATLES
THE PLATTERS
Agli inizi dell’era pop-rock alcuni gruppi erano formazioni di artisti assemblate per cantare canzoni scritte su misura per un mercato giovanile che si stava espandendo sempre di più. Uno di questi ensemble erano i Platters che nel periodo 1955–1967 riuscirono a piazzare nelle classifiche di vendita più di 40 singoli, tra cui i brani classici Only You e The great pretender. La line-up ebbe innumerevoli cambi di organico, ma la voce più riconosciuta era quella di Tony Williams, mentre il vero leader era il produttore e autore musicale Buck Ram, uno dei protagonisti della scena discografica di quegli anni. Le lotte legali iniziarono proprio quando, nel 1960, Williams decise di lasciare il gruppo per diventare solista e la casa discografica, la Mercury, si rifiutò di pubblicare altro materiale senza di lui, suscitando le ire di Ram che ricorse ai tribunali. Da quel momento la storia dei Platters è caratterizzata da miriadi di dispute giudiziarie e da una infinita serie di formazioni cloni che si sono contese il nome. Nel corso dei decenni si è arrivati ad avere almeno una decina di Platters diversi, dai Buck Ram Platters (guidati dal produttore), agli Original Platters fino a The International Platters in cui ritornò a militare Williams. Insomma chi ci capisce è bravo. Pare che a tutt’oggi ci siano ancora in giro per il mondo 4 Platters diversi, a dispetto del fatto che Ram e Williams siano morti da più di vent’anni e l’ultimo membro originario, Herb Reed, sia scomparso a 83 anni nel luglio del 2012. Un destino simile ha riguardato anche altre band di quell’epoca come i Drifters di Under the Boardwalk.
THE BEATLES
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giovedì 23 gennaio 2014
L’omofobia in Italia? Solo 28 segnalazioni all’anno
Le finalità della legge che perseguirà il “reato”
di opinione e che impedisce a chiunque di prendersela con gli
omosessuali, non sarà stata voluta per difendere i tanti politici
europei e nazionali e gli infiltrati nei mezzi di comunicazione? Sono
personaggi che hanno gusti diversi sul sesso e che proprio per essere
ricattabili sono stati scelti come leader politici? E’ questo che
spinge Renzi, Boldrini, Bonino, Letta ad assegnare percorso d’urgenza ad
una legge così ipocrita inutile ed anticostituzionale?
La realtà è che è già stato deciso – Il mondo sarà
diretto da omosessuali e da pedofili. Le tendenze e le tante
soppraffazioni in atto non lasciano dubbi in materia. Solo così la
depopolazione potrà essere accelerata.
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Ripensare la società : c'è chi non vuole
Magari a parole si è d'accordo, ma poi all'atto pratico in un modo o nell'altro ci si defila: penso a chi, come vedevo ieri nella trasmissione "La Gabbia" a La7, prende sui 200mila euro l'anno.
Può costui pensare di perdere tutto quel malloppo, in cambio di una società dove il lavoro così come lo abbiamo conosciuto viene meno in quanto verrebbe, per lo più, automatizzato?
Se, come scrivevo nel post sui "mestieri che scompaiono" o che sono destinati a scomparire, c'è il mio, c'è in previsione anche una riduzione, se non un azzeramento, del numero di lavoratori in numerosi campi specifici.
Se per prima cosa possono venire in mente i bancari, gli assicuratori, e in genere gli intermediari, poi potrebbe essere, perché no, il turno dei giudici: potrebbero ,come ho già scritto in passato, essere sostituiti, almeno nelle cause più semplici, da elaboratori elettronici.
Inserendo alcuni dati essenziali, sui cui si può discutere, si potrebbe perfino arrivare a fare lo stesso con gli avvocati: diciamo che il principio è lo stesso con cui si calcolano le rate, con cui appunto si crea un profilo.
Può costui pensare di perdere tutto quel malloppo, in cambio di una società dove il lavoro così come lo abbiamo conosciuto viene meno in quanto verrebbe, per lo più, automatizzato?
Se, come scrivevo nel post sui "mestieri che scompaiono" o che sono destinati a scomparire, c'è il mio, c'è in previsione anche una riduzione, se non un azzeramento, del numero di lavoratori in numerosi campi specifici.
Se per prima cosa possono venire in mente i bancari, gli assicuratori, e in genere gli intermediari, poi potrebbe essere, perché no, il turno dei giudici: potrebbero ,come ho già scritto in passato, essere sostituiti, almeno nelle cause più semplici, da elaboratori elettronici.
Inserendo alcuni dati essenziali, sui cui si può discutere, si potrebbe perfino arrivare a fare lo stesso con gli avvocati: diciamo che il principio è lo stesso con cui si calcolano le rate, con cui appunto si crea un profilo.
Cosa fanno gli italiani all'estero: "I sardi escono solo con altri sardi"
Cosa fanno gli italiani all'estero:
"I sardi escono solo con altri sardi"
Gli
italiani come passano il loro tempo all'estero? Ed i sardi? Il blogger
Matteo Cavezzali per "Il Fatto Quotidiano" spiega come vivono i cervelli
(ma anche le intelligenze meno brillanti) in fuga.
Partono,
o sono già partiti da tempo: sono giovani, talentuosi (e non) e nella
loro futura città (rigorosamente non italiana) cercano di dare libero
sfogo alle loro capacità.
Sono milioni gli italiani
residenti all'estero e il blogger Matteo Cavezzali per Il Fatto
Quotidiano-Emilia Romagna si domanda come vivono quelli che "per le
feste tornano tutti a casa, per abbuffarsi di lasagne tortellini, per
salutare i parenti. Ma soprattutto per spiegare a noi 'italioti' come si
sta al mondo"...
E via un elenco di cose che i cervelli fanno, o meglio sarebbe dire non fanno, all'estero:
"Sanno
tutto dell'Italia – dice Cavezzali – in particolare di Berlusconi e
delle sua vita sessuale, ma se ne sono andati per non sentirne parlare
più. Mangiano da schifo e cercano disperatamente una pizza decente. Non
pagano il biglietto del tram e fanno lavori da schifo che qui non si
sarebbero mai sognati di fare.
Ma soprattutto –
sottolinea il giornalista – girano solo con gli italiani. Sì, avete
capito bene, se ne sono andati perché 'Basta degli italiani non ne posso
più' e girano solo con gli italiani. I sardi poi girano solo con i
sardi" conclude.
Siete tutti d'accordo?
unionesarda.itlunedì 20 gennaio 2014
I mestieri che scompaiono : vero e falso
Riprendo un argomento come quello dei mestieri che , di fatto, non ci sono più perché ho ri - visto che qualcun altro lo ha ripreso: è vero che nel sito effedieffe.com si fa riferimento agli Usa e al loro mondo. E' altrettanto vero che le novità, visto che in Italia non siamo più innovatori, da noi dovrebbero arrivare e, di solito, in ritardo: figuriamoci poi in un'isola come la Sardegna: ma se tanto mi dà tanto, è anche vero che di lavori che spariscono, che non vengono più svolti nè apprezzati, ne ho parlato sia sul vecchio blog, e riportando un articolo proprio di Effedieffe firmato ,se non erro, da Maurizio Blondet, sia su questo blog.
Ovviamente parlo ,di preferenza, di ciò che conosco, quindi arredamento e ipermercati, mondo dell'auto e della ristorazione, e se qualcosa non la conosco la studio e ne parlo con chi vive realtà diverse dalla mia.
Si parla di come certi mestieri da un lato non siano più graditi agli italiani, giovani o meno che siano, e poi di come altri lavori siano invece non più richiesti: secondo i media e ,per colpa dei media, la gente si convince che il lavoro c'è ma sono "gli italiani" che non vogliono svolgerlo.
Ovviamente parlo ,di preferenza, di ciò che conosco, quindi arredamento e ipermercati, mondo dell'auto e della ristorazione, e se qualcosa non la conosco la studio e ne parlo con chi vive realtà diverse dalla mia.
Si parla di come certi mestieri da un lato non siano più graditi agli italiani, giovani o meno che siano, e poi di come altri lavori siano invece non più richiesti: secondo i media e ,per colpa dei media, la gente si convince che il lavoro c'è ma sono "gli italiani" che non vogliono svolgerlo.
domenica 19 gennaio 2014
Non tutto il dolore viene per nuocere
Dalla mia personale esperienza, posso affermare che dietro ogni
dolore si celano infinite possibilità di crescita umana, di conoscenza, e
fattori imprescindibili per il raggiungimento della consapevolezza di
sé e del mondo.
Il trauma prodotto dal dolore, spaventa da una parte, ma per un altro verso, come una lente di ingrandimento, mette a fuoco tutto ciò che prima consideravamo normale, scontato, non degno di nota, di analisi e di critica.
Così ogni parte e frammento del nostro essere viene vivisezionata, l’osservazione amplificata e, per logica conseguenza, la capacità di discernimento.
Ergo, se noi lasciamo il dolore alle spalle, per concentrarci invece sul suo rovescio della medaglia, saremo in grado di capire gli infiniti benefici di una tale esperienza per metterli poi a frutto e farne tesoro.
Il trauma prodotto dal dolore, spaventa da una parte, ma per un altro verso, come una lente di ingrandimento, mette a fuoco tutto ciò che prima consideravamo normale, scontato, non degno di nota, di analisi e di critica.
Così ogni parte e frammento del nostro essere viene vivisezionata, l’osservazione amplificata e, per logica conseguenza, la capacità di discernimento.
Ergo, se noi lasciamo il dolore alle spalle, per concentrarci invece sul suo rovescio della medaglia, saremo in grado di capire gli infiniti benefici di una tale esperienza per metterli poi a frutto e farne tesoro.
mercoledì 15 gennaio 2014
Siamo già arrivati qui !
Vignaiolo rischia multa e detenzione per essersi rifiutato d’inquinare il suo campo con i pesticidi
“Un produttore di vino da agricoltura biodinamica non esegue il trattamento sistematico contro gli insetti che causano la flavescenza dorata, e ora rischia una multa di 30.000 euro e 6 mesi di reclusione. Succede in Francia, a Beaune…” Così recita il pezzo italiano che riprende una notizia pubblicata da Decanter.com e la prima domanda che è sorta spontanea è stata: questo viticoltore ha causato danni ai vigneti dei propri vicini? La risposta è no. Emmanuel Giboulot rischia una multa ingente e la detenzione senza aver causato nessun danno, anzi, per non avere eseguito i dettami di una legge che prescrive un inquinamento preventivo da insetticidi anche in mancanza di un effettivo pericolo.Coca Cola e Pepsi usate come pesticida in India
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domenica 12 gennaio 2014
10 malattie spiritualmente trasmissibili
Il momento cari amici è arrivato: finalmente qualcuno ha messo in parole lo strano disagio che pervade ogni persona di buon senso di fronte a scenari di stucchevole new age, percorsi iniziatici di dubbia sostanza, sfrenati shopping spirituali o gare agonistiche tra chi pensa di avere l’aureola più luminosa.
Noi di Spaziomente, sempre più concretamente attratti da sani e concreti scenari interiori e sempre più insofferenti di fronte allo scempio offerto da movimenti autoproclamanti spesso asserviti al denaro e al potere sul prossimo, ci eravamo già esposti in passato su questo tema con due articoli:
Spiritualità S.p.A (Senza possibili Alternative): un aiuto concreto
Scienza e spiritualità: il nostro parere – di Luca Bertolotti e Silvia Salese
In questi giorni abbiamo avuto modo di leggere un libro straordinario sull’argomento consigliato dagli amici dell’Associazione Per-Ankh: si tratta di Tra Cielo e Terra – Gli errori della Ricerca Spirituale e le Pretese Premature di Illuminazione, di Mariana Caplan. Un vero regalo.
Non solo. Sempre gli amici di Per-Ankh hanno pubblicato sul loro blog una splendida sintesi (tradotta a sua volta dai curatori del sito http://lameditazione.com) delle 10 più comuni distorsioni che contaminano ogni sprovveduto aspirante spirituale. Si tratta di comuni meccanismi di difesa fondati sulla proclamazione egoica, sulla negazione della realtà o sull’identificazione di gruppo.
Il testo di Caplan è decisamente interessante perché, con le parole dell’Associazione Per-Ankh, ”approfondisce e chiarisce le difficoltà, le possibilità di errore, le frodi, le illusioni, i fraintendimenti e gli equivoci, gli inganni e gli autoinganni che si verificano nel corso di ogni ricerca spirituale”.
“Questo libro rivela le gravi distorsioni e le fraudolenti pretese di potere che caratterizzano la scena spirituale dei nostri tempi. Dozzine di interviste di prima mano con studenti e discepoli, insegnanti e maestri provenienti dalle diverse tradizioni spirituali, insieme a ricerche allargate e approfondite su molti testi di varie scuole di insegnamento, sono qui sintetizzate per assistere il lettore nell’evitare di incorrere anche lui nelle cadute possibili su un sentiero difficile.”
Dunque via alle parole della Caplan. Speriamo evitino la pandemia.
“C’è una giungla là fuori e questo è vero per la vita spirituale non meno che per ogni altro aspetto della vita. Crediamo davvero che una persona, per il semplice fatto di aver fatto meditazione per cinque anni, o aver fatto 10 anni di pratiche yoga, sarà meno nevrotica di un’altra? Nel migliore dei casi sarà un pò più consapevole di esserlo. Giusto un pò.
E’ per questo che ho speso gli ultimi 15 anni della mia vita facendo ricerche e scrivendo libri sulla coltivazione del discernimento nel percorso spirituale [...]
Dopo la morte la vita va avanti. La coscienza è immortale
La teoria di un famosissimo scienziato prova a spiegare come la vita va avanti per sempre. Tramite la nostra coscienza.
Vi è un libro dal titolo abbastanza complesso: "Biocentrism: How Life and Consciousness Are the Keys to Understanding the Nature of the Universe" che sta avendo un notevole successo su Internet. Il concetto di fondo prova a spiegare come la vita non finisce quando il nostro corpo muore, ma invece può andare avanti per sempre. Tramite la nostra coscienza.
L'autore di questa pubblicazione, il dottor Robert Lanza, è stato votato come il terzo miglior scienziato in vita dal New York Times, stando a quanto riportato su Spirit Science and Metaphysics http://www.spiritscienceandmetaphysics.com/scientists-claim-that-quantum-theory-proves-consciousness-moves-to-another-universe-at-death/
Lanza, esperto in medicina rigenerativa e direttore del Advanced Cell Technology Company http://www.advancedcell.com/ negli Stati Uniti, è anche conosciuto per la sua approfondita ricerca sulle cellule staminali e per l'aver clonato diverse specie di animali in via d'estinzione.
Vi è un libro dal titolo abbastanza complesso: "Biocentrism: How Life and Consciousness Are the Keys to Understanding the Nature of the Universe" che sta avendo un notevole successo su Internet. Il concetto di fondo prova a spiegare come la vita non finisce quando il nostro corpo muore, ma invece può andare avanti per sempre. Tramite la nostra coscienza.
L'autore di questa pubblicazione, il dottor Robert Lanza, è stato votato come il terzo miglior scienziato in vita dal New York Times, stando a quanto riportato su Spirit Science and Metaphysics http://www.spiritscienceandmetaphysics.com/scientists-claim-that-quantum-theory-proves-consciousness-moves-to-another-universe-at-death/
Lanza, esperto in medicina rigenerativa e direttore del Advanced Cell Technology Company http://www.advancedcell.com/ negli Stati Uniti, è anche conosciuto per la sua approfondita ricerca sulle cellule staminali e per l'aver clonato diverse specie di animali in via d'estinzione.
Senti chi parla !
Leggere le osservazioni che quotidianamente invadono la rete, sopratutto riguardo lo stato di salute economica della nostra nazione, è una cosa buona: ma quando si leggono alcuni di questi post e si va a vedere chi è che scrive e si viene a sapere che numerosi autori sono italiani che vivono e lavorano all'estero, mentre altri sono, per loro fortuna, pensionati, e che quasi tutti sono individui che non se la passano male, ecco che anche noi giustamente ci permettiamo di sputare le nostre sentenze.
Logicamente dobbiamo distinguere tra il contenuto, che può essere valido e utile, ma la cosa che da alcuni giorni mi fa pensare è che anche costoro sono persone che non debbono darsi troppo da fare per arrivare a unire il pranzo con la cena: ma sopratutto, mi chiedo, che cosa li spinge a scrivere critiche feroci (e giuste) verso il governo e i politici, contro le multinazionali e le banche, e sullo stesso piano mettono (e qui la cosa mi fa incazzare) chi rimane in Italia, chi è costretto a rimanerci e, ai loro occhi è così assuefatto, così rincoglionito, che non reagisce.
Ma vado oltre e dico: avete qualche interesse particolare, oltre magari a cercare di contenere la rabbia, a incanalare le proteste e a monitorarle attraverso post e commenti nei vostri siti, (di contro-informazione?) oppure pensate un giorno o l'altro di ritornare in Italia (quando le cose saranno sistemate)?
Voi avete scelto di andare via dall'Italia, o secondo alcuni di voi siete stati costretti a farlo.
Voi, per grazia di Dio e volontà della nazione, avevate delle capacità che altri non hanno e ne avete , anzi ne fate uso nelle nazioni che oggi vi ospitano e vi retribuiscono.
Avete il doppio passaporto? Siete ex italiani?
Lavorate discretamente cioè avete la fortuna dei tanto disoccupati e segaioli da tastiera che, sempre secondo alcuni di voi, invece di cercarsi un lavoro, di fare la rivoluzione, di occupare il parlamento, di rovesciare il tavolo, di incontrarsi per davvero con gli altri rivoluzionari, trovate il tempo di scrivere post tutti i giorni, e a volte più di uno, di rispondere (criticamente e con la dovuta saggezza) ai commenti dei poveracci che vi leggono.
Se è vero, come scrive Massimo Mazzucco in una sezione di Luogocomune.net, che si deve criticare l'idea e non chi la sostiene, evitando quindi l'attacco ad hominem, è anche vero che alcune volte è bene sapere da che pulpito viene la predica.
Così sapere che uno fa l'informatico all'estero, l'altro si occupa di speculazioni finanziarie, un altro ancora scrive per diletto perchè la pensione glielo permette, mentre tanti di noi vengono ancora e sempre da costoro criticati perché rimangono qui, perché non vanno all'estero, dovrebbe essere uno stimolo a leggere i loro post con occhi diversi.
Come si diceva di Cristo e di Gandhi: uno viveva ciò che predicava e l'altro predicava ciò che viveva. Ma questi signori?
Logicamente dobbiamo distinguere tra il contenuto, che può essere valido e utile, ma la cosa che da alcuni giorni mi fa pensare è che anche costoro sono persone che non debbono darsi troppo da fare per arrivare a unire il pranzo con la cena: ma sopratutto, mi chiedo, che cosa li spinge a scrivere critiche feroci (e giuste) verso il governo e i politici, contro le multinazionali e le banche, e sullo stesso piano mettono (e qui la cosa mi fa incazzare) chi rimane in Italia, chi è costretto a rimanerci e, ai loro occhi è così assuefatto, così rincoglionito, che non reagisce.
Ma vado oltre e dico: avete qualche interesse particolare, oltre magari a cercare di contenere la rabbia, a incanalare le proteste e a monitorarle attraverso post e commenti nei vostri siti, (di contro-informazione?) oppure pensate un giorno o l'altro di ritornare in Italia (quando le cose saranno sistemate)?
Voi avete scelto di andare via dall'Italia, o secondo alcuni di voi siete stati costretti a farlo.
Voi, per grazia di Dio e volontà della nazione, avevate delle capacità che altri non hanno e ne avete , anzi ne fate uso nelle nazioni che oggi vi ospitano e vi retribuiscono.
Avete il doppio passaporto? Siete ex italiani?
Lavorate discretamente cioè avete la fortuna dei tanto disoccupati e segaioli da tastiera che, sempre secondo alcuni di voi, invece di cercarsi un lavoro, di fare la rivoluzione, di occupare il parlamento, di rovesciare il tavolo, di incontrarsi per davvero con gli altri rivoluzionari, trovate il tempo di scrivere post tutti i giorni, e a volte più di uno, di rispondere (criticamente e con la dovuta saggezza) ai commenti dei poveracci che vi leggono.
Se è vero, come scrive Massimo Mazzucco in una sezione di Luogocomune.net, che si deve criticare l'idea e non chi la sostiene, evitando quindi l'attacco ad hominem, è anche vero che alcune volte è bene sapere da che pulpito viene la predica.
Così sapere che uno fa l'informatico all'estero, l'altro si occupa di speculazioni finanziarie, un altro ancora scrive per diletto perchè la pensione glielo permette, mentre tanti di noi vengono ancora e sempre da costoro criticati perché rimangono qui, perché non vanno all'estero, dovrebbe essere uno stimolo a leggere i loro post con occhi diversi.
Come si diceva di Cristo e di Gandhi: uno viveva ciò che predicava e l'altro predicava ciò che viveva. Ma questi signori?
sabato 11 gennaio 2014
Il fallimento del noir
Non ci sono più richiami nelle home page
all’omicidio di Caselle. Ieri l’altro è stata la giornata della
confessione dell’assassino, ieri quella dei mea culpa del giornalismo.
Oggi si passa ad altro.
Per qualche giorno i sospetti dei giornali, dei media e dei vicini di casa si sono concentrati sul figlio delle vittime. Anzi, sul figlio e nipote, perché chi ha sospettato di lui, chi ha immaginato che avesse accoltellato i due genitori, doveva riuscire a immaginare anche le sue coltellate su una nonna novantaquattrenne. E a quanto pare le ha immaginate senza problemi. La nonna è stata trovata col lenzuolo tirato su, per coprirle la faccia? Ma è chiaro, si è trattato di “un ultimo gesto di pietà”, “un estremo gesto d’affetto”, per coprire “il torto fatto a qualcuno che voleva bene davvero all’assassino. E ne era ricambiato.”
Per qualche giorno i sospetti dei giornali, dei media e dei vicini di casa si sono concentrati sul figlio delle vittime. Anzi, sul figlio e nipote, perché chi ha sospettato di lui, chi ha immaginato che avesse accoltellato i due genitori, doveva riuscire a immaginare anche le sue coltellate su una nonna novantaquattrenne. E a quanto pare le ha immaginate senza problemi. La nonna è stata trovata col lenzuolo tirato su, per coprirle la faccia? Ma è chiaro, si è trattato di “un ultimo gesto di pietà”, “un estremo gesto d’affetto”, per coprire “il torto fatto a qualcuno che voleva bene davvero all’assassino. E ne era ricambiato.”
venerdì 10 gennaio 2014
Un'esperienza di pre-morte
3. Dainabell scrive:
18 novembre 2013 at 09:45
A Giovanni!
Non aver paura della morte, è un processo molto naturale, come il giorno che diventa notte
e la notte che diventa giorno, è molto dolce e per nulla traumatica. …è come risvegliarsi da
un sogno, ti accorgi che stavi sognando in un mondo dove tutti stanno sognando, e che ora
sei tornato a casa, alla vera realtà…e vivi le cose in modo completamente diverso, la tua
mente ora può comprendere tutto.
Ti invio questa esperienza, non è mia ma è molto simile all’esperienza di premorte che ho
vissuto a 28 anni causa incidente stradale; ora non ho tempo per scrivere, appena mi sarà
possibile te la racconterò.
Un abbraccio forte!
18 novembre 2013 at 09:45
A Giovanni!
Non aver paura della morte, è un processo molto naturale, come il giorno che diventa notte
e la notte che diventa giorno, è molto dolce e per nulla traumatica. …è come risvegliarsi da
un sogno, ti accorgi che stavi sognando in un mondo dove tutti stanno sognando, e che ora
sei tornato a casa, alla vera realtà…e vivi le cose in modo completamente diverso, la tua
mente ora può comprendere tutto.
Ti invio questa esperienza, non è mia ma è molto simile all’esperienza di premorte che ho
vissuto a 28 anni causa incidente stradale; ora non ho tempo per scrivere, appena mi sarà
possibile te la racconterò.
Un abbraccio forte!
La vita dipende dalla coscienza di se stessi
Ksenia Fokina, Redazione Online
La percezione superficiale dell’informazione, coltivata nella società contemporanea, non lascia assolutamente posto per la valutazione personale degli avvenimenti trasformando quindi l’uomo in un robot al servizio del sistema. L’istruzione, il sistema dei valori imposti dalla società, dal televisore, dai genitori sono diretti a far sì che l’uomo pensi il meno possibile.
Attualmente un’educazione corretta e la prassi di autosviluppo personale sono diventate più accessibili grazie agli stessi media. “La Voce della Russia” ha cercato di capire come si possa restituire alla gente un atteggiamento assennato e razionale verso la propria vita e la vita altrui.
Lo psicologo britannico Sir Ken Robinson, autore del libro The Element: How Finding Your Passion Changes Everything,attribuisce tutte le colpe all’ambiente nel quale le risorse psichiche umane, già senza questo limitate, vengono spese rapidamente per l’incessante
La percezione superficiale dell’informazione, coltivata nella società contemporanea, non lascia assolutamente posto per la valutazione personale degli avvenimenti trasformando quindi l’uomo in un robot al servizio del sistema. L’istruzione, il sistema dei valori imposti dalla società, dal televisore, dai genitori sono diretti a far sì che l’uomo pensi il meno possibile.
Attualmente un’educazione corretta e la prassi di autosviluppo personale sono diventate più accessibili grazie agli stessi media. “La Voce della Russia” ha cercato di capire come si possa restituire alla gente un atteggiamento assennato e razionale verso la propria vita e la vita altrui.
Lo psicologo britannico Sir Ken Robinson, autore del libro The Element: How Finding Your Passion Changes Everything,attribuisce tutte le colpe all’ambiente nel quale le risorse psichiche umane, già senza questo limitate, vengono spese rapidamente per l’incessante
Come raccontare il terrorismo sul grande(e piccolo)schermo
Come sono stati rappresentati il terrorismo,
la lotta armata e la violenza politica al cinema? Come i cineasti hanno
trasformato memorie divise in narrazioni visive? Quanti sono i film che
si possono analizzare per rispondere a tali quesiti? A partire da queste
domande nasce il volume a cura di Luca Peretti e Vanessa Roghi Immagini
di piombo. Cinema, storia e terrorismi in Europa, Postmedia books, in
questi giorni in libreria. In apertura del volume abbiamo scelto di
inserire il saggio di Pierre Sorlin che qui presentiamo e che traccia
una breve storia del rapporto tra cinema e terrorismi di vario genere,
includendo anche titoli atipici e che propongono un altro tipo di
sguardo rispetto agli studi classici sull’argomento. Una riflessione sul
metodo, che entra nel merito della possibilità di narrare la lotta
armata attraverso il grande (e piccolo?) schermo.
di Pierre Sorlin
L’immagine in movimento nacque durante l’ultima fase degli attentati anarchici contro capi di stato e politici che, dopo aver agitato la fine dell’Ottocento in Europa e in America, si concluse con la morte di Umberto I. L’Europa entrava in un periodo d’instabilità diplomatica, segnata dalle Guerre balcaniche, dalla Guerra italo-turca, dalle crisi a ripetizione che sarebbero approdate al primo conflitto mondiale. In questo contesto l’opinione pubblica si preoccupava certamente più dello scacchiere internazionale che del terrorismo. I venti anni che separarono le due guerre furono fertili di attentati – 120 nella sola Repubblica di Weimar – ma le difficoltà economiche, insieme alla politica aggressiva della Germania e del Giappone, eclissarono gli altri problemi. Durante il secondo conflitto mondiale bombe, deragliamenti, assassinii di soldati e di collaboratori da parte dei partigiani furono vissuti come un aspetto della lotta contro il totalitarismo.
di Pierre Sorlin
L’immagine in movimento nacque durante l’ultima fase degli attentati anarchici contro capi di stato e politici che, dopo aver agitato la fine dell’Ottocento in Europa e in America, si concluse con la morte di Umberto I. L’Europa entrava in un periodo d’instabilità diplomatica, segnata dalle Guerre balcaniche, dalla Guerra italo-turca, dalle crisi a ripetizione che sarebbero approdate al primo conflitto mondiale. In questo contesto l’opinione pubblica si preoccupava certamente più dello scacchiere internazionale che del terrorismo. I venti anni che separarono le due guerre furono fertili di attentati – 120 nella sola Repubblica di Weimar – ma le difficoltà economiche, insieme alla politica aggressiva della Germania e del Giappone, eclissarono gli altri problemi. Durante il secondo conflitto mondiale bombe, deragliamenti, assassinii di soldati e di collaboratori da parte dei partigiani furono vissuti come un aspetto della lotta contro il totalitarismo.
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martedì 7 gennaio 2014
Tutto fumo e niente arrosto
E' ciò che a mio avviso traspare da post e commenti che ho letto e, in verità, anche invogliato a commentare: poi è prevalso il buon senso, il lasciare perdere dato che i miei commenti hanno, da quando sono stati cancellati tutti i blog su leonardo.it, raccolto pochi consensi.
Mi posso riferire alle osservazioni sulle scie chimiche, laddove chiedevo se mai qualcuno , anche per sbaglio, avesse preso in considerazione l'idea di rivedere se qualcosa di simile è stata immortalata da pellicole o se c'è qualche traccia nei dipinti esposti nei vari musei:così giusto per togliersi il dubbio e fugare l'idea che è qualcosa che c'è sempre stata oppure avere conferma che ,al contrario, è frutto degli ultimi decenni.
Mi posso riferire alle osservazioni sulle scie chimiche, laddove chiedevo se mai qualcuno , anche per sbaglio, avesse preso in considerazione l'idea di rivedere se qualcosa di simile è stata immortalata da pellicole o se c'è qualche traccia nei dipinti esposti nei vari musei:così giusto per togliersi il dubbio e fugare l'idea che è qualcosa che c'è sempre stata oppure avere conferma che ,al contrario, è frutto degli ultimi decenni.
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Bankitalia. Documenti da conoscere
BANKITALIA. DOCUMENTI DA CONOSCERE : articolo 4
del decreto legge 133 del 30 Novembre pubblicato in Gazzetta ufficiale
il 27 novembre. Alla BCE hanno dato cinque giorni di tempo per decidere.
Alle colf si danno gli otto giorni.
Questo che leggerete è l’articolo più discusso del decreto. Volevano anche cedere le quote allo straniero. Approfitto per rispondere a due rilievi mossi dal blog ” come don Chisciotte” in cui un certo ” Ercole ” dice che quel che conta è la lotta di classe e che è inconciliabile lo scontro tra le classi. Bella fatica compagno Ercole ti sei conquistato un posto al museo delle cere.
“Dana” invece se la prende con me perché parlo della possibilità che Unicredit finisca in mani tedesche e lo vede come un tentativo di far odiare i tedeschi e non le banche. Ho previsto che Unicredit finirà in mani tedesche perché le principali banche tedesche sono del governo , perché già alla crisi del 1929 la Banca Commerciale fini in mano tedesca e perché Unicredit è già legata alla Germania avendo comprato una Banca Tedesca ed avendo un AD o presidente tedesco. Non è odio, è invidia per come i tedeschi si fanno gli affari loro e noi anche facciamo gli affari loro. I francesi si sono presi la BNL e i sud Africani la Birra Peroni, gli spagnoli l’olio Sasso ecc.
Proprio come don Chisciotte, lanciano la carica sui mulini a vento. E ora passiamo a documentare l’articolo 4.
Questo che leggerete è l’articolo più discusso del decreto. Volevano anche cedere le quote allo straniero. Approfitto per rispondere a due rilievi mossi dal blog ” come don Chisciotte” in cui un certo ” Ercole ” dice che quel che conta è la lotta di classe e che è inconciliabile lo scontro tra le classi. Bella fatica compagno Ercole ti sei conquistato un posto al museo delle cere.
“Dana” invece se la prende con me perché parlo della possibilità che Unicredit finisca in mani tedesche e lo vede come un tentativo di far odiare i tedeschi e non le banche. Ho previsto che Unicredit finirà in mani tedesche perché le principali banche tedesche sono del governo , perché già alla crisi del 1929 la Banca Commerciale fini in mano tedesca e perché Unicredit è già legata alla Germania avendo comprato una Banca Tedesca ed avendo un AD o presidente tedesco. Non è odio, è invidia per come i tedeschi si fanno gli affari loro e noi anche facciamo gli affari loro. I francesi si sono presi la BNL e i sud Africani la Birra Peroni, gli spagnoli l’olio Sasso ecc.
Proprio come don Chisciotte, lanciano la carica sui mulini a vento. E ora passiamo a documentare l’articolo 4.
Disturbi neuropsichiatrici dei bambini : finanziati gli studi dell'Ateneo di Cagliari
La
Commissione Europea ha approvato un finanziamento di 4,5 milioni di
euro per il progetto di ricerca transazionale Matrics (Multidisciplinary
Approaches to Translational Research In Conduct Syndromes) che vede in
prima fila l'Università di Cagliari.
Gli studi,
condotti anche dalla clinica di Neuropsichiatria infantile diretta da
Alessandro Zuddas, riguardano aggressività, comportamento antisociale
nell'età evolutiva, terapie e assistenza ai minori con gravi patologie
neuropsichiatriche. Il progetto Matrics, coordinato da Jeffrey Glennon
(Donders Institute, Radboud University Medical Centre, Paesi Bassi), ha
affidato al professor Zuddas - è detto in una nota - il coordinamento
del sottoprogetto sulla definizione di specifici aspetti
neuropsicologici sensibili a terapie farmacologiche innovative. Le
attività di ricerca si aprono nel prossimo marzo e sono tese a
rafforzare gli studi dei ricercatori europei sul disturbo di condotta.
Gli studiosi interagiscono con i progetti Imagen (coordinato dal
professor Gunter Schumann), Pers e Aggressotype (coordinati dai
professori Jan Buitelaar e Barbara Franke.
unionesarda.itA che cosa porteranno questi studi? E quando? Lo saprete alla prossima puntata!
Leggendo di "terapie farmacologiche innovative, spero niente ritalin o cose simili...
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lunedì 6 gennaio 2014
Vicenza: lo stupratore in divisa non fa notizia
Domenica, 05 Gennaio 2014 11:01
Luca Fiore
Abbiano cercato inutilmente sui grandi quotidiani nazionali articoli che parlassero di uno stupro avvenuto a Vicenza nel novembre scorso. Ma la ricerca è stata quasi vana, perché la vicenda ha ‘meritato’ qualche articolo sulla stampa locale e al massimo un trafiletto su quella nazionale. Eppure i media italiani ultimamente sembrano molto sensibili alla denuncia degli stupri e della violenza sulle donne, ma in misura maggiore proporzionalmente alla distanza tra noi, l’Italia, e l’evento. E quindi in base a questa logica sono gli eclatanti e barbari stupri la cui eco ci giunge dalla lontana India a guadagnare le prime pagine.
La notizia è questa: un militare statunitense di 21 anni è indagato dalla procura della Repubblica di Vicenza per violenza sessuale e sequestro nei confronti di una ragazza, minorenne, residente a Schio, nel vicentino. La vicenda al centro degli accertamenti della procura risale al mese di novembre, quando la ragazza, assieme ai fratelli, si era recata in una discoteca vicino alla caserma 'Ederle' a Vicenza. Lì, secondo quanto denunciato ai carabinieri dalla vittima, aveva conosciuto il giovane militare. Alcune ore dopo era uscita dal locale e l'uomo, ubriaco, l'aveva inseguita e poi fermata con una scusa. Poi l'avrebbe obbligata a seguirla in un vicolo buio e appartato e l’avrebbe violentata. Dopo lo stupro l’adolescente aveva fatto ricorso alle cure mediche e si era poi recata subito dai carabinieri a sporgere denuncia contro il violentatore.
Luca Fiore
Abbiano cercato inutilmente sui grandi quotidiani nazionali articoli che parlassero di uno stupro avvenuto a Vicenza nel novembre scorso. Ma la ricerca è stata quasi vana, perché la vicenda ha ‘meritato’ qualche articolo sulla stampa locale e al massimo un trafiletto su quella nazionale. Eppure i media italiani ultimamente sembrano molto sensibili alla denuncia degli stupri e della violenza sulle donne, ma in misura maggiore proporzionalmente alla distanza tra noi, l’Italia, e l’evento. E quindi in base a questa logica sono gli eclatanti e barbari stupri la cui eco ci giunge dalla lontana India a guadagnare le prime pagine.
La notizia è questa: un militare statunitense di 21 anni è indagato dalla procura della Repubblica di Vicenza per violenza sessuale e sequestro nei confronti di una ragazza, minorenne, residente a Schio, nel vicentino. La vicenda al centro degli accertamenti della procura risale al mese di novembre, quando la ragazza, assieme ai fratelli, si era recata in una discoteca vicino alla caserma 'Ederle' a Vicenza. Lì, secondo quanto denunciato ai carabinieri dalla vittima, aveva conosciuto il giovane militare. Alcune ore dopo era uscita dal locale e l'uomo, ubriaco, l'aveva inseguita e poi fermata con una scusa. Poi l'avrebbe obbligata a seguirla in un vicolo buio e appartato e l’avrebbe violentata. Dopo lo stupro l’adolescente aveva fatto ricorso alle cure mediche e si era poi recata subito dai carabinieri a sporgere denuncia contro il violentatore.
domenica 5 gennaio 2014
Israele , 30.000 africani marciano a Tel Aviv per status rifugiati
(AGI) - Tel Aviv, 5 gen. - Una marcia pacifica di
30.000 richiedenti asilo africani si e' svolta a Tel Aviv per
protestare contro il rifiuto del governo israeliano di fornire loro lo
status di rifugiati, accelerando invece le detenzioni e i rimpatri.
"Siamo tutti rifugiati", e' stato lo slogan urlato dai manifestanti,
motivo di imbarazzo per un Paese costruito sulla base del diritto al
rientro di tanti ebrei perseguitati nel resto del mondo.
Nel mirino del corteo c'erano, in particolare, i settori politici che si riconoscono nelle posizioni dell'ultraortodosso Eli Yishai, l'ex ministro dell'Interno che nel 2012 fece deportare decine di migliaia di migranti clandestini e che ha bollato la nuova protesta come "antisionista" e i manifestanti come "infiltrati". "Lo Stato di Israele", ha scritto sul proprio sito web Yishai, "dovrebbe mettere in atto tutti i mezzi per rimpatriare questi infiltrati", che hanno "ormai trasformato Tel Aviv in una citta' africana".
05 GEN 2014
ps.: questa notizia non l'ho vista nè sentita nei tg nazionali, ma forse ero distratto!
avrei gradito sapere cosa ne pensano i vari ministri, magari quello dell'integrazione, o qualche sacerdote della caritas o, perché no, il santo padre o qualche rabbino nostrano.
Nel mirino del corteo c'erano, in particolare, i settori politici che si riconoscono nelle posizioni dell'ultraortodosso Eli Yishai, l'ex ministro dell'Interno che nel 2012 fece deportare decine di migliaia di migranti clandestini e che ha bollato la nuova protesta come "antisionista" e i manifestanti come "infiltrati". "Lo Stato di Israele", ha scritto sul proprio sito web Yishai, "dovrebbe mettere in atto tutti i mezzi per rimpatriare questi infiltrati", che hanno "ormai trasformato Tel Aviv in una citta' africana".
05 GEN 2014
ps.: questa notizia non l'ho vista nè sentita nei tg nazionali, ma forse ero distratto!
avrei gradito sapere cosa ne pensano i vari ministri, magari quello dell'integrazione, o qualche sacerdote della caritas o, perché no, il santo padre o qualche rabbino nostrano.
giovedì 2 gennaio 2014
2014 restituiteci la libertà
In caso contrario, riprendiamocela. Si intende libertà a 360 gradi, da come curararsi a come spenderei propri soldi, ma sopratutto a non avere quegli obblighi ,assurdi, come essere associati al sindacato o a usare la moneta elettronica.
Ma la libertà di fare impresa o di poter lavorare meno ma lavorare tutti, vivendo una vita degna di essere vissuta, dovrebbe essere ai primi posti tra le cose da ottenere.
Purtroppo con la forma mentis imperante, o meglio martellante, si penserà prima alle nozze gay, ai migranti (cioè agli ex immigrati), agli F 35 o a qualche disgrazia che accadrà (spero di no ) a casa del diavolo, e agli italiani e al loro ben-essere mancherà proprio il tempo di pensarci.
Un vero peccato? No, si tratta di vera e propria malafede e interesse: malafede perché si fa finta di interessarsi ai problemi dei gay o del femminicidio, per imporre modelli di vita sostitutivi di altri, ove al contrario possono convivere ma senza che questi ultimi prendano il sopravvento e divengano privilegiati.
Ma la libertà di fare impresa o di poter lavorare meno ma lavorare tutti, vivendo una vita degna di essere vissuta, dovrebbe essere ai primi posti tra le cose da ottenere.
Purtroppo con la forma mentis imperante, o meglio martellante, si penserà prima alle nozze gay, ai migranti (cioè agli ex immigrati), agli F 35 o a qualche disgrazia che accadrà (spero di no ) a casa del diavolo, e agli italiani e al loro ben-essere mancherà proprio il tempo di pensarci.
Un vero peccato? No, si tratta di vera e propria malafede e interesse: malafede perché si fa finta di interessarsi ai problemi dei gay o del femminicidio, per imporre modelli di vita sostitutivi di altri, ove al contrario possono convivere ma senza che questi ultimi prendano il sopravvento e divengano privilegiati.
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